Ultima modifica 18.01.2020

Generalità

L'extrasistole è un'aritmia del cuore caratterizzata da impulsi di contrazione cardiaca (sistoli) aventi una comparsa prematura e/o una sede d'origine diversa dal nodo seno atriale

Si è discusso a lungo sulla corretta definizione di extrasistole, che letteralmente vorrebbe dire "battito aggiunto", ma che in realtà rappresenta una sistole prematura; per questo, l'extrasistole viene talvolta indicata come battito prematuro o battito ectopico (per sottolineare l'origine dell'impulso diversa dal nodo seno-atriale).

ExtrasistoleLe extrasistoli possono essere fenomeni isolati (che compaiono in maniera sporadica) o fenomeni consecutivi (che si susseguono uno dietro l'altro → extrasistoli a coppie, a triplette o a salve); inoltre, possono alternarsi regolarmente con uno o più battiti normali, tanto che il ritmo cardiaco viene chiamato bigemino, trigemino o quadrigemino, in base alla cadenza extrasistole-sistole normale.

L'extrasistole è di gran lunga la più comune aritmia cardiaca, sia in individui sani, sia in individui con disturbi di cuore (cardiopatici). Le cause sono diverse e dipendono dallo stato di salute dell'individuo colpito: in un individuo cardiopatico, l'extrasistole è legata al cuore malato, mentre in un soggetto sano può dipendere da svariati fattori, quali abuso di alcol e fumo, caffè, affaticamento fisico, o stress mentale. La diagnosi si esegue principalmente mediante elettrocardiogramma e la terapia dipende dalla presenza, o meno, di una cardiopatia alla base dell'episodio extrasistolico.


N.B.: per comprendere alcuni concetti illustrati nell'articolo, è necessario possedere le basi di anatomia e fisiologia del cuore illustrate nell'articolo generale sulle aritmie cardiache.

Cos'è un'extrasistole?

L'extrasistole è un'aritmia del cuore caratterizzata da impulsi di contrazione cardiaca (sistoli) anormali, aventi una o entrambe le seguenti caratteristiche:

  1. Comparsa prematura rispetto allo stimolo normale. Essa interferisce con la conduzione dell'impulso.
  2. Origine ectopica, cioè la sede d'origine dell'impulso è diversa dal nodo seno atriale.

Queste due caratteristiche interferiscono con il normale ritmo sinusale, che origina dal centro segnapassi dominante, o, addirittura, lo sostituiscono.
Le extrasistoli sono, in assoluto, le aritmie più frequenti, tanto che alcuni medici cardiologi affermano che ogni individuo, almeno una volta nella vita, ha presentato un episodio di sistole prematura/ectopica.
Le extrasistoli compaiono con modalità diverse. Possono essere:

  1. Sporadiche. L'extrasistole è un fenomeno isolato.
  2. A coppie. Avvengono due fenomeni extrasistolici successivi l'uno all'atro.
  3. A salve. È il termine che indica il succedersi di tre o più fenomeni extrasistolici.

Inoltre, può accadere che una o più extrasistoli si inseriscano nel normale ritmo sinusale con una cadenza propria. In altre parole, è possibile che si crei un'alternanza regolare tra extrasistole e battito normale. In questi casi, il ritmo si definisce:

  1. Bigemino, se c'è un'alternanza tra un battito normale ed un'extrasistole.
  2. Trigemino, se si succedono terne sistoliche composte da un battito normale e due extrasistoli; oppure da due battiti normali seguiti da un'extrasistole.
  3. Quadrigemino, se il succedersi di quattro sistoli è composto da una extrasistole e tre battiti normali.

Le extrasistoli, come si è detto, possono distinguersi anche per la sede d'origine. Pertanto, in base al segnapassi (dominante o secondario) che genera la sistole prematura, si può stilare la seguente classificazione:

  1. Extrasistoli sinusali. Sono eventi assai rari. L'origine del battito prematuro risiede in una parte del nodo seno atriale leggermente diversa da quella che solitamente fa da segnapassi dominante.
  2. Extrasistoli atriali. Si posizionano al secondo posto in una scala di frequenza di comparsa. L'impulso di contrazione, prematuro rispetto a quello sinusale, si può generare in un qualsiasi punto della muscolatura dell'atrio. Gli effetti dipendono da quanto precoce è l'insorgenza dell'extrasistole: tanto più questa è precoce, tanto maggiori sono le probabilità che i ventricoli siano ancora in fase diastolica (cioè di rilassamento) non eccitabile. Pertanto, il miocardio ventricolare non si contrae, pur ricevendo lo stimolo.
  3. Extrasistoli giunzionali atrioventricolari. Sono poco frequenti, risiedono al terzo posto per frequenza di comparsa. La zona precisa d'origine è in prossimità del nodo atrioventricolare, o nel fascio di His, cioè tra atri e ventricoli. L'impulso, generandosi tra le due cavità cardiache, può propagarsi verso entrambe, stimolando prima gli atri o prima i ventricoli. Ne risulta, pertanto, che la conduzione dell'impulso è disordinata ed anomala.
  4. Extrasistoli ventricolari. Sono in assoluto le sistoli premature più frequenti. Originano in un punto qualsiasi dei ventricoli e possono propagarsi verso gli atri. All'extrasistole dei ventricoli, segue lo stimolo sinusale, il quale, però, incappa nella non eccitabilità del miocardio (in quanto ha ricevuto da poco uno stimolo prematuro). Pertanto non c'è una risposta efficace al battito normale. Questa mancanza di recettività muscolare si traduce in una pausa, detta compensatoria con sensazione di "perdita del battito".

È opportuno precisare che quelle appena elencate sono solo alcune delle caratteristiche delle diverse extrasistoli. Ognuna di esse, infatti, presenta ulteriori particolari, utili al medico cardiologo per definire una diagnosi completa. Abbiamo comunque accennato al momento in cui compare l'extrasistole, e a come si inserisce nel normale battito, poiché tale momento (diastole precoce o tardiva) è importante per capire gli effetti di un extrasistole sulla gittata cardiaca. La diastole è quella fase in cui il cuore si sta rilassando, dopo essersi contratto per pompare il sangue in circolo: si tratta del tempo necessario al miocardio per "ricaricarsi" ed essere nuovamente recettivo ad un nuovo impulso. Un'extrasistole che insorge in diastole precoce, troverà il miocardio assai poco recettivo allo stimolo; viceversa, un'extrasistole che compare in diastole tardiva troverà un miocardio più suscettibile al passaggio dell'impulso. Ciò si ripercuote anche sul battito sinusale successivo all'extrasistole e sulla gittata cardiaca, che ne risulterà, pertanto, compromessa.

Cause

Le cause che determinano un'extrasistole sono diverse e dipendono dallo stato di salute in cui versa l'individuo colpito da una sistole prematura.
Ricordando che le extrasistoli sono gli episodi aritmici più frequenti, se esse insorgono in un individuo sano, com'è facile che accada, NON sono da considerarsi cardiopatie, in quanto prive, per il medico cardiologo, di rilevanza clinica. I fattori determinanti di queste sistoli premature NON patologiche sono:

  1. Tabacco.
  2. Abuso di caffè e thè.
  3. Alcol.
  4. Stimolazioni riflesse vagali o simpatiche, proveniente dagli organi addominali.
  5. Stati di affaticamento, fisico e psichico.
  6. Ansia e farmaci ansiolitici.
  7. Gravidanza.

Durante la gravidanza, le extrasistoli sono fenomeni di discreta frequenza e persistono fino al parto; dopodiché, cessano. Pertanto, in assenza di altri segni che possano far pensare ad una cardiopatia, non devono destare apprensione.

Ben diverso è il quadro che riguarda le extrasistoli associate a cardiopatie. In questo caso, le cause, cioè le malattie di cuore, sono assai più gravi e richiedono maggiori attenzioni. Una semplice extrasistole, infatti, può dare origine ad aritmie dalle conseguenze più serie. Se:

  1. L'extrasistole è sopraventricolare, essa può tramutarsi in flutter atriale o fibrillazione atriale.
  2. L'extrasistole è ventricolare, essa può tramutarsi in fibrillazione ventricolare. Sono, in assoluto, le più pericolose.

Le malattie di cuore, legate ad episodi extrasistolici, sono:

  1. Insufficienza cardiaca.
  2. Valvulopatie.
  3. Ipertrofia ventricolare.
  4. Infarto del miocardio.

Infine, esistono altre situazioni patologiche, non riguardanti il cuore, che possono determinare extrasistoli. Esse sono:

  1. Ipertiroidismo.
  2. Patologie dell'apparato gastrointestinale (esempio: reflusso gastroesofageo).
  3. Ipertensione.
  4. Squilibri degli elettroliti (ipokaliemia; ipercalcemia; ipomagnesiemia).

Sintomi

La maggior parte delle extrasistoli non viene avvertita dal soggetto colpito. Questo è dovuto al fatto che sono manifestazioni di lieve entità. La sensazione è di un battito mancante o di un battito più intenso.
Quando le extrasistoli si presentano a salve (cioè almeno tre sistoli premature successive), i disturbi al battito cardiaco sono più facilmente avvertibili.
Gli altri sintomi tipici sono:

  1. Sensazione molesta nel torace, simile al frullio di ali.
  2. Cardiopalmo (o palpitazione).
  3. Ansietà.
  4. Vertigini.
  5. Nausea.
  6. Pallore.
  7. Lipotimia (debolezza).

Diagnosi

Una diagnosi accurata richiede una visita cardiologica. Gli esami tradizionali, validi per la valutazione di qualsiasi episodio aritmico/extrasistolico, sono:

  1. Misurazione del polso.
  2. Stetoscopia.
  3. Elettrocardiogramma (ECG).
  4. Elettrocardiogramma dinamico secondo Holter.

Misurazione del polso. Il medico cardiologo può trarre delle informazioni fondamentali dalla valutazione di:

  1. Polso arterioso. La misura si effettua sull'arteria radiale (a livello del polso). Esso informa della frequenza e regolarità del ritmo cardiaco.
  2. Polso venoso giugulare. È utile per capire il tipo di extrasistole presente.

