Generalità
La malattia di Whipple è una patologia sistemica infettiva, fortunatamente rara, causata dal batterio Tropheryma whipplei.

L'elemento distintivo di questa condizione è l'accumulo di materiale lipidico e glicoproteico nella mucosa dell'intestino tenue, nei tessuti linfatici del mesentere e nei linfonodi; per questo motivo, la malattia di Whipple è anche detta lipodistrofia intestinale. Le esatte circostanze che favoriscono l'infezione non sono ancora note, ma è stata osservata una predisposizione immunologica, acquisita o genetica.
Il quadro clinico della malattia di Whipple è variabile. Gli effetti della patologia si ripercuotono maggiormente sulla mucosa dell'intestino tenue, ma sono coinvolti anche altri organi, come cuore, polmoni, occhi e cervello. Di solito, i pazienti che ne sono affetti manifestano dolore addominale, febbre, perdita di peso, diarrea, malassorbimento intestinale, iperpigmentazione cutanea e poliartralgia.
Nella maggior parte dei casi, la diagnosi è formulata attraverso una valutazione istopatologica dei tessuti infettati (mucosa intestinale, linfonodi ecc.) dopo biopsia. Per la conferma, possono essere utili esami colturali ed analisi genetiche molecolari, come la reazione a catena polimerasica (PCR).
Il trattamento della malattia di Whipple si basa sulla somministrazione di antibiotici per eradicare il batterio. Una volta intrapresa la terapia, il miglioramento clinico è rapido, con risoluzione di febbre e dolori articolari in pochi giorni. I sintomi intestinali scompaiono, in genere, entro 1-4 settimane, anche se la guarigione istologica può avvenire dopo 2 anni.
Se non viene riconosciuta e correttamente diagnosticata, la malattia di Whipple può portare il paziente all'invalidità o, addirittura, alla morte.
Cos’è
La malattia di Whipple è una rara patologia sistemica ad andamento cronico. Questa condizione è caratterizzata dalla presenza di aggregati lipidici e glicoproteici nella mucosa intestinale e nei linfonodi, da malassorbimento, artralgia, diarrea, dolore addominale e perdita di peso.
La malattia di Whipple colpisce prevalentemente l'intestino tenue, ma non risparmia anche altre sedi, come articolazioni, polmoni, cuore, milza, fegato, reni, muscolatura scheletrica e sistema nervoso centrale.
Cause
La malattia di Whipple è provocata da un'infezione cronica, sostenuta dal batterio Gram-positivo Tropheryma whippelii.
La principale caratteristica del quadro clinico è la comparsa di un gran numero di macrofagi, carichi di lipidi e di materiale glicoproteico, nella mucosa dell'intestino tenue, nei tessuti linfatici del mesentere e nei linfonodi. Le cause per cui ciò avviene sono ancora sconosciute e, attualmente, sono oggetto di approfondimento scientifico.
Cosa provoca la Malattia di Whipple?
La malattia di Whipple è causata dal Tropheryma whippelii (fino al 2001, denominato Tropheryma whipplei). Questo batterio bastoncelliforme è ampiamente diffuso nell'ambiente, ma è stato riscontrato, in particolare, negli impianti di depurazione delle acque di scarico. Il Tropheryma whippelii viene espulso attraverso le feci dai portatori sani e dalle persone affette dalla malattia di Whipple.
Le condizioni che favoriscono l'infezione non sono ancora note. Nell'eziopatogenesi è stata riscontrata, però, una predisposizione immunologica acquisita e genetica: nella malattia di Whipple sono implicati dei difetti a carico di alcuni loci dei geni HLA ed una ridotta risposta immunitaria dei linfociti T (in particolare, di tipo Th1).
Chi è più a rischio?
- La malattia di Whipple colpisce prevalentemente gli uomini di 30-60 anni d'età. Nella maggior parte dei casi, a contrarre l'infezione sono soggetti caucasici dell'Europa centrale e Nord America.
- La malattia di Whipple è una malattia sistemica rara. Nei Paesi dell'Europa centrale, l'incidenza stimata è inferiore ad un caso per milione all'anno.
- La malattia di Whipple è comune nei lavoratori addetti agli impianti di depurazione delle acque di scarico e negli agricoltori a contatto con suolo ed animali, suggerendo che l'infezione è acquisita da queste fonti.
Sintomi e Complicazioni
I sintomi della malattia di Whipple sono piuttosto eterogenei tra loro, in quanto variano a seconda di quali organi sono maggiormente colpiti e dallo stadio della patologia. Alcune manifestazioni sono più frequenti rispetto ad altre, anche se non sono presenti necessariamente in tutti i pazienti; queste comprendono: perdita di peso, poliartrite, diarrea, malassorbimento, febbre e linfadenopatia. In alcuni casi, possono essere presenti sintomi cerebrali, come disfunzioni cognitive, oftalmoplegia e mioclono.
Malattia di Whipple: quali sono le sedi coinvolte?
La malattia di Whipple è una patologia nella quale quasi tutti gli organi possono essere invasi dal Tropheryma whipplei. La sede maggiormente interessata dalla malattia di Whipple è la mucosa dell'intestino tenue, ma sono coinvolti anche altri organi, tra cui milza, cuore, polmoni, fegato, reni, articolazioni, occhi e sistema nervoso centrale.
Malattia di Whipple: come si manifesta?
Il segno di presentazione più frequente della malattia di Whipple è una sindrome da malassorbimento intestinale.
In genere, le prime manifestazioni della patologia comprendono:
- Febbre;
- Dolore addominale;
- Poliartralgia (dolori articolari);
- Artrite (infiammazione delle articolazioni).
La malattia di Whipple è caratterizzata, inoltre, da:
- Anemia;
- Alterazioni della pigmentazione cutanea;
- Tosse cronica e dolore pleuritico.
In seguito, la malattia di Whipple si manifesta con sintomi associati al severo malassorbimento intestinale, inclusi:
- Inappetenza;
- Steatorrea;
- Diarrea acquosa;
- Perdita progressiva di peso corporeo.
Altre possibili manifestazioni della malattia di Whipple comprendono:
- Edema periferico;
- Linfoadenopatia (i linfonodi risultano ingranditi, specie quelli mesenterici);
- Infiammazioni dell'occhio;
- Pleurite;
- Tenosinovite recidivante.
Talvolta, sono presenti anche sintomi cardiaci (es. endocardite negativa all'esame colturale, pericardite e valvulopatia cardiaca) e neuropsichiatrici (disfunzioni cognitive, oftalmoplegia e contrazioni cloniche della muscolatura facciale).
Malattia di Whipple: decorso
- Se non trattata, la malattia di Whipple è progressiva e conduce al decesso per deperimento e/o per coinvolgimento del sistema nervoso centrale.
- Con l'adeguata antibioticoterapia, invece, il miglioramento dal punto di vista clinico è piuttosto rapido.
- Dopo la risoluzione dell'infezione, non è escluso che possano verificarsi delle recidive.
Possibili complicanze
- La malattia di Whipple può dare origine ad una complicanza, recentemente riconosciuta, denominata sindrome infiammatoria da immunoricostituzione (SIIR). Questa si verifica in alcuni pazienti, dopo l'inizio della terapia, per la ripresa dell'infiammazione che non risponde più agli antibiotici (nota: nella maggior parte dei casi, questi farmaci sono efficaci nell'eradicazione del batterio). Occorre segnalare che la sindrome infiammatoria da immunoricostituzione non è una recidiva della malattia di Whipple, ma una complicanza a sé stante.
- La malattia di Whipple non adeguatamente trattata con antibiotici è inesorabilmente progressiva e fatale.
Diagnosi

La diagnosi della malattia di Whipple viene formulata tramite un esame istologico dopo prelievo bioptico di un campione di linfonodi o intestino. L'analisi permette il riconoscimento al microscopio elettronico del batterio bastoncelliforme (fagocitato o libero), oltre ad individuare altre specifiche alterazioni, come la presenza – a livello della lamina propria della mucosa dell'intestino tenue o di altri tessuti – di macrofagi rigonfi che contengono granuli PAS positivi (evidenziati tramite colorazione acida periodico-reattiva di Schiff).
Per la conferma definitiva è possibile il supporto di esami colturali, test genetici e specifiche analisi molecolari, tra cui la PCR (reazione a catena della polimerasi) su campioni di tessuto extraintestinali, come liquido cerebrospinale, linfonodi o liquido sinoviale.
Malattia di Whipple: diagnosi differenziale
La diagnosi differenziale della malattia di Whipple va posta con patologie che provocano un quadro clinico simile, tra cui:
- Poliartrite sieronegativa;
- Spondilite anchilosante;
- Endocardite con esame colturale negativo;
- Vasculite;
- Sindrome da malassorbimento;
- Linfoma;
- Malattia cerebro-vascolare;
- Demenza;
- Infezione da HIV;
- Micobatteriosi atipica;
- Sarcoidosi.
Trattamento
Malattia di Whipple: come si cura?
Il trattamento della malattia di Whipple prevede l'impiego di antibiotici per eradicare il batterio, all'inizio per endovena, seguito da 12 mesi di terapia per via orale. I farmaci più utilizzati comprendono tetracicline, cloramfenicolo, clortetraciclina, sulfasalazina, ampicillina, penicillina e trimetroprim/sulfametossazolo.
Attualmente, la terapia d'elezione per la malattia di Whipple risulta dalla combinazione trimethoprim + sulfametossazolo. Altra associazione consigliata, in alternativa, è quella costituita da cefalosporine o penicilline seguita da tetracicline. Il protocollo di trattamento è a lungo termine, cioè va adottato per almeno un anno, al termine del quale è possibile sia indicata una terapia antibiotica di mantenimento.
Di solito, la terapia antibiotica correla a buoni risultati.
Il miglioramento clinico dal punto di vista clinico è rapido, con risoluzione di febbre e dolori articolari in pochi giorni. I sintomi intestinali, in genere, scompaiono entro 1-4 settimane, anche se la guarigione istologica può avvenire dopo 2 anni.
Le recidive dell'infezione sono possibili e possono verificarsi a distanza di anni, pertanto è necessario stabilire con il paziente un programma di follow-up.