Ultima modifica 15.11.2019

Vedi anche: Vomito e farmaci antiemetici

Generalità

Il vomito, o emesi, consiste nell'espulsione forzata del contenuto gastrico attraverso la bocca. Non si tratta di un atto volontario, bensì di un evento riflesso con significato fisiologico ben preciso; il vomito, infatti, è una difesa finalizzata alla rimozione di sostanze - riconosciute come tossiche - dallo stomaco, prima che queste possano essere assorbite e arrecare danno all'organismo. vomitoNonostante ciò, il vomito è spesso un evento indesiderato, sia per la fastidiosa sensazione di nausea che lo precede, ma anche e soprattutto per le sue conseguenze più gravi: disidratazione, alcalosi metabolica, anoressia (intesa come mancanza di appetito), emorragie esofagee, erniazione gastrica, strappi muscolari, problemi dentali e rotture dei vasi cutanei.

Come anticipato, il vomito è generalmente preceduto da nausea (bisogno impellente di vomitare) e dai cosiddetti conati (movimenti respiratori spasmodici).

Cause del Vomito

Vedi anche: Vomito - Cause e Sintomi


Le condizioni morbose in cui si osserva l'insorgere di questo riflesso difensivo sono varie e numerose, ma tutte riconducibili ad una stimolazione del centro bulbare del vomito. A questo livello giungono molteplici afferenze, provenienti da vari distretti dell'organismo; ciò spiega come mai le cause del vomito siano così diverse e numerose. Le principali hanno un'origine indiretta, come le malattie acute o croniche dell'apparato digerente (gastrite, ulcera peptica, enteriti), stenosi ed ostruzioni gastriche o intestinali (in questo caso la comparsa del vomito dopo il pasto è tanto più precoce quanto più alta è la sede dell'occlusione), irritazione del peritoneo (appendicite, peritonite, necrosi pancreatica acuta), occlusioni delle vie escretrici o biliari, stimolazione del nervo vestibolare e cinetosi (come avviene nei viaggi automobilistici, aerei o nautici), dolore violento, ingestione di alimenti avariati o di grosse quantità di liquidi o cibo, digiuno prolungato, stati infettivi/febbrili nell'età pediatrica, alcuni farmaci, forti stimoli sensoriali (un odore particolarmente pungente, un sapore alquanto disgustoso ecc.), radio e chemioterapia, gravidanza (specie nei primi mesi), alterazioni metaboliche e/o disendocrine (diabete, uremia, iperparatiroidismo, chetoacidosi, Morbo di Addison) e fattori emozionali. Il centro bulbare del vomito può essere stimolato anche in maniera diretta, come avviene - per esempio - in tutte quelle situazioni che aumentano la pressione endocranica (tumori ed emorragie cerebrali, traumi alla testa ecc.), nelle psicosi, nell'esposizione ad un'eccessiva calura o in seguito all'assunzione di farmaci che agiscono direttamente su di esso, come l'apomorfina e la digitale.

Meccanismo del vomito

Il centro del vomito, oltre a ricevere numerose afferenze, è anche in grado di inviare molteplici segnali per consentire l'espulsione del contenuto gastrico. Nel loro insieme, tali impulsi chiudono la glottide e sollevano il palato molle (per impedire l'ingresso del vomito nelle vie respiratorie che, quando avviene, può causare polmonite ab ingestis) ed il piloro (che unisce lo stomaco all'intestino); diminuiscono il tono del cardias (la valvola che unisce esofago e stomaco); fissano il diaframma in posizione inspiratoria (con aumento della pressione intraddominale); infine, con la collaborazione dei muscoli intercostali, diaframmatici ed addominali, innescano movimenti di peristalsi inversa che fanno refluire il contenuto dello stomaco fino alla bocca (vomito).

Quando preoccuparsi e consultare immediatamente un medico?

Spesso la comparsa del vomito ci fa pentire di un'abbuffata con gli amici, di aver ingurgitato alimenti di difficile digestione, o di essere usciti con abiti troppo leggeri. Episodi sporadici, sintomi di un malessere lieve e passeggero, non dovrebbero preoccupare eccessivamente il paziente; discorso diverso in tutti quei casi in cui il vomito insorge sistematicamente, compare in concomitanza di una patologia ben nota o di sintomi severi di altra natura (febbre alta, forti dolori addominali, colorazione gialla della cute), assume un colorito particolarmente espressivo (vomito ematico o biliare, quindi rosso-nero giallo-verdastro) o un odore nauseabondo (vomito fecaloide), oppure quando più episodi si ripetono a breve distanza di tempo. In quest'ultimo caso, specie se associato a diarrea, il vomito diventa pericoloso - soprattutto per i bambini - perché causa disidratazione severa. L'impossibilità di intraprendere la terapia reidratante per via orale, richiede, in certi casi, un'infusione di fisiologica per via endovenosa. La causa della contemporanea presenza di vomito e diarrea è spesso rappresentata da una gastroenterite acuta (influenza intestinale).

Cura e terapia del vomito

Vedi anche: Vomito - Farmaci per la cura del Vomito


Oltre a trattare l'eventuale disidratazione, il vomito va curato, in prima istanza, individuando e trattando in maniera opportuna la malattia o la condizione che l'ha provocato. Se ha origini iatrogene (è causato da farmaci), ad esempio, è generalmente sufficiente sospendere il trattamento o adottarne uno alternativo; in altri casi, quando il vomito è la conseguenza di nevrosi, viene consigliata una psicoterapia per eliminare l'eccesso di ansia, irascibilità ed emotività (anche i farmaci ansiolitici - sedativi possono essere utili). Particolare attenzione in gravidanza, durante la quale moltissimi farmaci (compresa buona parte degli antiemetici) sono controindicati per i possibili danni che potrebbero arrecare al feto; i rimedi per contrastare la nausea che spesso accompagna questo magico periodo sono elencati in questo articolo.

In presenza di vomito, la fitoterapia si affida alle virtù antiemetiche dello zenzero (efficace soprattutto in gravidanza), da assumersi in dosi di 1-3 grammi al giorno.


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