Stagione delle Allergie: Quanto Dura e Perché è più Lunga Quest'anno
Introduzione
Gli esperti allergologi hanno rilevato che la stagione delle allergie sta diventando sempre più forte e più lunga. Uno dei responsabili sembra essere il cambiamento climatico e il conseguente incremento dei pollini nell'aria che viene registrato. I soggetti allergici, da oltre un anno avvantaggiati dalla scarsa esposizione all'aperto e dall'uso delle mascherine di protezione, dovranno quindi adottare precauzioni per un tempo prolungato, o almeno sino a quando le temperature tenderanno a diminuire.
Esistono, inoltre, anche le allergie invernali.
Cos'è la pollinosi?
La pollinosi è un'allergopatia a ricorrenza stagionale. Le reazioni allergiche vengono provocate dai pollini. I granuli pollinici si depositano sulle mucose delle vie respiratorie, e il sistema immunitario interviene con la liberazione e la produzione di mediatori chimici pro-infiammatori. Il risultato è la comparsa dei sintomi come rinite, congiuntivite, tosse, asma bronchiale ecc.
Cause: cambiamento climatico
Uno studio recente ha evidenziato che la stagione dei pollini si è allungata di circa tre settimane all'anno. Questa è la costante rilevata dal 1990 al 2018. Non è solo la durata a mutare, ma anche le caratteristiche del polline che appare come più concentrato e quindi più allergenico.
Il cambiamento climatico è considerato il motore dominante dei cambiamenti nella durata della stagione dei pollini e motivo rilevante dell'aumento delle concentrazioni di polline. I ricercatori hanno dimostrato quanto il cambiamento climatico causato dall'uomo abbia sensibilmente peggiorato le stagioni dei pollini impattando sulla salute respiratoria dei soggetti allergici anche nei prossimi decenni. Il cambiamento climatico potrebbe anche introdurre nuove specie di polline a livello regionale, poiché le piante si adattano alle temperature più elevate.
Clima e Covid-19
Esiste una correlazione tra cambiamento climatico, allergie e Covid-19? I ricercatori hanno dimostrato che l'aumento dei cambiamenti causati dal clima nella stagione dei pollini potrebbe essere stato compensato in qualche modo nell'ultimo anno a causa della pandemia Covid-19, che ha portato le persone a trascorrere più tempo al chiuso, indossare mascherine all'aperto e a lavarsi le mani più frequentemente. Ciò ha contribuito a limitare il contatto con gli allergeni presenti nell'aria. Per gli allergeni così come i patogeni, l'esposizione è cruciale.
Precauzioni generali
Alcuni precauzioni e accorgimenti da adottare possono limitare la sintomatologia allergica. Tra questi, è necessario imparare a riconoscere quali sono i pollini ai quali si è allergici e controllare il conteggio giornaliero dei pollini. La valutazione della componente pollinica responsabile dispersa nell'aria si rende concreta con i calendari delle fioriture (o bollettino pollinico), che possono fornire al paziente un importante supporto per la gestione clinica dell'allergia.
Non tutte le ore del giorno e le condizioni climatiche sono adatte. I giorni ventosi e con clima secco presentano un'alta concentrazione di pollini, ed è quindi sconsigliato ai soggetti allergici di programmare un'escursione o passeggiare al parco. Tra le 10 e le 16, periodo di maggior concentrazione di pollini, tenere chiuse le finestre e i finestrini dell'auto ed evitare attività all'aperto o passeggiate in campagna. Durante il giorno, all'aperto, è utile indossare un paio di occhiali scuri: la luce del sole aumenta il fastidio associato ai sintomi oculari. È importante evitare di consumare alcolici: le bevande alcoliche, infatti, sono in grado di stimolare la produzione di muco e dilatano i vasi, peggiorando così la secrezione e la congestione nasale. Anche il fumo è vivamente sconsigliato, in quanto causa di irritazioni delle mucose di naso e occhi.
Continuare a indossare una mascherina all'aperto, nonostante il distanziamento o anche da soli, durante la stagione dei pollini può limitare l'esposizione. Gli esperti in allergologia consigliano, poi, di iniziare la terapia farmacologica prescitta dallo specialista 2 o 3 settimane prima che i sintomi inizino a manifestarsi nel pieno della stagione primaverile ed autunnale.
Allergie stagionali: tre rimedi naturali
Tra i rimedi naturali e fitoterapici che possono cadiuvare la terapia farmacologica prescitta dallo specialista, e attenuare le manifestazioni sintomatiche dell'allergia ai pollini, si possono assumere:
- Perilla (Perilla frutescens). Proprietà del fitocomplesso: è antiallergico ed immunomodulatore. La sua capacità di attenuare sensibilmente i disturbi allergici di varia natura (come ad esempio: asma, riniti, orticarie, dermatiti ed eczemi ecc.) è stata confermata scientificamente.
- Ribes nero (Ribes nigrum). Proprietà del fitocomplesso: è un antinfiammatorio naturale con effetto del tutto simile al cortisone, ma senza lo stesso profilo di tossicità. Ha proprietà di tipo antistaminico ed analgesico. Svolge un'azione specifica antiallergica: è indicato contro il raffreddore da fieno, le congiuntiviti e la bronchite di tipo allergico.
- Rosa canina (Rosa Canina) Proprietà del fitocomplesso: antinfiammatorio e antiossidante. È un rimedio particolarmente valido nella prevenzione delle allergopatie respiratorie. Inoltre, i frutti della Rosa Canina sono una fonte di Vitamina C concentrata, in grado di contribuire al rafforzamento delle difese naturali dell'organismo.