Terapia Intensiva

Ultima modifica 17.04.2020

Generalità

La terapia intensiva, o unità di terapia intensiva, è il reparto ospedaliero deputato al ricovero di individui in gravi condizioni di salute, che hanno bisogno di assistenza continua, per il mantenimento nella norma delle loro funzioni vitali.
Terapia IntensivaNello specifico, la terapia intensiva è indicata in caso di: ARDS, gravi traumi fisici (soprattutto cerebrali), insufficienza organica multipla e sepsi. Inoltre, è il luogo riservato a coloro che sono in coma o coma farmacologico.
L'organizzazione della terapia intensiva è molto particolare: ogni posto letto dev'essere dotato di una specifica strumentazione (respiratore per ventilazione meccanica, defibrillatore manuale ecc.); il personale medico deve possedere una preparazione ad hoc; la disponibilità di farmaci dev'essere ampia e soddisfare le esigenze di malati in condizioni assai differenti; infine, lo spazio fisico dev'essere tale da garantire interventi medici rapidi, in caso di emergenza.
La terapia intensiva comprende varie specialità, tra cui per esempio: la terapia intensiva neonatale, la terapia intensiva pediatrica, la terapia intensiva coronarica, la terapia intensiva neurologica e la terapia intensiva psichiatrica.

Cos'è la terapia intensiva?

La terapia intensiva, o unità di terapia intensiva, è il reparto ospedaliero riservato al ricovero di pazienti in gravi condizioni di salute, che necessitano di trattamenti, monitoraggio e supporto continui, allo scopo di mantenere nella norma le loro funzioni vitali.
Nel gergo comune, con terapia intensiva s'intende anche un metodo di cura estremo, attuato per trattare persone in pericolo di vita o comunque in condizioni critiche. Di fatto, questa seconda interpretazione del termine “terapia intensiva” non è poi tanto differente dalla definizione più precisa, data qualche riga sopra.

PERSONALE DELLA TERAPIA INTENSIVA

Per lavorare in terapia intensiva, è necessario essere in possesso di una preparazione specifica. Quindi, dottori e infermieri della terapia intensiva di un ospedale rappresentano un personale qualificato, sia nel monitoraggio sia nella cura di persone in gravi condizioni di salute.


Per poter svolgere attività in terapia intensiva, medici e infermieri devono frequentare e, chiaramente, portare a termine le cosiddette Scuole di Specializzazione in Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva o corsi post-laurea affini.

TERAPIA INTENSIVA E RIANIMAZIONE

Nella maggior parte dei Paesi Europei e nella cultura Nordamericana, i termini “terapia intensiva” e “rianimazione” sono equivalenti, nel senso che fanno riferimento allo stesso reparto ospedaliero.

STORIA

Le prime evidenze dell'utilità di creare un reparto ospedaliero per i malati più gravi risalgono al 1854 e sono collegate al nome di un'infermiera britannica di nome Florence Nightingale, che in quegli anni assistette i soldati del suo Paese in occasione della Guerra di Crimea.
Nightingale realizzò un'interessante indagine statistica, da cui risultò che separare i malati gravi dai malati meno gravi e dedicare loro cure prioritarie aveva portato a una riduzione della mortalità dal 40% al 2%.
Malgrado ciò, la nascita di quella che oggi è detta terapia intensiva risale a quasi un secolo dopo, per la precisione al 1950. In quest'anno, infatti, un anestesista austriaco di nome Peter Safar stabilì il concetto di “Supporto Avanzato della Vita”, basato sull'idea della necessità di ricorrere a cure intensive e continue, per mantenere in vita i pazienti sedati e ventilati.
Per quanto affermato, Safar è considerato il primo praticante della terapia intensiva intesa con l'accezione attuale.
Da Safar in poi, l'applicazione della terapia intensiva come reparto ospedaliero si diffuse in molti Paesi del Mondo: per esempio, nel 1953, era la volta della Danimarca, per opera di un certo Bjorn Aage Ibsen; nel 1955, era il turno degli Stati Uniti, su input del dottor William Mosenthal; e così via.

Indicazioni

La terapia intensiva è indicata, specificatamente, a persone vittime di:

  • ARDS, acronimo di una grave condizione di salute nota come Sindrome da Distress Respiratorio Acuto;
  • Gravi traumi fisici, soprattutto cerebrali;
  • Insufficienza organica multipla, nota anche come sindrome da disfunzione multiorgano. È una condizione morbosa che compromette la funzionalità di diversi organi dell'individuo interessato. Può derivare da un'infezione, un trauma grave ecc.;
  • Sepsi (o setticemia). È una complicanza potenzialmente letale di un'infezione batterica, che ha indotto un'esagerata risposta infiammatoria sistemica.
    In altre parole, la sepsi insorge per effetto di un'infezione batterica, che ha scatenato una risposta infiammatoria diffusa in tutto l'organismo e così potente da recare un grave danno a organi e tessuti.

