Come prevenire la pubalgia nel calcio?

Come prevenire la pubalgia nel calcio?
Ultima modifica 10.07.2023
INDICE
  1. Cos'è la pubalgia, quali le cause e come si presenta
  2. Come prevenire la pubalgia del calciatore?
  3. Considerazioni

Cos'è la pubalgia, quali le cause e come si presenta

Con il termine pubalgia si intendono tutte quelle affezioni che determinano una sintomatologia dolorosa della zona pubica, che spesso tende ad irradiarsi lungo la faccia antero-mediale della coscia o lungo la parete addominale inferiore.

Le cause di questa affezione possono essere, secondo alcuni Autori, svariate decine ma interessano quasi sempre le inserzioni prossimali dei muscoli adduttori e dei retti addominali; ecco allora che sarebbe più opportuno parlare di "sindrome pubalgica".

Tale patologia può essere invalidante, soprattutto per lo sportivo costretto a lunghe assenze dagli allenamenti e dalle competizioni, anche perché spesso, ancora oggi, le terapie della pubalgia non garantiscono risultati soddisfacenti.

Dai dati raccolti dalla letteratura scientifica, in particolare dagli studi più recenti in tema di pubalgia, ma non solo, emerge l'importanza dell'attuazione di misure preventive in fase di allenamento da integrare con le esercitazioni di carattere tecnico sport-specifico, il calcio nel nostro caso.

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Come prevenire la pubalgia del calciatore?

Ecco alcuni efficaci interventi da attuare sul campo:

  • Riscaldamento con esercizi basati prevalentemente su stretching dinamico, in sostituzione delle forme di allungamento statico, che riguardino maggiormente l'articolazione coxo-femorale, riservando maggior attenzione ai particolari: ampiezza e dinamicità del movimento; i movimenti dovrebbero simulare, con la massima ampiezza di escursione articolare, il gesto tecnico che verrà poi effettuato durante il gioco;
  • Lavoro di tonificazione muscolare prevalentemente, ma non esclusivamente, in catena cinetica chiusa, con esercizi che rispettino la cinematica della gestualità del calciatore, attivando regime di contrazione concentrica-eccentrica ad elevata velocità di esecuzione;
  • Graduale programma di esercizi basati sui cambi di direzione; il gioco del calcio è caratterizzato da corse con cambi di direzione eseguiti a diverse velocità, con marcate fasi di lavoro concentrico (in accelerazione) ed eccentrico (in frenata); quest'ultima è spesso trascurata in allenamento e richiederebbe di maggiori attenzioni, specialmente nei periodi stagionali più freddi;
  • Lavoro specifico sulla "core stability", che oltre a non creare traumi alla colonna e tensioni alla zona pubica rispetto ai più classici esercizi per gli addominali, spesso eseguiti ancora in maniera scorretta, aumenta il "senso posturale", l'equilibrio e la consapevolezza corporea dell'atleta;
  • Utilizzare una concatenazione di esercizi specifici, di pochi minuti, prima e dopo allenamenti e partite intense, soprattutto se il giocatore manifesta tensione e affaticamento muscolare, che prevedono dei micromovimenti dell'articolazione coxo-femorale;
  • Modulare correttamente i diversi carichi di allenamento, personalizzando l'esercizio fisico per quegli atleti che già in passato hanno sofferto di sindrome pubalgica, in modo tale da consentire all'organismo di beneficiare di una ottimale supercompensazione ed evitare inutili sovraccarichi funzionali che, reiterati, potrebbero danneggiare le strutture più deboli dell'apparato locomotore;
  • Educare o rieducare gli atleti durante le esercitazioni ad assumere adeguate posture, non rischiose ma funzionali.

Considerazioni

Avendo cura di questi pochi accorgimenti si può costituire la base di una efficace strategia di prevenzione della sindrome pubalgica, da attuarsi in palestra ed in campo, sapendo integrare l'allenamento tecnico-tattico specifico, del calcio in questo caso, con l'allenamento "funzionale" e "posturale", compito questo di uno staff e di un preparatore atletico competente.

Per approfondire: Pubalgia: dove fa male, perché viene e cosa fare