Rapporto Albumina-Creatinina e Proteine-Creatinina nelle Urine

Introduzione
Il rapporto tra le concentrazioni urinarie di proteine e creatinina (PCR - protein/creatinine ratio) e di albumina e creatinina (ACR - albumin/creatinine ratio) viene rispettivamente utilizzato nella diagnosi di proteinuria e microalbuminuria.

Questo test va in parte a sostituirsi al tradizionale esame basato sulla quantificazione delle proteine in un campione urinario raccolto nell'arco delle 24 ore, che fissa il limite massimo di normalità a 150 mg di proteine nelle urine totali; concentrazioni proteiche superiori sono considerate spia di proteinuria.
Come anticipato, in sostituzione di questo esame, si può ricorrere allo studio del rapporto proteinuria/creatininuria o albuminuria/creatininuria su un campione urinario a caso, meglio del mattino. In base ai valori di questi indici, i medici parlano rispettivamente di mciroalbuminuria e proteinuria.
Microalbuminuria
Quando il rapporto albumina/creatinina nelle urine (albuminuria/creatininuria) è compreso tra 3.5 mg/mmol e 35 mg/mmol, nelle donne, e tra 2.5 mg/mmol e 25 mg/mmol nei soggetti di sesso maschile. La differenza tra maschio e femmina è legata al fatto che gli uomini - in virtù delle maggiori masse muscolari - presentano concentrazioni urinarie di creatinina maggiori. Altri autori cosiderano positivi rapporti compresi tra 30-300 μg/mg, che corrispondo a valori di 3.5-35 mg/mmol per entrambi i sessi.
Maschi (mg/mMol) | Femmine (mg/mMol) | |
Normoalbuminuiria | <2,5 | <3,5 |
Microalbuminuria | 2,5-25 | 3,5-35 |
Macroalbuminuria | >25 | >35 |
Al di sopra di questi valori si parla di macroalbuminuria.
Proteinuria
Si definisce tale quando il rapporto proteine/creatinina nelle urine (proteinuria/creatininuria) è uguale o superiore a 45 mg/mmo (che equivale ad un rapporto albuminuria/creatininuria superiore a 30 mg/mmol). Valori inferiori a 2 mg/mmol sono considerati normali, mentre valori superiori ma inferiori ai 45-50 mg/mmol sono meritevoli di approfondimenti diagnostici ed interventi terapeutici adeguati, soprattutto in persone con fattori di rischio come il diabete o l'ipertensione (è necessario un miglior controllo glicemico, pressorio e - dato l'aumentato rischio cardiovascolare - lipidemico).