A cura del Dott. De Domenico Giuseppe
La colonna vertebrale |
Ipercifosi: valutazione e trattamento |
Trattamento in palestra |
Ipercifosi e Atteggiamento ipercifotico
Come accennato in precedenza, l'Ipercifosi, erroneamente (ma molto comunemente) denominata "Cifosi", rappresenta un'accentuazione della normale curvatura dorsale del rachide.
Si parla di cifosi patologica o ipercifosi dorsale quando l'angolo della cifosi dorsale è maggiore di 35°.
Si tratta di una delle situazioni più comuni, che può avere cause psicologiche, posturali, educative, e soprattutto legate alla professione.
Sono infatti la sedentarietà e l'assunzione di posizioni scorrette, soprattutto in ufficio, a determinare - nella gran parte dei casi - l'accentuarsi della fisiologica curvatura cifotica dorsale.
Classificazione
La classificazione medica comprende le cifosi posturali, le congenite, le idiopatiche e quelle da osteocondrosi. Molto più semplicemente distinguiamo:
1 - Cifosi mobili, o atteggiamento ipercifotico, quando un volontario sforzo di raddrizzamento o una correzione passiva (ad esempio il decubito dorsale), possono facilmente essere realizzati. Non c'è una deformazione ossea e si tratta, infatti, di un semplice atteggiamento posturale. Il trattamento sarà solo chinesiterapico.
2 - Cifosi parzialmente o totalmente fissate o rigide, o Ipercifosi, che possono giovarsi sia di un trattamento chinisiterapico, sia di un trattamento ortopedico o, nei casi più gravi, chirurgico.
L'Ipercifosi, o il semplice atteggiamento ipercifotico, è spesso compensata da una iperlordosi lombare (cifolordosi) o cervicale.
Analisi generale, valutazione e trattamento dell'ipercifosi
E' possibile, con le dovute attenzioni, correggere gli atteggiamenti di paramorfismo avvalendosi dell'attività con i pesi, a patto che sia mirata e agisca a scopo preventivo e migliorativo. L'obiettivo sarà infatti quello di plasmare i muscoli in modo da ridurre al minimo tutti gli errati atteggiamenti del rachide.
Diventa a questo punto fondamentale citare la legge di Borelli e Weber Fick: "La lunghezza delle fibre è proporzionale all'accorciamento ottenuto dalla loro contrazione e questo è circa uguale alla metà della lunghezza delle fibre".
Generalizzando, ci sono quattro tipi di movimento che un muscolo può compiere:
- Ad ampiezza completa, massimo allungamento massima contrazione
- Allungamento completo, contrazione incompleta
- Allungamento incompleto, contrazione completa
- Allungamento e contrazione incomplete
Col passare del tempo e con la reiterazione dei movimenti, sarà quindi possibile realizzare delle modificazioni morfologiche del muscolo. Essendo questo ultimo essenzialmente formato da una parte contrattile e da una tendinea gli effetti derivanti dai diversi movimenti saranno i seguenti:
nel primo caso aumenterà la parte contrattile e diminuirà quella tendinea con il risultato che il muscolo manterrà a riposo la sua lunghezza ma aumenterà la sua velocità
nel secondo caso la parte tendinea aumenterà più di quanto diminuisce quella contrattile con il risultato di un muscolo a riposo più lungo ma meno veloce
nel terzo e quarto caso il risultato ottenuto sarà lo stesso, il muscolo a riposo sarà più corto.
Nel caso in questione, l'ipercifosi, il persistere di una curva anomala del rachide nella regione del dorso, infatti, provoca dapprima un allungamento della muscolatura dorsale e un accorciamento di quella pettorale; a lungo andare determina un progressivo adattamento e conseguente irrigamento dei legamenti e una deformazione a cuneo dei corpi vertebrali.
E' la legge diDelpech: dove l'azione del carico è maggiore, l'accrescimento della vertebra subisce un rallentamento; dove invece è minore il carico, è più rapido l'accrescimento.
Se il soggetto non reagisce in tempo, il carico preme dunque sulla concavità della curva e la deformazione, a poco a poco, diventa irreversibile.
Rilevante importanza assume quindi una terapia d'azione immediata e mirata al fine di bloccare l'evoluzione, quindi l'aumento della gravità del paramorfismo (rischiando di farlo diventare un dismorfismo), e, anzi, migliorando e se possibile correggendo del tutto l'alterazione.
Quanto prima si interviene, tanto maggiori sono le probabilità di scongiurare il pericolo, e quanto più a lungo si insiste con gli esercizi correttivi, tanto più sicuro sarà l'esito positivo del trattamento.
Valutazione
Il valore in gradi della deformazione a cuneo di ciascun corpo vertebrale si calcola tracciando sulla lastra radiografica due rette parallele ai piatti vertebrali e misurando l'angolo che formano tra di loro. Lo stesso vale qualora si desideri conoscere l'angolo globale di una curva, cioè l'angolo formato dalle tangenti passanti per gli estremi della curva: in tal caso, però, il prolungamento delle due parallele finirebbe fuori dalle lastre radiografiche normalmente in uso; è pertanto consuetudine ricavarlo dall'incrocio delle due perpendicolari alle due rette parallele ai corpi vertebrali e più o meno convergenti a seconda del valore della curva.
Azione e valutazione del trattamento
Una volta valutato il grado di deformità, si passa all'azione.
La patologia ipercifotica prevede, come già accennato in precedenza, una condizione di ipertonicità di particolari muscoli; in particolare dei muscoli Gran Dorsale, Gran Pettorale, Deltoide anteriore, ma anche grande Grande rotondo e Sottoscapolare; tutti muscoli ad azione prevalentemente intrarotatoria dell'omero e in parte stabilizzatori dell'articolazione scapolo-omerale.
Per intervenire su questo tipo di patologia è necessario, quindi, intervenire sia sui muscoli in grado di realizzare una intrarotazione omerale sopra citati, ma anche su quelli extrarotatori dell'omero e adduttori delle scapole.
E' quindi necessario potenziare il Sottospinato, il Piccolo rotondo, il Deltoide posteriore ed il trapezio; tutti quei muscoli, cioè, che realizzano una extrarotazione dell'omero e il cui accorciamento può diminuire l'ipercifosi o l'atteggiamento ipercifotico.
Contrariamente, sarà necessario, invece, allungare e detensionare il Gran pettorale, il Gran dorsale, il Grande rotondo ed il Sottoscapolare; tutti quei muscoli che realizzano una intrarotazione omerale e che possono di conseguenza accentuare la curva ipercifotica.
L'allungamento di questi muscoli potrà essere realizzato tramite esercizi di stretching e, nelle patologie meno gravi, con l'impiego dei sovraccarichi, alla luce però della legge di Borelli e Weber Fick, ed esattamente in maniera di "allungamento completo e contrazione incompleta";
Agendo con questa modalità il muscolo a riposo sarà più lungo.
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