Sindromi Parainfluenzali - Parainfluenza
Ultima modifica 13.12.2023
INDICE
  1. Generalità
  2. Cosa sono
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento e Rimedi
  7. Prevenzione

Generalità

Le sindromi parainfluenzali sono malattie infettive molto comuni che si manifestano con affezioni di vario tipo e diversa gravità. Le forme di parainfluenza più comuni sono respiratorie (dal comune raffreddore fino a malattie simil-influenzali e polmoniti) e gastro-intestinali.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2020/01/07/sindromi-parainfluenzali-orig.jpeg Shutterstock

Nella maggior parte dei casi, gli agenti causali sono paramyxovirus (quelli dell'influenza vera e propria sono, invece, orthomyxovirus). Le sindromi parainfluenzali possono essere provocate, però, anche da altri virus, come gli adenovirus o gli enterovirus.

Le infezioni da virus parainfluenzali che interessano le vie aeree superiori provocano sintomi di tipo influenzale blandi, come mal di gola, tosse secca, rinorrea (naso che cola), brividi, febbre e malessere generale. Quando le sindromi parainfluenzali colpiscono l'apparato gastrointestinale, invece, le manifestazioni iniziali comprendono generalmente faringite, febbricola, vomito, diarrea e dolori addominali.

Cosa sono

Cosa s’intende per Sindromi Parainfluenzali

Le sindromi parainfluenzali sono infezioni virali che possono colpire le vie respiratorie o l'apparato gastro-intestinale e comportare malesseri più o meno accentuati.

Cause

Le sindromi parainfluenzali sono affezioni di vario tipo che possono essere causate da oltre 250 virus differenti. Nella maggior parte dei casi, gli agenti patogeni responsabili delle simil-influenze sono paramyxovirus, ma possono intervenire anche adenovirus, enterovirus, coronavirus o virus respiratorio sinciziale.

Per saperne di più: Virus Parainfluenzali – Quali sono e Cosa provocano

Periodicità delle Sindromi Parainfluenzali

Le sindromi parainfluenzali sono diffuse a livello mondiale. Queste infezioni si verificano nel corso di tutto l'anno, ma alcuni agenti virali provocano soprattutto epidemie autunnali (da fine ottobre a dicembre) e primaverili (da marzo ad aprile), quindi al di fuori del periodo di massima incidenza dell'influenza propriamente detta.

Parainfluenza: fattori di rischio

I virus parainfluenzali sono microrganismi favoriti dagli sbalzi termici, più che dalle basse temperature. Per questo motivo sono più attivi in autunno e primavera, quando è normale che i cambiamenti climatici siano repentini.

Come avviene il contagio

La trasmissione delle sindromi parainfluenzali si verifica prevalentemente per via aerea, tramite la saliva e le secrezioni respiratorie diffuse in maniera:

  • Diretta: attraverso l'inalazione di goccioline aerodisperse (flügge) emesse dalla persona affetta da parainfluenza con colpi di tosse o starnuti;
  • Indiretta: tramite il contatto delle mani con oggetti e superfici contaminate dalle secrezioni infette.

Alcuni virus responsabili delle sindromi parainfluenzali, come gli enterovirus, possono essere trasmessi per via oro-fecale, cioè attraverso il contatto con le feci (ad esempio, a causa di scarsa igiene quando si cambia un pannolino o se si utilizzano servizi pubblici e non si lavano poi le mani).

Sintomi e Complicazioni

Sindromi Parainfluenzali: periodo d’incubazione

L'esordio della parainfluenza si verifica dopo un periodo di incubazione che varia indicativamente dai 1 ai 7 giorni.

Sindromi Parainfluenzali: come si manifestano

Le sindromi parainfluenzali più diffuse colpiscono l'apparato respiratorio e quello gastrointestinale.

  • Nel primo caso, si verifica una malattia a carico delle vie aeree superiori, simile ad un forte raffreddore associato a senso di stanchezza, mal di gola, tosse e qualche linea di febbre (spesso non supera i 38°C). Gli occhi possono lacrimare ed essere arrossati, le mucose iperemiche e la cute calda e umida per via della febbre. Nei bambini, i virus parainfluenzali possono causare laringotracheobronchiti acute (croup), il quale determina febbre, tosse, raucedine e stridore laringeo per ostruzione delle vie aeree superiori. Altre forme respiratorie si manifestano in modo simile alla polmonite ed alla bronchiolite.
  • Se le sindromi parainfluenzali colpiscono l'apparato gastrointestinale, invece, le manifestazioni iniziali comprendono generalmente mal di gola, febbricola, vomito, diarrea e dolori addominali.

Come distinguere le Sindromi Parainfluenzali dall’Influenza

I sintomi delle sindromi parainfluenzali sono molto simili a quelli dell'influenza, ma è possibile distinguere le due condizioni soprattutto sulla base della presentazione e del decorso.

L'influenza vera e propria è un'infezione stagionale acuta caratterizzata da febbre alta (oltre 38 °C) improvvisa, dolori muscolari e articolari, mal di testa e malessere generale, nonché sintomi respiratori come tosse, mal di gola, naso congestionato o che cola.

A differenza dell'influenza, i cui sintomi persistono anche per una settimana, le sindromi parainfluenzali, sebbene frequenti, sono solitamente lievi, autolimitate e di breve durata. In assenza di interessamento delle basse vie respiratorie, la parainfluenza si risolve rapidamente, solitamente a distanza di tre-quattro giorni dall'esordio, nonostante la sintomatologia possa trascinarsi per qualche altro giorno (poche linee di febbre, lieve mal di gola, gonfiore addominale, senso di stanchezza).

Da ricordare

L'influenza vera e propria si distingue per tre segni inconfondibili:

  • L'esordio è brusco;
  • Si manifesta con una febbre che raggiunge subito i 38°C (e oltre);
  • Provoca sintomi generali (come dolori alle articolazioni e ai muscoli) e respiratori, fra cui una caratteristica tosse secca.

Possibili complicazioni

Le complicazioni sono meno probabili nelle sindromi parainfluenzali, mentre sono relativamente frequenti dopo un'influenza soprattutto in anziani o pazienti immunodepressi o affetti da malattie cardiache e respiratorie.

Le infezioni da virus parainfluenzali possono essere complicate da:

Le sindromi parainfluenzali possono provocare, inoltre, riacutizzazioni di asma e BPCO.

Il quadro clinico delle sindromi parainfluenzali può essere molto più grave negli anziani, nei cardiopatici e nei soggetti immunodepressi (es. paziente trapiantato, con infezione da HIV o neoplasia).

Diagnosi

Nel caso delle sindromi parainfluenzali, nessuno dei sintomi è caratteristico, quindi anamnesi ed esame obiettivo del paziente non possono fornire una diagnosi con certezza. Per lo stesso motivo, non è necessaria una diagnosi virologica (coltura del virus, identificazione degli antigeni virali o PCR), ad eccezione dei casi in cui sia importante definire microbiologicamente l'agente implicato nella parainfluenza, come, ad esempio, per i pazienti immunodepressi.

Quando rivolgersi al medico?

Il medico va consultato quando:

  • La febbre è molto elevata e tende a persistere: di solito bastano 3-4 giorni per guarire; se ciò non accade, è bene consultare il medico, poiché potrebbe essersi sommata un'altra infezione a complicare il quadro.
  • I sintomi delle sindromi parainfluenzali insorgono in un paziente anziano o soggetti a rischio, affetti da malattie cardiache e respiratorie o che riducono le difese immunitarie (infezione da HIV, assunzione di farmaci immunosoppressori, presenza di una neoplasia ecc.).

Trattamento e Rimedi

Al momento, non sono disponibili farmaci antivirali di provata efficacia contro i virus parainfluenzali. Si deve comunque considerare che i sintomi della parainfluenza sono sopportabili e normalmente si risolvono da soli nel giro di pochi giorni.

Per alleviare i disturbi, la gestione delle sindromi parainfluenzali prevede:

I disturbi gastroenterici da sindrome parainfluenzale comportano una perdita di acqua e sali minerali, quindi è importante bere molto per evitare la disidratazione. A tale scopo sono indicati tè, risane, centrifugati di frutta e verdura e cibi liquidi, come brodi, minestroni e passati.

Questi consigli alimentari sono utili anche in presenza di sindromi parainfluenzali a coinvolgimento respiratorio poiché aiutano a mantenere idratate le mucose, potenziandone quindi le loro difese naturali.

Nota bene

Trattandosi di infezioni virali, la terapia antibiotica non trova indicazione. Gli antibiotici possono aiutare contro le complicanze, ad esempio se all'infezione virale se ne aggiunge una batterica, ma non al primo insorgere dei sintomi parainfluenzali. Solo nel caso il medico curante confermi la presenza di una sovrainfezione batterica, quindi, la terapia richiederà l'aggiunta di un antibiotico.

Qualche accorgimento

Per limitare la diffusione della parainfluenza e recuperare prima le forze, a chi contrae una malattia respiratoria febbrile è indicato stare a casa dalla scuola o dal lavoro, soprattutto nei primi giorni, ed evitare di seguire i soliti ritmi frenetici.

Altre misure comportamentali che possono essere d'aiuto in caso di sindromi parainfluenzali prevedono di:

  • Eseguire suffumigi con acqua calda, da sola o con bicarbonato, per mantenere libere le vie respiratorie;
  • Aumentare il tasso di umidità dell'aria, con umidificatori o vaschette d'acqua sui termosifoni;
  • Assumere molti liquidi per rimpiazzare quelli persi con la sudorazione.

Prevenzione

Vaccinazioni contro le Sindromi Parainfluenzali

Attualmente, non è disponibile un vaccino per prevenire l'infezione da virus parainfluenzali. Va segnalato che le sindromi parainfluenzali possono insorgere anche in pazienti che si sono sottoposti al vaccino antinfluenzale (da ricordare: l'influenza è causata da un virus diverso da quello della parainfluenza e, a livello temporale, possono circolare contemporaneamente).

Come prevenire le Sindromi Parainfluenzali

Per ridurre il rischio di contrarre una sindrome parainfluenzale, è importante osservare alcune semplici norme igieniche e precauzioni, come:

  • Evitare luoghi troppo affollati;
  • Lavare spesso le mani con acqua e sapone, soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti;
  • Aerare regolarmente le stanze;
  • Evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca;
  • Coprire naso e bocca con un fazzolettino quando si starnutisce o si tossisce, quindi gettarlo dopo l'uso nella spazzatura e lavarsi le mani.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici