Ultima modifica 28.02.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento
  7. Prevenzione

Generalità

La rosolia in gravidanza è una malattia esantematica che, se contratta durante la gestazione, può essere molto pericolosa per la salute del nascituro.

Rosolia in Gravidanza: Generalità Shutterstock

Una volta trasmessa dalla madre all'embrione o al feto, infatti, l'infezione può provocare aborto spontaneo, morte intrauterina e malformazioni di varia gravità (tra cui difetti alla vista o cecità completa, sordità, cardiopatie congenite e ritardato sviluppo fisico e psichico).

La rosolia in gravidanza comporta rischi particolarmente gravi se contratta nei primi 3-4 mesi di gestazione (soprattutto entro le sedici settimane). Nel secondo trimestre di gestazione, il rischio di un'infezione fetale si riduce, ma rimane comunque significativo.

Il problema non sussiste se la donna è stata vaccinata o si è ammalata di rosolia in passato, ottenendone l'immunità.

Per verificare la presenza degli anticorpi contro il virus, quindi avere la certezza di avere già contratto in precedenza l'infezione, le donne dovrebbero sottoporsi, prima del concepimento, ad un specifico test di laboratorio, chiamato Rubeo test. Se l'esito di quest'esame è negativo, per non correre rischi e proteggersi dalla rosolia in gravidanza, è raccomandabile la vaccinazione, almeno 3-6 mesi prima di concepire un bambino.

Cos’è

La rosolia è una tra le più note malattie esantematiche tipiche dell'infanzia. Di solito, il decorso è benigno e la sintomatologia è di lieve entità, senza particolari conseguenze per la salute. Una volta superata, la rosolia lascia un'immunità permanente, pertanto non è più possibile ammalarsi.

Tuttavia, se l'infezione è contratta per la prima volta in gravidanza, può essere trasmessa al feto.

Cos'è la Rosolia in Gravidanza?

Rosolia in Gravidanza: Cos'é Shutterstock

La rosolia è una malattia grave, se contratta per la prima volta durante la gravidanza, cioè quando colpisce donne non vaccinate o che non siano state esposte in precedenza all'infezione. In questo caso, infatti, esiste una concreta probabilità che il virus possa essere trasmesso al feto attraverso la placenta e provochi seri danni. Le più comuni e gravi manifestazioni fetali della rosolia congenita sono i difetti della vista, la sordità, le malformazioni cardiache ed il ritardo mentale.

Cause

La rosolia è una malattia infettiva di origine virale che colpisce soprattutto i bambini, specialmente tra i 5 e i 14 anni. La malattia ha un periodo di incubazione di 14-23 giorni ed è contagiosa nella settimana che precede la comparsa dell'eruzione cutanea e per i 4 giorni successivi.

Quando l'infezione viene contratta per la prima volta nel corso della gravidanza, l'agente virale può superare la barriera placentare, infettare il feto e provocare conseguenze molto serie: dalle possibili malformazioni nel nascituro (sindrome da rosolia congenita) al rischio di un aborto spontaneo.

Se la donna ha contratto la rosolia in passato, ottenendone l'immunità, o è stata vaccinata, l'eventuale contatto con il virus non comporta rischi per il feto, se non in rarissimi casi.

Da ricordare

L'infezione acuta primaria e la vaccinazione anti-rosolia determinano immunità permanente.

Come si può contrarre l'infezione

La rosolia è una malattia molto contagiosa. Il Rubella virus che ne è responsabile si trasmette soprattutto per via aerea (attraverso le goccioline di saliva emesse con tosse, starnuti o semplicemente parlando) o contatto diretto con le secrezioni provenienti da naso, bocca e faringe di un soggetto infetto.

Durante la gravidanza, inoltre, il virus della rosolia può superare la barriera placentare, quindi può essere trasmesso all'embrione o al feto.

Rosolia in Gravidanza: come si trasmette al feto

La rosolia in gravidanza può essere trasmessa dalla futura mamma all'embrione o al feto in via di sviluppo attraverso la circolazione sanguigna.

Il virus che ne è responsabile, infatti, può superare la placenta, raggiungere il sistema circolatorio fetale e moltiplicarsi rapidamente nei tessuti embrionali, provocando danni cromosomici ed alterazioni dell'organogenesi.

L'infezione congenita e le possibili conseguenze della malattia sono strettamente connesse al momento in cui la gestante contrae la malattia. In particolare, se la rosolia viene contratta durante le prime 10 settimane di gravidanza, il rischio stimato di conseguenze per il feto è fino al 90%.

Le probabilità che il nascituro sviluppi complicanze si riducono al 30%, se l'infezione avviene tra la 11esima e la 16esima settimana. Nelle infezioni contratte oltre la 17esima settimana di gravidanza, nel neonato è stato registrato prevalentemente un rischio di sordità congenita. Oltre il primo trimestre di gestazione, infatti, la placenta esplica un'azione protettiva, quindi è più raro che si verifichi un'infezione fetale in questo periodo.

Da ricordare

La trasmissione dell'infezione può verificarsi durante tutto il periodo gestazionale, ma il maggior rischio di passaggio transplacentare si verifica nelle prime 16 settimane di gravidanza.

Sintomi e Complicazioni

Rosolia in Gravidanza: incubazione e contagiosità

  • La rosolia in gravidanza ha un periodo di incubazione che va da un minimo di 12 ad un massimo di 23 giorni, dopo l'esposizione all'agente infettivo.
  • Il periodo di contagiosità va da una settimana prima a 4 giorni dopo la comparsa dell'esantema. Occorre osservare che la rosolia, tuttavia, non si presenta sempre con segni o sintomi ben definiti, per cui le infezioni possono passare del tutto inosservate.
  • Un neonato che ha contratto l'infezione durante lo sviluppo intrauterino può rimanere infettivo anche per mesi dopo la nascita.

Come si manifesta?

Rosolia in Gravidanza: Come si Manifesta Shutterstock

La rosolia è generalmente caratterizzata da un rash, cioè un'eruzione cutanea nella quale compaiono tante piccole macchiette lievemente rilevate al tatto, di colore rosa o rosso pallido. In circa il 20-50% dei casi, però, questa manifestazione può mancare del tutto. L'esantema della rosolia è simile a quello del morbillo, ma rispetto a quest'ultimo le macchioline sono più piccole, meno rosse, più distanziate le une dalle altre e non tendono a confluire. Il rash diffonde partendo dal viso e dal collo, poi interessa il resto del corpo, prima di scomparire nel giro di 3-4 giorni.

Altri sintomi comprendono:

Altre manifestazioni sono aspecifiche e comprendono:

La rosolia è generalmente trascurabile, poiché ha un andamento benigno e non porta a complicanze: i disturbi si risolvono, senza conseguenze, al massimo entro un paio di settimane. Tuttavia, se contratto durante la gravidanza, il virus responsabile della rosolia può dare gravissime conseguenze, quali l'aborto spontaneo e diverse malformazioni fetali.

Da ricordare

La rosolia in gravidanza produce danni tanto più gravi, quanto più precoce è il periodo di gestazione nel quale si trova la donna al momento in cui contrae la malattia.

Rosolia in gravidanza: rischi per il feto

La rosolia in gravidanza espone il nascituro a gravi conseguenze, soprattutto se il contagio avviene entro il primo trimestre.

All'inizio della gravidanza, i possibili danni al feto comprendono:

  • Aborto spontaneo;
  • Morte in utero;
  • Difetti dell'orecchio (sordità neurosensoriale);
  • Problemi alla vista, tra cui cataratta, microftalmia, glaucoma e corioretinite;
  • Malformazioni cardiache (dotto arterioso pervio, stenosi polmonare, difetto interatriale ed interventricolare);
  • Danni cerebrali con microcefalia e diverse forme di ritardo mentale;
  • Danni al fegato e alla milza;
  • Alterazioni ossee (difetti dell'osteogenesi e dell'ossificazione a livello delle metafisi delle ossa lunghe);
  • Ritardo di accrescimento;
  • Disturbi ematologici (anemia emolitica, porpora trombocitopenica ecc.).

Trascorse le prime 16 settimane, le probabilità di passaggio transplacentare del virus è sempre più bassa e, se l'infezione dovesse arrivare al bambino, resta un rischio generico comune ad altre infezioni di tipo virale (sofferenza fetale, ritardo di crescita ecc.) che richiedono un attento monitoraggio.

Diagnosi

La diagnosi della rosolia in gravidanza è principalmente di tipo clinico e si basa su indagini orientate a isolare il virus responsabile e ricercare nel siero gli anticorpi diretti contro lo stesso, quindi è volto ad accertare l'immunità della futura mamma. L'esame è chiamato Rubeo test e conferma se la donna ha contratto l'infezione in passato o la malattia è in corso.

In Italia, il Rubeo test è compreso fra gli esami di screening infettivologici previsti dal Ministero della Sanità ed offerti gratuitamente (Decreto Ministeriale del 10 settembre 1998 (G.U. 20/10/98, n. 245). 

Rubeo test per la Rosolia in Gravidanza

Quando le donne che desiderano o iniziano una gravidanza non sanno di essere immuni per la rosolia (poiché, ad esempio, non ricordano di essere state vaccinate o di essersi ammalate da bambine), possono sottoporsi ad un test di screening (Rubeo test).

Quest'esame si effettua tramite un semplice prelievo del sangue e, in Italia, rientra tra i controlli gratuiti del primo trimestre di gravidanza (entro la 13esima settimana).

Lo scopo del Rubeo test consiste nel:

  • Verificare l'immunità della futura mamma;
  • Identificare le donne suscettibili all'infezione.

Se l'esito è positivo, è importante sapere che la rosolia è una malattia esantematica che conferisce un'immunità permanente.

Alle donne non vaccinate o con Rubeo test negativo, quindi non immuni alla rosolia in gravidanza, viene proposta la ripetizione dell'esame entro la 17esima settimana di gestazione, periodo oltre il quale i rischi per il feto si abbassano notevolmente.

Per approfondire: Rubeo Test - Interpretazione dei Risultati

Trattamento

Come si cura la Rosolia in Gravidanza?

Al momento, non esiste una terapia specifica per la rosolia in gravidanza o per ridurre la trasmissione materno-fetale. In altre parole, bisogna aspettare che la malattia faccia il suo corso. Nel frattempo, è consigliato il riposo a letto, insieme a una dieta leggera, ricca di liquidi.

Solo in particolari situazioni di rischio il ginecologo valuterà l'opportunità di ricorrere all'immunizzazione passiva, somministrando immunoglobuline specifiche anti-rosolia, per potenziare le difese immunitarie e ridurre, in caso di infezione, la probabilità che questa venga trasmessa al feto.

Prevenzione

Rosolia in Gravidanza: Prevenzione Shutterstock

La vaccinazione è il solo mezzo per difendersi dalla rosolia in gravidanza e le conseguenze sul nascituro. Quando si pianifica il concepimento, quindi, è bene effettuare il Rubeo test e, in caso di negatività dell'esito (dunque, di assenza degli specifici anticorpi), l'indicazione è quella di sottoporsi al vaccino.

L'immunizzazione attiva contro la rosolia si ottiene attraverso l'inoculazione di virus vivi attenuati, incapaci di provocare la malattia, ma in grado di stimolare la produzione di anticorpi efficaci contro l'infezione. Tra la profilassi antirubeolica e l'inizio della gravidanza (concepimento) devono trascorrere almeno tre-sei mesi.

Autore

Giulia Bertelli
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici