Ultima modifica 19.07.2019

La tachicardia ventricolare è un'aritmia cardiaca caratterizzata da un aumento della frequenza cardiaca ventricolare.


I ventricoli si contraggono troppo rapidamente ed in modo disorganizzato rispetto agli atri → non riescono a riempirsi adeguatamente → si riduce la quantità di sangue pompata in circolo ad ogni battito → la pressiome arteriosa diminuisce → si riduce anche la quota di sangue che ossigena e nutre il cuore (circolo coronarico) → l'efficacia contrattile del cuore si riduce ulteriormente → degenerazione in fibrillazione ventricolare → morte.

Questa evoluzione infausta è più probabile in caso di frequenza ventricolare molto elevata e in caso di compromissioni cardiache di base in pazienti cardiopatici.


La tachicardia ventricolare è una delle aritmie più riscontrate nei pazienti affetti da disturbi di cuore. Sebbene possa manifestarsi anche in soggetti del tutto sani, rappresenta un'aritmia da trattare con attenzione: può infatti degenerare in fibrillazione ventricolare, il cui esito è spesso fatale.

La miglior prevenzione è adottare uno stile di vita sano.

Cos'è la tachicardia ventricolare

Tachicardia VentricolareLa tachicardia ventricolare determina un aumento anomalo della frequenza cardiaca. Il ventricolo, infatti, batte più velocemente, pertanto il numero dei battiti, o contrazioni, passa dai normali 60-100 al minuto a 150-200 al minuto.
La tachicardia ventricolare è una delle aritmie più comuni e più pericolose. Di solito, all'origine c'è un serio disturbo di cuore, ma può insorgere anche in individui sani.

Patogenesi

La tachicardia ventricolare insorge quando il normale impulso di contrazione cardiaca subisce una modificazione.
L'impulso normale nasce nel nodo seno atriale, ma può capitare che insorgano degli impulsi extra (extrasistoli) in punti diversi dal nodo seno atriale (aritmie ectopiche). Questo evento altera il normale battito cardiaco.

Durante la tachicardia ventricolare, si verificano 3 o più extrasistoli ventricolari in successione, che velocizzano la frequenza cardiaca e che originano distalmente dal fascio di His.

Conseguenze

La contrazione regolare del ventricolo è responsabile della gittata cardiaca. Per gittata cardiaca si intende l'azione di pompaggio del sangue in circolo, verso i polmoni e i tessuti del corpo umano.
Un ritmo di contrazione ventricolare alterato determina una gittata cardiaca insufficiente. Pertanto, il sangue ossigenato non irrora più a dovere i tessuti e gli organi del corpo, incluso il cuore, che perde ulteriormente efficacia contrattile. Se tale deficit è severo il paziente va incontro a morte.

Epidemiologia

I dati relativi all'incidenza dicono che:

  • La tachicardia ventricolare è legata all'età: si verifica più di frequente in individui di mezza età ed età avanzata.
  • Il 2-4% degli ultrasessantenni, senza disturbi cardiaci, manifesta episodi di tachicardia ventricolare.
  • Il 4-16% degli ultrasessantenni, con una cardiopatia, manifesta episodi di tachicardia ventricolare.

Inoltre, le manifestazioni di tachicardia ventricolare:

  • Sono più frequenti nei mesi invernali.
  • Hanno un andamento circadiano: il picco d'incidenza si osserva nelle ore mattutine.

Classificazione

Può basarsi su diversi parametri, riassunti in questa tabella:


Criterio Forma di tachicardia Forma di tachicardia
Durata Non sostenuta: si esaurisce in meno di 30 secondi Sostenuta: dura più di 30 secondi
Modalità d'insorgenza Parossistica: insorgenza improvvisa, sporadica, brusca e non prevedibile. La tachicardia può esaurirsi da sola. Non parossistica: insorgenza più graduale. La tachicardia è, di solito, permanente e legata a disturbi di cuore
Tracciato elettrocardiografico Monomorfa. I battiti, seppur accelerati, sono identici fra loro. Regolarità del ritmo Polimorfa. I battiti sono accelerati e diversi l'uno dall'altro. Irregolarità del ritmo

Cause di tachicardia ventricolare

Le cause principali di tachicardia ventricolare sono le cardiopatie.
Seguono cause legate a squilibri elettrolitici, che alterano l'attività elettrica del cuore.
Infine, esiste una serie di fattori di rischio che predispone l'individuo ad episodi di tachicardia.

Cardiopatie

I soggetti più colpiti dalla tachicardia ventricolare sono i malati di cuore. Le cardiopatie osservate in questi pazienti sono:

Le coronaropatie determinano ischemia (cardiopatia ischemica) e sono la causa più comune di tachicardia ventricolare.
Le valvulopatie più comuni sono quelle che coinvolgono la valvola mitrale (vedi Insufficienza Mitralica).
Le cardiomiopatie sono di natura reumatica: in altre parole, traggono origine da un'infiammazione di tipo batterico. Si parla, in questi casi, di miocarditi.

Una piccola percentuale di casi di tachicardia ventricolare è dovuta anche a cardiopatie di tipo congenito (cioè presenti fin dalla nascita). Le più note sono:

Meno frequenti, invece:

Squilibri ionici/elettrolitici

L'impulso di contrazione del miocardio è un segnale elettrico. Esso, infatti, muove gli ioni, dotati di una carica positiva e negativa, presenti all'interno delle cellule del cuore. Il movimento di questi ioni è simile al movimento delle cariche in un circuito elettrico e si traduce nella contrazione del muscolo del cuore.
I principali ioni, dotati di carica, sono: potassio, magnesio, calcio e sodio. Tra di essi c'è un fine equilibrio, che deve essere mantenuto tale, per il corretto funzionamento della cellula muscolare e non solo. Può capitare che questo equilibrio venga alterato. Di conseguenza, si modifica anche l'impulso di contrazione e si ha tachicardia ventricolare. I principali squilibri ionici/elettrolitici sono:

Altri fattori di rischio

Esistono fattori di rischio che favoriscono l'insorgenza di episodi di tachicardia anche in soggetti sani. Si tratta di circostanze particolari, come per esempio un forte trauma al torace o l'assunzione di determinati farmaci. Un riassunto dei principali fattori di rischio è il seguente:

Sintomi e complicazioni

I sintomi tipici di tachicardia ventricolare sono:

La maggior parte dei pazienti presenta questa sintomatologia in associazione con una cardiopatia ischemica o che compromette il flusso di sangue (per esempio, una valvulopatia).

Segni

Il medico può riscontrare i seguenti segni clinici:

La loro comparsa dipende dall'entità del disturbo cardiaco: più è grave, più è facile che essi si manifestino.

Complicazioni

La tachicardia ventricolare può degenerare in fibrillazione ventricolare. Ciò si verifica soprattutto in persone malate di cuore, mentre sono rarissimi i casi in persone sane colpite da tachicardia ventricolare parossistica.
La fibrillazione ventricolare, di solito, ha un decorso fatale. Essa determina la morte del paziente:

Diagnosi

Si possono effettuare diverse indagini, ognuna delle quali presenta un vantaggio specifico. Esse sono:

ECG

È il test d'elezione. Misura l'attività elettrica del cuore e permette di individuare la forma di tachicardia ventricolare che affligge un paziente. È possibile anche monitorare l'attività cardiaca nell'arco delle 24 ore; in questo caso, si ricorre all'ECG dinamico secondo Holter. È un'indagine utile quando la forma di tachicardia ventricolare è parossistica, cioè a insorgenza sporadica ed imprevedibile.

Ecocardiografia

Si tratta di un test non invasivo. Fa uso di ultrasuoni per valutare la salute delle strutture principali del cuore: atri, ventricoli e valvole. È utile quando si sospetta una valvulopatia.

Radiografia del torace

Fornisce informazioni sul rapporto tra cuore e polmoni. All'origine di una tachicardia ventricolare può esserci una trombosi polmonare. Si tratta di un test invasivo, perché fa uso di radiazioni ionizzanti.

Angiografia coronarica

È un esame invasivo. Si rende necessario quando all'origine della tachicardia ventricolare c'è una cardiopatia ischemica. Misura la posizione e il grado di occlusione delle arterie coronarie, per pianificare un possibile intervento chirurgico. Si tratta di un test delicato, in quanto si corre il rischio di ledere i vasi coronarici attraversati dal catetere.

Esami del sangue

Forniscono informazioni diverse su:

  • Concentrazioni degli ioni/elettroliti:
  • Concentrazione di alcuni farmaci assunti dal paziente.
  • Concentrazione di alcuni marker cardiaci.

Terapia

Una premessa: quando all'origine della tachicardia ventricolare c'è una cardiopatia, l'obiettivo del trattamento è duplice:

  • Risolvere il disturbo cardiaco di base. Obiettivo primario.
  • Risolvere il disturbo aritmico. Obiettivo secondario.

Ciò si spiega in quanto il secondo problema è conseguenza del primo.

Pazienti "sani" con tachicardia sporadica

In chi non è affetto da cardiopatie, la tachicardia ventricolare può risolversi in modo spontaneo. Quindi, si può evitare la somministrazione di farmaci. Si consiglia, in ogni caso, di rivolgersi ad un medico e di sottoporsi ad indagini approfondite.

Pazienti "sani" con tachicardia sostenuta o persistente

Se il paziente manifesta numerosi episodi di tipo sostenuto, per bloccare l'attacco di tachicardia, si può far uso di:

La cardioversione farmacologica è il ripristino del normale ritmo cardiaco mediante assunzione di farmaci:

La cardioversione elettrica consiste in:

  • Scarica elettrica per resettare e ripristinare il normale ritmo sinusale. Si fa uso di un'apparecchiatura dotata di due piastre applicate sul torace del paziente. È una tecnica nota anche col nome di defibrillazione. Oggi, esistono defibrillatori semiautomatici e automatici, in grado di valutare il grado di tachicardia ventricolare e impartire la giusta scarica elettrica. L'altro grande vantaggio è che possono essere usati da personale non medico.

Pazienti cardiopatici o con altre patologie

La terapia farmacologica è la medesima descritta in precedenza. Quindi:

  • Antiaritmici
  • Beta-bloccanti.

A questi si aggiungono:

Oltre alla cardioversione elettrica, è possibile intervenire chirurgicamente con:

  • Ablazione a radiofrequenza transcatetere. Tramite un catetere condotto fino al cuore, si infonde una scarica a radiofrequenza nel punto del ventricolo che genera l'aritmia. La zona colpita viene distrutta e questo dovrebbe ripristinare il normale ritmo cardiaco. È un tecnica invasiva.
  • Defibrillatore impiantabile (ICD). Si tratta di un normale defibrillatore, che viene, però, impiantato sotto la cute, nella parte sinistra del torace. È collegato al cuore tramite degli elettrodi, i quali emettono una scarica elettrica nel momento in cui avvertono un innalzamento anomalo della frequenza cardiaca. Hanno una durata di 7-8 anni, dopodiché vanno sostituiti. Un possibile problema può essere dovuto al malfunzionamento dell'apparecchio, che può emettere scariche elettriche non richieste.

La terapia da adottare va scelta, ovviamente, caso per caso, senza dimenticare che il primo intervento terapeutico deve risolvere l'eventuale problema patologico che genera la tachicardia ventricolare. Di seguito, una tabella che riassume la possibile terapia.


Terapia Tachicardia ventricolare sostenuta/permanente in pazienti "sani" Tachicardia ventricolare in pazienti cardiopatici o con altre patologie gravi
Farmaci Antiaritimici:
  • Amiodarone
  • Lidocaina
  • Procainamide
Beta-Bloccanti
Antiaritimici:
  • Amiodarone
  • Lidocaina
  • Procainamide
Beta-Bloccanti.
Anticoagulanti.
Cardioversione elettrica
Defibrillatore impiantabile (ICD) No
Ablazione a radiofrequenza transcatetere No

Prevenzione

Adottare uno stile di vita sano è la miglior prevenzione. Quindi:

Il tabacco e l'alcol sono responsabili, non solo di episodi sporadici di tachicardia, ma anche di alterazioni croniche del ritmo cardiaco. Essi, infatti, sono tra i più comuni fattori di rischio nello sviluppo di cardiopatie.

Modificare le proprie abitudini a tavola è un altro passo preventivo fondamentale. Si consiglia di ridurre i grassi, la carne rossa e aumentare il consumo di frutta e verdura.

Adottare abitudini sane allontana la possibilità che una tachicardia ventricolare degeneri in una fibrillazione ventricolare. Quest'ultima ha esito, quasi sempre, fatale.

Popolazione a rischio

Sono a rischio coloro che:


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza