Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB): cos'è e cause prostata ingrossata

Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB): cos'è e cause prostata ingrossata
Ultima modifica 17.01.2024
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause e Fattori di Rischio
  4. Sintomi e Complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Trattamento e Rimedi
  7. Prevenzione

Generalità

Con il termine ipertrofia prostatica s'intende una malattia benigna che colpisce la prostata e si caratterizza per la una proliferazione del tessuto prostatico, da cui consegue l'ingrossamento della ghiandola.

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Prostata sana

L'ipertrofia prostatica benigna (IPB) è una patologia piuttosto comune, soprattutto negli uomini a partire dai 40 anni.

Con l'avanzare dell'età, infatti, la ghiandola prostatica tende spontaneamente a modificare il proprio volume, per effetto di variazioni ormonali e dell'azione di numerosi fattori di crescita. In altre parole, l'iperplasia prostatica benigna accompagna il normale processo di invecchiamento.

Il risultato è fondamentalmente l'ingrossamento della prostata, responsabile della comparsa di sintomi urinari.

A lungo andare, se trascurata, l'iperplasia prostatica benigna può provocare l'ostruzione anatomica dell'uretra e creare problemi al corretto deflusso urinario, tanto che il soggetto deve aumentare la pressione necessaria per svuotare la vescica. Altri sintomi piuttosto indicativi dell'iperplasia prostatica benigna sono l'urgenza e la frequenza dello stimolo diurno e notturno alla minzione, il bruciore durante e dopo la minzione percepito a livello del pene, la debolezza del getto urinario e il senso di svuotamento vescicale incompleto.

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Prostata iperplastica

Il medico, dopo aver confermato la diagnosi con una visita ed alcuni esami clinici mirati, può indicare, a secondo delle varie situazioni, un trattamento farmacologico o chirurgico.

Cos’è

Ipertrofia Prostatica: Cos'è?

L'ipertrofia prostatica benigna, nota anche come prostata ingrossata, IPB o più correttamente come iperplasia prostatica benigna, è un ingrossamento della prostata.

Perché Iperplasia è sinonimo di Ipertrofia Prostatica?

Si parla più correttamente di iperplasia perché questo ingrossamento della ghiandola è dovuto ad un aumento del numero di cellule che la costituiscono.

L'aspetto più importante da sottolineare è che l'ingrossamento della prostata è causato da una proliferazione fisiologica, del tutto benigna. A differenza di un tumore, infatti, l'ipertrofia prostatica benigna comprime i tessuti circostanti senza infiltrarli ed origina principalmente dalla porzione centrale della ghiandola.

Nelle persone che soffrono di iperplasia prostatica benigna, la prostata può arrivare a superare anche di due o tre volte le sue normali dimensioni. Dopo diversi anni e in assenza di trattamento, questa ghiandola può addirittura raggiungere le dimensioni di un pompelmo.

Va ricordato, infatti, che la prostata è posta come un manicotto intorno all'uretra, il canale che trasporta l'urina dalla vescica all'esterno. Non sorprende dunque come l'aumento di volume della prostata finisca con il comprimere l'uretra, determinando creare problemi nel passaggio dell'urina, provocando così diversi sintomi fastidiosi a carico delle vie urinarie.

Cos'è la Prostata?

La prostata (o ghiandola prostatica) è un piccolo organo esclusivamente maschile, che appartiene all'apparato riproduttivo, localizzato subito al di sotto della vescica. La sua funzione principale consiste nella produzione di una parte del liquido seminale, quindi contribuisce a preservare la vitalità degli spermatozoi. Più nel dettaglio, la ghiandola prostatica circonda parzialmente la prima parte dell'uretra (condotto che porta l'urina all'esterno del corpo, durante la minzione), come una ciambella, in corrispondenza del collo della vescica e si fonde con i due dotti eiaculatori che la attraversano.

Proprio a causa di questa sua posizione e dei rapporti descritti con gli organi vicini, l'ingrossamento della prostata può causare problemi alla minzione, all'eiaculazione o alla defecazione. In condizioni normali, la prostata ha generalmente dimensioni e forma assimilabili a quelle di una castagna, con la base rivolta in alto (attaccata alla superficie inferiore della vescica) e l'apice rivolto verso il basso. Con il passare degli anni o la compresenza di alcune patologie, la prostata può ingrossarsi, quindi aumentare di volume.
Per saperne di più, consulta anche: Prostata - Anatomia e Malattie

Cause e Fattori di Rischio

Ipertrofia Prostatica: Chi è più a Rischio?

L'ipertrofia prostatica benigna è un'alterazione molto frequente, soprattutto negli uomini più anziani. Si tratta, infatti, di una tipica malattia età-dipendente.

L'ipertrofia prostatica benigna inizia a svilupparsi dopo i 40 anni e si manifesta prevalentemente dopo i 50. L'incidenza aumenta proporzionalmente con l'avanzare dell'età, raggiungendo i massimi livelli nell'ottava decade di vita. Si stima infatti che tra i 70 e gli 80 anni l'iperplasia prostatica benigna colpisca fino all'80% della popolazione maschile.

Cause e Fattori predisponenti

Come anticipato, l'iperplasia prostatica benigna accompagna il normale processo di invecchiamento.

Purtroppo, non si conoscono ancora con esattezza le cause sottostanti, ma è ormai assodato che siano implicate delle modifiche nell'assetto ormonale (andropausa).

Con l'avanzare dell'età, infatti, la ghiandola tende spontaneamente a modificare la propria consistenza e volume in risposta allo squilibrio tra gli ormoni androgeni ed estrogeni, a favore di questi ultimi, ed all'azione di numerosi fattori di crescita.

Oltre all'età, possono predisporre all'ipertrofia prostatica anche:

Sintomi e Complicazioni

Nell'ipertrofia prostatica, l'aumento di volume della prostata finisce col comprimere l'uretra (canale che trasporta l'urina dalla vescica all'esterno). Ne conseguono vari problemi a carico delle vie urinarie.

Ipertrofia Prostatica: Quali sono i Sintomi?

Per quanto riguarda la sintomatologia associata all'ipertrofia, l'aumento di volume della prostata è lentamente progressivo, quindi i sintomi si presentano, di solito, in modo graduale.

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Occorre segnalare, però, che questa patologia non sempre evolve con la medesima modalità e velocità. Inoltre, l'incremento di volume della prostata non necessariamente determina disturbi rilevanti e, talvolta, non si avvertono sintomi.

Quando presenti, l'ipertrofia prostatica benigna può portare a sintomi di tipo irritativo ed ostruttivo. Esempi di sintomi irritativi associati all'ipertrofia prostatica benigna sono il bisogno urgente di urinare e l'aumento della frequenza delle minzioni diurne e notturne, che in termini medici sono definiti rispettivamente pollachiuria e nicturia. Accanto alle difficoltà nell'iniziare a urinare, gli altri sintomi quasi sempre presenti sono: minzione intermittente, diminuzione della forza del getto urinario, minzione lenta e dolorosa (che i medici chiamano stranguria), sensazione di incompleto svuotamento vescicale e sgocciolamento dopo aver terminato di urinare.

Ipertrofia Prostatica: Come si Manifesta?

L'ipertrofia prostatica comporta sintomi di tipo irritativo ed ostruttivo, quali:

  • Disuria (difficoltà alla minzione);
  • Urgenza minzionale (incapacità di ritardare l'atto di urinare);
  • Aumento della frequenza delle minzioni diurne (pollachiuria) e notturne (nicturia);
  • Difficoltà nell'iniziare a urinare (esitazione minzionale);
  • Diminuzione della forza del getto urinario e/o mitto intermittente (flusso dell'urina debole, lento o che si interrompe più volte);
  • Senso di incompleto svuotamento vescicale;
  • Presenza di piccole quantità di sangue nelle urine (ematuria);
  • Emissione di sangue nel liquido seminale (emospermia);
  • Dolore dopo l'eiaculazione o durante la minzione (stranguria);
  • Problemi nell'erezione e nel suo mantenimento;
  • Sgocciolamento dopo aver terminato di urinare;
  • Ritenzione d'urina (incapacità da parte del paziente di emettere all'esterno l'urina contenuta nella vescica).

Nota

I sintomi urinari di tipo irritativo ed ostruttivo che si presentano nell'ipertrofia prostatica, possono manifestarsi anche in presenza di problemi vescicali, infezioni del tratto urinario o prostatiti (infiammazioni della prostata). Questi disturbi possono anche essere il segnale di patologie ben più gravi, come il cancro della prostata. Per tale motivo, è sempre opportuno rivolgersi al medico, per gli accertamenti più adeguati al proprio caso.

Ipertrofia Prostatica: Possibili Conseguenze

Nel contesto dell'ipertrofia prostatica, il restringimento dell'uretra e la ritenzione urinaria sono responsabili di problemi al corretto deflusso delle urine: il paziente deve esercitare una spinta addominale per riuscire ad espellerle e svuotare la vescica.

A causa di questo superlavoro, la parete vescicale tende pian piano ad indebolirsi e, nel tempo, è possibile addirittura arrivare alla ritenzione urinaria acuta, ovvero all'impossibilità di urinare. Un'ostruzione prolungata dell'uretra può addirittura compromettere la funzione renale, provocando un'insufficienza d'organo.

Attenzione! La ritenzione urinaria è un'urgenza urologica, che richiede il posizionamento di un catetere vescicale.

Altra complicanza da considerare è lo svuotamento incompleto della vescica, che determina il ristagno di un residuo urinario in cui possono proliferare i batteri e sedimentare eventuali aggregati cristallini. Per questo motivo, l'ipertrofia prostatica espone ad un maggior rischio di infezioni urinarie, prostatiti, pielonefriti e calcoli dovuti alla cristallizzazione di sali nel residuo post-minzionale.

Segnali d'allarme

Manifestazioni da non sottovalutare, che devono indurre a richiedere un intervento medico tempestivo, comprendono:

  • Totale incapacità di urinare;
  • Stimolo doloroso, urgente e frequente alla minzione, con febbre e brividi;
  • Sangue nell'urina;
  • Fastidio importante o dolore nell'addome inferiore e nel tratto urinario.
Per approfondire: Sintomi Ipertrofia Prostatica Benigna

Diagnosi

Esami per la Diagnosi di Ipertrofia Prostatica: quali servono?

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In presenza di sintomi suggestivi dell'ipertrofia prostatica, è opportuno rivolgersi al proprio medico. Tramite una visita urologica è possibile accertare la reale presenza dell'aumento di volume della prostata ed escludere altre patologie che possono dare una sintomatologia sovrapponibile, come prostatite o tumore.

Per la corretta valutazione, vengono indicati alcuni esami clinici mirati, tra cui:

Il PSA serve a valutare la possibilità che sia presente un tumore maligno, mentre l'esplorazione rettale fornisce informazioni su volume e consistenza della ghiandola. L'esame delle urine, invece, consente di verificare la funzionalità renale o escludere la presenza di infezioni delle vie urinarie, in grado di produrre una sintomatologia analoga a quella dell'ipertrofia prostatica.

Per determinare l'entità della patologia, il paziente può essere sottoposto ad esami più approfonditi, come:

  • Uroflussometria: misura la velocità del flusso urinario e il volume di urina emessa durante la minzione, quindi fornisce un'idea, seppur grossolana, dell'eventuale danno alla vescica;
  • Ecografia prostatica trans-rettale, seguita da biopsia: consente di confermare od escludere la presenza di un tumore maligno e risulta un utile strumento di valutazione del corretto volume della prostata, importante soprattutto ai fini di un eventuale intervento chirurgico.
Per approfondire: PSA - Significato, Valore e Alterazioni

Trattamento e Rimedi

Le strategie terapeutiche adottate per la gestione dell'ipertrofia prostatica sono diverse e dipendono sostanzialmente dall'entità della condizione e dalla sintomatologia associata. Se la malattia non provoca particolari disturbi al paziente, può essere semplicemente monitorata nel tempo; al contrario, in presenza di complicanze si rende obbligatorio il trattamento farmacologico o chirurgico.

Farmaci e Rimedi fitoterapici

Nelle prime fasi dell'ipertrofia prostatica, è possibile intervenire con l'utilizzo di due principali categorie di farmaci:

  • Alfa-antagonisti: riducono il tono muscolare a livello della prostata e del collo vescicale, facilitando, in sostanza, il passaggio dell'urina nell'uretra. Tra i farmaci alfa-bloccanti più utilizzati nel trattamento dell'ipertrofia prostatica rientrano alfuzosina, doxazosina, tamsulosina e terazosina.
  • Inibitori della 5-alfa-reduttasi: inibiscono la crescita volumetrica dell'ipertrofia prostatica, sopprimendo la stimolazione degli androgeni. Farmaci come la finasteride e la dutasteride agiscono, in pratica, bloccando la trasformazione del testosterone nella sua forma attiva, il diidrotestosterone (DHT), che partecipa all'ingrossamento della prostata.

I problemi maggiori del ricorso ai farmaci per la cura dell'ipertrofia prostatica sono associati ai possibili effetti collaterali. Tra questi vi sono deficit erettivi, eiaculazione retrograda e ginecomastia per gli inibitori della 5-alfa-reduttasi, mentre ipotensione, emicrania, vertigini, cefalea e astenia sono comuni tra gli utilizzatori di alfa bloccanti. A seconda dei casi, i farmaci possono essere sufficienti a controllare i sintomi del paziente e rallentano la progressione dell'ipertrofia prostatica, ma occorre segnalare che l'efficacia di questi tende a diminuire con l'uso a lungo termine.

In modo analogo agli inibitori della 5-alfa-reduttasi, seppur con efficacia modesta, agiscono anche alcuni fitoterapici, come gli estratti di Serenoa repens e di Pigeo africano.

Chirurgia

Quando la terapia farmacologica risulta inefficace, si ricorre ad una terapia di tipo chirurgico. La scelta del tipo di procedura a cui sottoporre il paziente si basa essenzialmente sulle dimensioni dell'ipertrofia prostatica.

Da ricordare

L'idoneità o meno delle varie tecniche chirurgiche è influenzata soprattutto dall'entità dell'ipertrofia prostatica; in linea generale, tanto maggiore è l'aumento del volume ghiandolare, tanto più invasivo sarà l'intervento.

La tecnica più utilizzata per il trattamento dell'ipertrofia prostatica è la resezione endoscopica transuretrale (o TURP). Come suggerisce il nome, si tratta di una riduzione della prostata eseguita mediante endoscopia, cioè senza incisioni. In pratica, uno speciale strumento viene introdotto nel canale urinario attraverso il pene per tagliare "a fette", per rimuoverla, la parte interna della prostata aumentata di volume.

Nel caso le dimensioni della prostata risultino eccessive, invece, è necessario procedere con un intervento a cielo aperto, chiamato adenonectomia. Questo intervento prevede l'asportazione della parte ipertrofica mediante un'incisione cutanea, trans-vescicale o retropubica.

La rimozione chirurgica parziale o totale della prostata può comportare per i pazienti alcune complicazioni. Tra queste, quella che in genere preoccupa di più i pazienti è il rischio di disfunzione erettile. Tuttavia, secondo recenti studi tale rischio è da considerarsi nullo o addirittura inferiore rispetto ai pazienti che scelgono di non operarsi.  Un effetto avverso molto frequente dopo chirurgia è, invece, l'eiaculazione retrograda; in pratica, durante l'eiaculazione il liquido seminale, anziché fuoriuscire dall'uretra, refluisce in vescica, determinando infertilità.

Per trattare l'ipertrofia prostatica, è possibili il ricorso a tecniche alternative, meno invasive, ma di efficacia variabile. Queste procedure si prefiggono di distruggere parte del tessuto ghiandolare senza danneggiare quello che rimarrà in sito. A tale scopo, a seconda della metodica utilizzata, si concentrano raggi laser (come nella procedura HoLAP), onde radio (ablazione transuretrale con radiofrequenze o TUNA), microonde (es. TUMT o termoterapia transuretrale con microonde) o sostanze chimiche, direttamente all'interno della prostata.

Prevenzione

Come Prevenire l’Ipertrofia Prostatica

La prevenzione dell'ipertrofia prostatica consiste fondamentalmente nella diagnosi precoce. Questa è possibile sottoponendosi a controlli periodici dopo i 40-50 anni d'età o, tempestivamente, quando si manifestano i primi disturbi.

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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici