Valutazione antropologica: a cosa serve? E' realmente utile?

Valutazione antropologica: a cosa serve? E' realmente utile?
Ultima modifica 27.06.2022
INDICE
  1. Scuole costituzionalistiche
  2. Applicazioni pratiche
  3. Conclusioni

In teoria, la scienza della biotipologia e antropologia costituzionale potrebbe ottimizzare i miglioramenti di ricompomposizione corporea in un programma dedicato, con più realistiche valutazioni iniziali, plicometria, monitoraggio e stima metabolica. Lato pratico, tuttavia, ciò non è mai stato dimostrato.

Per conoscenza, in questo articolo tratteremo l'argomento delle scuole costituzionalistiche e della relativa valutazione antropometrica.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2022/05/16/biotipologia-e-valutazione-antropologica-orig.jpeg Shutterstock

Scuole costituzionalistiche

Molte sono le scuole che hanno trattato questo argomento complesso e vario, alcune dal punto di vista del temperamento e altre dal punto di visto fisico e costituzionalistico, altre ancora partendo dalle secrezioni edogene delle ghiandole e dall'alimentazione.
Iniziamo questa carrellata sintetizzata ( elencarle tutte sarebbe impossibile ), delle vaie scuole e pensieri in Europa e nel mondo:

La scuola francese con i professori Bichat prima e Jean Noel Halle poi, descrissero i temperamenti in: Vascolare, Muscolare, Nervoso e in seguito arricchirono il concetto con l'inserimento del tipo Bilioso, Sanguigno e Pitutitoso.

Più avanti nel 1908 per la precisione il morfologo francese Sigaud distinse i seguenti indivudui:

  • Respiratorio: caratterizzato dalla relativa larghezza del tronco e della zona naso-malare;
  • Digestivo: caratterizzato dalla prominenza della zona addominale, bocca grande, labbra grosse, mandibole prominenti;
  • Muscolare: si caratterizza lunghezza degl'arti, tronco rettangolare, grosse masse muscolari e teste piccole;
  • Cerebrale: Hanno essenzialmente un tronco esile, ossatura sottile, arti gracili, corpo piccolo e testa grossa.

Ci furono molte altre teorie come ad esempio quella del professore tedesco di anatomia Barke che divideva semplicemente in due biotipi l'essere umano dopo l'effettuazione di diverse ricerche antropometriche viscerali su cadaveri.
Queste erano:

  1. Tipo umano gracile con organi ipoplastici;
  2. Tipo umano largo ipersviluppato con organi voluminosi.

Teodoro Burgsch altro tedesco sosteneva invece che il corpo umano doveva essere inquadrato in base a fattori detti Indici di proporzionalità come ad esempio:

Ernesto Kretsschemer un psichiatra affrontò invece il complesso rapporto tra il carattere psichico e l'habitus corporeo, suddivise i fisici in:

  • Atenico: sottile o esile;
  • Atletico: muscolare e proporzionato;
  • Picnico: denso, fitto, grasso,
  • Displastico: tipo raro, accessorio, abnorme.

Nel Nord America invece il dottor Bryant individua

  •  tipo erbivoro: caratterizzato da una bassa attività tiroidea durante la crescita;
  •  tipo carnivoro: caratterizzato invece da una iperfunzione della tiroide che ne accresce di piu' i profili longitudinali.

In Russia invece Saltikov e Ignatov individuano, dopo diverse rilevazioni delle misure interne ed esterne del corpo quattro biotipi che sono:

  •  Stenoplastico: (toracico)
  •  Euriplastico: (brevilineo addominale)
  •  Mesoplastico: (muscolare)
  •  Subplastico: (tipo non comune e non ben definito).

la miglior interpretazione dei biotipi secondo me e secondo molti autorevoli addetti ai lavori è l'interpretazione di Sheldon che ne individua essenzialmente tre con una scala di valore da attribuire.

Sheldon individua:

  • Ectomorfo: essenzialmente longilineo, gracile, scarso sviluppo osseo e muscolare e a livello psicologico può essere inquadrato come un cerebrotonico;
  • Mesomorfo: massiccia impalcatura osseo-muscolare, tronco robusto, spalle larghe, arti ipertornici e proporzionati, a livello psicologico si considera come un somatotonico;
  • Endomorfo: biotipo rotondo e flaccido, altezza e larghezza corporea che spesso si avvicinano, addome prevale su torace, arti corti. Psicologicamente è un viscerotonico.

Ovviamente sarebbe quasi impossibile inquadrare un determinato fisico in una sola di queste tre categorie, per questo è stata inventata una scala di valore.

La determinazione del proprio biotipo deve avvenire tramite diverse analisi valutative e misurazioni e sopratutto effettuato da personale esperto in questa metodica.

Applicazioni pratiche

Premettendo che un soggetto andrà valutato più volte nel tempo per determinare se la scala di appartenenza è variata, "in teoria", l'allenamento dovrà avere i seguenti requisiti medi:

Ecto-mesomorfi, con valori di ectomorfia > 2,5

Mesomorfo, con valori di ectomorfia < 2,5

  • Rapporto esercizi poliarticolari/monoarticolari 4/1 e velocemente a un 2/1, un atleta agonista anche un 1/1
  • Volume medio in rapida ascesa nel tempo
  • Recuperi più brevi sopratutto nel tempo
  • Più proteine e meno carboidrati.

Endo-mesomorfi

Conclusioni

Secondo alcune scuole di pensiero, tali valutazioni, accompagnate ad altre di varia natura, sono fondamentali per l'ottimizzazione dell'iscritto di una palestra o di un cliente di un personal trainer.

Lato pratico tuttavia, non esiste alcuna evidenza scientifica che supporti l'utilità di questo metodo.

Esistono certamente variabilità metaboliche inter-, ma anche intra-individuali (in base al livello di condizionamento, stato nutrizionale e composizione corporea), che possono motivare certe scelte piuttosto di altre.

Ciò detto, queste non sono dettate alcun biotipo, bensì da caratteristiche uniche ed individuali, non ritrovabili (nel disegno complessivo) in altri organismi.

Per fare un esempio banale, un soggetto insulino-resistente - che, ovviamente, avrà una pessima capacità di utilizzare i carboidrati alimentari - e in sovrappeso, quasi certamente trarrà grande vantaggio da una dieta ipocalorica, con un tenore di carboidrati (inizialmente) al limite inferiore del range di equilibrio nutrizionale, e un programma di allenamento a sfondo aerobico ma (possibilmente) con una componente "metabolica" rilevante.

Le scelte effettuate, d'altro canto, non riguardano minimamente un eventuale somatotipo. Così come non è detto che saranno identiche in un altro soggetto dotato "apparentemente" delle medesime caratteristiche fisiche.

E' sempre buona norma, quantomeno per l'aspetto nutrizionale, appoggiarsi ad un buon dietista - meglio se specializzato nel trattamento degli sportivi.

Per approfondire: Cos'è il somatotipo?