« secondo trimestre di gravidanza
Dalla ventottesima settimana in poi entriamo infine nell'ultimo trimestre di gravidanza. Il periodo che prepara e porta alla nascita. In questa fase il feto cresce (arrivando alla fine a più di 50 cm di lunghezza) e si sviluppa soprattutto dal punto di vista delle dimensioni fisiche (un po' alla volta non peserà più grammi ma chilogrammi) e naturalmente delle capacità funzionali. I suoi spostamenti, così come i suoi calci e pugni saranno ben percepibili dalla madre. Finché, in condizioni normali, non assumerà - nelle ultime settimane, quando lo stesso spazio disponibile si sarà ridotto notevolmente - la presentazione ideale per il parto. Cioè quella cefalica.
La donna andrà incontro alle ultime e decisive trasformazioni. Tra queste la comparsa delle contrazioni di Braxton-Hicks (l'utero un po' alla volta si prepara per il momento del parto) e del colostro, precursore del latte materno. Ovviamente il peso aumenterà ulteriormente, così come le dimensioni del pancione. La gestante non potrà quindi essere agile come prima della gravidanza. Salendo le scale le mancherà il fiato. Non sempre, la notte, riuscirà a rigirarsi nel letto e a riposare come al solito.
Potrà trovare sollievo nell'acqua. Nella vasca di casa come in piscina. Magari assistita e sostenuta da operatori competenti come l'ostetrica. Un ambiente tranquillo, protettivo e intimo, in grado di favorire il contatto tra la madre e il bambino. Un ambiente capace di stimolare la liberazione di endorfine, quindi una maggiore sensazione di benessere. Un ambiente che - eliminando la forza di gravità - si presterà senza dubbio ad un'attività fisica adeguata perché non troppo stressante.
Specie nelle ultime settimane potrà subentrare qualche problema di mal di schiena. Ecco perché sarà importante che la gestante partecipi a corsi di preparazione al parto nei quali, oltre alla parte teorica, sia previsto uno spazio per la ginnastica e la preparazione fisica. Rispettare una corretta postura, nonostante i cambiamenti del corpo, rappresenta infatti la condizione fondamentale per tutelare efficacemente la propria colonna vertebrale e più in generale tutta la propria salute. Sarà inoltre importante preparare il proprio perineo con massaggi ed esercizi mirati - per ridurre il rischio di lacerazioni durante il parto - ed allenarsi ad una corretta respirazione in vista del travaglio.
Sotto il profilo psicologico ed emotivo, emergeranno nella donna pensieri e preoccupazioni differenti, a volte persino contrastanti. Ansia e insofferenza, a volte paura, quasi sempre allerta. Da una parte sentirà l'inevitabile stanchezza di nove mesi di gestazione e si preparerà alla nascita imminente. Si farà largo il cosiddetto "istinto di nidificazione", ossia la necessità di preparare tutto perfettamente, nei minimi dettagli. Di sistemare ogni cosa, materiale e non, affinché il parto possa avvenire solo quando tutto sarà "a posto". D'altra parte però, la gestante, dovrà anche fare i conti con una certa ansia di separazione. Con la consapevolezza cioè che quel magico rapporto simbiotico con il proprio feto, durato nove mesi, sta per terminare o almeno sta per assumere una nuova forma. La forma di un bambino reale e non più solo immaginato, sognato, comunque idealizzato. Un bambino che potrebbe anche rivelarsi differente da quello "programmato" fino a quel momento. Il bambino insomma acquista una propria, autonoma, identità.
Tutto questo lungo viaggio - che si concluderà naturalmente con il parto - sarà probabilmente caratterizzato anche da visite mediche, esami di controllo, ecografie e monitoraggi. I progressi della medicina permettono oggi alla maggioranza delle coppie di vivere delle gravidanze tecnicamente quasi perfette. Ma di questo si parlerà altrove. A noi, in questo contesto, preme piuttosto sottolineare che al momento nessun progresso scientifico può pretendere di esaurire il miracolo della nascita, riducendolo a mero evento tecnico. Troppo profondo è il mistero che avvolge quella pancia e le dinamiche che al suo interno si compiono tra la madre ed il proprio bambino. Solo loro ne sono artefici e protagonisti. Solo loro ne custodiscono il segreto. Solo a loro spetta il compito di continuare la vita.