Ipervigilanza: cos'è, sintomi e rimedi

Ipervigilanza: cos'è, sintomi e rimedi
Ultima modifica 31.03.2023
INDICE
  1. Introduzione
  2. Ipervigilanza: sintomi
  3. Cause
  4. Trattamento terapeutico

Introduzione

Sudorazione, battito cardiaco accelerato, respiro superficiale con questo stato di maggiore vigilanza, iper sensibilità a ciò che ci circonda e avvertire pericoli che potrebbero non essere reali, riconducono ad uno stato di ipervigilanza che, lo suggerisce la parola stessa, è una condizione in cui un individuo si trova in uno stato di maggiore vigilanza, nei confronti di azioni di altre persone o derivanti dall'ambiente. 

L'ipervigilanza può essere un sintomo di condizioni di salute mentale, tra cui: disturbo da stress post-traumatico (PTSD), disturbi d'ansia, schizofrenia, condizioni che possono far sì che il cervello e il corpo si trovino costantemente in allerta. L'ipervigilanza può avere un effetto negativo sulla vita e sulle relazioni sociali. Può influenzare il modo in cui interagisci e vedi gli altri, o può favorire  comportamenti paranoici. 

Ipervigilanza: sintomi

  • sintomi fisici,
  • comportamentali,
  • emotivi
  • mentali
  • a lungo termine

 

Sintomi fisici

I sintomi fisici dell'ipervigilanza possono assomigliare -e quindi essere confusi- a quelli dell'ansia. Questi possono includere: sudorazione, una frequenza cardiaca accelerata, respiro veloce e superficiale. Nel tempo, questo costante stato di allerta può causare affaticamento e spossatezza.

Sintomi comportamentali

I sintomi comportamentali includono riflessi nervosi e reazioni istintive all'ambiente circostante. In condizione di ipervigilanza, alcuni soggetti potrebbero reagire in modo eccessivo al solo udire un forte botto o anche fraintendo l'affermazione di una persona vicina, reputandola maleducata o inopportuna, quando assolutamente non lo è. Queste reazioni possono essere violente o ostili in un tentativo percepito di difendersi.

Sintomi emotivi

I sintomi emotivi dell'ipervigilanza possono essere lievi oppure di seria entità. Questi possono includere: aumento dell'ansia che raggiunge livelli preoccupanti, accompagnata da crisi di panico e paura, più o meno violente. Alcuni soggetti potrebbero temere il giudizio degli altri, o, al contrario, giudicare gli altri in modo estremamente severo. Questo può trasformarsi in un pensiero in bianco e nero in cui trovi le cose assolutamente giuste o assolutamente sbagliate. Altri sintomi emotivi che si possono presentare con frequenza sono: chiusura in se stessi, sbalzi d'umore o emozioni esagerate.

Sintomi mentali

I sintomi mentali dell'ipervigilanza possono includere la paranoia. Ciò può essere accompagnato da una razionalizzazione per giustificare l'ipervigilanza. Può anche essere difficile per coloro che soffrono di ipervigilanza frequente, come quelli con PTSD, dormire bene.

Sintomi a lungo termine

In caso di disturbo ripetuto, e quindi di stato di ipervigilanza ricorrente, non è da escludere che si possano manifestare comportamenti per calmare l'ansia o contrastare le minacce percepite. Quando si teme un'aggressione o un pericolo, ad esempio, si tende, all' isolamento sociale, o a interrompere rapporti interpersonali.

Cause

  • Ansia
  • Stress post-traumatico
  • Schizofrenia
  • Trigger comuni

 

L'ipervigilanza può essere causata da diverse condizioni di salute mentale. L'ansia è una delle cause più comuni di tale condizione dai risvolti psicofisici notevoli. In caso si manifesti un disturbo d'ansia generalizzato, l'ipervigilanza potrebbe essere associata a nuove situazioni o ambienti con cui non si ha  particolare familiarità, ma anche in presenza di persone nuove o persone di cui non si nutre fiducia. Il disturbo da stress post-traumatico è un'altra causa comune di ipervigilanza, che può causare tensione, frustrazione e costante ricerca di minacce "nascoste dietro l'angolo".

La schizofrenia può anche causare ipervigilanza, arrivando a peggiorare sensibilmente alcuni dei sintomi associati alla patologia psichiatrica, come paranoia o allucinazioni.

Trigger comuni
Esistono alcuni fattori scatenanti comuni che possono causare o contribuire a episodi di ipervigilanza. Questi includono:

  • sentirsi intrappolati
  • claustrofobia
  • senso di abbandono
  • presenza di rumori forti che disturbano la sfera emotiva come: urla, discussioni e scoppi improvvisi
  • dolore
  • paura
  • sentirsi giudicati o sgraditi
  • provare disagio emotivo
  • ricordare i traumi del passato
  • subire i comportamenti casuali e caotici degli altri

Trattamento terapeutico

 

Per trattare l'ipervigilanza, il medico determinerà la causa alla base della condizione. Il trattamento può essere diverso a seconda della causa, indirizzando il soggetto, in alcuni casi, a un terapista o uno psichiatra. La Terapia cognitivo comportamentale (CBT) è spesso efficace nell'aiutare a trattare l'ansia. La Terapia dell'esposizione, inoltre, può rivelarsi utile in caso di disturbo da stress post-traumatico. La terapia dell'esposizione consente di affrontare in sicurezza le paure e i ricordi del trauma lentamente in modo da poter imparare a gestire i flashback e l'ansia.

Un altro trattamento prevede la desensibilizzazione e rielaborazione tramite movimenti oculari (EMDR) che combina la terapia dell'esposizione con i movimenti oculari guidati. Questo alla fine può cambiare il modo in cui si reagisce ai ricordi traumatici. I casi gravi di ansia e disturbo da stress post-traumatico possono richiedere un trattamento più intensivo, compresi i farmaci da prescrizione. I farmaci possono includere: