Testosterone alto: aumenta il rischio di cancro alla prostata?

Testosterone alto: aumenta il rischio di cancro alla prostata?
Ultima modifica 27.06.2022
INDICE
  1. Effetti collaterali del testosterone esogeno
  2. Il testosterone aumenta realmente il rischio di cancro alla prostata?
  3. Revisione del 2015 sulla patogenesi e sul rischio oncologico
  4. Bibbliografia

Attenzione!

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Le nozioni riportate di seguito hanno quindi esclusivo carattere informativo scientifico e sono, petanto, ampiamente comprovate dai riferimenti bibliografici in calce.

Effetti collaterali del testosterone esogeno

All'utilizzo del testosterone esogeno, quale steroide anabolizzante androgeno (AAS) spesso impropriamente utilizzato a scopo dopante, si accompagna una serie di effetti collaterali.

Alcuni si questi sono potenziali (alopeciaginecomastiaacne ecc.), poiché dipendenti dalla risposta individuale a principio attivo; altri sono certi (feedback negativo lungo sull'ipofisi ed ultralungo sull'ipotalamo e conseguente atrofia testicolare).

Un altro possibile effetto collaterale riconducibile all'utilizzo di testosterone è il cancro alla prostata (1).

Il testosterone esogeno è tuttavia anche impiegato nella terapia ormonale sostitutiva per l'ipogonadismo.

In questo breve articolo cercheremo di capire meglio la relazione tra testosterone esogeno e cancro alla prostata.

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Il testosterone aumenta realmente il rischio di cancro alla prostata?

L'associazione tra testosterone e cancro alla prostata è accettata come fatto scientifico.

Ricordiamo che un articolo o pubblicazione, per avere valore scientifico, deve superare l'analisi di idoneità eseguita dagli addetti esperti in materia. E quindi, l'assunto che pone in associazione testosterone e cancro alla prostata trova validazione in funzione di questo.

Le pubblicazioni dalle quali tale conoscenza deriva primariamente, sono il lavoro di Huggins e Hodges "Studies in prostatic cancer, I: The effect of castration, of estrogen and of androgen injection on serum phosphatases in metastatic carcinoma of the prostate", pubblicato nel 1941, e la Review di Huggins del 1967 (2, 4).

Nella Review del 1967, uomini con conclamato cancro alla prostata furono sottoposti a tre diversi tipi di interventi terapeutici: castrazione, terapia estrogenica (finalizzata ad indurre feedback negativo sull'asse ipotolamo-ipofisi-gonadi) e somministrazione di testosterone. Il risultato dello studio - diventato poi pubblicazione e, di conseguenza, "assunto scientifico" ancora oggi accettato da molti professionisti - conclude che la soppressione del testosterone induce regressione nel cancro alla prostata e che somministrazioni esogene di testosterone ne determinano il suo evolversi.

Invece, nello studio del 1941 si è era somministrato del testosterone propionato; come conseguenza, i livelli di fosfatasi acida erano incrementati. La fosfatasi acida è un enzima prodotto dalla prostata. I più elevati livelli di fosfatasi acida sono presenti in casi di cancro alla prostata metastatizzato.

Da qui deriva il fatto che il rischio di cancro alla prostata è più elevato in funzione del loro livello incrementale e che, quindi, fattore di rischio è lo stimolo che ne favorisce i livelli incrementali - in questo caso, appunto, il testosterone.

Contrasti tra le evidenze scientifiche

Attualmente tuttavia, voci autorevoli hanno portato alla luce evidenze in radicale contrasto con tali convinzioni.

La più persuasiva è rappresentata dalla Review del chirurgo Abraham Morgentaler (professore alla Harvard School) pubblicata sull'"European Urology" ed intitolata "Testosterone and prostate cancer: an historical perspective on a modern myth" (3).

A seguito della revisione dello studio di Huggins e Hodges, il dott. Morgentaler mise in evidenza che l'affermazione secondo la quale la soppressione della produzione di testosterone induceva la regressione del cancro alla prostata mancava di prove tangibili per attribuire al testosterone la veste di promotore carcinogenico, facendo del duo "testosterone-cancro alla prostata" un binomio privo di fondamento (3).

Infatti, nello studio del 1941, gli individui affetti da cancro alla prostata ai quali fu somministrato testosterone propionato (per osservarne il suo effetto sul tumore preesistente) erano soltanto 3. Ma i risultati derivanti dal protocollo furono prodotti solo per 2 dei 3 soggetti facenti parte dello studio - e uno dei due risultava già castrato, pertanto la somministrazione esogena non rappresentava più il surplus ormonale ai livelli fisiologico-endogeni (situazione che faceva così dello stesso un soggetto non appropriato allo studio).

Nel rimanente soggetto non furono condotti studi di imaging biopsie per oggettivare la crescita tumorale in risposta alla terapia di testosterone. Ne furono solamente osservati i livelli di fosfatasi acida (incrementati al giorno 18 della terapia ma con fluttuazioni sia prima che dopo il trattamento).

I più alti livelli si riscontrarono 3 settimane dopo l'interruzione della terapia ormonale, un intervallo temporale nel quale i livelli di testosterone ematico, con tutta probabilità, potevano risultare bassi per due motivi: la breve emivita dell'estere utilizzato (propionato), la soppressione dei livelli endogeni di testosterone indotti dalla terapia ormonale.

C'è da chioedersi se, pubblicato ai nostri giorni, lo studio avrebbe superato gli standard di peer review per la sua pubblicazione scientifica.

I fatti documentati mostrano risultati completamente contrastanti alla pubblicazione di Huggins e Hodges. Eccone alcuni:

  • i livelli di testosterone sierico hanno un picco nella tarda adolescenza ed in corrispondenza dei vent'anni, laddove il cancro alla prostata occorre primariamente in individui che hanno superato i sessant'anni e solo raramente in individui con un'età inferiore ai quaranta (3);
  • la possibilità di riscontrare cancro alla prostata incrementa col passare degli anni, durante l'invecchiamento, ed i livelli di testosterone diminuiscono durante il processo di aging (3);
  • l'incidenza del cancro alla prostata è incrementata negli ultimi 36 anni e ciò è accaduto in concomitanza di un declino dei livelli sierici di testosterone (5, 6) - gli uomini con bassi valori sierici di testosterone hanno maggiore probabilità che sia loro diagnosticato un cancro alla prostata (7, 8);
  • uomini con cancro alla prostata e bassi livelli di testosterone presentano i tumori peggiori e hanno scarse capacità di guarigione (9, 10);
  • la terapia sostitutiva di testosterone non ha fatto registrare incrementi nell'evoluzione del cancro in uomini con iperplasia prostatica benigna o con lesioni precancerose di alto grado della prostata (11);
  • studi e review non sono ancora stati in grado di dimostrare con costanza e coerenza che il testosterone è causa di cancro alla prostata. Anzi, elevati livelli di testosterone e androgeni surrenalici sono stati associati ad un ridotto rischio di cancro alla prostata in forma aggressiva (12);
  • il cancro alla prostata è stato riportato in individui transessuali maschi che si erano sottoposti ad intervento chirurgico (castrazione) per diventare donne, continuando con una terapia estrogenica, sei o più anni dopo aver subito l'intervento (13);
  • i livelli di testosterone nella prostata non corrispondono a quelli ematici. Quando i livelli ematici sono bassi quelli prostatici si mantengono elevati; ma quando i valori sierici aumentano i livelli prostatici non subiscono incrementi nella stessa misura (11);
  • il testosterone può prevenire o ritardare l'insorgenza del cancro alla prostata (14, 15).

Revisione del 2015 sulla patogenesi e sul rischio oncologico

L'approfondimento più recente sul legame tra testosterone e cancro alla prostata è una review sulla patogenesi e sul rischio oncologico basato sulle evidenze di vari studi - Testosterone and prostate cancer: an evidence-based review of pathogenesis and oncologic risk - Jason E Michaud, Kevin L Billups, Alan W Partin - Ther Adv Urol . 2015 Dec;7(6):378-87. doi: 10.1177/1756287215597633.

Di seguito la traduzione dell'abstract, disponibile in originale presso il sito pubmed.gov.

"Il testosterone svolge un ruolo centrale nello sviluppo fiscio e nella salute maschile.

La carenza di androgeni, o ipogonadismo, è associata a una varietà di sintomi tra cui diminuzione dell'energia, della libido, disfunzione erettile ecc.

I livelli di androgeni maschili diminuiscono costantemente con l'età e, come osservato in un sottogruppo di uomini anziani sintomatici, possono provocare ipogonadismo ad esordio tardivo (ate-onset hypogonadism - LOH).

Nell'ultimo decennio, una maggiore consapevolezza dell'ipogonadismo ha portato a un aumento significativo dell'uso della terapia sostitutiva del testosterone (TRT) per l'ipogonadismo e, soprattutto, nel LOH.

Alla luce di quanto esposo sopra, vi sono comprensibili timori che la TRT possa promuovere effetti avversi di natura cardiovascolare tumorale per la prostata.

"L'ipotesi degli androgeni" afferma che lo sviluppo e la progressione del cancro alla prostata siano guidati dal testosterone; la TRT portebbe quindi essere motivo di aumentato rischio.

In questa revew sono stati esaminati i dati esistenti sulla correlazione tra testosterone e cancro alla prostata.

Nei sistemi sperimentali, ci sono prove significative che gli androgeni promuovano il cancro alla prostata. Tuttavia, non ci sono prove chiare che aumenti dei livelli di testosterone endogeno promuovano lo sviluppo del cancro alla prostata negli esseri umani.

Come risultato dei dati sperimentali e storici sulla progressione del cancro alla prostata in seguito a TRT, si è diffusa la convinzione che la TRT promuova la progressione della malattia nei pazienti con cancro alla prostata.

Nonostante questi timori, un numero crescente di studi non dimostra alcun aumento dell'incidenza del cancro alla prostata tra gli uomini in TRT.

Inoltre, negli studi che hanno coinvolto un piccolo numero di pazienti, non vi è stato alcun aumento distinguibile della progressione della malattia nei pazienti con cancro alla prostata in TRT.

Sebbene i dati di studi ampi, prospettici, randomizzati e controllati siano assenti, la TRT in pazienti selezionati con cancro alla prostata è probabilmente sicura.

L'uso della TRT nei pazienti con cancro alla prostata è comunque ancora valutato come sperimentale e dovrebbe essere proposto solo dopo una valutazione condivisa, a posteriori di una corretta informazione, e con un attento monitoraggio".

Quindi, l'uso di farmaci dopanti steroidei sarebbe innocuo per il cancro alla prostata?

Assolutamente no! Ad oggi non si possiedono dati sufficienti per trarre alcun tipo di conclusione a riguardo.

Come suggeriscono tre studi (16-17), in alcunze zone del Mondo (soprattutto USA), l'abuso di steroidi anabolizzanti è diventato quasi epidemico e non è limitato agli atleti.

Sebbene sia stato suggerito un aumento del rischio di cancro alla prostata, non sono stati condotti studi epidemiologici e si conoscono solo alcuni casi di cancro alla prostata negli utilizzatori di steroidi anabolizzanti (18).

Ciò detto, molti bodybuilder e sportivi professionisti che fanno uso di AAS, possono godere di uno stretto monitoraggio e del supporto di medici endocrinologi. Diverso è per chi ne fa un uso auto-terapico, che potrebbe essere potenzialmente ad alto rischio di complicazioni.

Non possiamo escludere che il rischio di cancro alla prostata legato all'assunzione di testosterone esogeno possa essere legato a fattori ad oggi non ancora valutabili; come la densità e la sensibilità recettoriale, il metabolismo tessutale dell'androgeno, altri mediatori chimici correlati ecc.

Non dimentichiamo, inoltre, che esistono molti altri fattori di rischio per questa patologia tumorale, e che ne andrebbe valutato l'impatto nei soggetti che fanno uso di testosterone esogeno.

Bibbliografia

1) Tan R.S., Salazar J.A. – "Risks of testosterone repla- cement therapy in ageing men", Expert Opin Drug Saf, 2004; 3: 599-606.

2) Huggins C., Hodges C.V. – "Studies on prostatic cancer, I: the effect of castration, of estrogen and of androgen injection on serum phosphatases in meta- static carcinoma of the prostate", Cancer Res, 1941; 1: 293-7.

3) Morgentaler A. – "Testosterone and prostate can- cer: an historical perspective on a modern myth", Euro- pean Urology, 2006; 50: 935-9.

4) Huggins C. – "Endocrine-induced regression of can- cers", Cancer Res 1967; 27: 1925-30.

5) National Cancer Institute – "Surveillance, epide- miology and end results program 1975-2002", Division of Cancer Control and Population Sciences, 2005.

6) Travision T.G., Araujo A.B. et al. – "A population- level decline in serum testosterone levels in American Men", J Clin Endocrinol Metab, 2006 Oct 24.

7) Raynaud J.P. – "Prostate cancer risk in testosterone- treated men", J Steroid Biochem Mol Biol, 2006; 102: 261-6.
8) Morgentaler A., Bruning C.O. 3rd et al. – "Occult prostate cancer in men with low serum testosterone le- vels", JAMA, 1996; 276: 1904-6.

9) San Francisco I.F., Regan M.M., et al. – "Low age adjusted free testosterone levels correlate with poorly differentiated prostate cancer", J Urol, 2006; 175: 1341-5.

10) Isom-Batz G., Bianco Jr F.J. et al. – "Testosterone as a predictor of pathological stage in clinically localized prostate cancer", J Urol, 2005; 173: 1935-7.

11) Marks L.S., Mazer N.A. et al. – "Effect of testoste- rone replacement therapy on prostate tissue in men
with late-onset hypogonadism- a randomized control- led trial", JAMA, 2006; 296: 2351-61.

12) Severi G., Morris H.A. et al. – "Circulating steroid hormones and the risk of prostate cancer", Cancer Epi- demiol Biomarkers Prev, 2006; 15: 86-91.

13) Van Haarst E.P., Newling D.W.W. et al. – "Meta- static prostatic carcinoma in a male-to-female trans- sexual", Brit Jour Urol, 1998; 81: 776.

14) Prehn R.T. – "On the prevention and therapy of pro- state cancer by androgen administration", Cancer Res, 1999; 59: 4161-4.

15) Algarte-Genin M., Cussenot O. et al. – "Prevention of prostate cancer by androgens: experimental para- dox or clinical reality", Eur Urol, 2004; 46: 285-95.

16) Kanayama G, Hudson JI, Pope HG., Jr Illicit anabolic-androgenic steroid use. Horm Behav. 2010;58:111–21. [PMC free article] [PubMed].

17) van Amsterdam J, Opperhuizen A, Hartgens F. Adverse health effects of anabolic-androgenic steroids. Regul Toxicol Pharmacol. 2010;57:117–23. [PubMed].

18) Tentori L, Graziani G. Doping with growth hormone / IGF-1, anabolic steroids or erythropoietin: is there a cancer risk? Pharmacol Res. 2007;55:359–69. [PubMed].