Ultima modifica 14.11.2023
INDICE
  1. Cos'è il Fecaloma?
  2. Cause
  3. Sintomi e complicanze
  4. Trattamento

Cos'è il Fecaloma?

Fecaloma è il termine medico con cui si identifica una massa dura di feci disidratate formatasi nel retto-sigma o nei tratti superiori del colon.

Generalmente causato dalla stipsi cronica ed ostinata, il fecaloma ha in sé una componente ostruttiva, tale per cui la massa fecale - dura e secca - che lo compone non può essere evacuata spontaneamente dal paziente. Si rende quindi necessario il ricorso a misure adeguate, come il rammollimento con clismi di glicerina e/o la frantumazione digitale, fino all'intervento chirurgico nei casi più complicati.

Cause

Un fecaloma è il risultato di una insufficiente motilità del colon, che si traduce in un aumento del tempo di permanenza delle feci nell'intestino. Vengono così esaltati i processi di riassorbimento dell'acqua tipici dell'intestino crasso: privando la massa fecale della componente acquosa, questa diviene via via più dura e secca, predisponendo allo sviluppo del fecaloma. Tra i fattori di rischio possiamo quindi elencare la ritenzione di feci per defecazione dolorosa associata a ragadi anali, la presenza di fistole, emorroidi, dolicocolon (eccessiva lunghezza del colon), e persino l'uso di certi farmaci (anticolinergici, oppiacei, come codeina, ossicodone, idrocodone, tramadolo, farmaci contro la diarrea, alluminio ecc.). L'allettamento prolungato dei pazienti ospedalizzati, la dieta povera di liquidi, il vomito e la sudorazione intensa possono favorire l'insorgenza del fecaloma. Sempre sul fronte dietetico, sia una carenza che un eccesso di fibre, specie se quest'ultima è accompagnato da una ridotta assunzione di acqua, possono giocare un ruolo importante nell'etiopatogenesi del fecaloma.

I bambini e gli anziani rientrano tra le categorie di soggetti a maggior rischio, oltre ai malati psichiatrici e ai paraplegici.

Sintomi e complicanze

I sintomi del fecaloma ricalcano quelli tipici dell'occlusione intestinale cui si associa. Caratteristica è la sensazione di peso rettale, tenesmo, dolore e distensione addominale, con ritenzione urinaria, pollachiuria, nausea, vomito ed anoressia (anche se nei primi stadi il fecaloma può risultare sintomatico). La presenza di un fecaloma può essere segnalata anche dalla fuoriuscita improvvisa di feci liquide in piccole quantità (encopresi) o dalla comparsa di diarrea acquosa, nonostante la sottostante stitichezza.

Trattamento

Vedi anche: Farmaci per la cura del fecaloma

Per quanto riguarda i fecalomi è necessario distinguere tra il trattamento sintomatico e quello preventivo.

Quando il fecaloma è già formato si rende necessaria la frantumazione dello stesso; considerato che nella maggior parte dei casi i fecalomi sono localizzati in sede retto-sigmoidea, nei manuali infermieristici si consiglia la procedura di frantumazione digitale. Per favorire la rottura del fecaloma, è possibile praticare clisteri di glicerina e/o olio minerale caldo (ad es. olio di vaselina), chiedendo al paziente di trattenerlo per 20-30 minuti prima di procedere con lo svuotamento manuale o con l'ausilio di uno speciale cucchiaio. Si tratta ovviamente di una procedura infermieristica, quindi attuata da personale esperto che conosce la storia clinica del paziente e le cause del fecaloma. La manovra è ad esempio controindicata in caso di paziente recentemente sottoposto ad un intervento chirurgico o convalescente da un trauma all'ano o al retto. Possibili controindicazioni alla frantumazione digitale del fecaloma riguardano anche la presenza di patologie infiammatorie intestinali attive e di dolore o sanguinamento rettale, l'assunzione di farmaci anticoagulanti e la presenza di importanti cardiopatie. L'eccessiva manipolazione del retto può infatti causare un'irritazione importante della mucosa dello stesso, fino al sanguinamento, ma anche stimolare il nervo vago, con possibile diminuzione riflessa della frequenza cardiaca. Talvolta è possibile assumere anche lassativi per os, ad esempio il lattulosio, utile soprattutto in presenza di una stasi fecale lungo tutto il colon; si tratta comunque di un'eventualità da valutare con la dovuta attenzione, dato che in caso di occlusione severa l'uso di lassativi osmotici può far precipitare il quadro clinico del paziente (distensione addominale, crampi).

In termini di prevenzione primaria e secondaria (che si attua quando un paziente ha già avuto una storia pregressa di fecaloma), è naturalmente essenziale evitare la stipsi, regolarizzando lo stile alimentare (adeguato apporto di fibre e di acqua, evitare le abbuffate) e di vita in genere (aumento dell'attività fisica per stimolare la motilità intestinale). Qualora il medico lo ritenga opportuno, la prevenzione della stitichezza può avvenire anche attraverso l'assunzione di lassativi o la sospensione di farmaci che riducono la motilità intestinale. Assolutamente sconsigliato l'abuso cronico di lassativi, che oltre a causare vari tipi di complicanze (ad es. squilibri elettrolitici), può addirittura - determinando atonia intestinale con riduzione della peristalsi - configurarsi come un importante fattore di rischio per lo sviluppo del fecaloma.