Inoltre, la terapia intensiva è il luogo riservato alle persone in stato di coma, cioè quello stato di incoscienza conseguente a una grave condizione di salute, e alle persone in stato di coma farmacologico, ossia quello stato temporaneo di incoscienza indotto volontariamente dai medici, per salvaguardare la salute cerebrale del soggetto interessato.

Organizzazione ed equipaggiamento

Un classico reparto di terapia intensiva dispone, per ogni unità letto, di: un respiratore automatico per la ventilazione meccanica, un monitor multiparametrico per il monitoraggio continuo delle funzioni vitali (es: frequenza cardiaca, pressione arteriosa ecc.), un defibrillatore manuale, pompe infusionali, sonde naso-gastriche, cateteri e un impianto d'aspirazione/drenaggio. Inoltre, garantisce assistenza infermieristica specializzata pari a un'unità ogni due posti letto (N.B: negli altri reparti, è pari a un'unità ogni 4-5 posti letto) e la supervisione dei pazienti, da parte di un medico anestesista-rianimatore.
Per ovvi motivi, lo spazio fisico, ideato per la terapia intensiva, è adatto a interventi medici immediati e improvvisi.


Nota bene: le disposizioni ospedaliere del reparto di terapia intensiva variano da Paese a Paese, in base a ciò che ha stabilito la comunità medico-sanitaria nazionale.
Per esempio, nel Regno Unito, vige la regola di base secondo cui occorre un'infermiere ogni due pazienti; tuttavia, se le condizioni di un ricoverato sono davvero molto gravi, sussistono le circostanze per riservare al malato in questione un'infermiere personale.

FARMACI

Di norma, il reparto di terapia intensiva è in possesso di un'ampia varietà di farmaci: ciò permette al personale medico di affrontare un gran numero di circostanze/condizioni.
Nell'elenco dei medicinali presenti canonicamente in terapia intensiva, rientrano anche: i farmaci per indurre il coma farmacologico, sedativi di ogni genere, analgesici di ogni sorta e antibiotici.

Branche e specialità

La terapia intensiva moderna comprende numerose specialità, ognuna delle quali è deputata alla cura di una certa categoria di pazienti.
Tra le specialità della terapia intensiva moderna, rientrano:

  • La terapia intensiva neonatale. Si occupa di neonati prematuri o venuti al mondo con gravi patologie congenite, che non possono assolutamente lasciare l'ospedale e privarsi di adeguate cure mediche.
  • La terapia intensiva pediatrica. Si occupa di pazienti in età pediatrica, che rischiano la vita per colpa di: una grave forma di asma, una severa influenza, una forma di chetoacidosi diabetica, un grave trauma cerebrale ecc.
  • La terapia intensiva psichiatrica. Ha in cura, prevalentemente, pazienti con problematiche mentali, che tendono all'autolesionismo. In genere, è un reparto “sigillato”, da cui i ricoverati non hanno alcuna possibilità di fuga.
  • La terapia intensiva coronarica. Si prende cura di soggetti con gravi difetti cardiaci congeniti o di soggetti colpiti da condizioni cardiache acute e pericolose per la vita, come per esempio l'arresto cardiaco.
  • La terapia intensiva neurologica. Si occupa di individui vittime di aneurismi cerebrali, tumori cerebrali e ictus, e di coloro che si sono stati sottoposti da poco a interventi chirurgici all'encefalo o al midollo spinale.
    La terapia intensiva neurologica, inoltre, si prende cura anche delle persone che sono state morse da un serpente a sonagli.
  • La terapia intensiva traumatologica. Ha in cura le persone vittime di traumi che ne mettono a repentaglio la sopravvivenza. È una specialità della terapia intensiva presente solo in alcuni ospedali.
  • La terapia intensiva post-anestetica. Si occupa di soggetti che si sono sottoposti da poco a interventi di chirurgia maggiore, per i quali era prevista l'anestesia generale.
    Molto spesso, il ricovero in terapia intensiva post-anestetica è riservato alle persone di cui si sospetta una possibile reazione avversa alle pratiche sedative e anestetiche.
  • La terapia intensiva post-trapianto. Ha in cura coloro che hanno appena subìto un trapianto d'organo.

Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza