Ultima modifica 25.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Infezione nell'uomo e nella donna
  3. Sintomi
  4. Trattamento
  5. Prevenzione

Generalità

Ureaplasma urealyticum è un batterio particolare, appartenente alla famiglia dei micoplasmi; particolare perché le sue dimensioni sono estremamente ridotte ed è privo di parete cellulare; di conseguenza, la terapia e la stessa diagnosi sono state - specie in passato - particolarmente difficoltose.

Ureoplasma urealyticum, un po' come tutti i micoplasmi, predilige e colonizza le mucose corporee; nel caso specifico, l'ureaplasma si ritrova soprattutto su quelle genitali. In questa sede, infatti, può crescere e metabolizzare l'urea con formazione di ammoniaca, da cui il nome.

Ureaplasma urealyticum

Infezione nell'uomo e nella donna

Nell'uomo, la sua crescita incontrollata determina fastidiose infiammazioni dell'uretra (quel condotto che convoglia l'urina dalla vescica verso l'esterno). In termini medici si parla di uretrite, a cui si aggiunge l'attributo "non gonococcica" per indicare che nella sua insorgenza non sono implicati batteri gonococchi, primo tra tutti la Neisseria gonorrhoeae (l'agente patogeno più comunemente chiamato in causa nel'eziologia delle uretriti maschili).

Nella donna è di comune riscontro - seppur in piccolissime concentrazioni - nella microflora vaginale, insieme ai caratteristici lattobacilli, che in condizioni normali ne ostacolano l'eccessiva proliferazione.

Nel corpo umano si possono ritrovare piccole colonie di Ureaplasma urealyticum anche a livello della faringe e del retto.

L'ureaplasma può essere trasmesso sia attraverso rapporti sessuali vaginali, anali o orali che per via materno-fetale (durante la gravidanza o al momento del parto).

Sintomi

Nell'uomo, i sintomi riconducibili all'eccessiva proliferazione di Ureaplasma urealyticum risiedono principalmente nella comparsa di un bruciore fastidioso che precede la minzione; spremendo l'asta penena fino al glande, si nota inoltre la fuoriuscita di una secrezione biancastra e filante, che a volte esce spontaneamente. Dall'uretra, l'infezione può facilmente propagarsi alle strutture ad essa collegate, come la prostata ed i testicoli, causando rispettivamente prostatiti ed epididimiti; se non adeguatamente trattata, può compromettere seriamente la fertilità maschile.

Nella donna, un'incontrollata crescita di ureoplasma è chiamata in causa nello sviluppo di vaginosi batterica, malattia infiammatoria pelvica e sindrome uretrale; anche in questo caso, se non adeguatamente trattata, l'infezione può compromettere la fertilità. Si tratta comunque di patologie che in genere hanno un'eziologia polimicrobica e sono quindi causate da più microrganismi, che probabilmente hanno tra loro un effetto sinergico; oltre all'ureoplasma possono quindi entrare in gioco la Chlamydia trachomatis, la Gardnerella vaginalis, il Mycoplasma hominis ed altri. Anche in questo caso i sintomi sono quelli riconducibili alle classiche infezioni genitali sessualmente trasmissibili e comprendono bruciore vaginale e dolore durante e dopo i rapporti.

L'infezione trasmessa da madre a figlio durante la gravidanza aumenta il rischio di aborti, nascite premature e problemi di varia natura al feto (aumentata incidenza di polmonite e meningite neonatale).

In pazienti immunocompromessi l'infezione può estendersi alle alte vie urinarie (reni) e alle ossa (artrite).

Trattamento

La terapia delle infezioni da Ureaplasma si basa sulla somministrazione di antibiotici; di classico impiego risultano le tetracicline, tuttavia - a causa della sempre più frequente presenza di ureoplasma resistente - possono essere impiegati anche altri farmaci, come l'azitromicina o la doxiciclina. La scelta della terapia più idonea verrà compiuta dal medico sulla base dei risultati diagnostici, compreso l'antibiogramma. E' importante il riposo sessuale fino a quando non sia stata accertata l'avvenuta guarigione; la terapia andrebbe inoltre estesa ai partner sessuali sia in presenza che in assenza di sintomi specifici.


Per approfondire: Farmaci per Curare le Infezioni da Ureaplasma

Prevenzione

La prevenzione della malattia - e delle infezioni vaginali in generale - passa attraverso alcune basilari norme igieniche e di comportamento quotidiano. L'uso di sostanze a pH non acido o ad attività anti-lattobacillare, ad esempio, facilita il processo infettivo. Le irrigazioni, gli spray igienizzanti, i saponi e i talchi profumati andrebbero evitati. Le irrigazioni, infatti, alterano la naturale flora saprofita presente in vagina; talchi profumati e spray possono invece produrre irritazioni della mucosa vaginale.

Bisognerebbe inoltre evitare di indossare biancheria intima sintetica così come jeans e pantaloni troppo stretti, tali da trattenere umidità e calore, creando condizioni favorevoli allo sviluppo di microrganismi dannosi, compreso l'Ureaplasma urealyticum. Quando infine si asciugano e puliscono le parti intime, bisognerebbe sempre eseguire un movimento che dall'avanti procede all'indietro e non viceversa. Questo per evitare il facile e rischioso trasporto di batteri dal retto alla vagina e prevenire quindi le infezioni.