Stetoscopia. L'ascoltazione di rumori e soffi è molto utile, per esempio, per distinguere una stenosi valvolare aortica, o polmonare, da una stenosi delle valvole atrioventricolari.

Elettrocardiogramma (ECG). È l'esame strumentale indicato per valutare l'andamento dell'attività elettrica del cuore. In base ai tracciati che risultano, il medico può stimare la gravità e le cause delle extrasistoli.

Elettrocardiogramma dinamico secondo Holter. Si tratta di un normale ECG, con la differenza, assai vantaggiosa, che il monitoraggio si protrae per 24-48 ore, senza impedire al paziente di svolgere le normali attività di vita quotidiana. È utile qualora gli episodi extrasistolici siano sporadici e non prevedibili.

Ricopre un ruolo importante, ai fini della diagnosi, anche l'anamnesi, cioè la raccolta di informazioni, da parte del medico, di quanto descrive il paziente in merito agli attacchi extrasistolici. Si rende necessaria l'anamnesi perché, come si è detto, le extrasistoli insorgono, frequentemente e con episodi distanti giorni/settimane l'uno dall'altro, anche in coloro che non hanno disturbi patologici di altra natura. Questi individui, a meno che l'attacco extrasistolico non sia in atto, mostrano un tracciato ECG normale, rendendo impossibile una diagnosi corretta.

Terapia

Gli episodi di extrasistole, in persone senza disturbi di cuore, non richiedono interventi terapeutici specifici. Ciò vale anche se gli eventi sono frequenti. È, tuttavia, consigliato:

  1. Moderare il consumo di caffeina o alcol.
  2. Non fumare.
  3. Ridurre lo stress e lo stato d'ansia senza ricorrere a farmaci.

In altre parole, correggendo alcuni comportamenti e salvaguardando di più la propria salute, è possibile arginare il problema legato alle sistoli premature.

Diverso è il comportamento da adottare nei confronti di extrasistoli d'origine cardiaca. In questi casi, il trattamento terapeutico può essere di tipo farmacologico, elettrico o chirurgico.
I farmaci usati sono:

  1. Antiaritmici. Servono a normalizzare il ritmo cardiaco. Per esempio:
    1. Chinidina
    2. Procainamide
  2. Beta-bloccanti. Servono a rallentare la frequenza del battito cardiaco. Per esempio:
    1. Metoprololo
    2. Timololo
  3. Calcio-antagonisti. Servono a rallentare la frequenza del battito cardiaco. Per esempio:
    1. Diltiazem
    2. Verapamil

È doveroso precisare che l'extrasistole di origine patologica è un sintomo. Pertanto, la semplice somministrazione di farmaci antiaritmici non è sufficiente a risolvere il problema.

Se all'origine del problema c'è una cardiopatia, il trattamento di tipo elettrico consiste, di solito, nella cosiddetta ablazione a radiofrequenza transcatetere. Ablazione a radiofrequenzaQuesta tecnica fa uso di un catetere che, una volta condotto fino al cuore, è in grado di infondere una scarica a radiofrequenza colpendo proprio l'area di miocardio che genera l'extrasistole (cioè il centro segnapassi che sostituisce il nodo seno atriale). La zona colpita viene distrutta e questo dovrebbe riportare il controllo degli impulsi di contrazione nelle mani nel nodo seno atriale.

Il trattamento chirurgico, invece, è volto a risolvere il problema cardiaco di base e per questo dipende dalla cardiopatia diagnosticata. Se per esempio il paziente soffre di una stenosi aortica, l'intervento chirurgico mirato a riparare la funzionalità valvolare cardiaca ripristina anche la normale ritmicità del cuore.

Infine, come si è visto, alcune extrasistoli sono causate da stati patologici non cardiaci. Anche in questi casi, la scomparsa delle sistoli premature è successiva alla cura della patologia di base diagnosticata. È il caso, per esempio, degli squilibri elettrolitici, per i quali la terapia consiste nella somministrazione di supplementi di magnesio (se il paziente soffre di ipomagnesiemia) o di potassio (se il paziente soffre di ipokaliemia). Si procede allo stesso modo in presenza di ipertiroidismo, curando prima quest'ultimo, in quanto causa di extrasistoli.

Prevenzione

Sulla base di quanto detto, per prevenire gli episodi di extrasistole, bisogna eliminare quei fattori di rischio che possono concorrere a sviluppare una cardiopatia. Evitare di fumare, per esempio, oltre a scongiurare fenomeni extrasistolici nell'immediato, allontana anche il rischio di sviluppare una cardiopatia in futuro. Altrettanto importante è l'attività fisica, il cui svolgimento (a patto che sia vista come uno svago e non come un obbligo) ha effetti positivi sugli stati d'ansia e di stress che possono affliggere un individuo. È stato infatti osservato come l'esercizio fisico riduca le extrasistoli in molti soggetti.


Autore

Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza