Ultima modifica 02.10.2019
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause
  4. Come si Manifesta
  5. Diagnosi
  6. Significato clinico

Generalità

Il riflesso di Moro è un riflesso neonatale che si manifesta come una reazione di soprassalto, accompagnata dall'improvvisa apertura delle braccia e dall'allungamento delle gambe.

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Questa manifestazione può essere indotta da vari stimoli, quali un forte rumore o lo spostamento brusco e rapido del bambino in posizione supina. In risposta allo "spavento", il neonato porta indietro la testa, allarga le braccia ed estende le gambe, quindi torna a richiuderle in posizione raccolta, compiendo un movimento simile ad un abbraccio. Di norma, il neonato perde il riflesso di Moro entro il sesto mese di vita.

Cos’è

Il riflesso di Moro è uno dei riflessi neonatali primari (o arcaici) e si manifesta con una reazione di soprassalto, accompagnata dall'apertura delle braccia e dall'estensione degli arti inferiori. In pratica, quando sente un suono inaspettato o viene lasciato di scatto in posizione supina, il bambino compie dei gesti come se cercasse di aggrapparsi a qualcosa. A volte, dopo il riflesso di Moro segue il pianto.

Spesso, la madre provoca questa reazione in modo involontario. Nella maggior parte dei casi, il riflesso di Moro viene indotto con lo spostamento del bambino in posizione supina, sul fasciatoio o nella culla, in modo brusco o rapido. A volte, può essere il pianto dello stesso del neonato a spaventarlo.

Gli stimoli che possono indurre il riflesso di Moro non sono, dunque, strettamente specifici e comprendono l'esposizione a:

  • Rumore improvviso o forte;
  • Soffio sul viso;
  • Stimoli termici (caldi o freddi) sull'addome.

Fasi del riflesso di Moro

Il riflesso di Moro si articola in 2 momenti:

  • Prima fase: coincide con il soprassalto o il trasalimento del neonato. In pratica, si assiste alla brusca estensione ed abduzione degli arti superiori con apertura delle mani ed iperestensione delle dita per 1-2 secondi. Nel primo mese di vita, alla postura delle braccia può aggiungersi anche l'estensione del rachide, con estensione ed abduzione degli arti inferiori.
  • Seconda fase: si verifica una reazione di aggrappamento, cioè una lenta flessione degli arti superiori sul tronco, con chiusura delle mani a pugno.

Perché si chiama così?

Il riflesso di Moro prende il nome da Ernst Moro, il pediatra austriaco che per primo, nel 1918, ha descritto accuratamente questo fenomeno. La reazione è nota anche come riflesso di Startle.

Cause

Il riflesso di Moro appartiene ad un insieme di reazioni innate e di automatismi ritmici degli arti, che accompagnano ogni neonato nei primi mesi di vita.

Questa reazione istintiva si verifica quando il bambino:

  • Non percepisce nessun punto di appoggio sicuro;
  • Subisce un brusco cambiamento di posizione;
  • Ha l'impressione di non avere un sostegno sotto la schiena;
  • Sente un suono inaspettato.

Il riflesso di Moro è parte fondamentale dello sviluppo del sistema nervoso neonatale. Il fenomeno è strettamente connesso alle funzioni del labirinto e sembra che gli stimoli scatenanti partano dai propriocettori dei muscoli del collo. I movimenti che ne conseguono comportano un impegno massivo della muscolatura scheletrica: il riflesso di Moro realizza una postura estensoria in opposizione a quella flessoria tipica del neonato.

Cosa indicano i riflessi neonatali?

I riflessi sono movimenti involontari. Alcuni di questi sono spontanei e fanno parte delle normali attività del neonato, altri si verificano in risposta a determinati stimoli. I riflessi neonatali rappresentano degli utili parametri di valutazione per i pediatri, poiché indicano il corretto sviluppo del sistema nervoso, a seconda della loro intensità e della progressiva scomparsa con il passare dei mesi.

Oltre al riflesso di Moro, le reazioni primitive normalmente presenti nel neonato sono:

  • Riflesso di orientamento: viene provocato sfiorando o toccando l'angolo delle labbra; il bambino gira la testa ed apre la bocca per avvicinarsi allo stimolo. Questo riflesso aiuta il neonato a trovare il seno o il biberon per iniziare la suzione.
  • Riflesso di prensione: quando si tocca il palmo della mano, le dita si chiudono a formare un pugno, allo scopo di prendere la cosa che ha provocato lo stimolo. Questo riflesso dura solo un paio di mesi.
  • Riflesso di suzione: quando il seno o il biberon toccano il palato, il neonato inizia a succhiare. I bambini prematuri possono avere un riflesso di suzione debole o immaturo, poiché sono nati prima del completo sviluppo di questo riflesso. I neonati hanno anche un riflesso mano-bocca, quindi possono succhiarsi la mano o le dita.
  • Riflesso di Babinski: toccando con fermezza la pianta del piede, l'alluce si sposta verso il dorso del piede e le altre dita si allargano. Questo riflesso è normale fino ai 2 anni.
  • Riflesso della marcia automatica: tenendo il neonato sollevato con i piedi poggiati su una superficie solida, il piccolo muove le gambe come per fare dei passi.

Come si Manifesta

Il riflesso di Moro si manifesta come un soprassalto: inizialmente, il bambino sobbalza ed estende le braccia, allargando mani e dita (fase di trasalimento); la posizione rimane fissa per 1-2 secondi, poi gli arti superiori vengono flessi ed i pugni si chiudono (fase di aggrappamento). Al trasalimento, in genere, segue il pianto. Dopo alcuni secondi, il riflesso di Moro termina, il corpo si rilassa e le braccia tornano ad appoggiarsi al petto.

Questa reazione neonatale si ottiene in risposta ad un forte rumore o quando si appoggia il bambino nella culla o sul fasciatoio in modo brusco. Il riflesso di Moro dura fino a circa 5-6 mesi di vita.

Quando compare

Il riflesso di Moro si manifesta già nel grembo materno: nel feto, questo fenomeno può presentarsi già verso la 28esima settimana gestazionale, ma raggiunge la completezza intorno alla 34esima settimana.

Quando scompare

Normalmente, il neonato perde il riflesso di Moro entro il sesto mese di vita. Ovviamente, ogni bambino è diverso dall'altro e può capitare che questo fenomeno, pur diminuendo di intensità, scompaia più in là nel tempo, ma si verifichi comunque in situazioni normali.

Se il riflesso di Moro non scompare entro l'anno di età, potrebbe essere il campanello di allarme di un possibile problema neurologico, da cui possono derivare difficoltà di linguaggio, equilibrio, movimento e coordinazione degli arti.

Tra le cause che possono comportare il persistere del riflesso di Moro vi sono soprattutto problemi e condizioni che si sono verificate durante la gravidanza come: stress, minacce di aborto, diabete gestazionale o infezioni virali; altri fattori predisponenti possono incorrere durante o subito dopo il parto.

Diagnosi

Nei primi giorni di vita, il pediatra valuta i riflessi e la motilità degli arti del neonato. Per quanto riguarda lo studio del riflesso di Moro, le manovre sono svariate.

Durante i controlli di routine, di solito, il riflesso di Moro viene indotto sollevando il bambino, coricato sul dorso, in un momento di veglia tranquilla; il medico usa una mano per sorreggere la schiena e con l'altra tiene il capo, poi lascia ricadere bruscamente la testa del bimbo all'indietro per pochi centimetri.

Attenzione! La condizione essenziale per studiare adeguatamente il riflesso di Moro è che la posizione del capo sia simmetrica all'asse corporeo. Inoltre, entrambe le mani del neonato devono essere aperte, in modo da non avere una risposta asimmetrica. Il riflesso di prensione palmare, infatti, inibisce il riflesso di Moro.

Il neonato ha il riflesso di aprire le braccia, come se volesse aggrapparsi a qualcosa; poi, gli arti superiori ritornano semi-flessi (come in un abbraccio) ed il pugno si richiude.

Curiosità

Moro provocava il riflesso di trasalimento percuotendo con una mano il cuscino su cui appoggiava il capo del neonato. Il pediatra determinava così un brusco movimento della testa del bambino rispetto al tronco.

Significato clinico

Il riflesso di Moro è un fenomeno del tutto fisiologico: questo movimento basilare riflette il normale sviluppo del neonato (competenze motorie).

Secondo Ernst Moro, questa reazione – simile ad un abbraccio - si manifesta davanti alla percezione di un pericolo, una minaccia o il distacco improvviso della madre; lo scopo primario del riflesso di Moro sarebbe proprio quello di mantenere vicina quest'ultima. Questo potrebbe anche spiegare il motivo per cui la prensione palmare inibisce il riflesso di Moro.

Inoltre, occorre sottolineare che la madre, interpretando la reazione come una risposta allo spavento, tende a consolare il neonato, prendendolo in braccio. Il contatto e lo scambio di parole che ne conseguono contribuiscono a sollecitare ulteriormente il bambino a modulare risposte motorie e cognitive più elaborate. 

Riflesso di Moro: quando è Normale?

Il riflesso di Moro è presente in tutti i neonati, prematuri o nati a termine. Il fenomeno non si riscontra, invece, nei bambini affetti da trisomia 21 (sindrome di Down) o in quelli che presentano gravi difetti neurologici o un disturbo del sistema motorio.

La persistenza della riflesso di Moro oltre i 6 mesi di vita è rilevata comunemente in presenza di paralisi cerebrale.

Cosa significa se il bambino non ha questo riflesso?

L'assenza del riflesso di Moro è anormale, e può suggerire, se bilaterale, la presenza di un problema al sistema nervoso centrale (cioè danni al cervello o al midollo spinale). Nel corso degli esami neonatali, il pediatra verificherà se il bambino è affetto da una forma di emiplegia o una paralisi.

L'assenza unilaterale del riflesso di Moro suggerisce la possibilità di una frattura della clavicola o di lesioni ai nervi che si diramano dal collo alla spalla.  Anche la perdita della funzione muscolare su un lato del corpo può produrre un riflesso di Moro asimmetrico.

Se non scompare cosa significa?

Il riflesso di Moro è presente in tutti i neonati sani, sia nati a termine, che prematuri. Questo compare, infatti, in epoca embrionale, tra la 28esima e la 34esima settimana di gestazione.

Il riflesso di Moro tende a scomparire dopo 4-5 mesi dalla nascita, tuttavia il processo di perdita di tale reazione è piuttosto variabile e, talvolta, persiste più a lungo.

In ogni caso, è importante che si verifichi una diminuzione del riflesso di Moro e che questo scompaia entro il primo anno di vita; nel caso in cui il bambino continui a manifestarlo, è opportuno consultare il pediatra per indagare in modo approfondito la persistenza di tale reazione.

Nota

La persistenza della riflesso di Moro oltre i 6 mesi di vita è significativamente associato al disordine da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini di 8-11 anni.

Qualche consiglio

Per i genitori che lo vedono per la prima volta, il riflesso di Moro può sembrare drammatico, poiché il bambino si irrigidisce e scoppia a piangere. Questa reazione è del tutto normale e rientra nel normale processo di sviluppo.

Quando il bambino sperimenta il riflesso di Moro, è consigliabile cercare di calmarlo, lasciando che si rilassi poco a poco.

Autore

Giulia Bertelli
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici