Meningite Fulminante: Cos'è? Cause, Sintomi e Conseguenze
Generalità
La meningite è un'infiammazione delle meningi, le membrane che racchiudono e proteggono il cervello e il midollo spinale. La forma fulminante di questa patologia è rara, ma estremamente grave, e può avere conseguenze anche letali.
Questo quadro clinico severo dipende da una reazione dell'ospite all'infezione, da cui conseguono, dopo poche ore, edema cerebrale e ipertensione intracranica, associate a un rapido deterioramento delle condizioni di salute generali.
La meningite fulminante è generalmente di origine batterica. L'esame del liquor è spesso utile per la diagnosi eziologica.
Cos'è
Cos'è la Meningite Fulminante?
La meningite fulminante è un processo infiammatorio che interessa le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (meningi).
La funzione di queste tre membrane (pia madre, aracnoide e dura madre) consiste nel proteggere il sistema nervoso centrale dalle infezioni. Quando un agente patogeno minaccia quest'area, la dura madre (la meninge più esterna) diventa più permeabile, così da permettere un maggior afflusso di globuli bianchi (cellule deputate alla difesa dell'organismo dall'attacco di batteri, virus e miceti provenienti dall'esterno). Questa reazione immunitaria determina, però, l'infiammazione delle membrane stesse. Il risultato è la formazione di edema (cioè un accumulo di liquidi) e l'aumento della pressione intracranica, con cattiva ossigenazione dei tessuti e rischio di danni cerebrali.
La forma fulminante si verifica in una piccola percentuale di tutti i casi di meningite batterica, la quale può essere contratta a ogni età.
L'agente infettivo più temuto è il meningococco (Neisseria meningitidis), di cui esistono diversi sierotipi (attualmente, ne sono noti 13, ma solo 5 - A, B, C, Y, W135 e X – sono rilevanti dal punto di vista clinico, in quanto possono determinare epidemie e malattie pericolose per l'uomo).
In Italia, il meningococco C è il sierotipo più aggressivo e si riscontra più frequentemente insieme al ceppo B.
Nota
Di solito, la meningite riconosce una causa infettiva (virale, batterica o fungina), ma esistono anche forme provocate da fenomeni irritativi (es. farmaci, infiltrazione neoplastica da tumori cerebrali primitivi o metastasi, lesioni fisiche ecc.) e da alcune malattie sistemiche (come sarcoidosi e vasculiti).
Cause
Quali sono le cause della Meningite Fulminante?
Molti batteri possono provocare una meningite fulminante.
In linea generale, i microrganismi responsabili della patologia sono invasivi (cioè capaci di moltiplicarsi velocemente e diffondere nell'organismo) e variano con l'età del paziente:
- Nel neonato, i principali agenti eziologici sono Escherichia Coli e streptococchi del gruppo B;
- Nell'adolescente e nel giovane adulto, è implicato più comunemente il batterio Neisseria meningitidis (meningococco), di cui esistono diversi sierogruppi (A, B, C, Y, W135 e X);
- Nell'anziano, i casi sono dovuti principalmente allo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e alla Listeria monocytogenes.
Tra gli agenti che possono causare la meningite fulminante va ricordato anche l'emofilo B o Hib (Haemophilus influenzae di tipo b).
Meningite Fulminante: come si sviluppa l'infezione
Le meningi sono normalmente sterili e rappresentano un ambiente caldo e ricco di nutrienti, quindi ideale per la colonizzazione di microrganismi patogeni provenienti dall'esterno (come nel caso di traumi penetranti, frattura del cranio o manovre neurochirurgiche) o da foci di infezione adiacenti (es. otite, sinusite e polmonite). In quest'ultimo caso, sono necessarie circostanze particolari, come l'abbassamento delle difese immunitarie o la presenza di altre patologie (es. tubercolosi, morbillo, rosolia, varicella ecc.), che permettano ai patogeni di raggiungere le meningi attraverso il sangue e il liquido cerebro-spinale (o liquor, cioè il fluido che permea e protegge il cervello e il midollo spinale).
Il periodo di incubazione della meningite varia tra 3 e 4 giorni, ma può prolungarsi fino a 10 giorni (tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria).
La fisiopatologia sottostante rimane poco compresa, ma è stato riscontrato che, nel caso della meningite fulminante, le cellule infiammatorie infiltrano le leptomeningi (aracnoide e pia madre, cioè le meningi più vicine alla superficie del cervello) e la parete dei vasi sanguigni meningei, i quali appaiono congesti e dilatati. L'infiammazione può diffondersi, poi, al parenchima cerebrale o ai ventricoli. A partire dalle aree di maggiore accumulo, strie di pus possono diramarsi lungo i vasi sanguigni sulla superficie cerebrale.
Meningite: come si prende?
Tutti possono ammalarsi di meningite, ma i bambini piccoli e gli adolescenti presentano una probabilità più elevata di contrarre l'infezione causata dai diversi tipi di meningococco. Soggetti a rischio sono anche gli anziani, chi soffre di deficit immunitari e di altre patologie croniche.
La trasmissione della meningite infettiva si verifica in seguito a un contatto prolungato e stretto con persone affette dalla malattia o portatori sani. Il contagio può avvenire per via aerea (tramite goccioline di saliva e secrezioni nasali disperse parlando, tossendo o starnutendo) o attraverso il diretto contatto di liquidi biologici (es. bevendo dallo stesso bicchiere o mangiando con le stesse posate di un soggetto che ha contratto la malattia).
Affinché il contagio avvenga è, comunque, necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. L'esposizione agli agenti causali non comporta necessariamente lo sviluppo della meningite fulminante: è frequente, infatti, lo stato di portatore, cioè di individuo sano completamente asintomatico e transitorio, che non sviluppa la malattia.
Sintomi e complicazioni
La meningite fulminante esordisce con sintomi generici e aspecifici, che possono trarre in inganno, come:
- Mal di testa;
- Spossatezza;
- Sonnolenza;
- Inappetenza;
- Nausea e vomito.
Acconto a queste manifestazioni, però, compaiono anche sintomi più caratteristici, che non andrebbero mai ignorati:
- Rigidità del collo e della nuca;
- Febbre alta;
- Petecchie (piccole macchie rossastre o violacee dovute a micro-emorragie dei vasi);
- Forte debolezza e prostrazione;
- Rigidità all'estensione della gamba;
- Fotofobia (sensibilità degli occhi alla luce);
- Alterazione del livello di coscienza;
- Tremori e convulsioni.
Nei lattanti e nei piccoli bambini, la malattia può esordire con segni più sfumati, come mancanza di appetito, pianto acuto, colorito pallido, irritabilità e sguardo fisso.
Attenzione! La meningite fulminante è caratterizzata da un esordio improvviso e dal rapido peggioramento dello stato generale di salute.
In alcuni casi, la meningite fulminante può anche portare al decesso in breve tempo. Altre volte, la patologia ha conseguenze gravi, invalidanti e permanenti, soprattutto se la diagnosi (e l'inizio del trattamento terapeutico adeguato) non è stata sufficientemente tempestiva.
Tra le conseguenze più frequenti della meningite fulminante si segnalano:
- Danni cerebrali;
- Sordità;
- Epilessia;
- Cecità permanente o menomazione parziale della vista (causata dagli sbalzi di pressione intracranica);
- Paralisi motorie;
- Difficoltà intellettive o ritardo mentale;
- Danni ai reni e alle ghiandole surrenali.
La meningite fulminante può portare anche all'amputazione degli arti o alla presenza di cicatrici causate dall'infezione.
Nel 5-20% dei casi, oltre alla meningite, alcuni batteri possono raggiungere il sangue e causare sepsi, cioè un'infezione generalizzata. Questa condizione si riconosce dalla comparsa improvvisa di febbre e macchioline rosse sulla pelle (petecchie), spesso associate ad ipotensione e shock.
Diagnosi
Come viene formulata la diagnosi di Meningite Fulminante?
In caso di sospetta meningite, i medici effettuano alcuni esami specifici, come il prelievo di un campione del liquido cerebro-spinale attraverso una puntura lombare (cioè posizionando un ago nella parte bassa della schiena, attraverso la colonna vertebrale). Quest'analisi consente l'esame colturale del liquor, in cui i campioni biologici vengono seminati su una piastra da laboratorio e permettono così di verificare l'eventuale crescita del batterio. L'analisi del liquido cerebro-spinale è utile per valutare, quindi, se vi è infezione e, in caso positivo, se è un virus o un batterio a causarla.
La diagnosi di meningite fulminante viene confermata da esami di biologia molecolare per identificare tracce di DNA del batterio all'interno dell'organismo umano.
Terapia
Meningite Fulminante: come viene trattata?
La meningite fulminante è un esempio di una risposta aberrante dell'ospite all'infezione, che resiste all'intervento medico disponibile. Nel corso della patologia, infatti, l'edema cerebrale non può essere predetto e l'uso di tecniche aggiuntive per controllarlo non ha dimostrato di modificare l'insorgenza dell'ipertensione intracranica. Anche quest'ultima condizione è spesso refrattaria al trattamento.
Ad ogni modo, l'approccio terapeutico della meningite fulminante è condizionato dall'agente causale e dall'età del paziente. La meningite da meningococco va gestita tempestivamente, ad esempio, in regime ospedaliero, con dosi massicce di antibiotici per via endovenosa.
Chiaramente, l'intervento è più efficace se l'agente che causa la malattia viene identificato, sia per orientare la terapia antibiotica del paziente, sia per definire la necessità della profilassi dei contatti.
In tutti i casi, il trattamento deve essere iniziato il più precocemente possibile per evitare esiti permanenti gravi (sordità, perdita di uno o più arti, disturbi della vista, deficit neuro-motori) o il decesso.
Prognosi
La meningite fulminante è una malattia estremamente grave e può determinare la morte nel giro di poche ore (24-48 ore dalla comparsa dei sintomi), nonostante la tempestiva somministrazione di specifici antibiotici.
Prevenzione
La meningite fulminante può essere prevenuta con la vaccinazione.
Questa misura consente, infatti, di ridurre il rischio di sviluppare le principali forme batteriche invasive della malattia e contrastare la diffusione dell'infezione, poiché promuove l'induzione di una memoria immunitaria e la formazione di anticorpi che difendono l'organismo.
Al momento, per prevenire la meningite, i vaccini contro il meningococco nella loro formulazione monovalente (C e B) o tetravalente (A-C-W135-Y) rappresentano lo strumento più efficace per proteggere dalla malattia in modo duraturo, riducendo il rischio di un decorso severo con esiti invalidanti o addirittura letali.
Inoltre, sono disponibili vaccini che proteggono contro le forme di meningite fulminate causate da:
- Emofilo B: il vaccino è incluso nel vaccino esavalente (che offre protezione anche contro difterite-tetano-pertosse, poliomielite ed epatite B), la cui prima dose viene somministrata già a partire dal 61° giorno di vita (terzo mese).
- Pneumococco: è disponibile un vaccino, praticabile dai primi mesi di vita, che protegge da 13 differenti ceppi di Streptococcus pneumoniae.
Altre precauzioni utili contro la Meningite Fulminante
I batteri che causano la meningite fulminante, in particolare il meningococco, non possono vivere a lungo fuori dall'organismo umano e sono molto sensibili ai comuni disinfettanti, alle variazioni di temperatura e all'essiccamento. In altre parole, la malattia si trasmette meno facilmente di un raffreddore o un'influenza.
Essendo il contagio interumano, il rischio di contrarre la meningite si può ridurre mettendo in atto alcune misure di igiene e protezione individuali:
- Evitare luoghi chiusi e affollati, e contatti ravvicinati con le persone;
- Non scambiare oggetti di uso personale (bicchieri, posate, sigarette, giocattoli morbidi non lavabili ecc.);
- Mantenere pulite le superfici che possono essere contaminate (interruttori, telefoni, tastiere, maniglie, rubinetti, pulsantiere dell'ascensore, tavoli e scrivanie);
- Arieggiare spesso gli ambienti dove si vive e si lavora, soprattutto se i locali sono molto frequentati (caserme, asili, scuole ecc.);
- Lavarsi le mani con cura e più volte al giorno con acqua e sapone, in particolare dopo aver tossito o starnutito.