Ultima modifica 25.02.2020

Generalità

La tachicardia sinusale è un'aritmia caratterizzata dall'aumento di frequenza e velocità del ritmo sinusale, cioè il battito imposto al cuore dal nodo seno atriale. La tachicardia sinusale è la forma di tachicardia più frequente e spesso NON rappresenta un episodio allarmante. Infatti, simili manifestazioni aritmiche possono essere la normale conseguenza di esercizi fisici o di una forte emozione, eventi fisiologici al termine dei quali il ritmo cardiaco torna alla normalità. Pertanto, non sono necessari trattamenti specifici. Episodi di tachicardia sinusale sono comuni in caso di febbre, ma spariscono quando la temperatura corporea rientra nella norma. Ben diverso è il caso delle tachicardie sinusali dovute a patologie stabili e gravi, come una malattia di cuore o l'anemia.

Tachicardia Sinusale

Aritmie, cosa sono?

Prima di procedere con la descrizione della tachicardia sinusale, è opportuno ripassare brevemente cosa sono le aritmie cardiache.
Le aritmie cardiache sono alterazioni del normale ritmo di battito del cuore, detto anche ritmo sinusale in quanto originato dal nodo seno atriale. Il nodo seno atriale emette gli impulsi per la contrazione del cuore ed è considerato il centro segnapassi dominante, in quanto responsabile della normalità del battito cardiaco.

Il ritmo cardiaco è espresso in battiti per minuto ed è considerato normale se si stabilizza in un intervallo di valori compresi tra 60 e 100 battiti per minuto. Le alterazioni possibili sono tre ed è sufficiente che se ne presenti una soltanto perché insorga un'aritmia. Esse sono:

  1. Modificazioni della frequenza e della regolarità del ritmo sinusale. Il battito cardiaco può diventare più veloce (oltre 100 battiti per minuto → tachicardia) o più lento (meno di 60 battiti per minuto → bradicardia).
  2. La variazione della sede del centro segnapassi dominante, cioè il punto d'origine dell'impulso primario che determina la contrazione muscolare cardiaca. I centri segnapassi sono più d'uno nel cuore, ma il nodo seno atriale è quello principale e gli altri dovrebbero servire soltanto per la propagazione degli impulsi di contrazione da esso generati.
  3. Disturbi della propagazione (o conduzione) dell'impulso.

I meccanismi fisiopatologici* che stanno alla base di queste tre alterazioni, permettono di distinguere le aritmie in due grandi gruppi:

  1. Aritmie dovute prevalentemente ad una modificazione dell'automaticità. Rientrano in questo gruppo le aritmie con:
    • Modificazioni della frequenza e della regolarità del ritmo sinusale.
    • Variazione della sede del centro segnapassi dominante.
  2. Aritmie dovute prevalentemente ad una modificazione della conduzione (o propagazione) dell'impulso. Rientrano in questo gruppo le aritmie con:
    • Disturbi della propagazione dell'impulso.

L'automaticità, assieme alla ritmicità, sono due proprietà uniche di alcune cellule muscolari che compongono il miocardio (il muscolo del cuore).

  1. Automaticità: è la capacità di formare impulsi di contrazione muscolare in modo spontaneo e involontario, cioè senza un input proveniente dal cervello.
  2. Ritmicità: è la capacità di trasmettere ordinatamente gli impulsi di contrazione.

* la fisiopatologia è lo studio delle funzioni mutate, a causa di una condizione patologica, di un tessuto, di un organo o, in generale, di un organismo

 

La classificazione su base fisiopatologica non è la sola. Si può considerare anche la sede d'origine del disturbo e distinguere le aritmie in:

  1. Aritmie sinusali. Il disturbo riguarda l'impulso proveniente dal nodo seno atriale. In genere, le alterazioni di frequenza sono graduali. E' il caso, ad esempio, della tachicardia sinusale.
  2. Aritmie ectopiche. Il disturbo riguarda un segnapassi diverso dal nodo seno atriale; è il caso, ad esempio, della tachicardia parossistica. In genere, insorgono in modo brusco.
    Le zone interessate suddividono le aritmie ectopiche in:
    • Sopraventricolari. Il disturbo riguarda la zona atriale.
    • Atrioventricolari, o nodali. La zona interessata riguarda il nodo atrio ventricolare.
    • Ventricolari. Il disturbo è dislocato nella zona ventricolare.

Cos'è la tachicardia sinusale

La tachicardia sinusale (dal greco ταχύς, velocità, e καρδία, cuore) è un'aritmia caratterizzata da un aumento della frequenza e della velocità del normale ritmo cardiaco (alterazione n.1). Il termine sinusale indica il nodo seno atriale come la sede d'origine del disturbo aritmico.
Cuore - Impulsi ElettriciAl presentarsi di una tachicardia sinusale, la frequenza cardiaca può raggiungere anche i 180 battiti per minuto, superando, di conseguenza, il valore soglia massimo, relativo alla normalità, di 100 bpm. L'inizio e la cessazione dell'evento tachicardico sono graduali.

La tachicardia sinusale è la forma aritmica più frequente e, di solito, non si tratta di un episodio allarmante. Infatti, è osservata comunemente nell'infanzia, nell'adolescenza e in risposta a situazioni transitorie che prevedono una maggiore richiesta di ossigeno da parte dei tessuti, come per esempio l'esercizio fisico, le emozioni, la gravidanza e anche la febbre. Per soddisfare le maggiori richieste d'ossigeno, serve una portata cardiaca (flusso di sangue) superiore. Per elevare la portata cardiaca, l'organismo aumenta la frequenza del battito cardiaco, generando appunto tachicardia.
Quindi, uno schema sintetico di quanto avviene durante una tachicardia sinusale è:

  1. Maggiore richiesta d'ossigeno →
  2. Aumento della frequenza cardiaca (tachicardia) →
  3. Aumento della portata cardiaca →
  4. Maggiore quantità di sangue ossigenato verso i tessuti

Cause di tachicardia sinusale

Le cause, o fattori, di tachicardia sinusale sono diverse. Esse si distinguono in base a gravità e transitorietà delle condizioni che richiedono più ossigeno.
Le circostanze transitorie NON gravi, capaci di causare una tachicardia sinusale, si distinguono in stimoli fisiologici e stimoli fisiopatologici.

Stimoli fisiologici

  1. Esercizio fisico.
  2. Emozione.
  3. Gravidanza.
  4. Ansia.

Stimoli fisiopatologici

  1. Febbre.
  2. Ipertiroidismo.
  3. Feocromocitoma.

Una tachicardia sinusale può imputarsi anche a condizioni patologiche NON transitorie, ben più gravi di una semplice febbre, quali:

  1. Anemia.
  2. Ipotensione arteriosa.
  3. Shock.
  4. Embolia polmonare.
  5. Ischemia miocardica.
  6. Insufficienza cardiaca.

Sono circostanze patologiche diverse tra loro, ma alla base delle quali ci sono due sintomi comuni:

  1. Diminuzione dell'ossigenazione dei tessuti.
  2. Diminuzione della portata cardiaca.

Per compensare queste diminuzioni, il cuore risponde aumentando la frequenza cardiaca, generando, di conseguenza, episodi di tachicardia. Il meccanismo ricorda quello indotto dagli stimoli fisiologici (esercizio fisico) e fisiopatologici (febbre), ma c'è una differenza sostanziale: la transitorietà delle condizioni in cui versa il paziente. Nel caso della febbre, infatti, la tachicardia scompare spontaneamente all'esaurirsi della febbre stessa. Pertanto, non è richiesto alcun trattamento antiaritmico. Lo stesso dicasi per un'emozione e per un esercizio fisico: al termine di questi, il battito riprende il normale ritmo sinusale. Un'ischemia miocardica, invece, è una circostanza patologica ben più grave e stabile, tanto che le complicanze che essa determina richiedono interventi farmacologici e chirurgici di una certa importanza. Solo a terapia avvenuta con successo, si risolve il problema della tachicardia sinusale.

Infine, episodi di tachicardia sinusale possono insorgere anche a riposo, in assenza di una richiesta d'ossigeno superiore. Gli agenti responsabili sono:

  1. Farmaci (per esempio atropina e catecolamine).
  2. Alcol.
  3. Nicotina.
  4. Caffeina.

Sintomi

I sintomi tipici, che caratterizzano la tachicardia sinusale, dipendono dalla loro associazione o meno con le altre patologie descritte nel capitolo precedente. In altre parole, la sintomatologia è tanto più critica ed articolata nelle sue manifestazioni, quanto più sono preoccupanti e avanzati gli stati patologici in cui versa un individuo affetto da tachicardia. Un elenco dei sintomi principali, dal meno grave (ma sempre presente) al più grave, è il seguente:

  1. Cardiopalmo (o palpitazione). È la conseguenza naturale dell'aumentata frequenza cardiaca. Si osserva in tutti i soggetti colpiti da tachicardia sinusale, sia sani che cardiopatici.
  2. Ansia. È legata al cardiopalmo.
  3. Dispnea (o fiato corto). È la respirazione difficoltosa. Il meccanismo d'insorgenza è dimostrazione del legame tra sistema respiratorio e sistema circolatorio. Infatti, la maggiore richiesta d'ossigeno da parte dei tessuti, sia in condizioni transitorie che in quelle gravi e stabili, obbliga l'individuo ad aumentare il numero degli atti respiratori per elevare la portata cardiaca. Tuttavia, specialmente in circostanze patologiche gravi, questa risposta non compensa la domanda d'ossigeno, traducendosi nella sensazione di fiato corto e di respiro affannoso.
  4. Dolore al petto, sotto lo sterno. È associato a cardiopatie.

Diagnosi

Una diagnosi accurata richiede una visita cardiologica. Gli esami tradizionali, validi per la valutazione di qualsiasi episodio aritmico/tachicardico, sono:

  1. Misurazione del polso.
  2. Elettrocardiogramma (ECG).
  3. Elettrocardiogramma dinamico secondo Holter.

Misurazione del polso. Il medico può trarre delle informazioni fondamentali dalla valutazione di:

  1. Polso arterioso. Informa sulla frequenza e regolarità del ritmo cardiaco.
  2. Polso venoso giugulare. La sua valutazione riflette l'attività atriale. È utile, in generale, per capire il tipo di tachicardia presente.

Elettrocardiogramma (ECG). È l'esame strumentale indicato per valutare l'andamento dell'attività elettrica del cuore. In base ai tracciati che risultano, il medico può stimare l'entità e la gravità della tachicardia sinusale.

Elettrocardiogramma dinamico secondo Holter. Si tratta di un normale ECG, con la differenza, assai vantaggiosa, che il monitoraggio si protrae per 24-48 ore, senza impedire al paziente di svolgere le normali attività di vita quotidiana. È utile qualora gli episodi tachicardici siano sporadici e non prevedibili.

Terapia

L'approccio terapeutico si basa sulle cause che determinano la tachicardia sinusale. Infatti, qualora essa sia dovuta a particolari disturbi cardiaci, o ad altre patologie, la terapia da adottare è sia farmacologica che chirurgica. I farmaci antitachicardici più indicati sono:

  1. Antiaritmici. Servono a normalizzare il ritmo cardiaco. Per esempio:
    1. Chinidina
    2. Procainamide
    3. Disopiramide
  2. Beta-bloccanti. Servono a rallentare la frequenza del battito cardiaco. Per esempio:
    1. Metoprololo
    2. Timololo
  3. Calcio-antagonisti. Servono a rallentare la frequenza del battito cardiaco. Per esempio:
    1. Diltiazem
    2. Verapamil

La via di somministrazione è sia orale che parenterale.
L'intervento di tipo chirurgico dipende dalla particolare cardiopatia legata all'episodio tachicardico.
È opportuno precisare che, in queste circostanze, la tachicardia è un sintomo del disturbo cardiaco; pertanto, la chirurgia mira a curare, prima di tutto, la cardiopatia e, come conseguenza, anche il disturbo aritmico associato. Infatti, se si attuasse la sola cura farmacologica antitachicardica, questa non sarebbe sufficiente a risolvere il problema.
Se, invece, la tachicardia sinusale insorge in soggetti sani, senza disturbi di cuore, e si manifesta come un episodio sporadico dopo una corsa, o una forte emozione, non sono richiesti particolari accorgimenti terapeutici. Tale aritmia, infatti, si esaurisce da sola e la sua insorgenza graduale, non brusca, desta meno preoccupazioni rispetto ad una tachicardia parossistica, ad esempio, a comparsa repentina e improvvisa. Talvolta, se la causa di tachicardia sinusale dipende da un'eccessiva assunzione di caffeina, una correzione delle dosi assunte può bastare a risolvere il disturbo.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza