Ultima modifica 18.07.2019

Generalità

Il rettocele è lo scivolamento del retto dalla sua normale sede anatomica fin dentro la vagina. Tale evento è il risultato di un indebolimento del pavimento pelvico. I sintomi che ne derivano sono numerosi: dal dolore pelvico alla defecazione difficoltosa. Per una diagnosi corretta, è sufficiente un esame pelvico.
La terapia dipende dalla severità del rettocele. I casi più lievi si curano con semplici contromisure, che evitano un peggioramento del disturbo. Per i pazienti più gravi, invece, sono previsti trattamenti specifici, talvolta anche di tipo chirurgico.
RettoceleLa prevenzione, come sempre accade, è fondamentale.

Breve richiamo anatomico: il pavimento pelvico

Per capire cosa avviene nel rettocele, è opportuno fare un breve ripasso anatomico riguardante il pavimento pelvico.
Il pavimento pelvico è l'insieme di muscoli, legamenti e tessuto connettivo posti alla base della cavità addominale, nella cosiddetta zona pelvica. Tali strutture ricoprono una funzione fondamentale e indispensabile: servono a sostenere e a mantenere nelle loro posizioni l'uretra, la vescica, l'intestino retto e, nelle donne, l'utero.
Se il pavimento pelvico si indebolisce e non offre più lo stesso sostegno, possono comparire dei disturbi di natura diversa, sia fisica che sessuale.

LA POSIZIONE DEL RETTO

Il retto è la porzione terminale dell'intestino. Lungo 13-15 cm circa, il retto collega il tratto intestinale colon-sigma con l'ano, ed è circondato da diversi muscoli e legamenti del pavimento pelvico. Tali strutture sono fondamentali per il ruolo, svolto dal retto, di raccolta ed evacuazione delle feci.
utero(anteriormente) e la vagina (inferiormente). A separarlo dalla vagina, c'è una fascia di tessuto connettivo-fibroso, chiamata setto retto-vaginale.

Cos'è il rettocele

Il rettocele consiste nello scivolamento (o prolasso) di una porzione di intestino retto nella vagina. Tale scivolamento si verifica a causa di un indebolimento, più o meno severo, del pavimento pelvico: in alcuni casi, il setto retto-vaginale può solo allentarsi; in altri casi, invece, può perfino lacerarsi.

In base all'entità del danno al pavimento pelvico, si possono distinguere tre forme di rettocele:


  • Rettocele di 1° grado, o lieve. Caratteristiche: solo una porzione molto piccola di retto invade la vagina.
  • Rettocele di 2° grado, o moderato. Caratteristiche: la porzione di retto che invade la vagina è notevole, e arriva quasi a raggiungere l'apertura vaginale.
  • Rettocele di 3° grado, o grave. Caratteristiche: il retto fuoriesce dalla vagina, a causa della completa assenza di supporto da parte del setto retto-vaginale.

EPIDEMIOLOGIA

Il rettocele può insorgere a qualsiasi età. Tuttavia, sono maggiormente colpite le donne adulte, tra i 40 e i 60 anni, che hanno partorito più volte o che hanno superato la menopausa. La spiegazione di questo fenomeno verrà trattata nel capitolo dedicato alle cause.
A differenza del prolasso uterino e del prolasso della vescica (cistocele), che si presentano spesso in forme gravi, il rettocele si manifesta, solitamente, in modo lieve.

Cause del rettocele

Le possibili cause di un rettocele sono le seguenti:

In che modo queste circostanze determinano un rettocele?

PATOFISIOLOGIA

Il verificarsi di una delle circostanze sopraccitate causa uno stiramento traumatico ai danni del pavimento pelvico. A risentirne sono i muscoli, i legamenti e il tessuto connettivo, che diventano più deboli.
Di solito, il singolo evento non è sufficiente a provocare un rettocele; è invece determinante l'accavallarsi di più episodi traumatici, dello stesso tipo (per esempio, più parti vaginali) o di tipo diverso (per esempio, obesità e bronchite cronica).

FATTORI DI RISCHIO

Si sono individuati diversi fattori di rischio associati all'insorgenza del rettocele.

  • Il più importante è, sicuramente, l'alto numero di parti vaginali. Secondo alcuni dati statistici, infatti, le donne che hanno partorito più volte per via vaginale sono più soggette a rettocele. Ciascun parto concorre a indebolire, in modo progressivo, il pavimento pelvico, fino alla lacerazione di alcune sue strutture portanti. Un'ulteriore conferma dell'importanza dei parti vaginali proviene dal confronto con donne sottoposte a parto cesareo. Quest'ultime sono meno colpite da rettocele.
  • Il secondo fattore, per importanza, è legato all'invecchiamento. Le donne, superata la menopausa, producono meno estrogeni e ciò determina un indebolimento dei muscoli del pavimento pelvico. La carenza di estrogeni è causa anche di cistocele e di prolasso uterino.
  • Il terzo fattore è collegato a precedenti interventi chirurgici agli organi pelvici. Se una donna si è sottoposta a operazioni del genere in passato, possiede un pavimento pelvico più debole. Tra gli interventi agli organi pelvici più favorenti, c'è l'isterectomia, cioè la rimozione dell'utero.
  • L'ultimo fattore è di tipo genetico. Pur trattandosi di una circostanza rara, alcune donne soffrono di malattie congenite che alterano la struttura del collagene (collagenopatie). Di conseguenza, il pavimento pelvico diventa più lasso e facilmente soggetto a lacerazioni.

N.B: il collagene è una proteina fondamentale del tessuto connettivo.

Sintomi, segni e complicazioni

Il rettocele di 1° grado (la forma più comune) è, in molti casi, privo di sintomi e segni degni di nota. Può capitare, infatti, che la paziente non sappia nemmeno di esserne affetta.
Quando, però, la protrusione del retto all'interno della vagina si fa più severa, i sintomi caratteristici del rettocele si fanno evidenti. In simili frangenti, la paziente lamenta:

QUANDO RIVOLGERSI A UNO SPECIALISTA?

Rettoceli di lieve entità non richiedono una visita specialistica e nemmeno un trattamento specifico. Tuttavia, è bene tener presente cause e fattori di rischio, per evitare un eventuale peggioramento.
Viceversa, si raccomanda una visita ginecologica quando la paziente avverte difficoltà di defecazione e dolore, tali da condizionare la vita di tutti i giorni. Ciò significa, infatti, che il rettocele è degenerato da una forma lieve a una più grave, e necessita delle dovute attenzioni terapeutiche.

COMPLICAZIONI E MALATTIE ASSOCIATE

Rettocele e defecazione ostruita

Figura: la deviazione del rettocele, come si può vedere, è il motivo per cui si crea l’ostacolo alla defecazione. Il collegamento tra retto e ano, infatti, non è più lineare. Dal sito: proctologia.biz

Un rettocele, se sottovalutato, può aggravarsi. Ne consegue che i sintomi si fanno via via più dolorosi ed emergono le prime complicazioni. Le difficoltà di defecazione, ad esempio, possono essere tali da richiedere la compressione della zona vaginale (evacuazione manuale), per eliminare le feci, e lLa stitichezza assume i contorni di un disturbo cronico. Il sanguinamento vaginale è sempre più frequente.
Inoltre, al rettocele possono accompagnarsi i prolassi di altri organi pelvici, come vescica e utero, in quanto le cause scatenanti sono le stesse. Può verificarsi, quindi, che la paziente soffra contemporaneamente di cistocele o prolasso uterino.

Diagnosi

Per una diagnosi corretta di rettocele, basta un semplice esame pelvico. Tuttavia, può essere utile approfondire alcuni aspetti, come la severità del disturbo o lo stato di salute del pavimento pelvico. Un questionario di valutazione, una risonanza magnetica nucleare, un'ecografia e la defecografia servono ad arricchire la diagnosi iniziale.

ESAME PELVICO

L'esame pelvico serve al ginecologo per capire se si tratta di un rettocele o di un prolasso di un altro organo pelvico. Tale controllo è più che esaustivo.
Lo specialista pone la paziente in posizione sdraiata e fa uso di uno speculum per esaminare il canale vaginale. Durante l'esame, alla sofferente è richiesto di spingere, come quando va di corpo. Con questa operazione, se si tratta di rettocele, dovrebbe accentuarsi la fuoriuscita del retto dalla vagina. In questo modo, si riesce a determinare la gravità della patologia.
Un altro test di valutazione importante è il controllo della forza muscolare del pavimento pelvico. In questo caso, si chiede alla paziente di contrarre i muscoli pelvici, come per bloccare il flusso di urina. Se la prova dà esito negativo, significa che il pavimento pelvico è debole.

QUESTIONARIO DI VALUTAZIONE

Tramite un questionario ad hoc, il ginecologo approfondisce quanto emerso dall'esame pelvico. Le domande indagano quanto il rettocele influenza la qualità di vita delle pazienti. Le informazioni, che se ne traggono, aiutano durante il percorso terapeutico.

ESAMI STRUMENTALI

Ecografia e risonanza magnetica nucleare sono due esami svolti di rado. Esse servono ad arricchire il quadro diagnostico con ulteriori informazioni, riguardanti:

  • La misura precisa della porzione di retto che sporge dalla vagina
  • Il prolasso di altri organi pelvici

Per valutare, invece, l'efficienza di svuotamento intestinale, si sottopone la paziente a un esame radiografico, chiamato defecografia.


Cos'è la defecografia?


La defecografia fornisce immagini, in tempo reale, relative alla defecazione del paziente analizzato. È un esame radiografico eseguito mediante un fluoroscopio, utile quando ci si imbatte in particolari disturbi gastrointestinali.
In preparazione (circa tre ore prima): si effettua un clistere di pulizia per rendere più attendibile ciò che verrà osservato successivamente.
L'esame prevede l'iniezione rettale, tramite catetere, di un mezzo di contrasto a base di bario. Dopodiché il paziente viene fatto sedere su un gabinetto apposito e se ne osservano le contrazioni intestinali, il momento dell'evacuazione e la fase di svuotamento del retto. Durante queste proiezioni, emergono anche le posizioni assunte dall'intestino, nel suo tratto ano-rettale.
La defecografia è un esame esaustivo, ma anche invasivo.

Terapia

La giusta terapia di un rettocele dipende dal grado di severità con cui si presenta e dall'eventuale associazione con cistocele o prolasso uterino.
Come si è detto, rettoceli di grado lieve sono asintomatici e non richiedono un trattamento terapeutico particolare. Rettoceli di entità moderata-grave, invece, necessitano di una cura specifica: inizialmente, i rimedi sono di tipo non chirurgico; con il tempo, però, si rende fondamentale la chirurgia.

TRATTAMENTO DEL RETTOCELE DI 1° GRADO

È assai comune che un rettocele, nella sua forma più lieve, passi inosservato, a causa dell'assenza di sintomi specifici. Tuttavia, anche qualora il ginecologo ne appuri la presenza, durante un esame di routine, non sono previsti trattamenti specifici.
Le uniche contromisure raccomandate sono:

  • La pratica costante degli esercizi di Kegel, per rinforzare il tono muscolare del pavimento pelvico
  • Il controllo dell'obesità, poiché l'eccessivo peso corporeo, dovuto agli accumuli adiposi, stressa la muscolatura e i legamenti del pavimento pelvico
  • Evitare di sollevare oggetti pesanti

Attenersi a questi comportamenti è fondamentale per mantenere stabile la situazione. Nei casi più fortunati, può verificarsi anche una regressione del rettocele.

TRATTAMENTO NON CHIRURGICO DEL RETTOCELE DI 2° E 3° GRADO

Per i rettoceli moderati-gravi, sono previsti due rimedi di tipo non chirurgico: si tratta del pessario e della terapia ormonale a base di estrogeni.


Rimedi non chirurgici

Cos'è e a cosa serve?

Il pessario

È un anello di gomma, o di plastica, che va inserito nella vagina. Serve a bloccare il prolasso degli organi pelvici, che sovrastano la vagina. Lo specialista insegna alla paziente come pulirlo e come applicarlo. Esistono pessari di misura diversa, in base alle esigenze.

Gli estrogeni

La menopausa determina una riduzione della produzione di estrogeni ed il loro calo indebolisce la muscolatura pelvica. Con l'assunzione di estrogeni, si rinforzano i muscoli del pavimento pelvico, allo scopo di bloccare il prolasso degli organi pelvici.


Pessario ed estrogeni servono ad alleviare i sintomi, ma il loro uso è temporaneo. Pessario RettoceleSpesso, infatti, si ricorre a simili soluzioni per un tempo limitato, in attesa delle condizioni ideali per un intervento chirurgico, in quanto tali contromisure sono provviste di effetti collaterali. Per esempio, l'uso prolungato del pessario causa un'irritazione della cavità interna della vagina.
Tra i rimedi non chirurgici, continuano a fornire un valido supporto terapeutico gli esercizi di Kegel e il controllo del peso corporeo.

IL TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL RETTOCELE

I motivi per cui il rettocele impone l'intervento chirurgico sono i seguenti:

  • Dolore insopportabile, che influenza negativamente la normale vita quotidiana
  • Fuoriuscita evidente del retto dalla vagina
  • Difficoltà di defecazione evidenti
  • Prolasso di altri organi pelvici, come vescica e utero

L'operazione consiste in un intervento di chirurgia colo-rettale. La procedura, attuabile per via addominale o per via vaginale, è la seguente: si riporta il retto nella sua posizione originaria; dopodiché si chiude e si rinforza il setto retto-vaginale con un trapianto di tessuto. Il supporto, offerto da questo "rattoppo", aiuta a sorreggere il retto e a non farlo più protrudere all'interno della vagina.
Se al rettocele si accompagna anche un cistocele o un prolasso uterino, è possibile risolvere entrambi i disturbi con una sola operazione.

CHIRURGIA E GRAVIDANZA

Se una donna con rettocele è ancora in età fertile e desidera avere figli, si consiglia di rimandare la data dell'intervento al termine della gravidanza. Nel frattempo, può far uso del pessario.

Prognosi e prevenzione

La prognosi del rettocele dipende dal grado di severità del disturbo. Più lieve è la forma di rettocele, migliore è la prognosi. Tuttavia, non va dimenticato che, qualora non si pratichino gli esercizi di Kegel e si trascuri la propria condizione patologica, le probabilità di un peggioramento del rettocele aumentano.
Un discorso diverso va fatto, invece, quando il rettocele è di grado severo. In questi frangenti, il contenimento dei sintomi, mediante pessario ed estrogeni, è un rimedio temporaneo, mentre l'intervento diventa una necessità. Tuttavia, come ogni operazione chirurgica, anche l'intervento di rettocele non è esente da complicazioni. Il setto retto-vaginale, infatti, può rompersi nuovamente, nonostante la ricostruzione e il suo rinforzo. La prognosi, pertanto, si fa peggiore.

PREVENZIONE

Come prevenire il rettocele? Ecco, nel riquadro, alcune misure preventive:



Autore

Dott. Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza