Ultima modifica 12.02.2020

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Diagnosi

La diagnosi della sifilide avviene tramite l'osservazione diretta dei sintomi (fase primaria) e può essere confermata attraverso l'esame microscopico di un campione di tessuto prelevato dalla ferita o tramite indagini sierologiche. In quest'ultimo caso, dopo il prelievo, si analizza in laboratorio il campione di sangue ricercando o innestando anticorpi contro la sifilide (test immunoenzimatici, test di emoagluttinazione, test di microflocculazione).

Una diagnosi precoce della malattia è importante, per questo motivo alla comparsa dei sintomi sopra descritti (sifiloma primario) è bene rivolgersi immediatamente al proprio medico di fiducia. Una guarigione spontanea è infatti possibile ma come abbiamo visto potrebbe essere soltanto apparente (fase di latenza); per questo motivo, se non lo si è già fatto, è bene contattare immediatamente un medico anche se vi è regressione spontanea dei sintomi.


Vedi anche: test sierologici VDRL e TPHA per la diagnosi di sifilide

Prevenzione

In assenza di un vaccino efficace per evitare il diffondersi della malattia è fondamentale attuare adeguate misure preventive. Di fatto, la possibilità di contrarre la sifilide diminuisce significativamente se si eliminano comportamenti sessuali rischiosi. E' quindi bene:

  • utilizzare il profilattico durante i rapporti sessuali
  • Evitare contatti di natura sessuale con persone a rischio
    Astenersi da rapporti sessuali in caso di contagio, anche se sospetto e non ancora confermato
  • Effettuare regolarmente delle analisi del sangue dopo rapporto sessuale non protetto con persona "sospetta" (la sifilide può essere diagnosticata precocemente anche in assenza di sintomi)
  • Informare il partner della propria malattia, in questo modo anch'esso potrà ricevere le cure necessarie
  • Avvisare tute le persone con cui si hanno avuti rapporti sessuali: nei tre mesi precedenti in caso di sifilide primaria; nei sei mesi precedenti in caso di sifilide secondaria; nell'anno precedente in caso di sifilide latente.
  • Sottoporsi a screening durante il primo trimestre di gravidanza

Si raccomanda di eseguire esami diagnostici nel caso si abbiano rapporti sessuali frequenti con persone diverse, soprattutto in aree ad alto rischio di contagio (sud America, sud Africa, sud-est Asiatico).

Cure

La sifilide poté essere curata con successo a partire dal 1943 quando Fleming, Abraham e Chain scoprirono ed isolarono la peniccilina. Oggi la terapia prevede la somministrazione di Penicillina G-benzatina, o di altri farmaci in caso di allergia a questo antibiotico. La terapia è tanto più efficace quanto più precocemente viene iniziata. Il dosaggio e la durata del trattamento dipendono dallo stadio della malattia: tanto più la sifilide si trova in uno stadio avanzato e tanto più lunga sarà la terapia.




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Gravidanza e sifilide congenita

Si parla di sifilide congenita quando vi è una trasmissione della malattia dalla madre al feto. Tale contagio avviene generalmente per via transplacentare, ma potenzialmente può avvenire anche durante la nascita o durante l'allattamento (nel caso i capezzoli presentino sifiloma o sifiloderma).

Sebbene l'infezione transplacentare possa avvenire in qualunque stadio della gravidanza, in genere il passaggio del batterio dalla madre al figlio avviene dopo la sedicesima settimana di gestazione, quando la placenta è formata e maggiormente suscettibile all'infezione.

Le probabilità che il feto contragga la sifilide sono tanto maggiori quanto più recente è lo stadio della malattia nella madre. La trasmissione verticale della sifilide avviene infatti:

  • nel 70-100% dei casi se la madre è affetta da sifilide primaria e secondaria
  • nel 40% dei casi se la madre è affetta da sifilide nella fase di latenza precoce
  • nel 6-14% dei casi se la madre è affetta da sifilide tardiva

Il contagio è molto pericoloso per il feto dato che:

  • nel 25% dei casi il feto muore (aborto)
  • nel 25-30% dei casi si ha morte dopo la nascita
  • nel 50% il feto sopravvive ma il neonato sviluppa infezione piuttosto gravi che peggiorano nel tempo

La sifilide congenita si divide in precoce e tardiva, a seconda che le manifestazioni cliniche insorgano prima o dopo i due anni. In alcuni casi la malattia può rimanere silente per tutta la vita

Lo screening durante i primi tre mesi di gravidanza è molto importante dato che un adeguato trattamento farmacologico entro la fine del 4° mese evita l'infezione del feto.



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