Malattia di Pompe (Glicogenosi di tipo II): Cos’è? Cause e Terapia

Ultima modifica 27.11.2018
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento

Generalità

La malattia di Pompe (o glicogenosi di tipo II) è una patologia ereditaria rara caratterizzata da un accumulo eccessivo di glicogeno.

https://www.my-personaltrainer.it/imgs/2018/11/24/malattia-di-pompe-orig.jpeg Shutterstock

I danni che derivano dal mancato smaltimento di questo polimero del glucosio si esprimono soprattutto nel fegato, nel miocardio e nei muscoli scheletrici, che vanno incontro ad un progressivo indebolimento.

La malattia di Pompe è causata da un'aberrazione genetica che si traduce in un difetto nell'attività dell'enzima alfa-1,4-glucosidasi acida (GAA o maltasi acida) all'interno dei lisosomi (organuli intracellulari, in cui avviene la degradazione di vari tipi di molecole).

La forma infantile della glicogenosi di tipo II conduce ad una grave forma di cardiomegalia che può causare la morte per scompenso cardiorespiratorio entro il secondo anno di vita. Nella malattia di Pompe ad esordio tardivo, invece, i sintomi sono limitati al muscolo e, rispetto alla variante infantile, l'andamento di questa miopatia progressiva è relativamente benigna.

Cos’è

Glicogeno: punti chiave

  • Il glicogeno è il principale polisaccaride di riserva nelle cellule degli animali.
  • Il glicogeno è costituito da subunità di glucosio e viene accumulato, come fonte di deposito, nel citosol del fegato (dove è particolarmente abbondante), del muscolo scheletrico e, in quantità minore, del rene.
  • Il glicogeno è utilizzato dall'organismo per sostenere la glicemia nei periodi di digiuno, normalmente tra un pasto e l'altro, e durante la notte.

Cosa s'intende per Glicogenosi?

Le glicogenosi sono un gruppo di malattie rare causate dal deficit ereditario di uno o più enzimi coinvolti nel metabolismo del glicogeno. Queste condizioni sono accumunate da depositi di glicogeno in eccesso in vari organi.

Malattia di Pompe - Glicogenosi di tipo II: che cos'è?

La malattia di Pompe è una condizione patologica ereditaria, cronica e progressiva, caratterizzata dall'accumulo di glicogeno all'interno delle cellule o di alcuni organuli intracellulari, come i lisosomi.

A causa del difetto dell'enzima responsabile della degradazione del glicogeno, quest'ultimo si accumula e danneggia il cuore, i muscoli di gambe e braccia e quelli della respirazione.

Malattia di Pompe: sinonimi e terminologia

Chiamata anche glicogenosi di tipo 2, la malattia di Pompe rientra nel gruppo delle malattie da accumulo lisosomiale.

I sinonimi di questa patologia sono numerosi e comprendono:

  • Deficit di alfa-1,4-glucosidasi acida;
  • Glicogenosi da deficit di maltasi acida;
  • Glicogenosi di tipo 2 (indicata anche come: glicogenosi di tipo II; glicogenosi, tipo 2 o GSD, tipo 2);
  • Malattia da deposito di glicogeno di tipo 2.

Cause

Malattia di Pompe - Glicogenosi di tipo II: quali sono le cause?

La malattia di Pompe è una patologia da accumulo lisosomiale provocata dal deficit congenito di un enzima lisosomiale - chiamato alfa-1,4- glucosidasi acida (o maltasi acida) - normalmente deputato allo smaltimento del glicogeno.

Nella glicogenosi di tipo II, questo difetto enzimatico si traduce in:

  • Disturbi dovuti all'incapacità dell'organismo di utilizzare correttamente il glucosio immagazzinato come glicogeno;
  • Alterazioni causate dall'accumulo del glicogeno stesso nei lisosomi (intra-lisosomiale) o al di fuori di questi (extra-lisosomiale).

Il deficit enzimatico alla base della malattia di Pompe è, infatti, ubiquitario, ma i danni che ne derivano si esprimono soprattutto a livello di alcuni organi (tra cui cuore e/o muscolo scheletrico).

Come si trasmette la Malattia di Pompe?

  • Alla base della malattia di Pompe vi sono alcune mutazioni a carico del gene GAA, localizzato sul cromosoma 17q23.
  • Il difetto genico viene trasmesso con modalità autosomica recessiva: ciò significa che i genitori devono essere entrambi "portatori sani" della mutazione e, ad ogni gravidanza, avranno un rischio del 25% di generare figli affetti dalla malattia di Pompe, il 50% di probabilità di avere figli portatori sani e il 25% di avere figli sani non portatori.
  • Le mutazioni patogenetiche della glicogenosi di tipo II sono eterogenee, per questo la presentazione clinica della patologia risulta variabile. Alcune aberrazioni sono più comuni rispetto ad altre. In ogni caso, il risultato è la compromissione della normale attività dell'enzima lisosomiale, da cui consegue l'accumulo del glicogeno.

Sintomi e Complicazioni

Malattia di Pompe - Glicogenosi di tipo II: come si manifesta?

La malattia di Pompe ha una presentazione clinica complessa ed eterogenea, che dipende dal diverso grado di deficit dell'alfa-1,4- glucosidasi acida, verosimilmente correlato alle diverse mutazioni del gene GAA che codifica per lo stesso enzima.

Di solito, la glicogenosi di tipo II è caratterizzata da danni variabili a carico del tessuto muscolare (miocardio, muscoli scheletrici e della respirazione) e del fegato.

In generale, la compromissione dell'attività dei lisosomi conduce progressivamente ad un deficit della forza muscolare.

Forma infantile

La forma infantile della malattia di Pompe si manifesta prima dei 3 mesi di vita con:

Le forme infantili della malattia di Pompe sono le più gravi, in quanto conducono a:

In assenza di trattamento, nelle forme infantili della malattia di Pompe, il decesso si verifica prima dei due anni di vita, a causa dello scompenso cardiorespiratorio.

Forma tardiva o adulta

Nelle forme tardive - cioè a qualsiasi età dopo il primo anno di vita - ad esordio adolescenziale o "adulto" della glicogenosi di tipo II la progressione è lenta e le conseguenze meno sfavorevoli di quelle infantili, poiché il cuore è generalmente risparmiato.

La malattia di Pompe colpisce prevalentemente i muscoli, interessati da un indebolimento che esordisce a partire dagli arti inferiori e finisce con il determinare problemi respiratori.

Nel tempo, infatti, questa miopatia può portare all'incapacità di deambulare autonomamente, mentre la capacità ventilatoria si compromette gradualmente, fino a condurre all'insufficienza respiratoria. Senza trattamento, i pazienti con la glicogenosi di tipo II devono ricorrere alla ventilazione assistita o alla tracheostomia.

Nota

Per quanto riguarda il quadro clinico, la forma infantile e quella tardiva rappresentano due estremi della malattia di Pompe. Tra queste due varianti, esiste un ampio spettro di forme intermedie.

Diagnosi

Come avviene la diagnosi della glicogenosi di tipo 2?

La diagnosi della malattia di Pompe si basa sull'osservazione clinica e sull'evidenza del deficit enzimatico. In particolare, per confermare il sospetto, viene misurata l'attività enzimatica della GAA in colture di fibroblasti cutanei, in linfociti o in un campione di biopsia muscolare:

  • Nei bambini affetti dalla forma infantile della malattia di Pompe, l'attività dell'alfa-1,4- glucosidasi acida è praticamente assente;
  • Nella forma tardiva si riscontrano diversi livelli di attività enzimatica residua.

Inoltre, è possibile effettuare l'analisi genetica (anche prenatale) con la ricerca della mutazioni a carico del gene GAA. La diagnosi precoce può contribuire a migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Malattia di Pompe: diagnosi differenziale

La diagnosi differenziale della forma tardiva si pone con le altre cause di miopatia.

La forma infantile della malattia di Pompe va distinta principalmente da:

  • Malattia di Werdnig-Hoffman (SMA di tipo 1);
  • Cardiomiopatia ipertrofica (idiopatica o metabolica).

Malattia di Pompe: è possibile la diagnosi prenatale?

La diagnosi prenatale della malattia di Pompe si può eseguire attraverso:

  • Misurazione dell'attività enzimatica sui villi coriali freschi entro la 12esima settimana di gravidanza;
  • Ricerca delle mutazioni del gene GAA sulle cellule fetali, prelevate dal liquido amniotico, alla 15esima settimana di gravidanza.

Attualmente, questa malattia non rientra tra quelle oggetto dello screening neonatale (nota: ad oggi, è in corso una sperimentazione pilota in alcune Regioni, tra cui Toscana e Veneto).

Trattamento

Malattia di Pompe: quali trattamenti sono disponibili?

Le possibilità di cura attualmente disponibili per la glicogenosi di tipo 2 sono rappresentate dalla terapia enzimatica sostitutiva: a partire dal 2006, l'Unione Europea ha autorizzato l'immissione in commercio di un farmaco orfano per il trattamento dei pazienti affetti dalla malattia di Pompe, chiamato alglucosidasi alfa. In termini pratici, la terapia prevede la somministrazione per via endovenosa periodica (una volta ogni due settimane) dell'enzima prodotto biotecnologicamente, per via ricombinante.

Per approfondire: Alglucosidasi alfa - Cos'è, Indicazioni e Modalità d'Uso

La terapia enzimatica sostitutiva è più efficace se somministrata in uno stadio iniziale della malattia. Per quanto riguarda i risultati ottenibili con tale approccio, la terapia enzimatica sostitutiva con GAA umano ricombinante è molto efficace nella malattia di Pompe infantile, in quanto prolunga in modo significativo la sopravvivenza e riduce la cardiomiopatia. In alcune forme tardive, quest'approccio terapeutico può portare alla stabilizzazione della malattia.

Altri possibili interventi

La gestione della malattia di Pompe può prevedere un trattamento sintomatico e alcuni farmaci in grado di migliorare gli effetti dalla terapia enzimatica sostitutiva.  

La possibilità di sfruttare la terapia genica per la glicogenosi di tipo 2 è ancora in fase di studio.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici