Passaporto Sanitario di Immunità al Covid: Cos'è e Come Funziona

Passaporto Sanitario di Immunità al Covid: Cos'è e Come Funziona
Ultima modifica 04.03.2021
INDICE
  1. Cos'è il passaporto sanitario?
  2. A cosa serve e come si utilizzerà
  3. Un lasciapassare in vista dell'estate
  4. Passaporto per accedere a piscine, palestre e locali
  5. Il nodo sulla privacy

Cos'è il passaporto sanitario?

Oltre ai documenti d'identità, è stata proposta l'adozione di un passaporto vaccinale europeo, che attesta l'avvenuta vaccinazione da Covid 19 o, nel caso in cui non sia stato somministrato ancora il vaccino, l'esito negativo del tampone. E' una delle soluzioni proposte dai Paesi dell'UE per fare fronte all'impossibilità di spostarsi all'estero, e la conseguente forte crisi che ha colpito il settore turistico a seguito della pandemia. Non solo, un certificato "no Covid" potrebbe essere il lasciapassare definitivo per accedere a determinati servizi e locali, come palestre, piscine, cinema e treatri, chiusi da mesi. In caso di malattia pregressa, consentirà di attestare la piena guarigione dal Covid-19. Fin qui gli elementi ufficiali anticipati da Ursula von der Leyen. Per la struttura definitiva del "green pass" europeo si dovrà aspettare il  17 marzo, momento nel quale verrà formalizzata dalla Commissione Ue una proposta sul "passaporto" digitale pensato per favorire la mobilità internazionale.

Due i nodi cruciali: la questione legata alla privacy e la sicurezza del pass: i vaccini proteggono, ma non è ancora chiaro quanto interrompano la trasmissione del virus, né quanto duri l'immunità, né se garantiscano protezione completa da tutte le varianti.

A cosa serve e come si utilizzerà

Il passaporto vaccinale consentirà di scaricare un codice QR o un documento da un sito Web gestito dalle autorità sanitarie e di portarlo con sé mentre si reca in un altro Stato. Al riguardo, Grecia, Italia, Spagna e Portogallo hanno già espresso parere favorevole  sull'adozione del passaporto vaccinale europeo, in modo tale da consentire gli spostamenti tra Paesi in totale sicurezza.

Quando arriverà?

La proposta strutturata del passaporto vaccinale è atesa per il 17 marzo. Sul tavolo dei leader al vertice di fine marzo arriverà invece il pacchetto normativo che, secondo le indicazioni fornite dal vicepresidente Margaritis Schinas, avrà valore legale sulla base di quella parte dei Trattati che regola la libera circolazione nell'Unione. Dopo si dovrebbe passare alla fase attuativa, anche se, a causa del lavoro tecnico, bisognerà comunque attendere tre mesi, fino a giugno. Entrerebbe quindi in uso entro l'estate.

Spetterà alle amministrazioni dei singoli Paesi portare avanti i passaggi interni affinchè il meccanismo funzioni. Bruxelles punta a lavorare in sinergia con organismi internazionali come Oms, Ocse e Iata per il riconoscimento del passaorto vaccinale anche al di fuori dell'Unione Europea.

Un lasciapassare in vista dell'estate

Di fronte ai risultati delle campagne vaccinali di Israele e Regno Unito, si va consolidando l'idea che per risollevare il settore turistico dal crollo economico, sia urgente il certificato vaccinale da usare come passaporto. Atene e Madrid stanno procedendo unilateralmente per un accordo con Londra. Il governo austriaco ha detto che se l'Ue non troverà l'accordo per un pass comune entro la primavera, imporrà un visto d'ingresso rivolto alle persone già vaccinate, a quelle immunizzate dopo aver avuto la malattia, e ai negativi al tampone.

Ursula von der Leyen ha confermando la notizia già circolata che la Commissione presenterà la proposta per un Green pass digitale, rispettoso della protezione dei dati, della sicurezza e della privacy. L'obiettivo del Green pass è quello di permettere ai cittadini comunitari di muoversi in sicurezza sia all'interno dell'Ue che all'estero, per lavoro o per turismo. Per evitare discriminazioni, il pass conterrà anche i risultati di eventuali tamponi e la certificazione della guarigione avvenuta dopo aver avuto il Covid-19. 

Passaporto per accedere a piscine, palestre e locali

Anche gli stati membri dell'Unione Europea potrebbero seguire il "modello Israele", dove l'ingresso nei locali pubblici è consentito solo a chi possiede il Green passport. Il documento, che ha validità solo in Medioriente, è si ottiene iscrivendosi ad un sito, inserendo il numero della carta d'identità. Il rilascio della relativa certificazione, valida sei mesi, attesterà che il cittadino sia stato sottoposto al vaccino anti Covid oppure si è ammalato e negativizzato. Il possesso della Green Passport, consente di entrare in locali, cinema, e centri sportivi. I cittadini sono comunque chiamati ad osservare le regole anti contagio da Covid 19: obbligo d'indossare la mascherina nei luoghi chiusi e distanziamento.

 

Il "caso Sardegna"

Il governatore della Sardegna, Christian Solinas ha deciso di istituire un certificato vaccinale in vista delle vacanze sull'isola. La Sardegna, infatti, è la prima zona bianca d'Italia e Solinas ha già pianificato le misure di sicurezza: sull'isola potrà sbarcare (attraverso porti e aeroporti) solo chi avrà con sè un certificato che attesti di essere negativo al Covid. Chi non ha fatto il tampone prima della partenza, effettuerà il test sul posto e se negativo potrà rimanere in Sardegna.

Il nodo sulla privacy

Per evitare discriminazioni, oltre ai dati su eventuali somministrazioni di vaccino, il Qr a portata di cellulare conterrà dunque quelli dei test effettuati o delle immunizzazioni acquisite post infezione. Il Garante della privacy ritiene che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale per consentire l'accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali. 

Paolo Gentiloni, commissario Ue agli Affari economici, nel corso del Forum Ansa Un nuovo patto Ue per la crescita, si espresso in tal proposito: "Bene se si riesce a creare un certificato comune, non deve contenere chissà quali informazioni ma semplicemente il dato che il titolare è stato vaccinato ed eventualmente se solo con la prima o anche con seconda dose. Detto questo, c'è una parte molto delicata e difficile del problema che riguarda la necessitò di bilanciare l'interesse alla ripresa di settori economici con l'evitare discriminazioni"