Studio mediante ecocardiocolordoppler negli atleti di endurance
A cura del Dott. Luigi Ferritto
« introduzione, materiale e metodi, risultati
Discussione
Dal nostro studio si evince che il diametro diastolico del ventricolo sinistro, lo spessore del setto interventricolare e della parete posteriore del ventricolo sinistro, nell'atleta di endurance, sono
aumentati.
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Questo rimodellamento, nell'atleta di resistenza è spiegabile dalla necessità di mantenere elevata, per un lungo periodo di tempo, la portata cardiaca (che durante lo sforzo supera i 30 l/min) e la pressione arteriosa sistolica (che durante lo sforzo supera i 200 mmHg) e, per far fronte a questa necessità, la risposta fisiologica dell'organismo è l'aumento del volume e della massa cardiaca (6).
La contrattilità del ventricolo sinistro è risultata normale negli atleti, malgrado la maggiore massa ventricolare, ma, così come dimostrato in alcuni studi, la dinamica ventricolare sinistra durante l'esercizio è differente nel gruppo degli atleti rispetto a quello dei sedentari. A riposo, infatti, i due gruppi, presentavano gli stessi princìpi di adattamento all'esercizio, mentre, all'acme dello sforzo, il cuore negli atleti, riusciva, mediante un più rapido rilasciamento ventricolare con conseguente diminuzione del tempo di riempimento, ad aumentare il volume sistolico. Proprio i parametri di una migliore funzionalità diastolica, sono associati, nell'atleta, ad un incremento delle dimensioni e della performance ventricolare: non è raro che durante l'esercizio la velocità del flusso transmitralico superi quella transvalvolare aortica (7).
Il ventricolo nell'atleta esprime un elevato coefficiente di distensibilità nella fase protodiastolica in cui sembra completarsi quasi interamente il riempimento ventricolare stesso (8). Tutti gli studi sulla funzione diastolica nel cuore fisiologicamente ipertrofico hanno dimostrato velocità massime d'incremento delle dimensioni del ventricolo sinistro e di assottigliamento parietale normali o superiori alla norma. Il miglioramento dei parametri di funzionalità diastolica si associa ad un aumento delle dimensioni e delle performance ventricolari. Il rilasciamento isovolumetrico è prolungato nelle forme patologiche d'ipertrofia, mentre è sempre nell'ambito della normalità nell'ipertrofia fisiologica (9,10).
La prevalenza dei rigurgiti a carico della valvola mitrale, tricuspidale e polmonare è maggiore nel gruppo degli atleti rispetto al gruppo dei sedentari: ciò sembra associato all'aumento delle cavità cardiache, maggiore negli atleti di endurance rispetto a quelli praticanti sport di potenza, e a un conseguente allargamento dell'anulus valvolare, sempre in modo limitato, però, rispetto a ciò che avviene nella cardiomiopatia dilatativa. Utilizzando il mappaggio Color-Doppler, Douglas PS et al. (1989) hanno osservato che in 45 atleti, estremamente allenati, il 69% presentava un'insufficienza mitralica, il 76% un'insufficienza tricuspidale e il 73% un'insufficienza alla valvola polmonare. In soggetti, meno allenati, il reperto di un'insufficienza valvolare era meno frequente, anche se il 27% presentava un'insufficienza mitralica e il 15% un'insufficienza tricuspidalica (11).
In definitiva, il riscontro di rigurgiti di minima entità al Doppler in atleti, ma anche in soggetti normali (12), in assenza di alterazioni morfologiche valvolari e di elementi clinici, sono molto comuni e non deve essere fonte di allarme, perché sono dovuti ad un incremento volumetrico, "fisiologico", delle cavità cardiache secondario all'allenamento(13).
Conclusioni
Il cuore, essendo un muscolo, subisce delle variazioni come risposta funzionale alle sollecitazioni dell'allenamento. Grazie ai meccanismi dell'anabolismo proteico, in seguito ad un allenamento costante si ha una prevalenza dell'anabolismo sul catabolismo, con un conseguente aumento delle strutture fondamentali del cuore, le miofibrille, quindi, indipendentemente dall'età e dal sesso, l'allenamento induce un ingrandimento delle dimensioni cardiache ed un aumento della massa cardiaca.
Il nostro studio ha messo in evidenza che la differenza, tra il gruppo degli atleti e quello dei sedentari, raggiunge anche il 25%, per quanto riguarda la massa cardiaca, con un conseguente miglioramento delle performance aerobiche.
Dipartimento di Medicina Generale
Ambulatorio di Fisiopatologia dello Sport
Clinica "Athena" Villa dei Pini
Piedimonte Matese (CE)
e-mail: luigiferritto@email.it sportandsearch@email.it
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Un ringraziamento speciale per la costante collaborazione al Dott. Francesco Vitale, responsabile dell'ambulatorio di Cardiologia dello Sport della Clinica "Athena" Villa dei Pini. |
Bibliografia:
- Ferritto L, De Risi L. : "Il Cuore d'Atleta, oltre i limiti della natura..."; tratto da www.ambrosiafitness.it sezione medicina sportiva-articoli scientifici, cardiologia (2008).
- Bevegard B., Shephard J.; "Regulation of the circulation during exercise in man "(1967).
- Venerando A.: "Aggiustamenti cardiocircolatori nell'esercizio fisico" in "Cardiologia dello sport" Venerado A., Zeppilli P.
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- Pelliccia A, Maron BJ, Spataro A, Proschan MA, Spirito P.:" The upper limit of physiologic cardiac hypertrophy in highly trained elite athletes". New Engl J Med 1991, 324: 295-301
- Pelliccia A, Di Paolo F, Maron BJ: "Physiologic Left Ventricular Cavity Dilatation in Elite Athletes" Ann.Intern Med 1999.
- S. Iliceto, J.R.T.C. Roelandt, G.R. Sutherland, D.T. Linker in "Cardiac Ultrasound"cap. 89 Ecocardiografia nello studio del "cuore d'atleta" L.M. Shapiro.
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- K. Wrzosek,M., W. Brasator, M. Dluzniewski : "Echocardiographic evalutation of valve function in athlete's hearts- 24- months of follow-up", (2002). Immagini tratte da "Atlas of echocardiography"e da Ambulatorio Cardiologia dello Sport Clinica "Athena".