Gonorrea: Cos'è? Come si prende? Sintomi, Rischi e Cura
Ultima modifica 21.07.2022
INDICE
  1. Generalità
  2. Cos’è
  3. Cause e Fattori di Rischio
  4. Sintomi
  5. Rischi e Complicanze
  6. Diagnosi
  7. Terapia
  8. Prevenzione

Generalità

La gonorrea è una delle malattie a trasmissione sessuale più diffuse a livello mondiale.

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Conosciuta anche come blenorragia o blenorrea, si tratta di un'infezione causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae (o gonococco di Neisser). Per crescere e riprodursi, questo microrganismo ha bisogno di un ambiente caldo e umido. Per il gonococco, rappresentano habitat ideali, quindi, l'uretra nell'uomo, le vie uro-genitali nella donna e la mucosa anale. Più raramente, il batterio Neisseria gonorrhoeae può insediarsi nella bocca e nella gola, nel retto o, addirittura, a livello oculare.

Cos’è

Gonorrea: che cos’è?

La gonorrea è una malattia infettiva che interessa prevalentemente l'apparato genito-urinario e si trasmette con contatti di natura sessuale.

In gergo popolare, la gonorrea è chiamata comunemente "scolo", per la tipica sintomatologia con cui si manifesta nell'uomo: una secrezione dal pene prima liquida, poi copiosa e muco-purulenta, associata ad un fastidioso senso di bruciore uretrale, arrossamento del meato uretrale, stranguria (dolore durante la minzione) e disuria (difficoltà ad urinare). Questi sintomi compaiono abitualmente 2-7 giorni dopo il contagio.

Nella donna, almeno nelle fasi iniziali, si può avere un quadro del tutto asintomatico oppure può comparire stranguria o secrezioni vaginali anomale.

Lo sapevate che…

Il termine gonorrea deriva dal greco e, in particolare, dall'unione delle parole "gònos" e "roì", che significa rispettivamente "seme" e "flusso". Quest'interpretazione si deve a Galeno (medico vissuto nel II sec. d.C.), il quale riteneva che lo scolo fosse una perdita di liquido seminale (ossia un "flusso di seme"). Solo in seguito, circa dieci secoli dopo, venne dimostrato che la secrezione tipica dell'infezione era, in realtà, costituita da materiale purulento.

Cause e Fattori di Rischio

Gonorrea: cause

La gonorrea è una delle patologie veneree oggi più comuni. L'infezione è causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae (o gonococco di Neisser).

Indipendente dalle modalità di trasmissione, una volta avvenuta l'esposizione all'agente infettivo, questo aderisce alle cellule epiteliali e s'insedia nelle mucose delle vie uro-genitali, anali o orali, dove provoca l'infezione.

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La gonorrea si contrae con qualsiasi forma di contatto sessuale non protetto, dal coito alla fellatio, dai rapporti anali al cunnilingus e, più raramente, tramite esposizione indiretta a secrezioni infette (es. uso promiscuo di biancheria o sex toys).

Gonorrea: come si trasmette?

Trasmissione diretta

La gonorrea si trasmette principalmente attraverso rapporti sessuali di tipo orale, vaginale e/o anale. Il contagio può avvenire anche per contatto diretto con secrezioni genitali infette, tipicamente con lo sperma o con perdite vaginali.

Anche il cosiddetto "rimming" o anilingus, cioè la stimolazione orale della zona anale, è una pratica rischiosa.

Nota bene: i rapporti sessuali trasmettono in ugual misura l'infezione, se non protetti dal profilattico.

Per approfondire Sesso Orale Non Protetto: Quali Rischi?

Trasmissione indiretta

Nella letteratura scientifica è riportato, poi, il rischio di contrarre l'infezione gonococcica anche attraverso materiale infetto deposto su indumenti o biancheria (asciugamani, lenzuola ecc.). Quest'ultima possibilità, cioè la trasmissione indiretta, è meno probabile; infatti, il gonococco è scarsamente resistente nell'ambiente esterno e viene facilmente inattivato dal calore e dai disinfettanti. Un certo rischio potrebbe essere correlato alla condivisione di oggetti ad uso erotico, come vibratori o altri giocattoli sessuali, non adeguatamente lavati o non ricoperti da un nuovo preservativo.

Trasmissione verticale al termine della gravidanza

L'infezione da Neisseria gonorrhoeae può essere trasmessa anche durante il parto, dalla madre affetta da gonorrea al neonato. Nel bambino, il gonococco determina la comparsa di una grave congiuntivite e/o di un'artrite settica. Più raramente, il contagio può avvenire già nel corso della gravidanza o nel periodo post-partum; durante la fase gestazionale, l'infezione aumenta il rischio di aborto e parto prematuro.

Gonorrea: chi è più a rischio?

Qualsiasi persona sessualmente attiva può essere colpita dalla gonorrea. Per questo motivo, sono particolarmente a rischio i giovani adulti, dall'inizio dell'attività sessuale fino ai 30 anni.

La gonorrea è chiaramente più comune tra le persone con numerosi partner sessuali.

La concomitante presenza di malattie debilitanti, come l'AIDS, e il mancato utilizzo del profilattico aumentano esponenzialmente il rischio di contrarre l'infezione gonococcica.

Sintomi

Come si manifesta la Gonorrea

La gonorrea interessa prevalentemente l'apparato genito-urinario e si manifesta con secrezioni purulente dal pene o dalla vagina. Queste perdite giallastre si associano ad uno stimolo continuo alla minzione, più o meno accompagnato ad un fastidioso senso di bruciore uretrale.

Sintomi Gonorrea: dopo quanto si manifestano

I primi sintomi della gonorrea compaiono generalmente dopo un periodo di 2-7 giorni dal contagio, più frequentemente nel maschio rispetto alla femmina, nella quale l'infezione è spesso asintomatica.

Nella donna, l'incubazione è variabile in termini di tempo: sintomi appaiono solitamente dieci giorni dopo il contagio, ma può trascorrere anche un periodo più lungo, fino ad un mese, prima che esordiscano i disturbi correlati alla gonorrea.

Gonorrea: sintomi nell’uomo

Nell'uomo, la gonorrea si rende evidente, come accennato, dopo pochi giorni dal contagio, attraverso la fuoriuscita dal canale uretrale di perdite prima sierose e incolori, poi purulente, quindi giallastro-verdi e più consistente per densità. Proprio per questa secrezione, favorita dalla spremitura del glande, la gonorrea è noto anche come scolo. Questo tipico quadro sintomatologico è noto come uretrite gonococcica.

Di norma, questa manifestazione è associata nel maschio a bruciore durante la minzione, con prurito, arrossamento e gonfiore all'orifizio del pene.

Sempre nell'uomo, a volte, possono comparire:

Grazie all'elevato successo dell'antibiotico terapia, le complicanze sono rare; tuttavia, se la gonorrea viene trascurata e non viene adeguatamente trattata, l'infezione può estendersi alla prostata e agli epididimi (piccoli dotti localizzati in ogni testicolo), provocando prostatite, epididimite e vescicolite, fino alla sterilità.

Da sapere

La gonorrea maschile è asintomatica nel 10% dei casi.

Gonorrea: sintomi nella donna

A differenza della gonorrea maschile, nella donna esiste un maggior grado di variabilità nelle modalità di presentazione dell'infezione.

Nel sesso femminile, innanzitutto, sono più frequenti decorsi asintomatici: nel 30% circa dei casi, l'infezione non produce sintomi di rilievo, quindi può passare inosservata per lungo tempo. Quando sono presenti, i sintomi della gonorrea nella donna sono, in genere, lievi e difficilmente distinguibili da altre infezioni vaginali o delle vie urinarie.

Le manifestazioni iniziali della gonorrea femminile comprendono:

  • Bruciore nell'urinare;
  • Minzioni frequenti e dolorose;
  • Gonfiore ai genitali esterni;
  • Arrossamento del meato urinario;
  • Perdite vaginali giallastre;
  • Perdite di sangue tra un ciclo mestruale e l'altro.

Anche nel sesso femminile, trascurare la gonorrea può avere gravi ripercussioni sulla fertilità. L'infezione può propagarsi per via ascendente al collo dell'utero e alle tube, causando infiammazioni locali (cervicite, endometrite, salpingite) che possono predisporre alla malattia infiammatoria pelvica (PID). Questa sindrome può provocare febbre accompagnata da dolori addominali e pelvici cronici. Inoltre, la malattia infiammatoria pelvica rappresenta una delle maggiori cause di sterilità ed aumenta il rischio di aborti e gravidanze extrauterine.

Per approfondire: Gonorrea Sintomi

Gonorrea rettale

Nella regione ano-rettale, le infezioni gonococciche sono in genere asintomatiche, ma possono manifestarsi, sia nell'uomo, che nella donna, i sintomi tipici di una proctite, cioè prurito o dolore anale durante la defecazione, perdite mucopurulente, sensazione urgente di evacuare e di mancato svuotamento, fino alla comparsa di vero e proprio sanguinamento rettale.

Gonorrea orale

Quando interessa la cavità orale e faringea, la gonorrea provoca forte dolore alla gola, arrossamento e irritazione della bocca (stomatite) e aumento di volume delle tonsille.

Gonorrea: guarisce da sola?

La regressione spontanea dei sintomi non è sinonimo di guarigione: in ogni caso, è di fondamentale importanza rivolgersi ad un medico, sia per ricevere una diagnosi ed instaurare al più presto una terapia adeguata, sia per evitare di trasmettere la gonorrea al proprio partner.

Clamidia e Gonorrea

Un'associazione di frequente riscontro è l'associazione di gonorrea e clamidia (infezione da Chlamydia trachomatis), un binomio pericoloso poiché, anche se di controllo relativamente facile con la terapia antibiotica, aumenta il rischio di complicanze in entrambi i sessi.

Per saperne di più sulla Clamidia Sintomi - Come si prende la Chlamydia

Rischi e Complicanze

Possibili conseguenze della Gonorrea

Come anticipato, se non viene trattata adeguatamente, la gonorrea può avere conseguenze gravi e permanenti. Purtroppo, ciò è vero indipendentemente dalla presenza e dalla gravità dei sintomi.

In altre parole, le complicanze si possono sviluppare anche nei casi di gonorrea con manifestazioni lievi, sfumate o addirittura assenti.

A livello genitale e urinario:

  • Nelle donne, la gonorrea mostra una forte tendenza a cronicizzare. Inoltre, sebbene l'infezione gonococcica rimanga generalmente confinata al sito d'infezione, il batterio può risalire lungo il tratto genitale infettando le tube uterine e provocando la malattia infiammatoria pelvica (PID). Sempre nella donna, l'infezione da gonococco di Neisser può raggiungere le ovaie e la cavità addominale, determinando una peritonite.
  • Nell'uomo, la complicanza più comune e temibile della gonorrea è l'epididimite. Si tratta di un'infiammazione che può risultare dolorosa e che, quando trascurata, può portare alla sterilità. Se non trattata, l'infezione può raggiungere anche i testicoli, la prostata e le vescichette seminali.

In altre sedi:

  • Nell'1% dei casi, specie in soggetti debilitati e immunodepressi, il batterio responsabile della gonorrea può entrare nel sangue, causando setticemia, e colpire le articolazioni, provocando artrite gonococcica.
  • Non mancano, poi, i casi di congiuntivite associati alla gonorrea.

Congiuntivite neonatale

La gonorrea nei neonati può essere trasmessa dalla madre infetta al neonato durante il passaggio nel canale del parto, e causare un'infezione purulenta della congiuntiva oculare, che se non viene trattata si complica fino alla cecità. Questo è il motivo per cui a tutti i neonati, appena venuti alla luce, è prevista la profilassi di Crédé che consiste nel lavare le palpebre del neonato con una soluzione antisettica (nitrato d'argento all'1%) o un collirio antibatterico (a base di eritromicina o altri principi attivi).

Diagnosi

Gonorrea: come si diagnostica?

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La diagnosi di gonorrea viene stabilita con un esame colturale e microscopico delle secrezioni infette (in base al modalità di contagio: uretrali, cervicali, faringee o rettali).

Lo scopo è ovviamente quello di identificare il batterio responsabile della gonorrea, oltre a permettere di eseguire i test di sensibilità agli antibiotici.

Il materiale da analizzare viene prelevato con dei tamponi dalle parti del corpo infettate: con un apposito bastoncino ovattato viene raccolto un campione da cervice, uretra, retto o faringe; in caso di complicazioni, la ricerca della Neisseria gonorrhoeae può essere effettuata anche nel sangue o nel liquido sinoviale.

Alcune recenti tecniche di analisi consentono di individuare il gonococco, ricercando tracce del suo materiale genetico, previa amplificazione; questi esami, come la real-time PCR, possono essere eseguiti anche nelle urine e sono più sensibili rispetto agli esami tradizionali. In pratica, riescono ad individuare anche infezioni che sfuggono alle tradizionali colture microbiologiche.

Terapia

Gonorrea: come si cura

La gonorrea è un'infezione sostenuta da batteri, pertanto può essere efficacemente trattata con gli antibiotici, da soli o in combinazione, somministrati per via orale e parenterale. La scelta del farmaco viene effettuata dal medico in base alla sede coinvolta dalla malattia (oro-faringe, uro-genitale ecc.) e alla suscettibilità del ceppo isolato ad uno specifico principio attivo nel corso dell'iter diagnostico.

Antibiotici per la Gonorrea

Per il trattamento della gonorrea uro-genitale o ano-rettale, le linee guida dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomandano l'associazione di azitromicina e ceftriaxone (o, in alternativa a quest'ultimo, cefixima).

Per limitare lo sviluppo di resistenza ai farmaci, la monoterapia è possibile dopo la conferma dell'antibiogramma (esame permette di valutare la sensibilità dei ceppi batterici ai diversi antibiotici) e prevede l'uso di un solo dei seguenti principi attivi: ceftriaxone, cefixima e spectinomicina.

La "super Gonorrea" resistente agli antibiotici

Un problema emergente e molto allarmante consiste nella diffusione di ceppi di Neisseria gonorrhoeae multi-resistenti ai trattamenti antibiotici tradizionali (come ciprofloxacina e cefalosporine) che, fino a pochi anni fa, riuscivano a curare la malattia. Per questa ragione, è importante che la scelta del farmaco dovrebbe basarsi sulle caratteristiche del ceppo identificato nel corso degli esami diagnostici per stabilire la suscettibilità antimicrobica.

Terapia: note importanti

Il trattamento va sempre esteso ai recenti partner sessuali, anche se questi non presentano sintomi. Sebbene possa risultare imbarazzante, far presente questa necessità al proprio o ai propri partner è importante per evitare reinfezioni e limitare la diffusione della malattia.

Inoltre, è importante che il paziente si astenga dai rapporti sessuali fino alla completa guarigione, e che porti al termine il trattamento, evitando di sospenderlo dopo i primi miglioramenti.

Dopo la terapia, è consigliabile aspettare almeno una o due settimane, quindi ripetere gli esami di laboratorio per accertarsi della completa guarigione.

Dopo quanto si guarisce dalla Gonorrea?

La guarigione dalla gonorrea si ottiene, in genere, nel giro di pochi giorni, purché la cura sia tempestiva ed appropriata.

Prevenzione

Vaccino per la Gonorrea

Purtroppo, non sono esistono ancora dei vaccini efficaci per contrastare la diffusione della gonorrea. In gran parte, ciò dipende dalla variabilità antigenica del batterio Neisseria gonorrhoeae. Le possibilità di sfruttare questa strategia sono, però, oggetto di studio per la comunità scientifica e, in futuro, potrebbe essere disponibile una profilassi vaccinale contro la gonorrea.

Per il momento, il primo atto di prevenzione rimane, dunque, un uso corretto e responsabile del preservativo: anche se non garantisce una protezione assoluta, il profilattico riduce notevolmente il rischio di contrarre e trasmettere la gonorrea.

Come si previene la Gonorrea

Prima di concludere, è necessario ricordare che tutte le persone sessualmente attive sono a rischio di infezione.

Per ridurre il rischio di contagio, è consigliabile limitare il numero di partners o perlomeno utilizzare le dovute protezioni. In generale, il metodo più efficace nel prevenire le malattie a trasmissione sessuale prevede d'indossare il preservativo prima di iniziare il rapporto. L'uso corretto del profilattico non solo ostacola la trasmissione delle infezioni attraverso i liquidi organici, ma riduce anche il rischio di contrarre malattie per semplice contatto fra i genitali. In quest'ultimi casi, la protezione offerta nei confronti della gonorrea è parziale, in quanto il contagio potrebbe avvenire per contatto di aree non coperte dal profilattico.



Gonorrea Video - Cause, Sintomi, Complicanze e Trattamento

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Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici