La statura è la distanza tra il vertex ed il piano di appoggio.
Il Vertex è il punto sagittale più elevato del capo rispetto al piano di Francoforte orientato orizzontalmente.
Per ulteriori informazioni su come misurare la statura visita l'articolo dedicato. |
La specie umana è caratterizzata da un'ampia variabilità di statura, con un range che può variare dai 135 ai 200 centimetri (± 20% rispetto allo standard maschile di 165 cm). In base a tale riferimento si parla di:
- statura piccola (da 135 a 159,9 cm);
- statura sotto la media (da 160 a 164,9 cm);
- statura sopra la media (da 165 a 169,9 cm);
- statura grande (da 170 a 199,9 cm)
Per stature inferiori ai 135 centimetri si parla di nanismo; per quelle superiori ai due metri si parla invece di gigantismo. Considerate le enormi differenze staturali che separano le varie etnie (pigmei - vatussi, ma anche sardi - trentini ecc.), è tuttavia necessario adottare degli standard specifici per ogni singola popolazione.
La sistematica raccolta di dati antropometrici negli anni passati e la successiva elaborazione statistica hanno portato alla formulazione di grafici particolari, che consentono di valutare la statura di un individuo rispetto alla media. Tra questi, i più diffusi in campo medico sono le cosiddette curve di crescita; ne esistono per la popolazione maschile, per quella femminile, per le gestanti, per i neonati, per i bambini e via dicendo. Per questi ultimi, ad esempio, sono molto utilizzate le curve di Tanner, che, seppur basate su rilevazioni della popolazione pediatrica britannica, sono perfettamente adatte a valutare la statura dei bambini italiani.
A prima vista, i grafici possono risultare di difficile interpretazione, soprattutto per chi non possiede adeguate nozioni statistiche. In realtà ciascuna curva designa un percentile, cioè la percentuale di popolazione che presenta un valore di statura inferiore o superiore rispetto allo standard. Ad esempio un bambino con statura corrispondente al 75° percentile ha il 75% dei coetanei con statura inferiore e il 25% con statura superiore.
In base a tali dati statistici si considerano nella norma i valori di statura compresi tra il 3° ed il 97° percentile. Dando un'occhiata al grafico vediamo che tali limiti per una donna di 19 anni sono, rispettivamente, 151 e 173 cm, mentre per un maschio di pari età salgono a 162 e 186 cm.
Al di sopra del 97° percentile si parla di altastatura (iperstaturismo), mentre al di sotto del 3° si parla di bassastatura (ipostaturismo). Quindi, in età adulta:
- è considerato basso un maschio di altezza inferiore ai 162 cm
- è considerato alto un maschio di altezza superiore ai 186 cm
- è considerata bassa una femmina di altezza inferiore ai 151 cm
- è considerata alta una femmina di altezza superiore ai 173 cm
Si parla di nanismo quando la statura adulta è inferiore a 130 cm nell'uomo e a 125 cm nella donna.
la statura media è di 175 cm per i maschi e di 162 cm per le femmine
L'accrescimento staturale nell'età dello sviluppo è l'espressione della crescita in senso longitudinale delle ossa lunghe (vedi articolo dedicato).
La diminuzione della statura in età senile è causata dalla disidratazione e dal riassorbimento dei dischi intervertebrali, talvolta accompagnati a microfratture o schiacciamenti dei corpi vertebrali tra i quali sono interposti.
Si può considerare definitiva la statura raggiunta a 18 anni, successivi ed eventuali aumenti sono a carico della colonna vertebrale e sono limitati (1 cm). In genere, nelle femmine la statura definitiva viene raggiunta prima (16-17 anni nelle regioni più industrializzate della terra) che nei maschi (18-19 anni).
La statura è fortemente influenzata dalle caratteristiche genetiche ed in misura minore dalle condizioni ambientali in cui l'individuo si è sviluppato dallo stadio fetale sino a quel momento. Il tipo di alimentazione, le condizioni igieniche, le malattie subite e persino il grado e la tipologia di attività fisica praticata negli anni dello sviluppo, possono quindi influenzare in maniera tangibile la statura raggiunta in età adulta. Tutto ciò è confermato dal cosiddetto secular trend, un fenomeno che, negli ultimi 100-150 anni, ha portato ad un sensibile aumento della statura media nei Paesi industrializzati (in Italia l'altezza delle reclute militari è aumentata di circa 10 cm tra il 1861 ed il 1961). Si tratta ovviamente di un periodo di tempo troppo breve per trovare spiegazione nella variabilità genotipica, ragion per cui gli studiosi lo considerano espressione delle migliorate condizioni ambientali sul potenziale di crescita staturale (maggior nutrimento, integrazione vitaminica e minerale della madre durante la gestazione e del bambino nei primi anni di vita, lavori manuali meno faticosi, scomparsa di malattie debilitanti ecc.). Non a caso, l'aumento di statura non è stato segnalato in diversi paesi sottosviluppati od in via di sviluppo, dove in alcuni casi è stato addirittura notato un secular trend negativo.