Tubercolosi: Cause e Trasmissione Mycobacterium tuberculosis

Tubercolosi: Cause e Trasmissione Mycobacterium tuberculosis
Ultima modifica 22.03.2023
INDICE
  1. Cause
  2. Fisiopatologia
  3. Fattori di rischio
  4. Contagio

Cause

La tubercolosi rappresenta la causa più comune di mortalità correlata a malattie infettive in tutto il Mondo.

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Cause Tubercolosi: cosa provoca la TBC?

La tubercolosi (TBC) è una malattia infettiva causata da un batterio gram positivo: il Mycobacterium tuberculosis, detto anche Bacillo di Koch.

Di solito, questo batterio attacca i polmoni, ma può colpire anche altre parti del corpo: la tubercolosi è una malattia multisistemica caratterizzata da una miriade di presentazioni e manifestazioni.

Tubercolosi nella storia

La tubercolosi è una malattia antica. Segni di tubercolosi scheletrica (malattia di Pott) sono stati trovati in resti provenienti dall'Europa dal Neolitico (8000 a.C.), dall'antico Egitto (1000 a.C.) e dal Nuovo Mondo precolombiano. La tubercolosi era riconosciuta come una malattia contagiosa al tempo di Ippocrate (400 a.C.), quando veniva chiamata "phthisis" (greco da phthinein, deperire). Il medico tedesco Robert Koch scoprì e isolò il Mycobacterium tuberculosis nel 1882. L'incidenza mondiale della tubercolosi è aumentata con la densità della popolazione e lo sviluppo urbano, tanto che dalla rivoluzione industriale in Europa (1750), è stata responsabile di oltre il 25% dei decessi degli adulti. All'inizio del XX secolo, la tubercolosi era la principale causa di morte negli Stati Uniti; durante questo periodo, tuttavia, l'incidenza della tubercolosi iniziò a diminuire a causa di vari fattori, incluso l'uso di pratiche di controllo delle infezioni di base (es. l'isolamento).

Per approfondire: Tubercolosi: Cos'è? Come si prende e Sintomi TBC

Fisiopatologia

Il Mycobacterium tuberculosis è un aerobio obbligato a crescita lenta e un parassita intracellulare facoltativo. L'infezione si verifica più comunemente attraverso l'esposizione dei polmoni o delle mucose ad aerosol infetti (droplets). Le goccioline in questi aerosol hanno un diametro di 1-5 μm.

In una persona con tubercolosi polmonare attiva, un singolo colpo di tosse può generare 3000 goccioline infettive, con appena 10 bacilli necessari per iniziare l'infezione.

Quando vengono inalati, i nuclei delle goccioline si depositano all'interno degli spazi aerei terminali del polmone. I microrganismi crescono per 2-12 settimane, fino a raggiungere il numero di 1000-10.000, numero sufficiente per suscitare una risposta immunitaria cellulare che può essere rilevata da una reazione al test cutaneo alla tubercolina.

I micobatteri sono altamente antigenici e promuovono una risposta immunitaria vigorosa e non specifica. La loro antigenicità è dovuta a molteplici costituenti della parete cellulare che attivano le cellule di Langerhans, i linfociti e i leucociti polimorfonucleati.

Quando una persona è infettata da Mycobacterium tuberculosis, l'infezione può evolvere in uno dei vari decorsi, la maggior parte dei quali non porta alla tubercolosi vera e propria. 

  • L'infezione può essere eliminata dal sistema immunitario dell'ospite o soppressa in una forma inattiva chiamata infezione da tubercolosi latente, con ospiti resistenti che controllano la crescita micobatterica in focolai distanti prima dello sviluppo della malattia attiva; questi pazienti non possono diffondere la tubercolosi.
  • I polmoni sono la sede più comune per lo sviluppo della tubercolosi, interessati nell'85% dei casi.
  • La tubercolosi extrapolmonare può verificarsi come parte di un'infezione generalizzata primaria o tardiva. Le sedi più comuni di malattia extrapolmonare sono: linfonodi mediastinici, retroperitoneali e cervicali; corpi vertebrali, surrene, meningi e tratto gastrointestinale. Una sede extrapolmonare può anche fungere da sito di riattivazione (nota: la riattivazione extrapolmonare può coesistere con la riattivazione polmonare).

Lesioni tubercolari

La tipica lesione tubercolare è un granuloma epitelioide con necrosi della caseazione centrale. Il sito più comune della lesione primaria è all'interno dei macrofagi alveolari nelle regioni subpleuriche del polmone. I bacilli proliferano localmente e si diffondono attraverso i vasi linfatici fino a un nodo ilare, formando il complesso o focus di Ghon.

I primi tubercoli sono noduli sferici, da 0,5 a 3 mm con 3 o 4 zone cellulari che dimostrano le seguenti caratteristiche:

  • Una necrosi della caseificazione centrale
  • Una zona cellulare interna di macrofagi epitelioidi e cellule giganti di Langhans mescolate con linfociti
  • Una zona cellulare esterna di linfociti, plasmacellule e macrofagi immaturi
  • Un bordo di fibrosi (nelle lesioni in via di guarigione)

Le lesioni iniziali possono guarire e l'infezione diventare latente, prima che si manifesti la malattia sintomatica. I tubercoli più piccoli possono risolversi completamente. La fibrosi si verifica quando gli enzimi idrolitici dissolvono i tubercoli e le lesioni più grandi sono circondate da una capsula fibrosa. Tali noduli fibrocaseosi di solito contengono micobatteri vitali e sono potenziali focolai di riattivazione o cavitazione per tutta la vita. Alcuni noduli si calcificano o si ossificano e si vedono facilmente nelle radiografie del torace.

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Fattori di rischio

Tubercolosi: cosa può favorire l’infezione?

Anche se la tubercolosi può colpire persone di ogni età, sesso e rango sociale, alcuni fattori possono aumentare il rischio di contrarla. Tra questi, un ruolo di primo piano è ricoperto dalle numerose condizioni che deprimono il sistema immunitario, rendendolo incapace di contrastare efficacemente l'infezione (HIVmalattie autoimmunidiabeteinsufficienza renalesilicosi, terapia con corticosteroidi o altri farmaci immunosoppressori, o con medicinali che agiscono bloccando il fattore di necrosi tumorale TNF). I seguenti fattori aiutano a determinare se è probabile che un'infezione da tubercolosi venga trasmessa:

  • Numero di organismi espulsi
  • Concentrazione di organismi
  • Durata del tempo di esposizione all'aria contaminata
  • Stato immunitario dell'individuo esposto

Le persone infette che vivono in ambienti affollati o chiusi rappresentano un rischio particolare per le persone non infette. Circa il 20% dei contatti familiari sviluppa un'infezione (test cutaneo alla tubercolina positivo).

Tra gli altri fattori di rischio di contrarre la tubercolosi attiva ricordiamo:

Contagio

Come si trasmette la Tubercolosi?

Il Mycobacterium tuberculosis si diffonde principalmente come aerosol disperso nell'aria da un individuo che si trova nella fase infettiva della tubercolosi (sebbene sia stata segnalata la trasmissione transdermica e gastrointestinale). La tubercolosi si trasmette attraverso le goccioline di saliva (droplets) emesse con starnuticolpi di tossebaci ecc.

Solo in rare condizioni si ha contagio diretto dalla gestante al nascituro. Difficilmente, inoltre, il contagio avviene alla luce del sole, poiché il bacillo è molto sensibile alle radiazioni ultraviolette (UV); pertanto, il fattore di rischio più importante per la trasmissione della tubercolosi è dato dalla lunga permanenza in ambienti chiusi a contatto con uno o più individui malati. L'ambiente domestico e lavorativo, unitamente ai nosocomi, rappresenta quindi la sede più comune di contagio, soprattutto in condizioni di sovraffollamento, inadeguato ricambio d'aria e precarie condizioni igieniche.

Oltre all'uomo, una rara fonte di infezione è data dal latte bovino e dai suoi derivati (agente Mycobacterium bovis, eliminato con il latte dall'animale affetto da mastite); nel nostro Paese tale reperto è del tutto eccezionale sia grazie ai numerosi controlli veterinari e alimentari, sia per gli efficaci processi di pastorizzazione e sterilizzazione a cui viene sottoposto l'alimento.

Le possibilità di contagio attraverso l'eliminazione extrapolmonare dei batteri, ad esempio per via genito-urinaria o cutanea, sono estremamente ridotte.

Tubercolosi: norme di prevenzione aspecifica

  • Stile di vita regolare con sufficiente riposo notturno;
  • Astensione da fumoalcol e droghe;
  • Alimentazione equilibrata, varia ed adeguatamente ripartita;
  • Rispetto delle norme igieniche basilari, come il lavaggio frequente delle mani;
  • Aerare e ventilare frequentemente locali chiusi, preferendo l'illuminazione naturale a quella artificiale.

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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici