Reflusso Gastroesofageo
Ultima modifica 24.06.2020
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause

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Generalità

Il reflusso gastroesofageo è un disturbo caratterizzato dalla risalita nell'esofago del contenuto acido dello stomaco. Bruciore di stomaco, acidità e rigurgito: sono i sintomi tipici del reflusso gastroesofageo.

Il reflusso gastroesofageo può essere un disturbo passeggero, ma può diventare anche una vera e propria malattia, soggetta a complicazioni anche gravi. Nelle forme più lievi, si può intervenire con successo cambiando semplicemente alimentazione e stile di vita. Nei casi più gravi, invece, queste regole devono essere integrate da uno specifico trattamento farmacologico.

Cenni di anatomia

  • L'esofago è un condotto muscolo-membranoso, lungo circa 25-30 centimetri e largo 2-3 cm, che collega la faringe allo stomaco. Questa struttura è situata quasi interamente nel torace, davanti alla colonna vertebrale. Le pareti dell'esofago sono costituite da uno strato di rivestimento epiteliale simile a quello della bocca, mentre sono circondate esternamente da due strati di muscolatura liscia.
  • Contraendosi nell'atto della deglutizione, la componente muscolare spinge il cibo verso il basso, in direzione dello stomaco, dal quale è separato da una valvola, detta cardias, che impedisce agli alimenti ingeriti ed ai succhi gastrici di risalire.
  • La mucosa dell'esofago è ricca di ghiandole produttrici di muco, che ha la funzione di lubrificare le pareti facilitando il transito del cibo deglutito.

Cos’è

Che cos'è il Reflusso Gastroesofageo?

Il reflusso gastroesofageo, o reflusso gastrico, consiste nella risalita di una parte del contenuto gastrico acido verso l'esofago. Questo passaggio dallo stomaco all'esofago si verifica in modo involontario ed incosciente, senza compartecipazione della muscolatura gastrica e addominale.

Entro certi limiti, il reflusso gastroesofageo è un fenomeno fisiologico, quindi può essere considerato normale: la quantità di acido che risale nell'esofago, di solito dopo i pasti, è limitata, e quindi non causa particolari problemi. Tuttavia, quando diviene troppo intenso e frequente provoca tutta una serie di disturbi al paziente, sconfinando nel patologico. In questi casi, si parla più correttamente di malattia da reflusso gastroesofageo.

Reflusso gastroesofageo: come si riconosce?

I sintomi più caratteristici del reflusso gastroesofageo sono la pirosi, ovvero la sensazione di bruciore a livello retrosternale, e il rigurgito, cioè il ritorno in gola o in bocca di materiale acido. Molto frequente è anche il dolore toracico e la salivazione eccessiva

Oltre a questi, possono essere presenti anche sintomi meno comuni, detti atipici, che comprendono difficoltà a deglutire, nausea, vomito, gonfiore gastrico, singhiozzo, disturbi dell'apparato respiratorio con tosse cronica, raucedine, laringiti e asma. Il reflusso gastroesofageo presentare in modo continuativo durante la giornata oppure in modo intermittente. Ad esempio, il reflusso può verificarsi al risveglio, dopo i pasti e durante la notte o solo in posizione sdraiata e mentre ci si piega in avanti, ad esempio, mentre ci si allaccia le scarpe. È ovvio che questi sintomi incidano molto sulla qualità della vita, condizionando negativamente anche il riposo notturno.

Cause

Quando si mangia, il cibo ingerito passa dall'esofago allo stomaco, per poi continuare il ciclo della digestione. Tra l'esofago e lo stomaco esiste una sorta di valvola che regola il passaggio del bolo alimentare, chiamata sfintere gastroesofageo, appartenente al cardias. Questa valvola si apre per far passare il cibo dopo la deglutizione e si chiude immediatamente dopo; in questo modo, impedisce al contenuto acido dello stomaco di risalire nell'esofago e d'irritarne le pareti con la sua acidità.

Nelle persone con malattia da reflusso gastroesofageo, questa valvola non funziona bene, cioè si apre quando non dovrebbe. Di conseguenza, il cibo e i succhi gastrici possono refluire indietro verso l'esofago provocando i sintomi tipici del disturbo, cioè una sgradevole sensazione di bruciore alla bocca dello stomaco, il rigurgito acido, l'alito cattivo o la salivazione eccessiva. Questi contenuti gastrici acidi possono arrivare addirittura in gola, causando anche in questa sede sintomi quali tosse e bruciore.

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Quali sono le Cause del Reflusso Gastroesofageo?

Le cause del reflusso gastroesofageo possono essere diverse.

Nella maggior parte dei casi, il disturbo dipende dall'incontinenza del cardias che separa lo stomaco dall'esofago, la quale, non chiudendosi a dovere, lascia risalire il contenuto gastrico.

Per saperne di più: Incontinenza Cardiale – Cardias Incontinente

I motivi per cui la valvola situata all'estremità inferiore dell'esofago s'indebolisce e non si chiude come dovrebbe sono numerosi. Tra i maggiori ricordiamo:

  • Assunzione di alcuni farmaci che riducono la pressione del cardias, come alcuni sedativi, antidolorifici, antidepressivi e anestetici; altri medicinali possono risultare, invece, gastrolesivi, quindi possono causare o peggiorare i disturbi del reflusso gastroesofageo (es. antinfiammatori non steroidei e alcuni antibiotici).
  • Movimenti peristaltici esofagei inappropriati, ossia non correlati alla deglutizione, ma scatenati dalla distensione gastrica o dalla stimolazione faringea al di sotto dei valori soglia. Le contrazioni muscolari involontarie, che normalmente favoriscono lo spostamento del cibo dalla bocca all'intestino, in caso di discinesia determinano un movimento opposto.
  • Presenza di un'ernia iatale: consiste nella risalita di una piccola parte dello stomaco nel torace, attraverso l'apertura del diaframma. In seguito a questo cambiamento anatomico, il cardias perde la capacità antireflusso e il materiale contenuto nello stomaco può risalire nell'esofago.
Per approfondire: Ernia Iatale - Cos'è, Sintomi e Cause

La seconda causa in ordine di importanza è la prolungata permanenza di cibo nello stomaco (rallentato svuotamento gastrico). Quando mangiamo il cibo triturato e amalgamato con la saliva giunge nello stomaco dove può rimanere per tempi più o meno lunghi. Tanto maggiore è il periodo di permanenza gastrica del cibo e tanto maggiori sono le probabilità che si verifichi un reflusso gastroesofageo.

Il rallentato svuotamento gastrico può essere attribuito a:

  • Scorrette abitudini alimentari: es. consumo di quantità eccessive di cibo, caffè, alimenti grassi, cioccolata e assunzione frequente di bevande gassate
  • Stili di vita non salutari, come coricarsi subito dopo i pasti o l'abitudine a mangiare in fretta masticando poco.

Altre situazioni che possono favorire la comparsa del reflusso gastroesofageo sono anche:

  • Gravidanza: i cambiamenti ormonali e la pressione sullo stomaco dovuta alla crescita fetale possono causare reflusso gastroesofageo. Il bruciore di stomaco può verificarsi in qualsiasi momento della gravidanza, accentuandosi nel terzo trimestre, poiché l'utero - che via via s'ingrandisce - preme sullo stomaco, aumentando la possibilità di reflusso del contenuto gastrico nell'esofago;
  • Sovrappeso od obesità: la pressione sullo stomaco può indebolire i muscoli all'estremità inferiore dell'esofago;
  • Stress: difficilmente è il vero responsabile del reflusso, ma può sicuramente acuirne la sintomatologia;
  • Abuso di alcol e fumo di sigaretta: possono contribuire a rilassare i muscoli all'estremità inferiore dell'esofago, compromettendo la tenuta del cardias; inoltre, la nicotina stimola la secrezione acida e rallenta lo svuotamento dello stomaco e l'alcol irrita la mucosa dell'esofago facilitando il reflusso.

A volte, il reflusso gastroesofageo colpisce i membri di una stessa famiglia: si ipotizza, quindi, che possa avere carattere di familiarità o che si erediti una predisposizione genetica a svilupparlo.

Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)

Come abbiamo già sottolineato, il reflusso gastroesofageo tende a verificarsi in modo saltuario in tutte le persone, soprattutto nei neonati e negli anziani, e normalmente non ce ne rendiamo nemmeno conto. Altre volte, invece, il reflusso diviene così frequente e fastidioso da diventare una vera e propria patologia, tanto che si parla di malattia da reflusso gastroesofageo.

In tal caso, è meglio rivolgersi subito ad un medico che possa dare indicazioni sul da farsi. Purtroppo, proprio perché i disturbi di acidità sono comunissimi tra la popolazione, spesso il paziente si rivolge al medico solo dopo anni di convivenza con la malattia. Si tratta ovviamente di un comportamento sbagliato, poiché sottovalutare i campanelli d'allarme può causare complicanze anche serie.

Il reflusso gastroesofageo diventa patologico per severità o per frequenza dei sintomi, cioè quando rigurgito e bruciore retrosternale compaiono almeno una volta alla settimana.

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è una condizione benigna, ma può essere a sua volta causa di disturbi cronici ricorrenti che interferiscono con la normale qualità della vita. Se non è opportunamente trattata, la MRGE può danneggiare la mucosa dell'esofago provocando esofagite, ulcerazioni, emorragie, stenosi e lesioni precancerose, tra cui l'esofago di Barrett.



Reflusso gastroesofageo - Video: Cause, Sintomi, Cure

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  1. Reflusso Gastroesofageo: Sintomi e Complicanze
  2. Reflusso Gastroesofageo: Diagnosi, Cura e Trattamento

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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici