Toxoplasmosi
Ultima modifica 23.06.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos'è
  3. Cause
  4. Toxoplasmosi in Gravidanza
  5. Sintomi e Complicazioni
  6. Diagnosi
  7. Terapia
  8. Prevenzione
  9. Prognosi

Generalità

La toxoplasmosi è un'infezione dovuta al parassita Toxoplasma gondii.

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Tipicamente asintomatica nelle persone in buona salute, la toxoplasmosi è molto temuta dalle donne incinte, per via delle conseguenze che può avere sul feto, e da coloro che, complice una malattia o una trattamento farmacologico, possiedono un sistema immunitario deficitario.

Cos'è

Toxoplasmosi: Cos’è

La toxoplasmosi è una malattia parassitaria (o parassitosi) dovuta al protozoo Toxoplasma gondii.
Nota soprattutto per riguardare i gatti, la toxoplasmosi, in realtà, può interessare la maggior parte degli animali a sangue caldo, tra cui l'essere uomo.

Per l'essere umano, la toxoplasmosi rappresenta una minaccia soprattutto quando si parla di gravidanza e di persone con un sistema immunitario compromesso: come si vedrà più avanti, infatti, nelle donne incinte può pregiudicare in maniera severa la salute del feto, mentre nelle persone con un sistema immunitario poco efficiente può risultare perfino fatale. 

Si ricorda che le parassitosi sono le infezioni causate da parassiti; pertanto, la toxoplasmosi è un'infezione parassitaria.

Epidemiologia: quanto è comune la Toxoplasmosi?

La toxoplasmosi è diffusa in tutto il Mondo; in particolare, registra i più alti valori di prevalenza in America Latina, in Europa Centrale e Orientale, in Medio Oriente, in Asia Sud-Orientale e in Africa.

Secondo alcune stime, più della metà della popolazione mondiale avrebbe contratto, in una fase della vita, la toxoplasmosi.
Altre ricerche epidemiologiche ritengono plausibile che i casi annuali di toxoplasmosi congenita (ossia di bambini che contraggono l'infezione dalla madre, durante la gravidanza) siano 200.000 circa.

Da un'analisi della sieropositività a Toxoplasma gondii risalente all'inizio del XXI secolo e riferita agli Stati Uniti e all'Europa è emerso che c'è stata una riduzione del numero di casi di toxoplasmosi rispetto a dieci anni prima; questo cambiamento è imputabile, con molta probabilità, a una maggiore attenzione da parte delle persone ai fattori di rischio.

Secondo le ricerche più recenti, la toxoplasmosi rappresenta la seconda più importante causa di decessi connessi al consumo di cibo; inoltre, con particolare riferimento agli Stati Uniti, costituisce la quarta principale ragione di ricovero ospedaliero.

Lo sapevi che…

Secondo una fonte attendibile come il CDC (il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie), negli Stati Uniti, circa 40 milioni di persone hanno contratto la toxoplasmosi.

Cause

Toxoplasmosi: la Causa

Come anticipato, la causa della toxoplasmosi è il protozoo Toxoplasma gondii.

Toxoplasma gondii: Cos’è

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Toxoplasma gondii è un protozoo sporozoo endocellulare obbligato, appartenente al gruppo degli apicomplexa; è un parassita, in quanto necessita di un organismo ospite per sopravvivere, crescere e replicarsi.

I protozoi sono microrganismi eucarioti unicellulari (ossia costituiti da una sola cellula).

Come ogni apicomplexa, Toxoplasma gondii è dotato di una struttura, simile a un trapano, che gli permette di aprire un varco sulla membrana esterna delle cellule (del futuro ospite), così da penetrarvi all'interno e dare avvio all'infezione correlata.

Toxoplasma gondii infetta la quasi totalità degli animali a sangue caldo, compresi l'essere umano, i roditori e gli uccelli; tuttavia, solo il gatto domestico e quello selvatico gli permettono di replicarsi sessualmente, diventando così, loro malgrado, ospiti definitivi (tutti gli altri, essere umano incluso, si limitano a essere ospiti intermedi e a permettere soltanto la replicazione asessuata di Toxoplasma gondii).

In parassitologia, l'ospite definitivo è l'ospite nel quale il parassita raggiunge lo stadio adulto e si riproduce, mentre l'ospite intermedio è l'ospite nel quale si sviluppano le forme larvali del parassita, il quale, solo in certi casi (es: Toxoplasma gondii), si riproduce in modo asessuato.

Nel gatto, Toxoplasma gondii è in grado di avviare un ciclo vitale che lo porta a contaminare le feci del suo ospite; le feci così contaminate diventano, ovviamente, un potenziale veicolo d'infezione.

Negli ospiti intermedi, invece, il parassita completa un ciclo vitale che ne determina, al massimo, l'annidamento nei tessuti sotto forma di cisti; la presenza di cisti nei tessuti è veicolo di contagio, il che è particolarmente importante per l'essere umano nel momento in cui l'ospite è un animale commestibile (es: maiale, agnello ecc.).

Come si prende la Toxoplasmosi: il Contagio

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In genere, l'essere umano contrae la toxoplasmosi per ingestione di Toxoplasma gondii; i potenziali veicoli del contagio per via orale sono:

  • Le feci di gatti infetti. L'ingestione accidentale di feci di gatto può avvenire se, dopo aver ripulito la lettiera dell'animale, non si è provveduto a lavarsi adeguatamente le mani e con queste ci si è toccati la bocca o ci si è preparati da mangiare; lo stesso può capitare, sempre se non ci si lava le mani e queste si portano alla bocca, anche dopo l'attività di giardinaggio in un terreno in cui un gatto infetto espelle abitualmente i suoi escrementi.
    Occorre precisare che il lavaggio delle mani elimina il parassita e annulla il rischio d'infezione; per infettarsi, quindi, non è sufficiente toccare le feci di gatti infetti, ma occorre anche portarsi le mani in bocca (o manipolare qualcosa che poi finirà in bocca) senza averle lavate.
  • L'acqua contaminata (dal parassita). Nei Paesi sviluppati, dove le condizioni igieniche sono più che buone, è raro che l'acqua potabile possa contenere Toxoplasma gondii; lo stesso, però, non può dirsi dei Paesi in via di sviluppo e quelli più poveri, nei quali i livelli igienici sono ancora molto scadenti.
  • La carne (intesa come cibo), la frutta e gli ortaggi contaminati. La carne contaminata è pericolosa solo se non cotta adeguatamente (la cottura distrugge Toxoplasma gondii); tra le carni a maggior rischio di contaminazione si segnalano quelle di maiale, di agnello e di selvaggina.
    Come la carne, anche frutta e verdura contaminate sono pericolose solo se consumate a crudo; a maggior rischio di contaminazione sono i frutti e le verdure coltivate a terra (es: fragole, per quanto concerne la frutta, e insalata, per quanto riguarda la verdura).
  • Le posate (es: coltelli, forchette ecc.) e in generale gli utensili da cucina contaminati. Un coltello da cucina può essere veicolo di infezione, se è stato impiegato per tagliare della carne cruda contaminata e poi lo si è usato per mangiare senza prima averlo lavato con acqua e sapone.

È doveroso segnalare che l'ingestione non è l'unica via di contagio; esiste, infatti, la remota possibilità di contrarre la toxoplasmosi anche dopo una trasfusione di sangue o un trapianto di organo, a patto ovviamente che il donatore sia una persona infetta.

Toxoplasmosi nel Gatto

In genere, i gatti sviluppano la toxoplasmosi dopo aver cacciato ed essersi nutriti di uccelli infetti o piccoli mammiferi (topi o ratti) altrettanto infetti.

La presenza di toxoplasmosi nel gatto, quindi, dipende fondamentalmente dalla stile di vita condotto dall'animale.

I gatti selvatici e quelli domestici che trascorrono molto tempo all'aperto sono maggiormente a rischio di toxoplasmosi; di contro, per quelli domestici che vivono essenzialmente in casa, il rischio è esiguo se non nullo.

Dopo aver contratto la toxoplasmosi, i gatti espellono il parassita responsabile con le feci per diverse settimane. All'escrezione, tali feci non sono generalmente contagiose; lo diventano nel giro di 24-48 ore, che è il tempo che serve al patogeno in esse presenti per assumere una forma attiva.

Attenzione!

Un gatto può ammalarsi di toxoplasmosi anche mangiando la stessa carne cruda che consuma l'essere umano, chiaramente se contaminata.
Tale evenienza è da tenere in considerazione soprattutto quando si ha un gatto domestico che vive per lo più in casa.

Toxoplasmosi e Cibo Contaminato

Gli animali da allevamento e la selvaggina possono contrarre la toxoplasmosi se il cibo (erba e ortaggi) di cui si nutrono proviene da aree di terreno contaminate da feci di gatti infetti o dai resti di animali morti infetti.

Le feci dei gatti infetti e i resti di animali morti infetti, inoltre, sono protagonisti anche della contaminazione dei prodotti ortofrutticoli: per esempio, le fragole che crescono in un orto in cui abitualmente un gatto infetto espelle le proprie feci hanno una buona probabilità di essere veicolo d'infezione.

Lo sapevi che…

Secondo alcune stime, in molte aree del Mondo, il 10-30% delle carni di maiale e di ovini (agnello in particolare) conterrebbero cisti di Toxoplasma gondii; di contro, la presenza del parassita nella carne di bue sarebbe molto meno frequente.

Toxoplasmosi: Fattori di Rischio

Chiunque può contrarre la toxoplasmosi, in quanto l'agente responsabile di quest'ultima è ubiquitario.

È doveroso, tuttavia, puntualizzare che sono più a rischio d'infezione:

  • Le persone in possesso di uno o più gatti che vivono anche al di fuori dell'ambiente di casa;
  • Coloro che consumano abitualmente carne cruda (es: gli affettati sono l'esempio più classico di carne cruda).

È da segnalare, inoltre, che è un fattore di rischio anche la scarsa attenzione al lavaggio di frutta e verdura consumate a crudo.

Toxoplasmosi in Gravidanza

Gravidanza e Toxoplasmosi: i Rischi

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Se una donna in gravidanza contrae la toxoplasmosi, esiste la concreta la possibilità di una trasmissione verticale madre-feto dell'infezione (toxoplasmosi congenita); secondo alcune stime, tale possibilità riguarderebbe il 40% delle donne incinte infette.

La trasmissione verticale madre-feto della toxoplasmosi è molto temuta, in quanto l'infezione da Toxoplasmosi gondii può recare danni severi al nascituro, se non addirittura causarne la morte (aborto).

Il rischio di trasmissione materno-fetale della toxoplasmosi è basso nelle prime settimane di gravidanza (5-15% nel primo trimestre), in quanto la placenta offre una buona protezione contro il passaggio di Toxoplasma gondii al feto; con il progredire della gestazione, però, tale rischio aumenta gradualmente (20-40% al secondo trimestre e 50-60% al terzo trimestre), poiché la placenta diviene sempre meno protettiva.

Fortunatamente, i danni maggiori per il feto e la possibilità di aborto si possono avere quando il rischio di trasmissione materno-fetale è basso (quindi nelle prime settimane); mano a mano che l'età gestazionale avanza, infatti, il feto è gradatamente più resistente agli effetti dell'infezione (sul finire della gravidanza, la toxoplasmosi non è generalmente causa di danni evidenti a carico del nascituro).

Quanto diffusa è la Toxoplasmosi in Gravidanza?

Secondo alcune stime, in un Paese come il Regno Unito, soltanto un bambino su 10.000 nascerebbe affetto da toxoplasmosi congenita.

Toxoplasmosi in Gravidanza: i danni al feto

I danni al feto prodotti dalla toxoplasmosi in gravidanza possono consistere in lesioni cerebrali, oculari o ad altri organi (es: organo dell'udito, fegato, milza, cuore e polmoni).
Per le infezioni contratte durante la prima metà di gravidanza, inoltre, è concreto il rischio di aborto.

È da segnalare che solo una piccola quota di bambini affetti da toxoplasmosi congenita (cioè che hanno contratto l'infezione durante la vita fetale) manifesta i sintomi dell'infezione alla nascita; la maggior parte, infatti, lamenta i primi problemi durante la fanciullezza, l'adolescenza o addirittura più tardi.

Sintomi e Complicazioni

Toxoplasmosi: i Sintomi

Nelle persone sane e con un sistema immunitario pienamente funzionante, la toxoplasmosi è di norma asintomatica (cioè non causa sintomi), tanto che i pazienti non si rendono nemmeno conto di esserne affetti.
Nei rari casi in cui, nei soggetti sopra indicati, è causa di sintomi, quest'ultimi possono consistere in:

Nei soggetti con un sistema immunitario deficitario (es: malati di AIDS, persone in terapia con chemioterapici o immunosoppressori ecc.), invece, la toxoplasmosi costituisce un'infezione sempre temibile e associata a un ricco quadro di serie conseguenze, che comprende:

Per approfondire: Sintomi della Toxoplasmosi

Toxoplasmosi Congenita: i Sintomi

Tra i sintomi e i segni tipici della toxoplasmosi congenita, figurano:

  • Problemi di vista o perfino cecità;
  • Calo dell'udito o perfino sordità;
  • Deficit mentali.

Toxoplasmosi: le Complicanze

Nelle persone con un sistema immunitario efficiente, la toxoplasmosi difficilmente sfocia in complicanze, anche quando è sintomatica.
Quando ciò sfortunatamente accade, tuttavia, la problematica più comune consiste in un'infezione oculare (corioretinite), il cui mancato trattamento può sfociare in una perdita della vista più o meno profonda.

Per quanto concerne, le persone con un sistema immunitario deficitario, le complicanze possono consistere in cecità, coma e, nei casi più severi, persino la morte.

Si ricordano, infine, le complicanze della toxoplasmosi contratta dalle donne incinte, complicanze che sono state descritte nel capitolo precedente.

Toxoplasmosi: chi è più a Rischio di Complicanze

Alla luce di quanto detto finora, le persone più a rischio di complicazioni da toxoplasmosi sono coloro che possiedono un sistema immunitario deficitario (immunodepressi), come per esempio i malati di AIDS, gli individui in terapia con chemioterapici e i reduci di un trapianto di organo (poiché assumono di routine farmaci immunosoppressori).

Si ricordano, inoltre, i rischi connessi alla toxoplasmosi quando quest'ultima è contratta in gravidanza.

Toxoplasmosi: quando preoccuparsi

Se una persona sospetta di aver contratto la toxoplasmosi e rientra in una categoria a rischio complicanze (es: donne in gravidanza, malati di AIDS ecc.), dovrebbe contattare immediatamente il proprio medico curante per esporgli i propri timori e richiedere la prescrizione di un test sierologico per la toxoplasmosi.

Toxoplasmosi: Incubazione

Negli adulti, il tempo di incubazione della toxoplasmosi va da 5 a 23 giorni.
Da alcuni studi è emerso che l'infezione impiega meno tempo a svilupparsi quando il veicolo di contagio sono state le feci dei gatti infetti (5-20 giorni contro i 10-23 giorni quando il contagio è avvenuto per ingestione di carne contaminata).

Diagnosi

Toxoplasmosi: i Test per riconoscerla

Per la diagnosi di toxoplasmosi, è fondamentale il cosiddetto Toxo-test, un test sierologico eseguito dopo prelievo e mirato all'individuazione di anticorpi specifici contro Toxoplasma gondii.

L'esame obiettivo e l'anamnesi sono poco utili, poiché la toxoplasmosi è spesso asintomatica e, anche nel caso in cui fosse causa di sintomi, quest'ultimi sono poco specifici.

Toxoplasmosi e Toxo-Test: come interpretare i Risultati

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In genere, il Toxo-test cerca nel sangue del paziente due tipologie di anticorpi contro Toxoplasma gondii: le IgM e le IgG.

Brevemente, ecco il significato della presenza o assenza delle due tipologie anticorpali sopraccitate:

  • Se risultano presenti IgM (IgM positivo), significa che la toxoplasmosi è in corso; se le IgM sono assenti (IgM negativo), invece, vuol dire che l'infezione non è in atto.
  • Se risultano presenti IgG (IgG positivo), significa che la toxoplasmosi è stata contratta in tempi passati; se le IgG sono assenti (IgG negativo), invece, vuol dire che l'infezione non è mai stata contratta.

Gli esiti possibili di un Toxo-test sono i seguenti:

  • IgM negativo e IgG negativo: significa che il paziente non hai mai contratto la toxoplasmosi e non ne è affetto al momento del test.
    Questa situazione richiede estrema cautela da parte di quelle persone considerate a rischio di complicanze.
  • IgM positivo e IgG negativo: vuol dire che la toxoplasmosi è in corso al momento del test.
  • IgM negativo e IgG positivo: significa che il paziente ha contratto la toxoplasmosi in tempi passati ed è ormai immune all'infezione.
  • IgM positivo e IgG positivo: potrebbe voler dire che la toxoplasmosi è ancora in atto o che il paziente l'ha contratta negli ultimi 3-4 mesi (è il tempo che impiegano generalmente le IgM per risultare nuovamente negative).

Toxo-Test in Gravidanza

Il Toxo-test rientra tra gli esami gratuiti eseguibili in gravidanza.

Diagnosi Toxoplasmosi Congenita: come riconoscerla

Per valutare se nelle donne in gravidanza affette da toxoplasmosi c'è stata la trasmissione dell'infezione al feto, sono di aiuto un'amniocentesi e, talvolta, un'ecografia fetale.

L'amniocentesi permette di individuare con una certa sicurezza la presenza dell'infezione; la sua esecuzione, tuttavia, è associata a un rischio minimo di aborto.

L'ecografia fetale, invece, non consente una diagnosi sicura (evidenzia soltanto delle anomalie fetali che potrebbero essere riconducibili alla toxoplasmosi), ma è completamente priva di rischi.

Toxoplasmosi: gli approfondimenti nei casi più severi

Quando la toxoplasmosi ha causato encefalite, il medico potrebbe prescrivere una risonanza magnetica cerebrale e, talvolta, perfino una biopsia cerebrale, al fine di valutare lo stato di salute del cervello (es: mostrano se Toxoplasma gondii si è annidato nei tessuti cerebrali).

Terapia

Toxoplasmosi: la Cura

In genere, se non causa sintomi di rilievo, la toxoplasmosi non richiede alcun trattamento particolare; in tali frangenti, l'approccio comunemente indicato dai medici è attendere la risoluzione spontanea dell'infezione.

Al contrario, quando la toxoplasmosi è associata a un importante quadro sintomatologico, è prevista una cura basata sull'impiego di due antibiotici: la pirimetamina e la sulfadiazina.
Poiché si tratta di due farmaci con effetti collaterali non trascurabili (in particolare la pirimetamina), è bene assumerli solo su prescrizione medica e attenersi alle dosi indicate dal medico curante.

Pirimetamina: precauzioni d'uso

La pirimetamina comporta una riduzione dei livelli ematici di acido folico; pertanto, a chi necessita di questo farmaco antibiotico, i medici prescrivono anche un integratore di acido folico.

L'assunzione di questo antibiotico, inoltre, può esercitare un'azione depressiva sul midollo osseo e causare tossicità epatica.  

Toxoplasmosi in Gravidanza: la Cura

Il trattamento della toxoplasmosi in gravidanza varia in relazione a quando la gestante contrae l'infezione; in ogni circostanza, comunque, è previsto l'impiego di un antibiotico o di una combinazione di antibiotici.

Se la gestante si è ammalata prima della 16esima settimana di gravidanza, è prassi somministrarle la spiramicina, con l'intento principale di impedire la trasmissione dell'infezione al feto.

Se la gestante ha contratto la toxoplasmosi dopo la 16esima settimana di gravidanza, il piano terapeutico cambia e prevede l'uso della pirimetamina combinato a quello della sulfadiazina, allo scopo di combattere l'infezione.

È da segnalare che l'uso combinato di pirimetamina e sulfadiazina è indicato anche quando il feto si è ammalato (ossia quando c'è stata la trasmissione verticale madre-feto della toxoplasmosi).

Per via dei diversi effetti collaterali connessi alla pirimetamina, il ricorso a quest'ultima avviene solo se strettamente necessario.

Lo sapevi che…

Durante il trattamento a base di pirimetamina e sulfadiazina, è previsto un monitoraggio periodico delle condizioni di salute della gestante e soprattutto del feto.

Per approfondire: Farmaci per la Cura della Toxoplasmosi

Prevenzione

Come Prevenire la Toxoplasmosi

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I punti cardine della prevenzione della Toxoplasmosi sono:

  • Consumare esclusivamente carni cotte. La cottura della carne a 70°C circa elimina il parassita dall'alimento;
  • Osservare diligentemente le norme igieniche fondamentali (lavarsi le mani dopo aver toccato un gatto o in seguito alla manipolazione di carne cruda, operazioni di giardinaggio, giochi con la terra ecc.);
  • Evitare il consumo di affettati (a eccezione di quelli cotti), specie se di origine non controllata. Chiaramente, questa indicazione è da tenere in considerazione soprattutto in caso di gravidanza o soggetti con un sistema immunitario deficitario;
  • Evitare il consumo a crudo di latte crudo non pastorizzato (la bollitura elimina il parassita);
  • Lavare molto bene la frutta e in particolare la verdura, specie se proviene da orti nei quali i gatti hanno libero accesso;
  • Se si effettua un viaggio in Paesi in via di sviluppo, specie se con clima caldo-umido, riservare particolare attenzione all'acqua che si beve;
  • Se si possiede un gatto domestico, eliminare quotidianamente gli escrementi dalla sua lettiera, avendo cura di lavarsi le mani dopo ogni operazione di pulizia.
    In caso di gravidanza o soggetto immunodepresso, sarebbe opportuno delegare a terzi l'opera di pulizia della lettiera.
  • Evitare di alimentare il gatto domestico con carne o visceri (fegato, polmone e altre frattaglie) crudi e/o poco cotti;
  • Se si ha la passione del giardinaggio, indossare sempre un paio di guanti durante tale attività ed evitare di portare le mani alla bocca.
Per approfondire: Dieta per Prevenire la Toxoplasmosi

Prognosi

Toxoplasmosi: Guarigione e Durata dell’Infezione

La prognosi in caso di toxoplasmosi varia in relazione allo stato di salute del paziente.

Nelle persone con un sistema immunitario efficiente, la toxoplasmosi si risolve generalmente senza ripercussioni e nel giro di alcune settimane, talvolta anche un mese.

Nelle donne incinte e in salute, il decorso dell'infezione non è tanto diverso da quello descritto per i casi clinici precedenti; sono da valutare, però, le conseguenze della malattia sul feto (si ricorda che, spesso, le conseguenze della toxoplasmosi congenita si palesano negli anni della fanciullezza o dell'adolescenza).

Infine, per i soggetti con un sistema immunitario deficitario, è fondamentale un trattamento ospedaliero adeguato e tempestivo, in quanto la toxoplasmosi potrebbe rivelarsi anche fatale.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza