Ultima modifica 17.04.2020

Generalità

L'ossigenoterapia consiste nella somministrazione di una quantità supplementare di ossigeno, a scopo terapeutico.
ossigenoterapiaI medici ricorrono all'ossigenoterapia quando sono alle prese con pazienti che presentano ridotti livelli di ossigeno nel sangue.
Le situazioni che richiedono il ricorso all'ossigenoterapia sono svariate: tra le condizione croniche, si segnalano la BPCO, la bronchite cronica, l'asma, la fibrosi cistica e l'enfisema polmonare; tra le condizioni acute, invece, meritano sicuramente una citazione le crisi anafilattiche gravi, le emorragie severe, gli episodi di shock, lo stato di ipossiemia e l'ipotermia.
Attualmente, le più comuni fonti di ossigeno, sia in ambito ospedaliero che domiciliare, sono: i serbatoi di ossigeno in forma gassosa, i contenitori di ossigeno in forma liquida e i concentratori di ossigeno.
Le possibili modalità di somministrazione dell'ossigeno variano dalle maschere facciali e dai sondini nasali, ai tubicini tracheotomici, alla camera iperbarica, alle tende a ossigeno ecc.
L'ossigenoterapia è una pratica alquanto efficace e sicura, che solo in rare circostanze dà luogo a complicanze.

Cos'è l'ossigenoterapia?

L'ossigenoterapia è la somministrazione di una miscela gassosa ad alto contenuto di ossigeno, effettuata a scopo terapeutico, per mezzo di un apposito strumento a erogazione.
In altre parole, quindi, l'ossigenoterapia è un trattamento medico, allo stesso modo per esempio di una terapia farmacologica, mentre l'ossigeno è un medicinale, esattamente come per esempio l'aspirina.

ORIGINE DEL'OSSIGENOTERAPIA

L'ossigenoterapia ha cominciato a essere un trattamento medico molto diffuso a partire dal 1917.
Oggi, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, è una delle forme di terapia più sicure ed efficaci a disposizione.

Usi

In genere, i medici sottopongono a ossigenoterapia pazienti presentanti ridotti livelli di ossigeno nel sangue, condizione quest'ultima che impedisce il corretto funzionamento dell'organismo interessato e ne mette in serio pericolo la sopravvivenza.
A causare, in un individuo, un calo dei livelli di ossigeno sanguigno, possono essere condizioni morbose di tipo acuto o di tipo cronico. L'ossigenoterapia è ideale per entrambe le circostanze.

CONDIZIONI CRONICHE CHE RICHIEDONO L'OSSIGENOTERAPIA

Le più comuni condizioni croniche, che richiedono l'ossigenoterapia, sono:

Di norma, l'impiego dell'ossigenoterapia, in presenza di una condizione cronica, è a lungo termine.

CONDIZIONI ACUTE CHE RICHIEDONO L'OSSIGENOTERAPIA

Le condizioni acute che rendono indispensabile il ricorso all'ossigenoterapia sono emergenze mediche, che richiedono una terapia salva-vita immediata.
Tra le condizioni acute in questione, rientrano:

In genere, l'utilizzo dell'ossigenoterapia, in occasione di una condizione acuta, è a breve termine.

DOVE HA LUOGO L'OSSIGENOTERAPIA?

L'ossigenoterapia è una pratica medica che, a seconda dei casi, può essere ospedaliera oppure domiciliare.
È ospedaliera, quando la condizione che la rende necessaria ha carattere acuto, impone un monitoraggio medico continuo del paziente e richiede altre cure salvavita, attuabili solo in un centro ad hoc.
È domiciliare, invece, quando la condizione per cui si attua tende ad avere carattere cronico, presenta un'evoluzione lenta, è sottocontrollo – anche se clinicamente è considerata molto grave – e, infine, non impedisce al paziente di provvedere, in caso di bisogno, all'autogestione dello strumento erogatore di ossigeno.

Tecniche e strumentazione

Attualmente, le più comuni fonti erogatrici di ossigeno per l'ossigenoterapia sono 3:

  • I serbatoi di ossigeno in forma gassosa. Sono bombole di ossigeno compresso. Sono in metallo e possono avere svariate dimensioni. Chiaramente, le bombole più grandi contengono più ossigeno delle bombole più piccole, pertanto hanno una durata maggiore nel tempo.
    Le bombole di ossigeno più piccole hanno dimensioni e un peso tali che i pazienti, se sussistono le condizioni per un'ossigenoterapia di carattere domiciliare, sono in grado di trasportarle con loro, all'interno di uno zaino o mediante un carrellino.
  • I contenitori di ossigeno in forma liquida. L'ossigeno presente all'interno di questi contenitori è un liquido refrigerato, che diventa gas nel momento in cui se ne induce la fuoriuscita, attraverso un apposito meccanismo di ebollizione.
    I contenitori di ossigeno liquido refrigerato sono generalmente di grandi dimensioni e trovano impiego, soprattutto, negli ospedali.
    Esiste la possibilità di travasare l'ossigeno liquido refrigerato dai grandi contenitori sopraccitati a contenitori più piccoli; quest'ultimi sono ideali in caso di ossigenoterapia a carattere domiciliare.
    L'ossigeno liquido refrigerato costa di più dell'ossigeno gassoso compresso all'interno di bombole; inoltre, evapora più facilmente, quindi è difficile conservarlo a lungo.
  • I cosiddetti concentratori di ossigeno. Sono particolari strumenti elettrici, che, una volta azionati, prelevano l'aria presente nell'ambiente e, dei vari gas che tale aria contiene, conservano soltanto l'ossigeno. Da ciò, ne deriva ossigeno concentrato.
    I concentratori di ossigeno sono strumenti di piccole dimensioni, comodi in caso di necessità improvvise e facili da usare.
    Funzionano per mezzo della corrente elettrica, pertanto in caso di black-out o di un qualche guasto alla linea elettrica sono inutilizzabili. Tale dipendenza dalla corrente elettrica spiega per quale motivo i medici e gli esperti nel campo dell'ossigenoterapia consigliano, a chi fa uso dei concentratori di ossigeno, di procurarsi delle fonti di ossigeno alternative, da impiegare solo in caso di inconvenienti elettrici.

MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE DELL'OSSIGENO

Esistono diverse modalità per somministrare l'ossigeno a un individuo sottoposto a ossigenoterapia. Tali modalità di somministrazione possono essere più o meno invasive.
La scelta di una particolare modalità, piuttosto che di altre, spetta al medico curante e dipende dalle condizioni del malato.
Entrando maggiormente nei dettagli, chi necessita dell'ossigenoterapia può ricevere l'ossigeno mediante:

  • Maschera facciale. Realizzata per coprire naso e bocca, si fissa dietro alle orecchie attraverso un elastico e riceve l'ossigeno da un tubicino agganciato in un'apposita area, presente nella sua parte anteriore (ovviamente, il tubicino proviene da una fonte erogatrice di ossigeno).
  • Sondino nasale. Ideale per l'ossigenoterapia domiciliare, consta sostanzialmente di due tubicini da inserire nel naso e il cui fissaggio avviene grazie al loro passaggio dietro le orecchie e sotto il mento.
    Sotto il metto, il sondino nasale è unito a una cannula, che, a sua volta, è collegata alla fonte erogatrice di ossigeno.
  • Tubicino inserito in trachea direttamente dall'esterno. Com'è facilmente intuibile, il ricorso a tale modalità di somministrazione dell'ossigeno richiede l'incisione chirurgica del collo e della trachea, così da potervi inserire il tubicino. Tale intervento d'incisione prende il nome di tracheotomia e l'ossigenoterapia eseguita tramite un tubicino nella trachea è detta ossigenoterapia transtracheale.
    Resa necessaria, di norma, dalla presenza di un'ostruzione al passaggio dell'aria a livello nasale od orale, l'ossigenoterapia transtracheale richiede l'utilizzo di un dispositivo che, collegato alla fonte erogatrice di ossigeno, umidifichi quest'ultimo al momento dell'infusione.
    Quando si usa un sondino o una maschera, non serve alcun dispositivo del genere, in quanto a umidificare l'ossigeno in entrata sono il naso e la bocca.
  • Incubatrice/tenda a ossigeno. Sono due dispositivi medici distinti, che però, in certe circostanze, possono praticarsi assieme. Sono adatti soprattutto all'ossigenazione dei neonati.
    Paragonabili a delle cappe chiuse, sia l'incubatrice che la tenda a ossigeno garantiscono un ambiente interno ricco di ossigeno.
    La tenda a ossigeno è più efficace, più precisa e meno rischiosa dell'incubatrice.
  • Camera iperbarica. La camera iperbarica (o camera per terapia iperbarica) è una stanza all'interno della quale è possibile respirare ossigeno puro al 100%, a una pressione superiore a quella normale.
    La somministrazione di ossigeno mediante camera iperbarica è una pratica indicata, soprattutto, in caso di embolia gassosa (dovuta per esempio alla cosiddetta sindrome da decompressione).
  • Ventilatore meccanico a pressione positiva continua. In tali frangenti, l'ossigenoterapia si associa a una particolare tipologia di ventilazione meccanica, nota come CPAP o ventilazione meccanica a pressione positiva continua.

QUANTITÀ DI OSSIGENO SOMMINISTRATO

Non tutti i pazienti sottoposti a ossigenoterapia necessitano della stessa quantità di ossigeno; alcuni malati hanno bisogno di quantitativi maggiori di altri.
La scelta di quanto ossigeno somministrare spetta al medico curante ed è frutto di esami diagnostici (emogasanalisi e pulsossimetria in primis), finalizzati a misurare le carenze di ossigeno presenti nel sangue del paziente.
In generale, vale la regola per cui chi presenta gravi carenze di ossigeno necessita di più ossigeno, rispetto a chi invece presenta modeste carenze di ossigeno.

IL RUOLO DEL PERSONALE MEDICO

Nell'ossigenoterapia a carattere ospedaliero, il personale medico ha un ruolo centrale, in quanto deve prendersi cura del paziente in modo totale. Quindi, sarà suo dovere monitorare lo strumento che rifornisce di ossigeno il malato, controllare che siano sempre rispettate le misure di sicurezza in corso di ossigenoterapia (si veda il capitolo dedicato ai rischi e alle complicazioni), farsi trovare pronto in caso di eventuali complicanze ecc.
Nell'ossigenoterapia a carattere domiciliare, invece, il personale medico ha un ruolo più defilato. Si limita, infatti, a insegnare al paziente come utilizzare correttamente lo strumento che rifornisce l'ossigeno e a informarlo di ogni precauzione d'uso.

Rischi e complicazioni

L'ossigenoterapia moderna rientra tra le metodiche di trattamento, il cui rischio di complicazioni è basso. Quindi, è da considerarsi una pratica medica alquanto sicura.

QUALI SONO LE POSSIBILI COMPLICANZE DELL'OSSIGENOTERAPIA?

In genere, l'ossigenoterapia è causa di complicanze quando la quantità di ossigeno somministrata è esagerata.
Infatti, un'eccessiva somministrazione di ossigeno può comportare:

  • Una depressione paradossa dei centri respiratori. Il meccanismo con cui tale complicanza s'instaura è alquanto complesso e non è argomento di questo articolo;
  • Danni ai polmoni;
  • Disturbi retinici che, specialmente nei pazienti neonati, possono trasformarsi in patologie della retina vere e proprie (retinopatia del prematuro);
  • Infortuni all'orecchio medio (es: rottura del timpano);
  • Convulsioni;
  • Incendi. Tale complicanza è legata al fatto che l'ossigeno è un comburente ed è altamente infiammabile.

Esistono poi delle complicanze e degli effetti collaterali legati alla modalità di somministrazione dell'ossigeno.
Per esempio, l'utilizzo della maschera facciale o del sondino nasale può dar luogo a: secchezza nasale, sangue da naso, irritazione cutanea, affaticamento e mal di testa mattutino; l'uso del tubo in trachea, invece, può essere responsabile di: infezioni, lesioni indesiderate a carico della trachea e/o accumuli di catarro in trachea tali da ostruire quest'ultima.


Nota importante: come usare l'ossigeno in sicurezza, nell'ossigenoterapia domiciliare

L'infiammabilità dell'ossigeno per l'ossigenoterapia impone diverse precauzioni d'uso, valide soprattutto in ambito domiciliare e nei luoghi pubblici.
La mancata osservazione di tali precauzioni può comportare l'esplosione delle fonti erogatrici di ossigeno, mettendo a repentaglio la vita del paziente e di chi gli sta attorno.
Nell'elenco delle precauzioni d'uso, meritano sicuramente una citazione:

  • Il divieto di fumare o di stare vicino a persone che fumano. Una sigaretta che brucia troppo vicino a una bombola d'ossigeno o a un contenitore di ossigeno liquido ha altissime probabilità di innescare una reazione incendiaria;
  • Il divieto di usare in prima persona diluenti per vernici, detersivi, gasolio, spray vari e tutti quei materiali che, come i precedenti, sono infiammabili;
  • Il tenersi a una certa distanza da stufe a gas, candele e altre fonti di calore;
  • Il divieto di conservare le bombole o i contenitori di scorta in luoghi ristretti e non areati (es: sgabuzzini), vicino alle tende o in prossimità di un tappeto e altri tessuti infiammabili.

È bene ricordare che dai serbatoi e dai contenitori fuoriesce sempre una piccola quantità di ossigeno, anche quando si è provveduto alla chiusura appropriata.

Controindicazioni

L'ossigenoterapia è controindicata in caso di:

  • Avvelenamento da paraquat, un diserbante. È possibile contravvenire a tale controindicazione in presenza di arresto respiratorio o grave distress respiratorio;
  • Fibrosi polmonare o altri danni ai polmoni, dovuti all'assunzione di bleomicina, un farmaco antitumorale.

Risultati

L'ossigenoterapia è un trattamento medico molto praticato, in quanto fornisce buoni risultati.
Infatti, le persone sottoposte a un'adeguata ossigenoterapia vedono migliorare, in breve tempo, il proprio stato di salute e la qualità della propria vita.
In tutte quelle circostanze potenzialmente mortali, per le quali sussiste una possibilità di guarigione completa, l'ossigenoterapia può rappresentare il primo passo verso la sopravvivenza.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza