Ultima modifica 13.06.2020

Generalità

Il flutter atriale è un'alterazione del ritmo cardiaco che ha sede nell'atrio; per effetto di questa aritmia il battito cardiaco diviene irregolare e, solitamente, ad alta frequenza (tachicardia). Rispetto alla fibrillazione atriale, queste modificazioni del battito sono meno marcate e hanno un impatto diverso a livello del ventricolo.

Date le modalità di comparsa, si possono distinguere due tipi di flutter atriale: una forma parossistica, a comparsa brusca e repentina, ed una forma permanente, a comparsa più graduale. Per quanto concerne cause, sintomi, diagnosi e terapia, le caratteristiche del flutter atriale e della fibrillazione atriale sono molto simili. Infatti, come avviene per la fibrillazione atriale, l'insorgenza può essere dovuta a cause patologiche, come le cardiopatie o l'ipertiroidismo, oppure a fattori di altra natura, come l'abuso di alcol e droghe, il fumo, la caffeina ecc. Possibile anche l'insorgenza spontanea in persone con cuore altrimenti sano. Per quanto riguarda i sintomi, il soggetto colpito da flutter atriale presenta palpitazione, dispnea, sincope, dolore toracico ed astenia, anche se a volte questi disturbi sono molto lievi o addirittura assenti.

Flutter AtrialePer chiarire l’esatta entità del flutter atriale serve un’accurata visita cardiologica. Le indagini diagnostiche si basano sui risultati di elettrocardiogramma, ecocardiogramma e radiografia del torace. La terapia va scelta caso per caso e sarà diversa se all'origine del disturbo aritmico c'è, o meno, una patologia. Sono previsti farmaci e l'uso di particolari strumenti medicali in grado di rilasciare una scarica elettrica.

Talvolta, flutter e fibrillazione atriale possono presentarsi nello stesso paziente: sono circostanze che meritano notevole attenzione da parte del medico, in quanto sono, di solito, legate alla formazione di trombi o emboli.


N.B.: per comprendere alcuni concetti illustrati nell'articolo, è necessario conoscere le basi di anatomia e fisiologia del cuore illustrate nell'articolo generale sulle aritmie cardiache.

Cos'è il flutter atriale

Il flutter atriale è un'alterazione del ritmo cardiaco che origina nell'atrio e si caratterizza per:

  • Contrazioni frequenti.
  • Battito irregolare.
  • Insorgenza improvvisa.

Il disturbo artitmico nasce nell’atrio e si trasmette fino al ventricolo. Pertanto, ne risultano compromesse anche la gittata cardiaca e la circolazione sanguigna. Diventano entrambe irregolari.
Il flutter atriale affligge l'1% circa della popolazione dei paesi occidentali; si manifesta maggiormente nel sesso maschile e la sua incidenza aumenta con l’età: i soggetti più colpiti, infatti, sono i sessantenni e gli ultrasessantenni.

 

Data l'area d'insorgenza, il flutter atriale è classificato tra le aritmie ectopiche sopraventricolari.

Rispetto alla fibrillazione atriale, le modificazioni del ritmo sono meno marcate. Infatti, se durante una fibrillazione atriale la frequenza del battito cardiaco atriale può raggiungere i 400 battiti al minuto, durante un flutter atriale la frequenza del battito cardiaco atriale può innalzarsi massimo fino a 240-300 battiti per minuto. Una frequenza inferiore si traduce in un numero inferiore di impulsi di contrazione. Pertanto, ciò che cambia rispetto ad una fibrillazione atriale è anche il maggior tempo concesso al muscolo del cuore (il miocardio) per "ricaricarsi" e tornare recettivo ad un nuovo stimolo (tempo di refrattarietà). Questo lasso di tempo permette al battito di risultare meno disordinato.

Un'altra importante differenza tra flutter e fibrillazione, riguarda l'impatto che hanno sul ventricolo. Durante queste due forme aritmiche, parte degli impulsi viene bloccata a livello del nodo atrioventricolare, che ferma parte degli impulsi diretti verso il ventricolo. Questo blocco è assai maggiore nel flutter atriale, tanto che la contrazione ventricolare può essere anche ¼ di quella atriale. Il medico, infatti, definisce il flutter con le dizioni di 2:1, 3:1 o 4:1, per indicare che può passare per il blocco atrioventricolare uno stimolo, rispettivamente, ogni 2, ogni 3 o ogni 4. Le conseguenze del blocco atrioventricolare riguardano la gittata cardiaca, che sarà più o meno influenzata in base al numero degli stimoli che raggiungono il ventricolo. Può apparire complicato comprendere questo dettaglio, ma è assai importante dal punto di vista sintomatologico: infatti, maggiore è la frequenza ventricolare, più evidenti sono i sintomi. In altre parole, la frequenza ventricolare può variare notevolmente, da 180 battiti per minuto a meno di 100. Il fatto che la frequenza ventricolare possa rientrare nell’intervallo di normalità, non deve stupire: spesso accade che il flutter passi inosservato proprio per questo motivo.

In base all'impatto sul ventricolo e alle modalità con cui insorge, il flutter atriale viene distinto in due forme:

  • Parossistica. La frequenza del battito è molto alta. L'insorgere è brusco e le contrazioni atriali superano il blocco atriventricolare con notevole efficacia, di 2:1 e, in alcuni rari casi, anche di 1:1. La frequenza ventricolare, quindi, può raggiungere anche i 120-180 battiti per minuto. La forma parossistica caratterizza le manifestazioni isolate, che si verificano in un individuo sano. Dura qualche ora, al massimo qualche giorno, molto spesso si esaurisce da sola. Ciò esclude l'uso di farmaci o di altri interventi terapici.
  • Permanente. La frequenza è più bassa rispetto alla forma parossistica. La comparsa è meno repentina, ma più subdola, e le contrazioni superano il blocco del nodo atrioventricolare con un'efficienza di 3:1, 4:1 e anche 5:1. Quindi, la frequenza ventricolare è più bassa rispetto alla forma parossistica e può non superare, in alcuni casi, i 100 battiti per minuto. La forma permanente può durare anni e passare inosservata, nonostante sia sinonimo, nella maggior parte dei casi, di un patologia associata. Serve una terapia specifica e una terapia generale: la prima per agire contro la patologia associata; la seconda per agire contro il flutter.

Per il resto, si vedrà che flutter e fibrillazione atriale hanno molte caratteristiche in comune.

Cause

Le cause del flutter atriale sono numerose. Come per la fibrillazione atriale, i fattori più spesso determinanti sono le cardiopatie. Infatti, un individuo con insufficienza cardiaca dovuta ad una cardiopatia reumatica o valvolare, è maggiormente soggetto a sviluppare episodi di flutter atriale.
I disturbi del cuore più influenti sono:

L'ipertensione non è propriamente una cardiopatia, ma è un fattore che predispone all'infarto del miocardio e alle coronaropatie. Per questo motivo, essa compare nell'elenco.

I disturbi non cardiaci, che causano flutter, sono, invece:

Infine, anche alcuni fattori non patologici possono determinare la comparsa di un flutter atriale. L'episodio aritmico, di solito, compare, in presenza di queste circostanze, in individui sani e ha un esaurimento spontaneo.

  • Abuso di alcol.
  • Abuso di droghe.
  • Fumo.
  • Ansia.
  • Farmaci.
  • Eccesso di caffeina.

La correzione di questi comportamenti, non in linea con uno stile di vita sano, aiuta a risolvere il problema e a prevenire forme stabili di flutter atriale. Infatti, non va dimenticato che alcuni dei comportamenti dell'elenco sono il preludio alle patologie cardiache sopraccitate.

Sintomi e complicazioni

I principali sintomi sono:

La sintomatologia è strettamente connessa alla forma di flutter atriale manifestata da un individuo. Le forme parossistiche, ad altissima frequenza, manifestano sintomi più evidenti, ma non va trascurato che il pericolo maggiore si cela dietro le forme permanenti. È all’origine di queste, infatti, che c’è un disturbo patologico.

La complicazione più grave, indotta dal flutter atriale (seppur in misura minore rispetto alla fibrillazione atriale), è la predisposizione, nel soggetto colpito, a sviluppare un ictus ischemico cerebrale. Ciò è dovuto al fatto che le numerose contrazioni irregolari, che colpiscono prima l'atrio e poi il ventricolo, incidono negativamente sulla gittata cardiaca e sul flusso di sangue. Quest'ultimo si fa più turbolento. Un flusso turbolento ha un'alta probabilità di creare lesioni all'interno dei vasi e formare, di conseguenza, dei trombi, cioè masse solide e stabili di piastrine (trombociti), che servono a riparare la lesione. Il trombo fa da ostacolo al flusso sanguigno, occludendo i vasi. Per il continuo passaggio di sangue, esso può sfaldarsi e dar vita a degli emboli, cioè particelle libere fatte di cellule piastriniche. Gli emboli, viaggiando per il sistema vasale, possono raggiungere il cervello ed impedire l'irrorazione sanguigna regolare dell'area cerebrale. Questa complicazione ha maggiore probabilità di verificarsi se, nell'individuo colpito, al flutter atriale, si alternano anche episodi di fibrillazione atriali o se il paziente è colpito da patologie valvolari con dilatazione atriale (come la stenosi mitralica).

Il rischio trombo-embolico associato al flutter atriale è comunque più basso rispetto a quello della fibrillazione atriale.

Diagnosi

Una diagnosi accurata richiede una visita cardiologica. Gli esami tradizionali, validi per la valutazione di qualsiasi aritmia/flutter atriale, sono:

Misurazione del polso. Il medico cardiologo può trarre delle informazioni fondamentali dalla valutazione di:

  • Polso arterioso. La misura si effettua sull'arteria radiale. Esso informa della frequenza e regolarità del ritmo cardiaco.
  • Polso venoso giugulare. È utile per capire il livello di pressione venosa.

Elettrocardiogramma (ECG). È l'esame strumentale indicato per valutare l'andamento dell'attività elettrica del cuore. In base ai tracciati che risultano, il medico può riconoscere e distinguere un flutter atriale da una fibrillazione atriale.

 

Elettrocardiogramma dinamico secondo Holter. Si tratta di un normale ECG, con la differenza, assai vantaggiosa, che il monitoraggio si protrae per 24-48 ore, senza impedire al paziente di svolgere le normali attività di vita quotidiana. È utile qualora gli episodi di flutter atriale siano sporadici e non prevedibili.

 

Radiografia del torace. È un'indagine clinica che mira a capire se ci sono particolari patologie a livello polmonare e di tipo respiratorio.

 

Ecocardiografia. Sfruttando l'emissione di ultrasuoni, questa indagine non invasiva mostra gli elementi fondamentali del cuore: atri, ventricoli e valvole. La valutazione del cuore permette di verificare la presenza di una valvulopatia o di una qualche altra malformazione cardiaca.

Terapia

La terapia dipende dalla forma di flutter atriale e dallo stato di salute in cui versa il soggetto colpito dagli episodi aritmici.
Se si tratta di un flutter di tipo parossistico, si agisce nel seguente modo:

  • Somministrazione di farmaci:
  • Trattamento elettrico:
    • Cardioversione. Tecnica non invasiva, che infonde una scarica elettrica, detta shock, allo scopo di resettare il ritmo cardiaco alterato e ripristinare il battito normale, scandito dal nodo seno atriale.

Trattamenti di mantenimento, sempre a base di digitale e antiaritmici, sono indicati anche per prevenire altri episodi parossistici, soprattutto se si è certi che il paziente soffra di ipertiroidismo o ipertensione.
È, tuttavia, importante precisare che alcune circostanze, quali:

  • Sintomatologia tollerabile.
  • Risoluzione spontanea, in passato, di altri episodi di flutter atriale.
  • Assenza di patologie cardiache e non cardiache.

fanno sì che la terapia non sia necessaria. Ciò serve a evitare eventuali effetti collaterali legati all'assunzione di farmaci, come per esempio i disturbi gastrointestinali da chinidina.

Se il flutter atriale è di tipo permanente, molto spesso significa che all'origine del disturbo c'è una cardiopatia o una patologia di altra natura. Risolvere tale condizione, con un approccio terapeutico scelto caso per caso, è il passo fondamentale per aiutare il ripristino del normale ritmo cardiaco. La terapia, invece, mirata a curare il flutter atriale, fa da supporto e mantenimento. Essa è la seguente:

  • Somministrazione di farmaci:
    • Digitale.
    • Antiaritmici: derivati della chinidina, dofetilide, ibutilide, flecainide, propafenone e amiodarone.
    • Anticoagulanti. Le forme permanenti possono creare situazione di trombo-embolia. Si usano in presenza di particolari cardiopatie, le valvulopatie mitraliche, che potrebbero generare trombi o emboli.
    • Beta-bloccanti e calcio-antagonisti. Rallentano il ritmo cardiaco, agendo a livello del nodo atrioventricolare. Si somministrano a coloro che sono tolleranti alla digitale.
  • Trattamento elettrico:
    • Cardioversione. Non è più indicata, quando il paziente è affetto da una cardiopatia che altera la struttura del cuore, come per esempio le valvulopatie.
    • Ablazione a radiofrequenza transcatetere. Si fa uso di un catetere che, una volta condotto fino al cuore, è in grado di infondere una scarica a radiofrequenza colpendo proprio l'area di miocardio che genera il flutter atriale. La zona colpita viene distrutta e questo dovrebbe riordinare il numero degli impulsi di contrazione da parte del nodo seno atriale. È un tecnica invasiva.

Vedi Anche: Farmaci per Curare il Flutter Atriale »


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza