Ultima modifica 01.09.2017

Generalità

Helicobacter pylori è il nome di un batterio GRAM-negativo, lungo 2,5-5 μm, in grado di colonizzare la mucosa dello stomaco; la conseguente infezione instaura un quadro infiammatorio locale, che può progredire verso patologie importanti quali gastrite cronica, dispepsia non ulcerosa, ulcera peptica e cancro allo stomaco.

Helicobacter PyloriIl termine "Helicobacter" si riferisce alla forma ad elica di questo batterio, mentre "pylori" ricorda il nome del tratto terminale dello stomaco che lo congiunge all'intestino tenue (sebbene la sede più frequentemente colonizzata sia l'antro gastrico).

Nonostante l'ambiente intraluminale dello stomaco sia tale da impedire la crescita della stragrande maggioranza delle forme microbiche, Helicobacter pylori ha sviluppato diverse strategie di sopravvivenza, al punto da riuscire ad infettare più del 50% della popolazione mondiale.

Fortunatamente, nella maggior parte dei casi (80-85% circa) l'infezione si manifesta in forme asintomatiche o di modesta entità.

Articoli di Approfondimento

Il batterio

La storia dell'Helicobacter pylori inizia nel 1983 grazie a Robin Warren e Barry Marshall, i due medici australiani che per primi riuscirono a dimostrare la presenza di un microrganismo spiraliforme in campioni bioptici di mucosa gastrica. Fino a quel momento, la comunità medica era assolutamente convinta che nello stomaco non fosse possibile l'attecchimento e lo sviluppo di batteri, considerato il pH fortemente acido e le spiccate attività enzimatiche digestive che lo caratterizzano.

Grazie a numerosi studi sull'Helicobacter pylori sono stati individuati vari meccanismi tramite cui questo germe riesce a soppravivere in un ambiente così ostile:

  • l'Helicobacter pylori è un batterio microaerofilo: come tale è in grado di crescere senza problemi anche in un'atmosfera poco ossigenata;
  • l'helicobacter pylori ha una forma a spirale ed è dotato di flagelli all'estremità polare: grazie a queste caratteristiche riesce a produrre un movimento a "cavatappi" che, unitamente alla produzione di mucinasi, gli consente di penetrare la barriera di muco che protegge la mucosa gastrica;
  • l'Helicobacter pylori è dotato di adesine e glicocalice, che all'occorrenza gli permettono di aderire all'epitelio gastrico rimanendo immune ai movimenti peristaltici ed al continuo ricambio dello strato mucoso che protegge le pareti gastriche;
  • l'Helicobacter pylori mostra una spiccata attività ureasica: una volta penetrato nello strato mucoso, il batterio trova un habitat ideale, in grado di ripararlo sia dall'azione dell'acido presente nello stomaco che da quella degli anticorpi. Le chance di sopravvivenza del batterio sono ulteriormente aumentate dalla sua capacità di produrre ureasi, un enzima che scinde l'urea in anidride carbonica ed ammoniaca. Per la sua basicità, questa sostanza neutralizza l'acido prodotto nello stomaco, assicurando una nicchia ecologica con pH idoneo alla crescita dell'helicobacter pylori. L'ammoniaca (NH3) ha infatti la capacità di catturare i protoni H+ forniti dall'acqua (H+ + OH-), con formazione da un lato di ioni ammonio (NH4+) e dall'altro di bicarbonato (HCO3- grazie alla combinazione dell'ossidrile OH- dell'acqua con l'anidride carbonica CO2).
  • Alla sopravvivenza delle colonie infettanti contribuiscono anche enzimi come la catalasi e la superossido dismutasi, che proteggono i batteri dall'effetto battericida delle cellule immunitarie. Inoltre, in condizioni ostili, l'Helicobacter pylori assume forma coccoide, che gli conferisce proprietà di resistenza sia nello stomaco che nell'ambiente.

Epidemiologia

Considerata questa sua grande capacità di annidamento e sopravvivenza nell'ambiente gastrico, Helicobacter pylori è responsabile di un'infezione particolarmente diffusa, tanto da interessare circa la metà della popolazione mondiale. Per quanto riguarda i Paesi industrializzati, si stima che l'incidenza coincida approssimativamente con la decade di età di appartenenza. Così, ad esempio, nella fascia di età compresa fra i 40 ed i 50 anni, l'incidenza è stimabile intorno ad un 40-50% della popolazione. Questo andamento proporzionale all'età si perde comunque dopo i 60-65 anni, verosimilmente per la maggiore diffusione della gastrite atrofica, che nei soggetti colpiti genera un ambiente sfavorevole al microrganismo.

L'andamento progressivamente crescente dell'incidenza fino ai 60 anni è spiegabile considerando che gli individui più anziani hanno una maggior probabilità di aver vissuto in condizioni igienico-sanitarie più sfavorevoli rispetto alle generazioni successive ("effetto coorte"). Non a caso, la prevalenza è più elevata nei Paesi in via di sviluppo e non a caso l'infezione da Helicobacter pylori è contratta quasi esclusivamente nell'infanzia, specialmente sotto i dieci anni; per questo motivo, grazie alle migliorate condizioni igieniche e socioeconomiche, i bambini di oggi hanno una probabilità di essere infettati molto più bassa di qualche decennio fa.

Come vedremo nei successivi paragrafi, nonostante la prevalenza dell'infezione si collochi mediamente intorno al 30-65% degli adulti ed al 5-15% dei bambini, nella grande maggioranza dei casi rimane del tutto asintomatica. In assenza di un'efficace terapia antimicrobica, dopo essere stata contratta, l'infezione da Helicobacter pylori può comunque persistere anche per l'intero corso della vita.



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