Vomito: cos’è, cause, quando preoccuparsi e cosa fare subito
Cos’è
Che cos'è il vomito?
Il vomito (o emesi) consiste nell'espulsione del contenuto gastrico attraverso la bocca.
Non si tratta di un atto volontario, bensì di un riflesso con significato fisiologico ben preciso; il vomito, infatti, è una difesa finalizzata alla rimozione di sostanze - riconosciute come tossiche - dallo stomaco, prima che queste possano essere assorbite e arrecare danno all'organismo. In particolare, il vomito è provocato da una sequenza coordinata di contrazioni dei muscoli addominali e peristalsi esofagea invertita.
Nonostante ciò, il vomito è spesso un evento indesiderato, sia per la fastidiosa sensazione di nausea che lo precede, ma anche e soprattutto per le sue conseguenze più gravi: disidratazione, alcalosi metabolica, anoressia (intesa come mancanza di appetito), emorragie esofagee ecc.
Come anticipato, il vomito è generalmente preceduto da nausea (bisogno impellente di vomitare) e dai cosiddetti conati (movimenti respiratori spasmodici). La maggior parte degli stimoli emetici hanno origine dal tratto gastrointestinale e dal sistema nervoso centrale. Molti episodi hanno una causa evidente, un esame obiettivo benigno e richiedono un trattamento esclusivamente sintomatico.
Vomito: sinonimo
Sinonimo di vomito è emesi.
Perché si vomita?
Dal punto di vista fisiologico, il vomito è caratterizzato da una complessa sequenza di eventi (riflesso del vomito) coordinata da un centro nel midollo allungato.
Meccanismo del vomito: come funziona
Il centro del vomito, oltre a ricevere numerose afferenze, è anche in grado di inviare molteplici segnali per consentire l'espulsione del contenuto gastrico. Nel loro insieme, tali impulsi chiudono la glottide e sollevano palato molle (per impedire l'ingresso del vomito nelle vie respiratorie che, quando avviene, può causare polmonite ab ingestis) e piloro (che unisce lo stomaco all'intestino); diminuiscono il tono del cardias (la valvola che unisce esofago e stomaco); fissano il diaframma in posizione inspiratoria (con aumento della pressione intraddominale); infine, con la collaborazione dei muscoli intercostali, diaframmatici ed addominali, innescano movimenti di peristalsi inversa che fanno refluire il contenuto dello stomaco fino alla bocca (vomito).
Come si manifesta
Solitamente, il vomito è preceduto da nausea, conati (tentativo infruttuoso di vomitare, a glottide chiusa, che precede l'atto vero e proprio) ed ipersalivazione. Subito prima di vomitare, poi, la pelle diventa pallida ed aumentano il ritmo cardiaco e la sudorazione. Alla fine, una serie di profonde inspirazioni sono seguite dalla chiusura della glottide ed i muscoli addominali iniziano energicamente a contrarsi.
La combinazione di questi movimenti aumenta la pressione addominale e comprime efficacemente lo stomaco. Lo sfintere esofageo inferiore si rilassa, permettendo al contenuto gastrico di entrare nell'esofago e, quando le contrazioni diventano abbastanza forti, avviene l'espulsione di questo materiale dalla bocca.
Caratteristiche e sintomi associati al vomito
Il vomito può essere:
- In base al contenuto: alimentare (caratteri differenti secondo fase digestiva), biliare (emissione di bile dal colore da giallo a verde scuro, in base al tempo di ristagno), acquoso (acido, con succhi gastrici e poca mucina), mucoso (non acido e ricco di mucina), ematico (rosso vivo in caso di ematemesi o caffeano, se è presente sangue digerito) e fecaloide (colore marrone scuro ed un tipico odore di feci, dovuto a stasi prolungata nell'intestino).
- In base al sapore: acido (da ipersecrezione gastrica), amaro (biliare) e ripugnante (fecaloide, ematico).
- In base alla quantità: modesto (vomito centrale o psicogeno) o abbondante (da ipersecrezione, da occlusione).
Importanti sintomi associati comprendono:
I reperti che destano particolare preoccupazione comprendono:
- Segni di ipovolemia (es. tachicardia e/o ipotensione) e peritoneali;
- Cefalea, rigidità nucale o alterazione dello stato mentale (possibile espressione di patologie endocraniche);
- Addome disteso e timpanico.
A volte, il vomito forzato (di qualsiasi causa) provoca petecchie sulla parte superiore del tronco e del viso, simili a quelle che si riscontrano nella meningite.
Vomito: NON è rigurgito
Il vomito va distinto dal rigurgito, cioè l'emissione del contenuto gastrico non digerito, in assenza di nausea o contrazioni della muscolatura addominale. Questo si verifica in pazienti con acalasia o diverticoli di Zenker.
Cause del Vomito
Il vomito può essere causato da una varietà di stimoli, tra cui una malattia sistemica (come l'influenza), stati emozionali, dolore intenso, forte distensione dello stomaco o dell'intestino tenue, movimento rotatorio della testa (come avviene nella cinetosi) o ingestione di certe sostanze (come solfato di rame, ferro o etanolo).
Le sostanze che stimolano il vomito vengono definite emetiche. Rispetto a queste, il vomito agisce come un meccanismo protettivo, che rimuove queste sostanze dal tratto gastrointestinale, prima che notevoli quantità di queste possano passare in circolo.
Tipi di vomito
- Vomito "centrale": è un'emissione del contenuto gastrointestinale "facile" ed improvvisa, non preceduta da nausea; può avere cause diverse: traumi cranici, emicrania, affezioni dell'orecchio (sindrome di Ménière e labirintite), disfunzioni metaboliche, ipertensione endocranica (secondaria a tumore o emorragie), meningite ed encefalite.
- Vomito gravidico: si associa a nausea e si manifesta nel primo trimestre di gravidanza, soprattutto al mattino o dopo l'assunzione di cibo.
- Vomito ostruttivo: è alimentare o biliare o fecaloide; è conseguenza di un ostacolo parziale o completo che impedisce la progressione del contenuto gastroenterico (es. neoplasie, ulcera peptica, stenosi pilorica ed occlusione intestinale).
- Vomito psicogeno: solitamente è mattutino ed acquoso; può derivare da affaticamento, condizioni di stress, forti emozioni, eccitazione, paura, depressione ed altri disturbi psicologici.
- Vomito riflesso: è espressione di diverse condizioni, quali stimoli olfattivi, sgradevoli ed intensi, forti dolori (es. colica intestinale o renale) e cefalea vasomotoria. Inoltre, è associato a chinetosi (malessere provocato da auto, aereo, barca, montagne russe e simili), affezioni respiratorie dominate dalla tosse, infarto miocardico, gastroenterite, epatiti, appendicite, colecistite e pancreatite.
- Vomito tossico: può derivare da una causa esogena (effetto collaterale o tossico di farmaci, ingestione di alcol o tossine) o endogena (tossicosi gravidica, chetosi ed uremia).
Altre possibili cause del vomito comprendono insufficienza epatica o renale, chetoacidosi diabetica, esposizione a radiazioni e neoplasie in fasi avanzate (indipendentemente da chemioterapia o radioterapia).
Quali disturbi e malattie si possono associare al vomito?
Le condizioni morbose in cui si osserva l'insorgere di questo riflesso difensivo sono varie e molteplici, ma tutte riconducibili ad una stimolazione del centro bulbare del vomito. A questo livello giungono molteplici afferenze, provenienti da vari distretti dell'organismo; ciò spiega come mai le cause del vomito siano così diverse e numerose.
Le principali hanno un'origine indiretta, come per esempio:
- Malattie acute o croniche dell'apparato digerente(gastrite, ulcera peptica, enteriti)
- Stenosio ostruzioni gastriche o intestinali (in questo caso la comparsa del vomito dopo il pasto è tanto più precoce quanto più alta è la sede dell'occlusione)
- Irritazione del peritoneo (appendicite, peritonite, necrosi pancreaticaacuta)
- Occlusioni delle vie escretrici o biliari
- Stimolazione del nervo vestibolare e cinetosi(come avviene nei viaggi automobilistici, aerei o nautici)
- Dolore violento
- Ingestione di alimenti avariati o di grosse quantità di liquidi o cibo
- Digiuno prolungato
- Stati infettivi/febbrili nell'età pediatrica
- Alcuni farmaci
- Forti stimoli sensoriali (un odore particolarmente pungente, un saporealquanto disgustoso ecc.)
- Radio e chemioterapia, gravidanza(specie nei primi mesi)
- Alterazioni metaboliche e/o disendocrine (diabete, uremia, iperparatiroidismo, chetoacidosi, Morbo di Addison)
- Fattori emozionali.
Il centro bulbare del vomito può essere stimolato anche in maniera diretta, come avviene - per esempio - in tutte quelle situazioni che aumentano la pressione endocranica (tumori ed emorragie cerebrali, traumi alla testa ecc.), nelle psicosi, nell'esposizione ad un'eccessiva calura o in seguito all'assunzione di farmaci che agiscono direttamente su di esso, come l'apomorfina e la digitale.
Quando preoccuparsi
Vomito: quando preoccuparsi e consultare subito un medico?
Episodi di emesi sporadici, sintomi di un malessere lieve e passeggero, non dovrebbero preoccupare eccessivamente il paziente; discorso diverso sono tutti quei casi in cui il vomito insorge sistematicamente, compare in concomitanza di una patologia ben nota o di sintomi severi di altra natura (febbre alta, forti dolori addominali, colorazione gialla della cute), assume un colorito particolarmente espressivo (vomito ematico o biliare, quindi rosso-nero giallo-verdastro) o un odore nauseabondo (vomito fecaloide), oppure quando più episodi si ripetono a breve distanza di tempo. In quest'ultimo caso, specie se associato a diarrea, il vomito diventa pericoloso - soprattutto per i bambini - perché causa disidratazione severa. L'impossibilità di intraprendere la terapia reidratante per via orale, richiede, in certi casi, un'infusione di fisiologica per via endovenosa. La causa della contemporanea presenza di vomito e diarrea è spesso rappresentata da una gastroenterite acuta (influenza intestinale).
Possibili complicanze associate al vomito
Il vomito può entrare nelle vie aeree e dare fenomeni "ab ingestis". Se di grave entità, può portare a disidratazione sintomatica ed alterazioni elettrolitiche (tipicamente un'alcalosi metabolica con ipokaliemia) o, raramente, di una lacerazione dell'esofago, sia parziale (Mallory-Weiss) che completa (sindrome di Boerhaave). Il vomito cronico può causare iponutrizione, dimagrimento ed alterazioni metaboliche.
Cura e terapia del vomito
Come trattare il vomito?
Oltre a trattare l'eventuale disidratazione, il vomito va curato, in prima istanza, individuando e trattando in maniera opportuna la malattia o la condizione che l'ha provocato. Se ha origini iatrogene (è causato da farmaci), ad esempio, è generalmente sufficiente sospendere il trattamento o adottarne uno alternativo; in altri casi, quando il vomito è la conseguenza di nevrosi, viene consigliata una psicoterapia per eliminare l'eccesso di ansia, irascibilità ed emotività (anche i farmaci ansiolitici - sedativi possono essere utili). Particolare attenzione in gravidanza, durante la quale moltissimi farmaci (compresa buona parte degli antiemetici) sono controindicati per i possibili danni che potrebbero arrecare al feto; i rimedi per contrastare la nausea che spesso accompagna questo magico periodo sono elencati in questo articolo.
In presenza di vomito, la fitoterapia si affida alle virtù antiemetiche dello zenzero (efficace soprattutto in gravidanza).
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