Ultima modifica 21.01.2020

Definizione

Con il termine rabdomiolisi si indica una danno grave del muscolo scheletrico, con conseguente rilascio nel torrente sanguigno di numerosi composti, come mioglobina, ma anche creatina, calcio, potassio ed acido urico. RabdomiolisiSi ricorda che la mioglobina è molto tossica per l'apparato renale, perché accumulandosi nei nefroni può essere causa di una possibile insufficienza renale.

Cause di rabdomiolisi

Le possibili cause scatenanti possono essere classificate in fisiche e non fisiche. Tra le cause fisiche ritroviamo i danni muscolari legati ad un'attività sportiva intensa come il bodybuilding (rabdomiolisi da sforzo, in parte responsabile dei DOMS), i traumi - riportati ad esempio con un incidente in macchina o con uno shock elettrico - ed infine le malattie cardiovascolari. Queste ultime possono ostruire i vasi sanguigni impedendo un adeguato afflusso di sangue ai muscoli.

Tra le cause non fisiche della rabdomiolisi ritroviamo i vari disordini muscolari (miopatie) e l'avvelenamento da metalli pesanti, da veleni iniettati da punture di insetti o da morsi di serpenti, da tossine presenti nei cibi - come in una specie particolare di fungo, il Tricholoma equestre - in alcune piante vegetali, come il Conium maculatum  (noto anche con il nome di Hemlock), e in alcune specie di pesci. Tra le altre possibili cause non fisiche della rabdomiolisi  ritroviamo l'abuso di alcol, le infezioni a carico di batteri (salmonelle, legionella) e di virus (herpes e malaria), e l'utilizzo di droghe, come per esempio eroina, metamfetamine, cocaina, ketamina ed MDMA, nota con il nome di ecstasy; infine, un elemento scatenante può essere rappresentato dall'impiego di alcuni dispositivi medici, come farmaci,  anestesie ed elettroliti. Per questo motivo, se la persona è in cura con farmaci il cui effetto è quello di abbassare il livello di colesterolo totale nel sangue - in particolare se contenenti statine e/o fibrati - deve porre molta attenzione alla comparsa di stanchezza, dolori muscolari e al cambiamento del colore delle urine, tutti sintomi che possono essere chiari segnali di rabdomiolisi.

Sintomi

La rabdomiolisi è caratterizzata da sintomi ben precisi; tra questi citiamo un affaticamento generale e una colorazione rosso-brunastra delle urine, dovuta al riversamento del pigmento mioglobina nel sangue. Per essere maggiormente precisi, nel diagnosticare la rabdomiolisi bisogna procedere con un'analisi del sangue e delle urine. Queste due analisi vertono principalmente sulla determinazione di quattro parametri. Il primo è rappresentato dell'enzima creatinchinasi; in base alla concentrazione di questo enzima nel sangue si può determinare l'entità del danno muscolare (valori normali 0-150 U/litro, leggermente variabili da laboratorio a laboratorio ed inferiori nelle donne). Naturalmente, più la concentrazione di creatinchinasi è elevata, più il danno muscolare sarà grave.

Il secondo parametro che viene individuato, tramite analisi delle urine, è la presenza di mioglobina (mioglobinuria). Come detto in precedenza, la mioglobina è nefrotossica perché, se presente nel sangue, tende ad accumularsi nei reni, causando seri problemi a questi organi. Quando il livello di mioglobina supera il grammo/litro, le urine assumono un colore molto scuro.

Il terzo parametro osservato è la presenza di livelli alterati di potassio, calcio, acido urico e azotemia. Da ricordare che il livello di calcio può variare con il decorso della malattia; in particolare, nello stadio iniziale della rabdomiolisi il valore tende ad essere basso (ipocalcemia). Successivamente, con l'avanzare della necrosi muscolare  si potrà apprezzare un'ipercalcemia, visto l'elevato rilascio di calcio dalle cellule muscolari danneggiate.

Infine, il quarto parametro osservabile è il livello di creatinina (valore normale 50-100 micromoli/litro), che viene sempre rilasciata dalle cellule muscolari danneggiate.

Cura e prevenzione della rabdomiolisi

Vedi anche: farmaci per la cura della rabdomiolisi


Le possibili cure mediche della rabdomiolisi possono essere molteplici. Tra queste, quella che ha maggior successo è l'idratazione con liquidi attraverso somministrazione endovenosa. Questa procedura, infatti, previene i possibili danni dovuti alla mioglobina riversata nel sangue. Un'altra soluzione terapeutica molto valida, utile solamente per i casi più gravi, è l'emodialisi, il cui scopo è quello di  filtrare il sangue e trattenere le sostanze potenzialmente dannose. Per trattare le complicanze della rabdomiolisi può rendersi necessaria anche l'assunzione di medicinali diuretici (esempio il furosemide), utili per aumentare la produzione di urine ed evitare possibili complicazioni ai reni.

Per prevenire la rabdomiolisi è necessario bere molti liquidi prima, durante e dopo un esercizio fisico intenso, in modo tale da diluire l'urina e  facilitare l'eliminazione della mioglobina dai reni. Un consiglio molto importante per prevenire questa malattia è quello di avvertire il proprio medico curante alla prima comparsa dei sintomi classici della rabdomiolisi, specie se si è predisposti a svilupparla (presenza di miopatie o assunzione di statine).

Tempi di guarigione

In base alla gravità della rabdomiolisi, i tempi di guarigione possono variare. Se la malattia viene diagnosticata rapidamente, quindi alla comparsa dei primi sintomi, il tempo di recupero è altrettanto breve, e si aggira tra la settimana ed il mese. Nei casi più gravi, quindi in presenza di un danno renale, i tempi di recupero dalla rabdomiolisi sono nettamente più lunghi e caratterizzati dal persistere di sintomi come affaticamento muscolare e debolezza generale.