Definizione
Ipertiroidismo: cos’è?
L'ipertiroidismo è una sindrome clinica causata da eccessiva produzione di ormoni tiroidei. In altre parole, la tiroide è iperattiva.
L'eccesso di ormoni tiroidei circolanti provoca un'aumentata esposizione degli organi bersaglio alla loro azione, che determina, tra l'altro, un'impennata dei processi metabolici cui presiedono, oltre a sviluppare spesso alterazioni importanti a carico del sistema nervoso e del cuore. Per questo, nel paziente con ipertiroidismo, il battito cardiaco accelera, il grasso corporeo ed i muscoli si riducono, il soggetto tende a sudare e a soffrire gli ambienti caldi e così via.
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Ipertiroidismo primario e secondario
Diverse condizioni patologiche hanno come risultato un'iperproduzione di ormoni da parte della tiroide. Sulla base di questa considerazione, è possibile fare una prima distinzione sull'origine dell'ipertiroidismo:
- Forma primaria: l'ipertiroidismo primario dipende esclusivamente da un disturbo a carico della tiroide
- Forma secondaria: l'ipertiroidismo secondario è causato da una patologia a livello dell'ipofisi che iperproduce l'ormone tireostimolante o TSH, come nel caso, ad esempio, di un adenoma ipofisario. Ricordiamo che il TSH regola l'attività della tiroide e, se prodotto in eccesso, va a iperstimolare la tiroide, la quale, in risposta, secerne più ormoni.
Tiroide: punti chiave
Prima di definire le caratteristiche dell'ipertiroidismo, occorre ricordare brevemente alcune nozioni di base relative alla ghiandola tiroidea:
- La tiroide è una piccola ghiandola endocrina, situata nella regione anteriore del collo, davanti e lateralmente alla laringe ed alla trachea. I principali ormoni che essa produce - la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3) - controllano le attività metaboliche e sono responsabili del corretto funzionamento della maggior parte delle cellule dell'organismo.
- Più nel dettaglio, gli ormoni tiroidei segnalano quanto veloce deve lavorare l'organismo e come deve usare le sostanze alimentari e chimiche, per produrre energia e svolgere correttamente le proprie funzioni. Non solo: la tiroide interviene nei processi di accrescimento e sviluppo di molti tessuti e stimola le attività cellulari, ottimizzando, in particolare, le funzioni dell'apparato cardiovascolare e del sistema nervoso.
- La produzione ormonale tiroidea è attivata e disattivata tramite un sistema a retroazione (feed-back). Tra i vari fattori che intervengono in tale meccanismo, l'ormone stimolante la tiroide (TSH) è responsabile del mantenimento della concentrazione degli ormoni tiroidei stabile nel circolo sanguigno.
Cause
Ipertiroidismo: quali sono le cause?
L'ipertiroidismo è uno dei più frequenti disturbi endocrino-metabolici e può avere cause diverse.
La più comune è una chiamata morbo di Basedow o gozzo diffuso tossico. Il morbo di Basedow è una malattia autoimmune, cioè il sistema immunitario produce anticorpi che agiscono come il TSH, cioè stimolando la tiroide. Questo porta ad un'eccessiva produzione di ormoni tiroidei e provoca sintomi come il rigonfiamento del collo, dovuto all'ingrossamento della ghiandola per eccesso di TSH.
Altre cause rilevanti di ipertiroidismo sono il gozzo multinodulare tossico e il gozzo uninodulare tossico (o morbo di Plummer), dove uno o più aree della tiroide sono iperfunzionanti, quindi in grado di interferire con la normale sintesi ormonale.
Più rare sono le forme di ipertiroidismo associate a tiroiditi, processi infiammatori a carico della tiroide. A causa di questa infiammazione, le cellule follicolari della ghiandola vengono danneggiate e riversano in circolo un eccesso di ormoni tiroidei.
A volte, l'ipertiroidismo è causato da alcuni farmaci, ad esempio da un'eccessiva assunzione di ormoni tiroidei a scopo dimagrante, per un trattamento non corretto dell'ipotiroidismo o dall'uso prolungato di amiodarone (medicinale impiegato per alcune patologie cardiache). In altri casi, l'ipertiroidismo può essere conseguenza di alcuni tumori tiroidei e dell'abuso di iodio, dopo un periodo di carenza del minerale.
Sintomi
Ipertiroidismo Sintomi: come si manifesta?
Il complesso di sintomi che caratterizzano l'ipertiroidismo è dovuto all'eccessiva sintesi di ormoni tiroidei da parte della tiroide.
Sul piano clinico, le espressioni maggiori si registrano sul piano neurologico, su quello cardiaco e, ovviamente, su quello metabolico.
Frequentemente, il primo segno fisico che si può notare è l'ingrossamento della ghiandola tiroidea, conosciuto anche come gozzo. Questo può dare come risultato una difficoltà a deglutire e la sensazione di avere un "bolo in gola".
La presenza di una costante ed eccessiva funzionalità della tiroide può provocare anche:
- Forte dimagrimento
- Debolezza muscolare
- Insonnia
- Tremori
- Caduta dei capelli
- Ipermobilità intestinale e diarrea
- Aumento della sudorazione
- Scarsa tolleranza al caldo.
Il quadro clinico dell'ipertiroidismo è piuttosto vario e, oltre ai sintomi appena descritti, comprende numerosi disturbi, in gran parte legati all'aumentata attività metabolica. La cute di un paziente ipertiroideo si presenta calda per l'incrementato flusso ematico e per la vasodilatazione periferica, con la quale il corpo cerca di disperdere l'energia termica prodotta in eccesso. Nonostante la spinta per l'attività metabolica incrementata, il soggetto con ipertiroidismo ha limitate riserve energetiche e si affatica facilmente.
Gli effetti sul sistema nervoso rendono l'individuo nervoso, irrequieto, ipereccitabile e soggetto a un'accentuata emotività.
Per quanto riguarda le ripercussioni sull'apparato cardiovascolare, invece, alti livelli di ormoni tiroidei possono determinare gravi disfunzioni, come:
- Palpitazioni
- Tachicardia
- Aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca
- Fibrillazione atriale
- Insufficienza cardiaca.
Si osserva inoltre ipertensione, spesso associata a ipertrofia del ventricolo sinistro.
Altri segni minori dell'ipertiroidismo comprendono: infertilità sia nel maschio che nella femmina, epidermide sottile ma non atrofica, edema periorbitale e disfunzione della muscolatura extra oculare. Nelle donne si ha un'alterazione del ritmo del ciclo mestruale; negli uomini, invece, si osserva la riduzione della libido e la ginecomastia, che consiste nell'aumento di volume delle mammelle. Il sintomo più evidente associato ai disturbi oculari è l'esoftalmo, ovvero la protrusione dei bulbi oculari che conferisce al paziente un'espressione apprensiva e spaventata e si associa spesso a irritazione congiuntivale e fotofobia.
Esami per la diagnosi
Ipertiroidismo: come viene diagnosticato?
Quando il medico sospetta che ci sia qualche problema alla tiroide, esamina la regione anteriore del collo compiendo una visita accurata, alla ricerca di un aumento diffuso della ghiandola o di un nodulo. Poi, in base ai sintomi manifestati dal paziente, può prescrivere esami per misurare la funzionalità tiroidea.
Un esame del sangue consente di controllare il dosaggio degli ormoni tiroidei, nonché dell'ormone tireostimolante, che ricordiamo essere responsabile della modulazione dell'attività tiroidea. Valori inferiori del TSH indicano un'eccessiva attività della tiroide o un cattivo funzionamento dell'ipofisi, mentre livelli superiori ai parametri normali della tiroxina e della triiodotironina suggeriscono una diagnosi di ipertiroidismo. Inoltre, è utile la determinazione dei valori della tireoglobulina, la proteina prodotta dalle cellule della tiroide che partecipa alla sintesi degli ormoni tiroidei e che in caso di ipertiroidismo aumenta. Il dosaggio degli anticorpi contro la tiroide permette, invece, di confermare o escludere la presenza di malattie tiroidee autoimmuni. È bene ricordare che i risultati di questi esami di laboratorio possono essere alterati dall'assunzione di alcuni farmaci, come contraccettivi orali, ormoni e terapie per il trattamento a lungo termine di tumori.
Una volta che il medico ha raccolto elementi sufficienti per sospettare una patologia tiroidea, può completare la valutazione del caso con uno o più esami strumentali, come l'ecografia, la scintigrafia e l'agoaspirato.
- L'indagine strumentale "di base" è l'ecografia tiroidea, utile per la esaminare della morfologia e della struttura della tiroide. Questa metodica ad ultrasuoni può fornire informazioni dettagliate sul volume della ghiandola e sulla presenza di eventuali noduli o infiammazione.
- La scintigrafia tiroidea con iodio radioattivo, invece, si basa sul fatto che lo iodio è un componente essenziale di ormoni tiroidei: somministrando, quindi, una piccola quantità di sostanze radioattive a bassa emissione e decadimento rapido, come il tecnezio o lo iodio radioattivo, è possibile valutare la funzionalità della tiroide. La scintigrafia tiroidea può svelare aree di maggior "captazione" del tracciante radioattivo e fornire una mappa dettagliata della ghiandola.
- Infine, l'ago aspirato o agobiopsia in anestesia locale consiste nel prelievo di tessuto dalla ghiandola tiroidea, per sottoporlo al un successivo esame istologico. Il metodo è semplice e accurato: in particolare, permette l'esame di un nodulo, quando viene giudicato "sospetto".
Terapia
Ipertiroidismo: farmaci e trattamento
Il trattamento dell'ipertiroidismo varia secondo la causa che lo ha indotto e può essere farmacologico, radiometabolico o chirurgico.
Gli obiettivi di questi approcci terapeutici sono due:
- Controllare i sintomi
- Trattare le cause sottostanti.
Nella maggior parte dei casi, la terapia di prima scelta è rappresentata da farmaci tireostatici, come il metimazolo, che riducono la sintesi degli ormoni tiroidei (sostanze affini alla tiourea) o bloccano la conversione periferica di T4 (forma inattiva) in T3 (forma attiva). Un importante effetto collaterale dei farmaci che bloccano l'azione degli ormoni tiroidei è l'indebolimento del sistema immunitario, che può portare ad una maggiore suscettibilità alle infezioni.
In casi particolari, può essere necessario l'intervento chirurgico di asportazione parziale (in base a quanto è necessario per controllare l'ipertiroidismo) o totale del corpo ghiandolare (tiroidectomia) o il ricorso alla terapia con iodio marcato (in grado di distruggere selettivamente le cellule tiroidee anomale, tramite l'esposizione locale allo iodio radioattivo). Il radiofarmaco (iodio radioattivo) viene somministrato per bocca e viene concentrato selettivamente nella ghiandola tiroide.
Purtroppo, la chirurgia e il trattamento con radioiodio espongono al rischio di ipotiroidismo, perché la ghiandola tiroide cessa di funzionare. Questo significa che per tutta la vita il paziente dovrà ricorrere ad una terapia sostitutiva, che fornisca gli ormoni che non vengono più prodotti dall'organismo.
Per approfondire: Farmaci per la cura dell'Ipertiroidismo - Tiroidectomia