Ileostomia: per quali malattie serve e come funziona
Ileostomia: cos’è
In cosa consiste l'ileostomia?
L'ileostomia è un intervento chirurgico all'addome che prevede la deviazione all'esterno di un tratto dell'intestino tenue (ileo) con la creazione di un'apertura artificiale sulla parete addominale (stomia) per eliminare le feci. L'ileostomia può essere definitiva o temporanea. La parte terminale dell'ileo portata all'esterno viene suturata alla cute (solitamente nella parte inferiore destra dell'addome), escludendo così il passaggio del materiale intestinale attraverso il colon ed il retto. Essendo privo di sfintere che mantenga la continenza, l'ileostomia non può controllare volontariamente la fuoriuscita dei gas intestinali e delle feci, rendendo necessario l'impiego di un dispositivo di raccolta (il cosiddetto «sacchetto») da applicare sulla cute circostante la stomia.
L'ileostomia si esegue per trattare malattie e condizioni che colpiscono il sistema digestivo, incluse malattie infiammatorie o tumorali dell'apparato intestinale.
Quando serve
Ileostomia: quando serve?
Di solito, un'ileostomia è necessaria perché un problema impedisce il corretto funzionamento dell'ileo o una malattia colpisce quella parte del colon ed è necessario rimuoverla. L'estremità dell'ileo (la parte più bassa dell'intestino tenue) viene fatta passare attraverso questa apertura per formare uno stoma, solitamente nella parte inferiore destra dell'addome.
Un'ileostomia può essere necessaria solo per un breve periodo (temporanea), magari da 3 a 6 mesi, perché quella parte del colon ha bisogno di tempo per riposare e guarire da un problema o da una malattia. A volte, però, una malattia, come nel caso delle patologie tumorali, è più grave e l'ileostomia può essere necessaria per il resto della vita (permanente).
Che aspetto ha una ileostomia?
- Quando si guarda la propria ileostomia, in realtà si sta osservando il rivestimento (la mucosa) del proprio intestino tenue, che assomiglia al rivestimento interno della guancia.
- La stomia apparirà dal rosa al rosso, sarà calda e umido e secernerà piccole quantità di muco; si ridurrà poco dopo l'intervento chirurgico e la sua forma sarà da rotonda a ovale. Alcuni stomi possono sporgere leggermente, mentre altri sono piatti contro la pelle.
- A differenza dell'ano, l'ileostomia non ha valvole o muscoli di chiusura: ciò significa che non si sarà in grado di controllare il passaggio delle feci.
- Non ci sono terminazioni nervose nella stomia, quindi non è fonte di dolore o disagio.
Per quali malattie è indicata
Ileostomia: per quali malattie serve?
L'ileostomia viene eseguita quando una patologia infiammatoria o tumorale dell'apparato intestinale richiede un intervento chirurgico che preveda la deviazione delle feci all'esterno tramite la stomia per un periodo temporaneo o definitivo. In particolare, l'ileostomia può trovare indicazione per cancro al colon-retto (in associazione all'intervento chirurgico di resezione di colon o retto), occlusione intestinale o altre lesioni dell'intestino (es. perforazione intestinale), morbo di Crohn e colite ulcerosa.
Perché si fa l’ileostomia?
Ad esclusione delle patologie tumorali, tra le indicazioni comuni che rendono necessario un intervento di ileostomia rientrano:
- Colite ulcerosa: è una malattia infiammatoria cronica, che colpisce le mucose dell'intestino a livello delle quali provoca delle vere e proprie ulcerazioni (piaghe aperte). Durante le riacutizzazioni della colite ulcerosa, subentrano attacchi di diarrea accompagnati da dolori addominali e feci acquose con tracce di muco e sangue; inoltre, può essere presente febbre, debolezza generale associata all'anemia e dimagrimento. Le cause alla base di questo processo infiammatorio non sono ancora ben definite; si è ipotizzata un'origine multi-fattoriale, quindi dipendente da più fattori concomitanti, con un importante componente autoimmune. La colite ulcerosa può presentarsi in pazienti di qualsiasi età, ma colpisce generalmente i giovani adulti con un picco di incidenza tra i 25 e i 40 anni. L'ileostomia per il trattamento della colite ulcerosa viene considerata nei casi refrattari alla terapia farmacologica.
- Morbo di Crohn: si tratta di una malattia intestinale cronica di natura infiammatoria, che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano; nella maggior parte dei casi interessa l'ultimo tratto dell'intestino tenue, detto ileo, e il colon. Il processo infiammatorio che caratterizza il morbo di Crohn si accompagna a lesioni di tipo "segmentario" e discontinuo (cioè queste lesioni sono presenti solo in alcuni tratti del tubo digerente, che risultano intervallati da altri segmenti del tutto sani). Nel tratto malato si riscontrano infiammazione, gonfiore e ulcere che interessano tutto lo spessore della parete intestinale. Per questo motivo, si possono creare perforazioni o fistole, cioè dei passaggi anomali tra l'intestino e gli altri organi vicini. Le cause del morbo di Crohn non sono ancora del tutto note: si ipotizza che alla base della malattia vi siano delle reazioni autoimmuni, probabilmente scatenate da pregresse infezioni intestinali o da fattori genetici o ambientali, come la dieta o l'utilizzo di particolari farmaci. I sintomi che accompagnano il morbo di Crohn includono dolori addominali, diarrea con o senza sangue nelle feci, nausea, febbre, perdita di peso e malessere generale. La malattia ha un andamento intermittente, con la caratteristica tendenza a "riaccendersi" in attacchi acuti alternati a periodi di benessere. In genere, la terapia farmacologica con anti-infiammatori e immunosoppressori permette di controllare il morbo di Crohn e la sua progressione. Nei casi in cui questo approccio non risulti sufficiente, è invece necessario ricorrere a un intervento chirurgico, come l'ileostomia.
- Poliposi adenomatosa familiare: si tratta di una condizione ereditaria caratterizzata dallo sviluppo da centinaia a migliaia di polipi colon rettali, che presentano un rischio di evoluzione in senso maligno. Quando i polipi diventano troppo numerosi, il trattamento chirurgico ha lo scopo di prevenire le complicazioni della malattia.
- Step per altri interventi chirurgici: vi sono casi in cui l'ileostomia è temporanea o inserita all'interno di una serie di più interventi.
Sacchetto per stomia: come funziona
I dispositivi di raccolta da utilizzare per l'ileostomia consistono in una sacca impermeabile, dotata di un parte adesiva (placca) che aderisce alla pelle circostante lo stoma e raccoglie le feci che vi fuoriescono.
Ileostomia: a cosa serve il «sacchetto» per stomia?
Dopo che il colon e il retto sono stati rimossi o bypassati con un'ileostomia, il materiale intestinale non escono più dal corpo attraverso il retto e l'ano. Il contenuto digestivo ora lascia il corpo attraverso lo stoma. Il drenaggio viene raccolto in una sacca che aderisce alla pelle attorno allo stoma e viene adattata personalmente (nota: la placca presenta fori di diverse dimensioni); il sacchetto per l'ileostomia è sempre indossabile e può essere svuotato secondo necessità.
Come si usa il sacchetto per stomia
Di solito, i sacchetti da utilizzare nei primi mesi dopo l'intervento chirurgico sono dotate di un fondo aperto in quanto le feci sono abbondanti e semiliquide. Questo tipo di sacca permette lo svuotamento delle feci in essa contenute senza ricorrere al cambio troppo frequente del dispositivo applicato. Indicativamente, il dispositivo di raccolta applicato sulla stomia va sostituito ogni 2-3 giorni.
L'output dell'ileostomia sarà da liquido a pastoso, a seconda di ciò che si mangia, delle medicine e di altri fattori: si tenga in considerazione che non avviene il fisiologico assorbimento dei liquidi da parte della mucosa intestinale del colon. Poiché la produzione è costante, si dovrà svuotare la sacca dalle 5 alle 8 volte al giorno. Dopo la convalescenza, un'ileostomia non impedisce la ripresa di attività sociali o lavorative e salutari abitudini di vita quotidiana.