Ultima modifica 25.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cosa sono i vermi intestinali?
  3. Contagio
  4. Sintomi e complicanze
  5. Diagnosi
  6. Cura
  7. Prevenzione

Generalità

I vermi intestinali sono parassiti pluricellulari che, insediandosi in genere nell'intestino dell'organismo ospite, causano infestazioni prevalentemente di tipo gastro-intestinale.
Detti più correttamente elminti, i vermi intestinali si dividono in Cestodi, Trematodi e Nematodi.
Le infestazioni da vermi intestinali possono avere origine in diversi modi; tra le circostanze causali più note e diffuse, rientrano: il consumo di carni crude o poco cotte, il consumo di cibo o acqua contaminati dalle uova dei vermi intestinali, e il contatto con oggetti, rifiuti o feci contaminati.
I sintomi delle infestazioni da vermi intestinali variano a seconda del tipo di elminta infestante, dello stadio di sviluppo, della localizzazione precisa e della cosiddetta carica parassitaria. In genere, riguardano prevalentemente l'intestino, con diarrea mucosa e/o sanguinolenta, e malessere addominale.
La diagnosi richiede un esame colturale delle feci.
Oggi, la terapia prevista in caso di vermi intestinali è di tipo farmacologico e, in genere, è molto efficace.

vermi intestinali

Breve ripasso di cosa sono i parassiti

I parassiti sono organismi che vivono a discapito di altri (i cosiddetti “organismi ospiti”), traendo da quest'ultimi le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per sopravvivere, crescere e riprodursi.
In natura, esistono tanti parassiti diversi, alcuni dei quali sono particolarmente interessanti dal punto di vista medico, in quanto, oltre a sottrarre gli alimenti agli “organismi ospiti”, sono anche responsabili di affezioni più o meno gravi (parassitosi).
Secondo la più nota classificazione adottata dagli esperti in materia, esisterebbero 3 classi principali di parassiti capaci di causare malattie nell'essere umano; queste classi sono: la classe dei protozoi, la classe degli elminti (vermi intestinali) e la classe degli ectoparassiti.

Cosa sono i vermi intestinali?

I vermi intestinali sono parassiti pluricellulari di dimensioni estremamente variabili che, infestando l'intestino dell'essere umano e di altri animali, possono trarre il nutrimento necessario a produrre infezioni prevalentemente di tipo gastro-intestinale.
I vermi intestinali sono elminti; per la precisione, possono essere elminti Cestodi, elminti Trematodi o elminti Nematodi.

I cestodi e i trematodi sono vermi dalla caratteristica forma appiattita e, proprio per questo motivo, prendono il nome di Platelminti o vermi piatti; i Nematodi, invece, sono vermi cilindrici, allungati e con le estremità assottigliate, conosciuti anche come vermi cilindrici.

Qual è il nome generico delle infezioni da vermi intestinali?

Il nome generico delle infezioni da vermi intestinali è elmintiasi, da elminti.
Quindi, in base al genere di verme intestinale che causa una certa elmintiasi, quest'ultima assume un nome specifico, che, in genere, ricorda il nome del parassita scatenante (es: il verme Nematode Ascaris causa un'elmintiasi chiamata Ascariasi).


Curiosità

A fianco delle elmintiasi autoctone, esistono le cosiddette elmintiasi di importazione, ossia le parassitosi elmintiche legate a fenomeni migratori o a viaggi in Paesi in cui un certo elminta è endemico.

Epidemiologia e miti da sfatare

Nell'immaginario comune, i vermi intestinali sono prerogativa dei Paesi poveri, frutto delle scarse condizioni igienico-sanitarie e delle condizioni economiche disagiate che caratterizzano le suddette regioni.
Ciò è vero, ma solo in parte. Infatti, la realtà è che alcuni di questi parassiti vermiformi sono abbastanza diffusi anche in Paesi come l'Italia: si pensi, per esempio, agli ossiuri o vermi dei bambini, che, secondo alcune stime, interessano circa la metà della popolazione in età pediatrica.

Quali sono i più importanti vermi intestinali?

I più importanti vermi intestinali di interesse umano sono:

  • Ascaris lumbricoides (Nematode) → Ascaridiasi (nome specifico dell'elmintiasi);
  • Trichuris trichiura (Nematode) → Triocefalosi;
  • Ancylostoma duodenale e Necator americanus (Nematodi) → Anchilostomiasi;
  • Enterobius vermicularis (Nematode) → Enterobiasi od ossiuriasi;
  • Strongyloides stercoralis (Nematode) → Strongiloidiasi;
  • Capillaria hepatica e C. philippinensis (Nematodi) → Capillariosi;
  • Trichostrongylus (Nematode) → Trichostrongyliasi;
  • Schistosoma mansoni, S. japonicum, S. intercalatum, S. mekongi e S. haematobium (Trematodi) → Schistosomiasi;
  • Clonorchis sinesis (Cestode) → Clonorchiasi;
  • Echinococcus granulosus ed E. multilocularis (Cestodi) → Echinococcosi;
  • Opistorchis (Cestode) → Opistiorchiasi;
  • Paragonimus westermani (Trematode) → Paragonimiasi;
  • Fasciola hepatica (Trematode) → Fasciolosi;
  • Metagonimus (Trematode) → Metagonimiasi;
  • Heterophyes (Trematode) → Eterofidiasi;
  • Taenia saginata o dei bovini e Taenia solium o dei maiali (Cestode) → Teniasi o verme solitario
  • Hymenolepis nana e Hymenolepis diminuta (Cestodi) → Imenolepiasi
  • Diphyllobothrium latum (Cestode) → Difillobotriasi o botriocefalosi
Verme intestinale Ascaris Verme intestinale Tenia
Ascaris lumbricoides - 20/30 cm per 4/5 mm Taenia spp. 3-10 metri di lunghezza
Verme intestinale Enterobius vermicularis Vermi intestinali Ancylostoma duodenale
Enterobius vermicularis, 2/13 mm x 0,2/0,5 mm Ancylostoma duodenale 8-11 mm di lunghezza

Contagio

Le modalità di trasmissione/diffusione dei vermi intestinali sono diverse; tra queste modalità, meritano sicuramente una citazione:

  • Il consumo di cibo o acqua contaminati dalle uova dei vermi intestinali. La contaminazione può dipendere da vari fattori. Per esempio, la presenza di uova negli ortaggi può essere dovuta alla coltivazione di tali alimenti in terreni contaminati e al loro mancato lavaggio;
  • Il consumo di carni crude o poco cotte, parassitate dalle forme larvali dei vermi intestinali (le cosiddette “cisticerchi”). Un verme intestinale che l'essere umano può contrarre in questo modo è Taenia (si legge “tenia”), responsabile della condizione nota come verme solitario;
  • Il contatto con rifiuti, oggetti, materiale fecale, terreno o individui contaminati, associato ad abitudini igienico-sanitarie inadeguate. Molto spesso, in queste circostanze, il mezzo di trasporto che veicola le uova all'interno dell'organismo di un individuo è rappresentato dalle mani, che toccano l'oggetto contaminato prima di essere portate inavvertitamente alla bocca (per esempio per mangiare), senza averle prime adeguatamente lavate.
    Il mancato lavaggio delle mani è un comportamento che può rispecchiare una trascuratezza (nei bambini, per esempio, è molto diffusa) oppure una mancanza di strutture apposite dove poter provvedere adeguatamente all'igiene personale (è quanto avviene nei Paesi più poveri).
  • Il semplice contatto cutaneo con terreno od oggetti contaminati dalle larve di alcuni particolari vermi intestinali, tra cui quelli che causano Anchilostomiasi (Ancylostoma duodenale e Necator americanus) e Strongiloidiasi (Strongyloides stercoralis). Le larve di Ancylostoma duodenale, Necator americanus e Strongyloides stercoralis si distinguono dalle altre larve, perché penetrano nell'organismo ospite attraverso la porzione di cute (in particolare di mani e piedi) che è entrata in contatto con loro.

Curiosità

Le feci delle persone con vermi intestinali rappresentano un possibile veicolo di trasmissione, poiché contengono le uova di tali vermi.
Tuttavia, è bene precisare che la suddetta circostanza NON è un esempio di contagio interumano diretto. Il motivo è semplice: le uova contenute nelle feci di una persona con vermi intestinali hanno bisogno di 2-3 settimane da dopo la defecazione e di condizioni ottimali di temperatura e umidità, per passare da non embrionate e non infestanti a embrionate e infestanti.

Fattori di rischio

A favorire le infestazioni da vermi intestinali sono diversi fattori e condizioni, tra cui:

  • Le cattive abitudini igienico-sanitarie;
  • L'impossibilità di garantire strutture igienico-sanitarie adeguate;
  • Il mancato lavaggio degli ortaggi provenienti da terreni contaminati;
  • Il sovraffollamento;
  • La povertà;
  • La presenza di immunodepressione (quindi una ridotta efficienza del sistema immunitario) e di malattie che causano immunodepressione (es: HIV);
  • L'utilizzo di feci umane come concime;
  • La giovane età.
  • I viaggi e il soggiorno in Paesi in cui determinate elmintiasi sono endemiche.

PERCHÉ I VERMI INTESTINALI INFESTANO CON FACILITÀ I BAMBINI?

I bambini sono particolarmente suscettibili alle infestazioni da vermi intestinali, a causa dell'immaturità dei sistemi di difesa immunitaria e a causa di una loro spiccata tendenza a trascurare le buone abitudini igienico-sanitarie.

Con quale meccanismo i vermi intestinali infestano l'intestino dell'essere umano?

Dopo la loro involontaria ingestione da parte dell'essere umano, attraverso le mani e gli alimenti, le uova dei vermi intestinali raggiungono il duodeno, ossia la prima parte dell'intestino tenue.
Nel duodeno, trovano il sostegno nutritivo che serve loro per schiudersi, diventando larve, e per aprirsi un varco nella parete intestinale; attraverso questi varchi, le larve migrano nel circolo ematico e, successivamente, raggiungono i capillari polmonari, dove prendono insediamento temporaneo, quel tanto che garantisce loro un certo grado di accrescimento.
Dopo circa una decina di giorni dal loro insediamento in sede polmonare, le suddette larve cominciano a risalire la trachea, favorite per esempio dai colpi di tosse, fino a raggiungere l'orofaringe; a livello dell'orofaringe, sono in parte eliminate con l'espettorato e in parte ingerite.
La quota di larve ingerite è chiaramente quella di maggior interesse clinico; queste, infatti, ripercorrono l'apparato digerente, attraversato già in veste di uova, e si fermano nuovamente nell'intestino tenue, dove trovano i nutrienti appropriati per completare la maturazione (passaggio da larva a verme).

Sintomi e complicanze

I sintomi delle infestazioni da vermi intestinali dipendono dal tipo di elminta infestante, dallo stadio di sviluppo (larvale o verme adulto), dalla localizzazione precisa (in genere è intestinale, ma esistono delle eccezioni) e dalla cosiddetta carica parassitaria (cioè il numero di parassiti infettanti l'organismo).
Le manifestazioni cliniche più comuni sono di tipo gastrointestinale e consistono in:

Tuttavia, esistono:

Diagnosi

Due passaggi importanti nella diagnosi dei vermi intestinali sono l'esame obiettivo e l'anamnesi; queste indagini diagnostiche preliminari permettono al medico di valutare i sintomi (es: diarrea che perdura da svariati giorni) e di ricercare la presenza dei fattori di rischio associati ai sopraccitati parassiti (es: provenienza recente da un Paese in via di sviluppo, depressione del sistema immunitario, precarie condizioni igieniche ecc.).
Per la conferma diagnostica, tuttavia, è indispensabile l'esame culturale delle feci, sia microscopico che macroscopico, ripetuto su almeno un paio di campioni fecali raccolti a distanza di qualche giorno l'uno dall'altro.

Esame colturale delle feci

In genere, dall'esame colturale delle feci su un individuo con vermi intestinali emerge la presenza di uova. Talvolta, però, nelle feci è possibile osservare anche vermi interi o parte di essi.
Per esempio, può capitare di reperire vermi adulti nelle feci di persone infestate da Enterobius vermicularis o Ascaris lumbricoides, oppure le cosiddette proglottidi (piccoli segmenti giallognoli di verme) nelle feci di individui infestati da Taenia.

Un altro utile test diagnostico: lo scotch test o tape test

In presenza di certe elmintiasi (es: ossiuriasi), un altro utile esame diagnostico per l'individuazione delle uova è il cosiddetto scotch test o tape test (in inglese).
Eseguito in parte a domicilio e in parte nel laboratorio analisi di un centro ospedaliero, lo scotch test prevede nell'ordine:

  • L'applicazione, per qualche secondo, di un breve segmento di nastro adesivo (2,5 cm), nell'area anale del paziente. Questo passaggio procedurale deve avere luogo al mattino, subito dopo il risveglio e prima di qualsiasi evacuazione, perché nel corso della notte i vermi adulti femmine hanno l'abitudine a deporre le uova al di fuori del retto, in particolare nella zona dell'ano;
  • Il trasferimento di tale segmento su un vetrino da laboratorio e la successiva deposizione di tale vetrino in un sacchetto di plastica fornito di chiusura sigillante;
  • La consegna del sacchetto di plastica e del suo contenuto a un laboratorio analisi, il cui personale si occuperà di valutare dettagliatamente il nastro adesivo e ricercare eventuali uova.

Di norma, affinché lo scotch test risulti attendibile, la suddetta procedura dev'essere ripetuta per 3 volte, in 3 giorni separati.

Cura

Il trattamento dei vermi intestinali è di tipo farmacologico. I farmaci a disposizione sono diversi; la scelta di uno piuttosto che di un altro dipende dalla specie di verme intestinale infestante.
Tra i principali medicinali impiegati nella cura dei vermi intestinali, meritano una citazione:

  • L'albendazolo
  • Il mebendazolo
  • Il pirantel pamoato
  • La niclosamide
  • Il praziquantel

Mebendazolo

Il mebendazolo trova particolare indicazione nel trattamento delle infestazioni da Nematodi, sia in adulti che in soggetti di giovane età.
Brevemente, il suo meccanismo d'azione consiste nell'impedire l'utilizzo del glucosio – uno zucchero semplice – da parte dei vermi intestinali; senza poter attingere al glucosio, i parassiti in questione mancano di una fonte energetica e nutritizia fondamentale, pertanto vanno lentamente incontro alla morte.
In genere, la prescrizione del mebendazolo prevede due assunzioni orali al giorno, per 3 giorni consecutivi.
Possibili effetti indesiderati: mal di stomaco, eritema cutaneo, diarrea a flatulenza.

Albendazolo

L'albendazolo è indicato al trattamento delle infestazioni da Cestodi e Nematodi; inoltre, è utile contro le larve di Echinococcus granulosus.
Agisce in modo simile al mebendazolo: anche lui impedisce ai vermi l'utilizzo del glucosio, la fonte principale di nutrimento.
La somministrazione dell'albendazolo è per via orale.
Possibili effetti indesiderati: disturbi gastrointestinali, cefalea, leucopenia, trombocitopenia,  rash cutaneo e lieve stato febbrile.

Pirantel pamoato

Nell'essere umano, il pirantel pamoato può trovare impiego in presenza di infestazioni sostenute da: Enterobius vermicularis, Ascaris lumbricoides, Ancylostoma duodenale, Necator americanus e Trichostrongylus.
Il pirantel pamoato inibisce i recettori nicotici della placca neuromuscolare dei sopraccitati parassiti, con conseguente paralisi motoria irreversibile di quest'ultimi. Tutto ciò comporta il distacco dei vermi intestinali bersaglio dalla parete intestinale e la loro espulsione attraverso le feci.
Possibili effetti indesiderati: anoressia, diarrea, vomito, crampi addominali, cefalea, vertigini e sonnolenza.

Niclosamide

Il niclosamide è un medicinale indicato specificatamente nel trattamento delle infestazioni da Taenia saginata e Taenia solium.
Assunta per via orale, la niclosamide agisce interrompendo un meccanismo mitocondriale dei suddetti parassiti, che garantisce loro l'energia necessaria all'accrescimento e allo sviluppo; mancando dell'energia necessaria per accrescersi, Taenia saginata e Taenia solium diventano vulnerabili agli enzimi litici dell'intestino, i quali possono così aggredirle con successo e indurne l'eliminazione tramite le feci.
Possibili effetti indesiderati:in disturbi gastrointestinali (molto raro).

Praziquantel

Il praziquantel trova applicazione soprattutto nella cura delle infestazioni da schistosoma (schistosomiasi)
Assunto per via orale, il praziquantel agisce contro il suddetto verme intestinale in due modi: provocando a suo carico spasmi e paralisi muscolari e alterando la sua canonica morfologia. Tutto ciò garantisce all'intestino umano la possibilità di aggredire il parassita infestante, attraverso i propri enzimi litici, ed eliminarlo, mediante le feci.
Possibili effetti indesiderati: capogiri, sensazione di malessere generale, nausea, fastidi allo stomaco, rash cutaneo e prurito.

Terapia in gravidanza

Sebbene non esistano prove scientifiche certe a sostegno della teoria per cui i farmaci contro i vermi intestinali sarebbero responsabili, se assunti in gravidanza, di difetti fetali, i medici raccomandano comunque alle donne incinte di non utilizzare i medicinali sopra riportati, durante i 9 mesi di gestazione.
Tale raccomandazione non rappresenta un particolare problema, in quanto i vermi intestinali sono di norma innocui nei confronti del feto.

I rimedi di una volta

Prima dell'avvento dei sopraccitati farmaci, la terapia contro i vermi intestinali consisteva in rimedi naturali (antielmintici naturali), tra cui figuravano: l'aglio, i semi di zucca, la propoli, l'assafetida, il seme santo, il melograno e gli oli essenziali.

Prevenzione

Tra i principali accorgimenti preventivi che i medici consigliano caldamente, per ridurre il rischio di un'infestazione da vermi intestinali, rientrano:

  • bere acqua sicura e imbottigliata durante i viaggi in Paesi a rischio (attenzione anche al ghiaccio!)
  • provvedere al lavaggio delle mani dopo ogni contatto con cibo, acqua o feci potenzialmente contaminate,
  • cucinare la carne alla giusta temperatura
  • igienizzare gli ambienti in cui si vive (in particolare i bagni).

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza