Ultima modifica 14.03.2019

Cos'è il Placebo?

Nella medicina moderna, il termine placebo viene usato per indicare qualsiasi sostanza o terapia medica che risulti innocua e priva di attività terapeutica intrinseca.

PlaceboNella suddetta definizione, l'aggettivo intrinseca è molto importante; infatti, il placebo può anche produrre un certo effetto terapeutico, ma questo non dipende dalla sua attività biologica. Ad esempio, un paziente che assume un cucchiaio d'acqua zuccherata credendo che si tratti di uno sciroppo per la tosse può ottenere - per una sorta di auto-condizionamento - un beneficio terapeutico importante. In questo caso, anche se l'acqua zuccherata non cura in alcun modo la tosse, il convincimento che si tratti di un farmaco efficace innesca nel paziente un complesso di reazioni che lo aiutano a guarire dal disturbo. Questo risultato suggestivo è detto effetto placebo, termine che indica l'effetto curativo di qualcosa che in verità di per sé non ha alcun effetto (come bere un bicchiere d'acqua invece di una medicina, o mandar giù una pillola di amido al posto di un farmaco).

L'effetto placebo è un fenomeno molto più comune di quanto si possa pensare; ad esempio, nelle patologie a rilevante componente psicosomatica - come emicrania, insonnia, colon irritabile, ansia e cefalea - la somministrazione di placebo determina un miglioramento della patologia fino all'80% dei casi. Minore, ma comunque importante, è il successo del placebo nelle affezioni organiche. Persino certi interventi chirurgici fittizi hanno dimostrato di produrre effetti benefici; anche la chirurgia, quindi, con il suo grande carico emotivo può costituire un potente placebo e dare risultati positivi indipendenti dall'atto chirurgico in sé.

Placebo Puro e Placebo Impuro

  • Placebo puro: sostanza o forma di trattamento priva di effetto terapeutico intrinseco;
  • Placebo impuro: sostanza o forma di trattamento che possiede un effetto terapeutico intrinseco, ma non sulla patologia specifica per la quale viene prescritto.

Effetto placebo: Da cosa Dipende?

L'effetto placebo non è soltanto una semplice risposta psicologica, ma una reazione biologica complessa.

Se dal punto di vista psicologico il paziente sottoposto a placebo reagisce positivamente alla terapia, il suo sistema nervoso libera specifiche sostanze endogene dalle proprietà auto-curative; tra queste, le più famose sono le endorfine, oppioidi endogeni finalizzati all'attenuazione del dolore, ma anche svariati neurotrasmettitori giocano un ruolo importante nella risposta al placebo. Lo stesso sistema immunitario è fortemente influenzato dallo stato psicologico del soggetto, per non parlare poi del cortisolo e di altri ormoni strettamente dipendenti dai livelli di stress.

Requisito irrinunciabile affinché l'effetto placebo si manifesti è l'autosuggestione (o la suggestionabilità) di chi lo assume ; il paziente, in altre parole, deve autoconvincersi che sta assumendo una cura efficace e riporvi fiducia, o perlomeno dev'essere indotto a crederlo dal medico che prescrive la cura. Effetto PlaceboIn termini pratici, un farmaco omeopatico tende a funzionare molto bene in un paziente che ha un forte senso dell'ecologismo, teme i pericoli di tossicità dei farmaci convenzionali, nutre sfiducia nel sistema sanitario e condanna le speculazioni delle grandi case farmaceutiche.

Già nel secondo secolo dopo Cristo, il medico greco Galeno aveva intuito che un medico guarisce meglio i pazienti quando questi hanno più fiducia nelle sue cure.


La risposta al placebo è fortemente correlata alla fiducia che il paziente nutre nella cura che gli viene prescritta, la quale dipende in larga misura dalla fiducia che egli pone in colui che gliela prescrive. Ad esempio, si è visto che gli attestati esposti sulle pareti dello studio in cui avviene il consulto medico aumentano l'efficacia del placebo.

 

Oltre a questi requisiti essenziali, numerosi sono i fattori che concorrono all'entità dell'effetto placebo. Ad esempio:

  • condizionamento (legato a precedenti esperienze → per esempio sapere che quel medico ha guarito un amico aumenta l'effetto placebo);
  • due capsule sono più efficaci di una;
  • un placebo iniettabile è più efficace di uno orale;
  • la compressa grande è più efficace della piccola;
  • colore della compressa, per esempio l'azzurro e il verde tenue aiutano in caso di ansia, depressione e disforia;
  • grado di scolarizzazione: i pazienti i più scolarizzati e più autosufficienti, con elevata abitudine alla gestione delle responsabilità, risultavano maggiormente rispondenti al placebo;
  • componenti genetiche: secondo alcuni studi, la risposta al placebo sarebbe fortemente influenzata anche dall'assetto genetico di un individuo, da cui dipendono le vie dei neurotrasmettitori cerebrali capaci di indurre l'effetto placebo.

Usi del Placebo

La somministrazione di placebo può avere scopo curativo o semplicemente di soddisfare, nel paziente, il desiderio di ricevere una terapia in realtà non necessaria.

Negli studi clinici, l'impiego del placebo ha invece lo scopo di verificare la reale efficacia comparativa di un farmaco o di un intervento medico.

Placebo negli Studi Clinici

La medicina moderna è una medicina basata sulle prove di evidenza, che cerca cioè di dimostrare scientificamente - tramite opportuni esperimenti - la sicurezza e l'efficacia dei trattamenti curativi, siano essi farmacologici, strumentali, comportamentali ecc.

Per tenere conto dell'effetto placebo, uno studio clinico che si rispetti prevede che una parte dei soggetti arruolati venga trattata con placebo, somministrato nella stessa forma e negli stessi modi della terapia attiva di confronto. Se ad esempio vogliamo testare un farmaco in compresse, il placebo dovrà essere identico nel suo aspetto esteriore ma privo di principio attivo.

Gli studi che rispettano questo importante accorgimento sono detti studi clinici controllati in cieco o in doppio cieco:

  • Cieco: i soggetti dell'esperimento non sanno quale trattamento (farmaco o placebo) stanno ricevendo;
  • Doppio cieco: né i soggetti dell'esperimento, né i ricercatori sanno quale trattamento viene somministrato a ciascun soggetto.

Scopo degli studi in cieco è quello di evitare l'effetto placebo, mentre lo scopo degli studi in doppio cieco è quello di garantire anche l'imparzialità dello sperimentatore nel valutare gli effetti della terapia.

Un'altra caratteristica importante degli studi clinici controllati è che siano studi randomizzati, cioè che la popolazione venga suddivisa casualmente nei gruppi previsti (ad es. quelli che assumono il farmaco, quelli che assumono il placebo ecc.)

Placebo come Terapia

Fino a tempi recenti, gran parte degli effetti terapeutici della medicina erano da ricondurre all'effetto placebo.

Si pensi ad esempio agli strani intrugli preparati con sangue o parti animali, ossa triturate, sterco ecc., tanto popolari nel medioevo.

Quando si parla dell'effetto terapeutico del placebo, tuttavia, non bisogna commettere l'errore di imputare ad esso qualsiasi miglioramento clinico osservato nei pazienti che lo assumono. Tale miglioramento può infatti dipendere da numerosi altri fattori; anzitutto, si è notato che molti pazienti tendono a rivolgersi al medico nella fase più acuta (quando i disturbi si fanno più severi) della malattia, la quale successivamente tenderebbe comunque a migliorare in maniera spontanea per il suo naturale decorso. Oltre ai casi di remissione spontanea, altri elementi possono indurre a interpretare in modo non corretto le conseguenze della somministrazione di placebo; il paziente, ad esempio, può essere influenzato da fattori indipendenti (un nuovo amore, una vincita, una vacanza ecc.) che lo portano a percepire un miglioramento della propria salute, mentre in altri casi può riferire dei benefici ottenuti solo perché intende compiacere il medico.

Effetto Placebo e Medicine Alternative

L'effetto placebo può rappresentare l'anello di congiunzione che mette, almeno parzialmente, d'accordo fautori e detrattori delle cosiddette medicine alternative.

Al variegato e disomogeneo gruppo delle medicine alternative appartengono tutte quelle pratiche terapeutiche la cui efficacia non è stata sottoposta a verifiche cliniche controllate o non le ha superate. Nel gruppo rientrano ad esempio naturopatia, chiropratica, ayurveda, yoga, ipnosi, agopuntura, omeopatia e medicina tradizionale cinese.

Il fatto che non si riesca a dimostrare l'efficacia di una medicina alternativa attraverso gli studi clinici randomizzati cui si è accennato poc'anzi, non significa per forza di cose che questa sia totalmente inutile per il Paziente.

L'effetto placebo potrebbe quindi spiegare le esperienze positive di medici e pazienti che decidono, con successo, di affidarsi (ad esempio) alle cure omeopatiche; a tal proposito non dobbiamo però dimenticare gli altri fattori indipendenti che concorrono a determinare un miglioramento del disturbo (per esempio, la maggior parte delle persone che utilizza rimedi omeopatici lo fa per malattie di breve durata; in questi casi, sembra che il rimedio omeopatico funzioni, ma in realtà la persona guarirebbe comunque dopo pochi giorni).

Quello che la medicina convenzionale dovrebbe imparare dalle medicine alternative, è la profonda attenzione che queste dedicano alla sintomatologia del paziente e alla sua storia personale e familiare. In queste discipline si viene infatti a creare un rapporto profondo fra medico e paziente, che concorre indubbiamente a determinare l'effetto terapuetico. Effetto terapeutico che, anche quando è garantito dalla somministrazione di terapie convenzionali, può senz'altro giovare del beneficio additivo proveniente dall'effetto placebo.

Aspetti etici

Il placebo può essere prescritto deliberatamente a un paziente con l'intento genuino di farlo stare meglio. Esistono tuttavia delle circostanze in cui la somministrazione di un placebo diviene condannabile, o perlomeno discutibile; ad esempio, quando:

  • avviene in sostituzione a terapie convenzionali che hanno scientificamente dimostrato la propria efficacia clinica e la cui assunzione verrebbe accettata/tollerata dal paziente;
  • rallenta gli approfondimenti diagnostici necessari;
  • presenta un costo troppo alto (ci si potrebbe chiedere perché assumere un costoso omeopatico quando si possono ottenere gli stessi effetti con una pillola di zucchero. La risposta potrebbe essere che il paziente ripone maggiore fiducia in un prodotto costoso rispetto a uno economico, ma esagerare con il costo del trattamento è comunque condannabile);
  • utilizza un falso placebo (ad esempio quando si prescrive un antibiotico per il raffreddore comune, esponendo il paziente a inutili effetti collaterali e favorendo il diffondersi dell'antibiotico-resistenza).

Inoltre, ci si può chiedere se sia eticamente corretto fornire una cura basata sull'inganno, dato che il medico che si affida al placebo non può informare il paziente della totale assenza di principio attivo (pena la decadenza dello stesso effetto placebo).


Vedi anche: Effetto Nocebo »