Ultima modifica 25.02.2020

Generalità

Il megacolon tossico è un'abnorme distensione gassosa del colon, ad insorgenza acuta, indipendente da processi ostruttivi. L'importante dilatazione totale o segmentale delle pareti coliche provoca sintomi come gonfiori e dolori addominali, febbre e shock.

Il megacolon tossico è un'affezione molto grave e può rivelarsi letale quando non viene trattata con la massima urgenza ed in modo adeguato. L'attributo "tossico" lo distingue dalle altre forme non tossiche di distensione colica, come quelle congenite (malattia di Hirschsprung), idiopatiche o pseudo - ostruttive (sindrome di Ogilvie). In particolare, si parla di megacolon tossico per sottolineare la presenza di sintomi di tossicità sistemica (come la confusione mentale) riconducibili alle alterazioni dell'omeostasi elettrolitica e dell'equilibrio acido-base.

 

Megacolon

Cause

Disturbi associati al Megacolon Tossico

Il megacolon tossico è una complicanza delle malattie infiammatorie intestinali. La colite ulcerosa ed il morbo di Crohn rappresentano le più comuni cause di megacolon tossico in Italia e negli altri Paesi industrializzati, mentre nelle regioni in via di sviluppo e tra i pazienti debilitati prevalgono i megacolon tossici dovuti a processi infettivi del colon che conducono alla colite pseudomembranosa.

A differenza di quanto accade in una comune colite, in presenza di megacolon tossico il processo infiammatorio non si limita agli strati superficiali delle pareti intestinali (mucosa), ma si spinge in profondità coinvolgendo anche le tonache sottomucosa, muscolare e sierosa. Interessando le terminazioni nervose dei plessi, il processo infiammatorio può determinare paralisi muscolare del colon, con arresto della progressione del contenuto enterico e conseguente distensione. A causa dell'aumentata pressione, i vasi venosi ed arteriosi locali vengono progressivamente occlusi, facilitando processi necrotici e perforativi. Inoltre, viene compromesso l'assorbimento di acqua ed elettroliti attraverso la mucosa intestinale.

A puro titolo indicativo, il megacolon tossico complica dal 5 al 10% dei casi di rettocolite ulcerosa, mentre è più raro tra i soggetti affetti da Morbo di Crohn. Oggi, grazie all'avvento dei nuovi farmaci biologici che consentono un miglior controllo dell'infiammazione, l'insorgenza del megacolon tossico come complicanza della colite ulcerosa sta diventando sempre più rara. Spesso, si verifica come episodio iniziale acuto, meno frequentemente durante una fase di riacutizzazione e raramente nelle forme croniche e continue di colite ulcerosa. Più in generale, i progressi terapeutici e farmacologici (ad es. terapie antibiotiche e farmaci anti-retrovirali) hanno ridotto l'incidenza di megacolon tossico come complicanza delle malattie sopramenzionate. Tuttavia, anche i farmaci possono essere fattori di rischio per l'insorgenza del megacolon tossico; è il caso, ad esempio, delle terapie antibiotiche prolungate non compensate dall'assunzione di probiotici: un simile trattamento può provocare una disbiosi intestinale con selezione di ceppi resistenti (colite pseudomembranosa da Clostridium difficile, comune in ambiente ospedaliero e difficile da trattare). Anche gli antidiarroici, i narcotici o gli anticolinergici - somministrati per la terapia di una colite ulcerosa, del m. di Crohn o di una banale gastroenterite magari virale - possono favorire l'insorgenza del megacolon tossico rallentando, fino ad arrestare, la peristalsi intestinale

Sintomi e complicanze

Per approfondire: Sintomi Megacolon Tossico


Clinicamente, il megacolon tossico si manifesta con il quadro tipico della colite acuta severa, che talvolta può evolvere in modo drammatico caratterizzandosi per sintomi e segni di interessamento peritoneale (peritonite) e tossicità sistemica:

La complicanza più temibile del megacolon tossico è la perforazione intestinale legata all'abnorme distensione delle pareti coliche. L'estensione del processo infettivo-infiammatorio al sangue può essere responsabile di sepsi e shock (tachicardia, ipotensione, nausea, sudorazione profusa, stato confusionale).

Diagnosi

In assenza di un miglioramento delle condizioni generali, il paradossale ed improvviso arresto dell'emissione fecale in un paziente fino a poco prima affetto da diarrea profusa, deve sempre far sospettare l'insorgenza di un megacolon tossico. Un altro segno clinico importante è la critica riduzione dei rumori ascoltatori addominali (

La conferma diagnostica si ottiene dalla radiografia in bianco dell'addome, che in presenza di megacolon tossico mostra un abnorme incremento del diametro del colon (almeno 6 cm a livello del colon trasverso), con possibili segni di enfisema della parete con scollamento della mucosa. A seguire può essere praticata una TC. Gli esami bioumorali mostrano leucocitosi, emoconcentrazione, aumento della VES e degli indici di flogosi, anemizzazione e squilibri elettrolitici con tendenza all'alcalosi metabolica (aumento di pH del sangue).

L'esecuzione di un clisma opaco durante un periodo di diarrea grave ed acuta, potrebbe rappresentare un possibile fattore precipitante e risulta controindicato anche per l'alto rischio di perforazione, soprattutto se praticato con bario, sostanza molto appiccicosa che nel caso il colon dovesse rompersi causerebbe delle peritoniti molto gravi da trattare. Analogo discorso per la colonscopia.

Trattamento

In presenza di megacolon tossico, l'obiettivo del trattamento è la decompressione dell'intestino associata alla prevenzione di ulteriori fattori che possono distendere il colon. In riferimento a quest'ultimo punto, l'alimentazione per bocca viene sospesa per evitare l'introduzione di aria ed alimenti; viene quindi sostituita dalla nutrizione enterale, con particolare attenzione al ripristino del bilancio elettrolitico per prevenire shock e disidratazione. L'utilizzo di corticosteroidi può essere indicato per sopprimere la reazione infiammatoria quando il megacolon tossico è provocato dall'acutizzazione di una malattia infiammatoria intestinale. Antibiotici ad ampio spettro, somministrati per via endovenosa, possono invece essere utilizzati per prevenire la sepsi o nel trattamento di un megacolon tossico dipendente da Clostridium difficile, batterio complicato da debellare e sensibile alla vancomicina ed alla fidaxomicina. Allo stesso tempo è importante sospendere tutti i medicinali che possono ridurre la motilità del colon; questi includono narcotici, antidiarroci ed agenti anticolinergici. La decompressione avviene mediante aspirazione tramite sondino nasogastrico, che assorbe e drena quanto viene secreto a livello di stomaco e duodeno, e sonda rettale morbida, posizionata con estrema cautela per evitare la perforazione dell'intestino. Controindicata sia la somministrazione di purganti lassativi, soprattutto quelli irritanti, sia la pratica di clisteri evacuativi.

Se la decompressione non è praticabile, se il paziente non migliora nell'arco di 24-48 ore, oppure se il diametro del viscere raggiunge o supera i 12-13 cm, si richiede l'asportazione chirurgica di una parte più o meno estesa del colon (colectomia).