Ultima modifica 18.02.2020

Generalità

Ptosi è il termine con cui medici indicano qualsiasi spostamento verso il basso di una o più parti di un organo.
La ptosi dipende dalla forza di gravità e può essere una conseguenza dell'invecchiamento, dell'obesità o di condizioni neurologiche, muscolari o neuromuscolari.

Ptosi PalpebraleVari tipi di ptosi possono interessare l'essere umano, tra cui: la ptosi palpebrale, la ptosi renale, la ptosi gastrica, la ptosi intestinale, la ptosi viscerale, la ptosi mammaria e la ptosi cardiaca.
La tipologia di ptosi più nota e diffusa è la ptosi palpebrale, detta anche palpebra cadente o blefaroptosi.

Cos'è la ptosi?

Ptosi è il termine medico che indica qualsiasi spostamento verso il basso (prolasso) di una o più parti di un organo.
La parola “ptosi” deriva da “ptosis” (πτῶσις), vocabolo greco antico che significa “caduta”.

Cause

Dipendenti dalla forza di gravità (che induce lo spostamento verso il basso), gli episodi di ptosi possono essere la conseguenza dell'invecchiamento, dell'obesità o di condizioni neurologiche, muscolari o neuromuscolari.

Tipi

Esistono numerosi tipi di ptosi.
Il tipo più noto e diffuso è, sicuramente, la ptosi palpebrale.
Tuttavia, in questa sede, meritano una citazione anche: la ptosi renale, la ptosi gastrica, la ptosi intestinale, la ptosi viscerale, la ptosi mammaria e la ptosi cardiaca.

PTOSI PALPEBRALE O PALPEBRA CADENTE

Nota anche come palpebra cadente o blefaroptosi, la ptosi palpebrale è l'abbassamento anomalo di una o entrambe le palpebre superiori.
Questa particolare condizione oculare può essere una problematica congenita – quindi presente fin dalla nascita – oppure una problematica che compare nel corso della vita, per effetto di alcuni specifici motivi.

La ptosi palpebrale che si presenta fin dalla nascita prende il nome di ptosi palpebrale congenita, mentre la ptosi palpebrale che compara soltanto a una certa età è nota come ptosi palpebrale acquisita.
Le cause di ptosi palpebrale sono numerose.
Le forme congenite possono derivare da:

  • Uno scarso sviluppo dei muscoli che sollevano e chiudono la palpebra (muscolo elevatore, muscolo orbicolare dell'occhio e muscolo tarsale superiore);
  • Difetti genetici/cromosomici;
  • Disfunzioni neurologiche congenite;

Le forme acquisite, invece, possono essere una conseguenza di:

  • Invecchiamento. Con l'avanzare dell'età, i muscoli dell'essere umano si indeboliscono, compresi i muscoli che governano l'apertura e la chiusura delle palpebre superiori;
  • Separazione o stiramento del tendine del muscolo elevatore (della palpebra);
  • Interventi di cataratta. In tali frangenti, la ptosi palpebrale è una complicanza chirurgica;
  • Traumi oculari che interessano i muscoli deputati al movimento delle palpebre superiori (es: paralisi del muscolo tarsale superiore);
  • Disturbi neurologici che interessano i nervi deputati al controllo dei muscoli palpebrali (es: paralisi del nervo oculomotore, sindrome di Horner, ictus ecc);
  • Malattie neuromuscolari, come per esempio la miastenia gravis;
  • Tumori oculari;
  • Malattie sistemiche, quali il diabete;
  • Assunzione di alte dosi di farmaci oppioidi (morfina, ossicodone ecc);
  • Abuso di droghe (es: eroina).

Il tipico segno della ptosi palpebrale è il cedimento di una o entrambe le palpebre superiori.

Il cedimento può essere appena percettibile (casi meno gravi) oppure particolarmente evidente (casi più gravi). In presenza di una grave ptosi palpebrale, risultano ricoperte (dalla palpebra) sia la pupilla che l'iride e il paziente potrebbe riscontrare problemi nella visione.
Nei bambini, la ptosi palpebrale è una condizione che si associa abbastanza frequentemente ad ambliopia (occhio pigro) o strabismo.
La diagnosi di ptosi palpebrale e delle sue cause scatenanti può richiedere l'esecuzione di numerosi esami, tra cui test per la valutazione delle capacità muscolari delle palpebre, test per la valutazione delle funzioni nervose palpebrali ecc.
Il trattamento della ptosi palpebrale si basa, principalmente, su due elementi: i fattori scatenanti – ciò spiega perché è importante la loro precisa individuazione, in fase di diagnosi – e la gravità dell'abbassamento palpebrale.

  • Ptosi palpebrale congenita. Se lieve, è sufficiente l'osservazione medica periodica.
    Se particolarmente grave, rappresenta una tipica condizione ideale per ricorrere all'intervento di blefaroplastica.
  • Ptosi palpebrale dovuta all'invecchiamento. Vale quanto detto in precedenza: se lieve, è sufficiente una periodica osservazione da parte del medico; se grave, invece, rende necessario l'intervento di blefaroplastica.
  • Ptosi palpebrale dovuta a miastenia gravis. La miastenia gravis è una malattia per la quale non esiste alcun trattamento specifico, ma solo terapie sintomatiche (ossia focalizzate alla cura dei sintomi). Per ridurre la ptosi palpebrale indotta da miastenia gravis, sono utili: gli inibitori della colinesterasi piridostigmina e neostigmina, i corticosteroidi prednisone e derivati e i farmaci immunosoppressivi azatioprina, ciclosporina e metotressato.

La prognosi in caso di ptosi palpebrale dipende dalla gravità delle cause scatenanti: meno grave e più facilmente curabile risulta la condizione che determina l'abbassamento palpebrale, più è alta la probabilità di migliorare l'aspetto della o delle palpebre affette.


Tipi di ptosi palpebrale (il criterio distintivo è la causa scatenante) Breve descrizione
Ptosi miogena È dovuta a un indebolimento dei muscoli elevatore, orbicolare dell'occhio e tarsale superiore.
Riguarda soprattutto i soggetti affetti da miastenia gravis e distrofia miotonica.
Ptosi neurogena È dovuta a un malfunzionamento dei nervi che controllano il muscolo elevatore della palpebra superiore.
È tipica di chi soffre di paralisi del nervo oculomotore.
Ptosi aponeurotica È una conseguenza dell'invecchiamento o di interventi chirurgici agli occhi, che hanno indebolito l'apparato muscolare delle palpebre superiori.
Ptosi meccanica Può comparire a seguito della presenza di un neurofibroma, un emangioma o una cicatrizzazione post-infiammatoria o post-chirurgica.
Ptosi traumatica È dovuta a traumi che pregiudicano la buona salute del muscolo elevatore e dei nervi che controllano quest'ultimo.
Ptosi neurotossica È conseguente a un avvelenamento. Spesso, si accompagna a: diplopia, disfagia, paralisi muscolare, insufficienza respiratoria e tendenza al soffocamento.

PTOSI RENALE O NEFROPTOSI

La ptosi renale, o nefroptosi, è l'abbassamento anomalo di uno o entrambi i reni, che ha luogo quando il soggetto interessato passa dalla posizione supina a quella in piedi.
I medici tengono a precisare che una ptosi renale è considerata tale, quando il o i reni, muovendosi verso il basso, compiono un movimento di almeno 5 centimetri o almeno due corpi vertebrali.
La ptosi renale è particolarmente diffusa nella popolazione femminile (soprattutto tra le donne di esile corporatura), riguarda con maggiore frequenza il rene destro (anche se un 20% dei casi è bilaterale) e sembrerebbe interessare più del 20% dei giovani.
Attualmente, le precise cause di nefroptosi sono sconosciute. Secondo alcuni esperti, la problematica in questione sarebbe dovuta a un indebolimento del cosiddetto complesso fasciale renale (o fascia renale). Il complesso fasciale renale è un insieme di foglietti sierosi che delimitano e mantengono in sede i reni.
Nella maggior parte dei casi, la ptosi renale è asintomatica, ossia non causa alcun sintomo. Più raramente, è responsabile di: dolore al fianco, nausea, ipertensione, brividi, ematuria e/o proteinuria.
Successivo all'ostruzione che il rene compie ai danni delle vie renali, il dolore al fianco ha la particolarità di attenuarsi, se il paziente si sdraia.
In genere, l'iter diagnostico per l'individuazione della ptosi renale comprende un accurato esame obiettivo e un'urografia endovenosa. Nei casi dubbi, potrebbero risultare necessaria l'esecuzione di una scintigrafia renale, una TAC addominale e/o un'ecografia addominale.
Oggi, i soli casi di ptosi renale sottoposti a trattamento sono quelli sintomatici. Per i pazienti che non avvertono alcun tipo di disturbo, infatti, si opta la cosiddetta osservazione medica.
Il trattamento dei casi sintomatici di ptosi renale consiste nell'operazione di nefropessi laparoscopica. La nefropessi laparoscopica è un intervento chirurgico, eseguito in laparoscopia, che prevede il ricollocamento del rene nella sua sede naturale e il suo fissaggio, tramite suture, ad alcune strutture anatomiche limitrofe.

PTOSI GASTRICA O GASTROPTOSI

La ptosi gastrica, o gastroptosi, è l'anomalo spostamento dello stomaco nella porzione inferiore dell'addome.
In genere, chi soffre di ptosi gastrica lamenta problemi di digestione, dolore all'addome e costipazione, ma non si può considerare in pericolo di vita.
Più diffusa nella popolazione di sesso femminile, la ptosi gastrica può essere una condizione presente fin dalla nascita (gastroptosi congenita) oppure una condizione insorta a un certo punto della vita (gastroptosi acquisita).
La gastroptosi dipende da un indebolimento della parete addominale anteriore, la quale, in condizioni normali, ha anche il compito di mantenere in sede gli organi dell'addome.
Nei casi di gastroptosi congenita, l'indebolimento della parete addominale dipende da uno sviluppo inappropriato dei muscoli che la costituiscono; nei casi di gastroptosi acquisita, invece, l'indebolimento della parete addominale può avere diverse cause, tra cui:

  • Una perdita repentina di adipe addominale, in seguito a una dieta ferrea;
  • Un intervento chirurgico all'addome. In tali frangenti, la gastroptosi è una complicanza chirurgica;
  • Il parto;
  • Carenze vitaminiche e/o proteiniche.

A seconda dell'entità dell'abbassamento, i medici distinguono la ptosi gastrica in: gastroptosi di primo grado, gastroptosi di secondo grado e gastroptosi di terzo grado.
Sono di primo grado le gastroptosi in cui lo stomaco, dopo il suo spostamento verso il basso, risiede 2 centimetri sopra la cosiddetta cresta pettinea dell'osso iliaco.
Sono di secondo grado le gastroptosi in cui lo stomaco si è portato allo stesso livello della cresta pettinea dell'osso iliaco.
Infine, sono di terzo grado le gastroptosi in cui lo stomaco si è abbassato al punto da essere al di sotto della cresta pettinea dell'osso iliaco.
Di solito, sono sintomatiche solo le gastroptosi di terzo grado; in tali frangenti, i sintomi compaiono più frequentemente dopo i pasti.
Per diagnosticare una condizione come la ptosi gastrica sono fondamentali: l'anamnesi, l'esame obiettivo con palpazione dell'addome e un'ecografia addominale.
Il trattamento della gastroptosi è solitamente conservativo; il ricorso alla chirurgia, infatti, è riservato a pochi casi, nella fattispecie a quelli più gravi e che non rispondono al trattamento conservativo.
La terapia conservativa per la cura della ptosi gastrica comprende:

  • L'uso di una speciale fascia addominale contenitiva (è una sorta di panciera);
  • Esercizi di fisioterapia, per il rinforzo della parete addominale anteriore;
  • Antidolorifici;
  • Dieta appropriata, suddivisa in tanti pasti di piccole dimensioni.

PTOSI VISCERALE O VISCEROPTOSI

La ptosi viscerale, o visceroptosi, è il prolasso degli visceri addominali. Quindi, in chi soffre di ptosi viscerale i visceri dell'addome sono situati in una posizione diversa da quella naturale, per la precisione più in basso.
Più comune tra le donne, la visceroptosi è di solito la conseguenza di gravidanze multiple oppure di un repentino dimagrimento, dovuto per esempio a gravi patologie. Queste due condizioni – gravidanze multiple e repentino dimagrimento – causano ptosi viscerale, perché inducono una perdita del tono muscolare addominale e un rilassamento dei legamenti, che tengono fermi i visceri addominali.
I sintomi tipici consistono in: perdita dell'appetito, bruciore di stomaco, costipazione o diarrea, distensione addominale, mal di testa, giramenti di testa, mal di stomaco e mancanza di sonno.
Di solito, il trattamento della ptosi viscerale è di tipo conservativo. Il ricorso alla chirurgia, infatti, è riservato a pochi casi, in genere i più gravi.
La terapia conservativa per la ptosi viscerale comprende:

  • L'applicazione di un bendaggio contenitivo, attorno all'addome, o, in alternativa, l'uso di una speciale fascia addominale a effetto contenitivo;
  • Riposo da attività fisiche pesanti (es: sollevare pesi);
  • Esercizi di fisioterapia, per il rinforzo della parete addominale;
  • Dieta appropriata, suddivisa in tanti pasti di piccole dimensioni.

PTOSI INTESTINALE O ENTEROPTOSI

La ptosi intestinale, o enteroptosi, è il prolasso dell'intestino. Di fatto, è un caso particolare di ptosi viscerale, in cui il viscere addominale interessato è soltanto l'intestino.
Alla luce di ciò, per le cause, i sintomi e il trattamento, il lettore può fare riferimento al precedente sottocapitolo, relativo alla visceroptosi.

PTOSI MAMMARIA

La ptosi mammaria è il cedimento, con successivo spostamento verso il basso, del seno di una donna.
La ptosi mammaria è una naturale conseguenza dell'invecchiamento, a cui possono contribuire svariati fattori, tra cui:

  • Il fumo di sigaretta;
  • Un numero elevato di gravidanze;
  • La pratica costante di attività fisiche che causano il movimento del seno in più dimensioni dello spazio;
  • Un indice di massa corporea elevato;
  • La perdita o il guadagno marcato e repentino di peso.

Il seno delle donne che sviluppano ptosi mammaria muta almeno sotto 3 punti di vista: nella posizione, nel volume e nelle dimensioni.
La ptosi mammaria non causa sintomi e non è pericolosa per la vita. Tuttavia, è comunque una condizione di notevole interesse medico, in quanto la sua comparsa comporta, in diverse donne, un certo disagio estetico.
I chirurghi estetici misurano la gravità della ptosi mammaria in 4 gradi: grado I, grado II, grado III e grado IV.

Il grado I corrisponde agli episodi di ptosi mammaria lieve; il grado II agli episodi di ptosi mammaria moderata; il grado III agli episodi di ptosi mammaria avanzata; infine, il grado IV agli episodi di ptosi mammaria severa.
Attualmente, il trattamento più comune, per migliorare l'aspetto di un seno affetto da ptosi mammaria, è l'intervento di chirurgia plastica noto come mastopessi. La mastopessi è il lifting del seno.

PTOSI CARDIACA O CARDIOPTOSI

La ptosi cardiaca, o cardioptosi, è lo spostamento del cuore verso il basso.
Dovuta a un rilassamento delle strutture che mantengono il cuore nella sua sede naturale, la ptosi cardiaca è spesso associata a cardiopalmo e tachicardia.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza