Riabilitazione Dopo Rottura del Tendine d'Achille

Riabilitazione Dopo Rottura del Tendine d'Achille
Ultima modifica 20.05.2021
INDICE
  1. Introduzione
  2. Cause di Lesione
  3. Altri articoli su ‘Rottura del Tendine d’Achille e Riabilitazione’

Introduzione

Lesioni e Rottura del Tendine d’Achille: il rapporto

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2021/05/18/lesioni-tendine-achille-cause-orig.jpeg Shutterstock

La lesione del tendine d'Achille è una grave tendinopatia (patologia dei tendini), caratterizzata dalla rottura della struttura tendinea che unisce i muscoli del polpaccio (gastrocnemio e soleo) al calcagno.

Questo articolo fa parte di un ampio insieme di contenuti che tratta la rottura del tendine d'Achille e il percorso di riabilitazione previsto in seguito all'intervento chirurgico di riparazione.
Il suo intento è chiarire in che modo può verificarsi la rottura del tendine d'Achille e quali sono i tipi di lesioni possibili.

Il seguente contenuto è già stato pubblicato dalla rivista "RiabilitazioneOggi" nel numero di Marzo 2010.

Cause di Lesione

Tendinopatia del Tendine d’Achille: Tipi di Lesione

Le lesioni tendinee possono essere classificate, a seconda della loro eziologia, in:

  • Traumatiche;
  • Microtraumatiche;
  • Su base dismetabolica e/o infiammatoria.

Le tendinopatie microtraumatiche del tendine d'Achille sono anche definite lesioni da sovraccarico funzionale e sono in grado di determinare la patologia con un meccanismo diretto ed uno indiretto.

Questo tipo di lesioni può portare alla rottura del tendine d'Achille, la quale rappresenta comunque l'episodio acuto conseguente a un processo degenerativo (tendinosi); quest'ultimo, talvolta in modo quasi del tutto asintomatico o preceduto e accompagnato da episodi di infiammazione dolorosa della guaina, e coinvolgendo in maniera più o meno estesa la compagine tendinea, ne determina una diminuzione della resistenza meccanica, che può essere superata da un'improvvisa sollecitazione anche non eccessiva.

Sovraccarico Funzionale del Tendine d’Achille: le Cause

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I fattori che possono provocare patologie da sovraccarico dei tendini (e in molti casi anche dei muscoli) del collo piede e del piede si possono genericamente dividere in intrinseci ed estrinseci, ed agiscono in percentuale variabile da soggetto a soggetto.

Fattori Intrinseci

Per quanto riguarda i fattori intrinseci, questi sono essenzialmente rappresentati da:

  • La variabilità anatomica, con conseguente alterazione più o meno marcata della normale biomeccanica del cammino o del gesto atletico, il che sottopone il collo del piede e piede ad uno stress anormale.
    Più nello specifico, uno dei problemi principali è l'iperpronazione del collo piede e del piede durante la corsa, che ha un'azione di frustata, come la corda di un arco, sul tendine d'Achille, con conseguente alta frequenza di tendiniti.
  • Le malattie dismetaboliche, che possono favorire reazioni flogistiche locali, nonché provocare l'alterazione della composizione del normale tessuto tendineo fino a determinare un più precoce invecchiamento;
  • Ultimo fattore, ma non meno importante, l'età dell'individuo e gli anni di attività agonistica. Infatti, l'invecchiamento del tessuto tendineo provoca un rallentamento metabolico del collagene tissutale, con una diminuzione graduale del rapporto cellule-matrice a favore di quest'ultima, una diminuzione del contenuto idrico delle fibre elastiche, dei proteoglicani e glicoproteine.
    Inoltre, scompare la linea blu presente a livello giunzionale osteo-tendinea, la quale svolge un'importante azione modulatrice ed ammortizzante nei confronti delle sollecitazioni meccaniche.

Fattori Estrinseci

Per quanto riguarda i fattori estrinseci, essi diventano spesso determinanti nell'instaurazione della tendinopatia da sovraccarico al collo piede e piede.

Si distinguono principalmente tre fattori:

  • L'allenamento incongruo;
  • I terreni di gara o di allenamento;
  • La calzatura.

Da studi recenti, effettuati su osservazioni di Cummins, Christensen ha elaborato la teoria delle variazioni anatomiche individuali, secondo cui le fibre del tendine d'Achille provenienti rispettivamente dal gastrocnemio e dal soleo, man mano che discendono verso il calcagno subiscono un certo grado di rotazione reciproca, di entità variabile nei diversi soggetti.

Secondo Christensen, durante determinati movimenti, quali si verificano tipicamente nella corsa e nel salto, si può verificare una sorta di sfregamento a sega tra i due gruppi di fibre, in relazione alle variazioni individuali del grado di torsione reciproca di queste ultime, e alla mancanza di una perfetta coordinazione muscolare, come si verifica più facilmente in condizioni di scarso allenamento.

In realtà, la possibilità di un danneggiamento reciproco delle fibre tendinee non è stata mai dimostrata; pertanto, quanto sopra esposto è soltanto un'ipotesi suggestiva tesa a valorizzare il peso dei fattori individuali nella genesi della rottura.

Il ruolo eziologico svolto dalla cosiddetta "tendinite" sembra essere meno diretto di quanto si sia ritenuto in passato e di quanto lascerebbe supporre la frequenza relativamente elevata, circa il 30%, con cui questa affezione compare nell'anamnesi dei soggetti che vanno incontro ad una rottura del tendine d'Achille.

 

A cura del Professor Rosario Bellia

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