Ultima modifica 08.07.2019

Generalità

La nevralgia post-erpetica è la complicanza più frequente dell'Herpes zoster o fuoco di Sant'Antonio, una malattia virale caratterizzata dalla comparsa di eruzioni cutanee vescicolari, accompagnate da dolore intenso, continuo ed urente; queste tipiche eruzioni (vedi immagine) compaiono nelle aree di distribuzione delle radici spinali colpite dal virus Herpes Zoster, noto anche come Varicella Zoster.

In alcuni casi il dolore che accompagna e caratterizza il fuoco di Sant'Antonio, anziché risolversi spontaneamente, persiste per un periodo imprevedibile; in questi casi si parla di Nevralgia Post Erpetica (NPH).

Definizione

Si definisce Nevralgia Post Erpetica un dolore che continua o si ripresenta nella sede di un pregresso Herpes zoster entro tre mesi dall'eruzione cutanea; Nevralgia Post-erpetica comprensibile la difficoltà degli studiosi nel definire un punto temporale ben preciso che funga da spartiacque tra il dolore tipico dell'Herpes Zoster e quello che, sconfinando nell'eccessiva durata, caratterizza la nevralgia post-erpetica. Per questo motivo, la Nevralgia Post Erpetica è stata arbitrariamente definita in vari modi, ad esempio come la persistenza del dolore dopo che le lesioni cutanee hanno fatto la crosta, oppure a distanza di oltre un mese, sei settimane o tre o sei mesi dall'insorgenza della fase acuta della malattia. Una definizione più recente classifica la nevralgia post-erpetica in acuta, sub-acuta e NPH, a seconda che il dolore persista, rispettivamente, per almeno 30, 60 o 120 giorni dalla comparsa del rash cutaneo; il termine generico "dolore associato ad Herpes zoster" si riserva invece a qualsiasi episodio doloroso che si presenti dopo l'insorgenza del rash.

Inevitabilmente, questa eterogeneità nelle definizioni crea non poche difficoltà nell'interpretazione dei dati epidemiologici e terapeutici.

Epidemiologia e fattori di rischio

Il rischio di sviluppare una nevralgia post-erpetica incrementa con l'età, interessando soprattutto le persone con più di 50 anni. Al di sotto di questa soglia l'incidenza della nevralgia post-erpetica è inferiore al 20%, mentre aumenta progressivamente dopo i 60 anni accompagnandosi ad una riduzione delle probabilità di risoluzione spontanea. Si stima, per esempio, che la nevralgia post-erpetica interessi rispettivamente il 27, 47 e 77% degli adulti non trattati di età superiore ai 55, 60 e 70 anni. Da notare, a tal proposito, i dati epidemiologici discordanti presenti in letteratura, pesantemente influenzati dai criteri utilizzati nel definire ed identificare la nevralgia post-erpetica.

Sintomi

Nella peggiore delle ipotesi, il dolore che caratterizza la nevralgia post-erpetica è continuo, superficiale, urente (bruciore) e tipicamente localizzato in un'area ben precisa ed ipersensibile; il dolore viene spesso esacerbato violentemente da contatti, anche lievi, dell'area lesa, quindi percepito in maniera esplosiva per un periodo di tempo superiore alla norma; ad esempio, il semplice contatto coi vestiti, i movimenti notturni o addirittura sbalzi di temperatura, rumori improvvisi o stress emotivi, possono scatenare un dolore violento e lancinante che può compromettere seriamente la qualità di vita.

L'intensità del dolore è comunque variabile e altamente soggettiva, per cui la sintomatologia può presentarsi anche in maniera assai più lieve e limitarsi ad un leggero prurito con sensazione di intorpidimento.

La nevralgia post-erpetica può permanere a lungo (mesi o addirittura anni) dopo la guarigione delle lesioni cutanee.

Cura e Terapia

Le terapie proposte per il trattamento e la cura della nevralgia post-erpetica sono assai numerose, ma contrapposte - in generale - ad una scarsa efficacia. Ne consegue la necessità tuttora primaria di effettuare una prevenzione adeguata, ricorrendo ad una profilassi farmacologica con antivirali da iniziare il più precocemente possibile: questa cura dev'essere intrapresa non oltre le 72 ore dalla manifestazione dei primi prodromi (rush cutaneo), e va protratta per 7-10 giorni (scomparsa dei sintomi). Questi farmaci consentono anche di attenuare il dolore nella fase acuta della malattia e di accelerare la guarigione, e possono essere associati a corticosteroidi (prednisolone) e amitriptilina. Per pazienti di età superiore ai 60 anni può essere consigliabile la vaccinazione.

Nel caso la nevralgia post-erpetica sia già manifesta, viene in genere utilizzata una combinazione di trattamenti utili a ridurre il dolore:

  • Trattamenti topici: applicazione di gel, o meglio ancora cerotti, a base di Lidocaina  5% nell'area interessata. Nella maggior parte dei casi questo trattamento offre un sollievo temporaneo al dolore. Meno efficaci ma potenzialmente utili le applicazioni topiche di pomate a base di capsaicina 0,025-0,075%, o aspirina in dietiletere.
  • Trattamenti sistemici: il trattamento d'elezione è rappresentato dagli antidepressivi triciclici (desipramina, amitriptilina, nortriptilina, maprotilina), da assumere in piccole dosi serali da incrementare nel corso della terapia secondo le indicazioni mediche. Potenzialmente utili anche i farmaci antidolorifici, come il paracetamolo e gli oppioidi ossicodone e tramadolo. Alcuni farmaci utilizzati nel trattamento dell'epilessia (anticonvulsivanti o antiepilettici, quali gabapentin o pregabalin) possono  ridurre il dolore associato alla nevralgia posterpetica.
  • Vaccinazione: Zostavax è indicato per la vaccinazione di soggetti di età pari o superiore a 60 anni, per prevenire l'herpes zoster e la nevralgia post-erpetica ad esso associata. Secondo un recente studio, questo vaccino contribuisce a dimezzare il rischio di sviluppare Nevralgia Post Erpetica rispetto ai soggetti non vaccinati.

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