Ultima modifica 25.02.2020

La temperatura rettale umana si aggira normalmente intorno ai 37-37,5°C e tende ad aumentare in relazione alla profondità alla quale viene misurata. E' pertanto consigliabile rilevare la temperatura rettale ad una profondità standard (di circa 5 cm nell'adulto), specialmente in caso di prove ripetute.

Una volta inserito, il termometro va mantenuto in sede per almeno due o tre minuti. Prima di procedere con la misurazione, comunque, è buona regola che il soggetto sia mantenuto in condizioni di riposo per almeno una mezzoretta.

Tra tutte, la temperatura rettale è quella meglio rappresentativa della temperatura centrale o basale, mentre i valori rilevati in sede orale ed ascellare risultano rispettivamente inferiori di circa 0,5/1°C. La temperatura rettale è infatti meno suscettibile alle variazioni dovute a fattori esterni (come la temperatura ambientale), pur essendo comunque soggetta alle tipiche fluttuazioni circadiane (superiore nel tardo pomeriggio), all'attività muscolare, allo stress emotivo e alla fase del ciclo mestruale (aumenta di mezzo grado nel periodo compreso tra l'ovulazione e l'inizio delle mestruazioni).

Per rapportare la temperatura rettale a quella ascellare bisogna sottrarre 5-10 lineette (mezzo grado/un grado) e viceversa. In pratica, quindi, un valore di 38°C a livello rettale corrisponde a circa 37-37,5°C di temperatura ascellare.

Temperatura rettale

Tecniche di misurazione della temperatura rettale

 

Come misurare la temperatura rettale nel bambino

  • Pulire il termometro con acqua e sapone, quindi strofinarlo con una salvietta imbevuta di alcol o disinfettante e risciacquarlo.
  • Il termometro (di quelli piccoli per bambini), andrà tenuto saldamente tra indice e medio. Nel caso si utilizzi un vecchio modello a mercurio (sconsigliabile), andrà scosso con energia fino a quando la colonnina non sarà scesa sotto i 34° C.
    Se utilizzate il termometro digitale, questo dovrà essere acceso prima di usarlo.
  • Stendere il bambino supino (a pancia in su) in un piano rigido (fasciatoio o letto). Con la mano sinistra afferrare le caviglie del piccolo ed alzarne le gambe, come mostrato nella prima figura sulla sinistra.
  • Con la mano destra immergere il bulbo del termometro nell'olio o nella vaselina, quindi introdurre delicatamente nel retto del bambino solo il bulbo (non più di un 1,5 / 2 cm).
  • Stringere i glutei del bambino tenendoli ben fermi e aspettare due o tre minuti.
  • Trascorso il tempo necessario, leggere sul termometro il valore della temperatura rettale misurata.

Tra tutte le possibili sedi di rilevazione, la misura della temperatura rettale - in virtù del maggior grado di aderenza alla temperatura basale - è la più attendibile, specie nei lattanti e nei bambini piccoli. La misurazione della temperatura al di sotto dell'ascella dà risultati più attendibili a partire dall'età di quattro o cinque anni. Nel bambino, inoltre, è fortemente consigliato l'utilizzo di termometri digitali in sostituzione dei modelli più vecchi in vetro, contenenti mercurio e come tali piuttosto pericolosi in caso di rottura accidentale.

La misurazione della temperatura rettale va eseguita con il bambino sdraiato su un fianco e con le cosce flesse ad angolo retto (figura centrale), anche se sono possibili altre posizioni. Il termometro va inserito nell'ano con delicatezza, evitando la manovra in presenza di sanguinamenti o di altre controindicazioni segnalate dal pediatra. Il termometro dev'essere preventivamente lavato sotto acqua corrente tiepida con un po' di sapone, quindi strofinato con una garza imbevuta di alcol o disinfettante e nuovamente risciacquato; la medesima operazione andrà ripetuta al termine della misura. Prima dell'inserimento, il bulbo andrebbe cosparso di un apposito lubrificante acquistabile in farmacia (vaselina). La manovra andrà eseguita con particolare delicatezza, facendolo penetrare per non più di un paio di centimetri e senza mai forzare la manovra nel caso si incontrasse resistenza.

Per quanto riguarda la corretta interpretazione della temperatura rettale nel bambino, è bene fare affidamento a quanto riferito dal pediatra. In genere, comunque:

può essere considerato febbrile un valore di temperatura rettale superiore a 38°C.

Quando contattare il pediatra

Osservare preventivamente le seguenti caratteristiche: - il bambino è pallido?- è vivace? ha appetito o non ha voglia di mangiare? ha voglia di giocare? piange continuamente? è molto più calmo del solito? Respira a fatica? Ha il naso chiuso, tosse, dolore alle orecchie e/o difficoltà a muovere la testa? E' presente vomito o diarrea? Qual è la sua temperatura rettale?


Segnali di allarme: il bambino è è molto irritabile, piange continuamente ed è difficilmente consolabile; è molto sonnolento e si fa fatica a svegliarlo; muove la testa ed il collo con difficoltà; scuote violentemente le braccia o le gambe, rimanendo rigido o abbandonato (convulsioni); ha macchie rosse o scure sulla pelle; ha più di 50 respiri al minuto (tra i 3 ed i 12 mesi di vita) o più di 40 respiri al minuto (dopo i 13 mesi di vita); ha un forte dolore alla pancia.

Nei primi tre mesi di vita, temperature anche di poco superiori alla norma meritano un'attenta valutazione medica, poiché potrebbero essere associate ad una severa infezione. Dai tre mesi ai tre anni di vita andrebbero sottoposti all'attenzione del pediatra tutti i casi di temperatura rettale superiore ai 39°C. In questi casi, il livello di temperatura (cioè una febbre più o meno alta) non è comunque sufficiente per far capire l'entità del problema. Di per sè, infatti, la febbre non è una malattia, ma una reazione del corpo all'attacco di batteri o virus. Per questo motivo è necessario prima di tutto osservare il bambino e rendersi conto di come sta; oltre alla temperatura rettale, andranno quindi valutate caratteristiche come l'aspetto, l'agitazione, lo stato sofferente, il tipo di riposo che riesce ad avere e la presenza di difficoltà respiratorie. Questi segni aiuteranno il pediatra ad interpretare al meglio la condizione e decidere di programmare la visita al momento più opportuno.