Endometriosi - Diagnosi e Cure
Ultima modifica 25.03.2020

Diagnosi

Ai fini di una diagnosi corretta di endometriosi, l'esame obiettivo e l'anamnesi sono utili, ma non sufficienti. Per una conferma, infatti, i medici devono ricorrere all'ecografia transvaginale e, in alcuni casi, anche a procedure chirurgiche con finalità diagnostiche, quali la laparoscopia o la laparotomia.

  • Ecografia transvaginale: è un normale esame ecografico, nel corso del quale il medico introduce la sonda a ultrasuoni all'interno della vagina, per osservare in maniera dettagliata gli organi pelvici.
    La sensibilità e la specificità dell'ecografia transvaginale sono molte elevate e forniscono immagini chiare dello stato di salute delle strutture anatomiche osservate.
  • Laparoscopia e laparotomia: interventi chirurgici di un certa delicatezza, offrono, a seconda delle circostanze, la possibilità di prelevare porzioni di tessuto sospetto da analizzare in laboratorio (biopsia).

Dosaggio plasmatico del CA-125: quando serve?

Endometriosi CuraTalvolta, al sopraccitato iter di esami e procedure diagnostiche, i medici includono anche il dosaggio plasmatico del CA-125, una proteina - quest'ultima - circolante nel sangue e presente sulla superficie degli epiteli cellulari di peritoneo, pleura, pericardio, cervice uterina, endometrio e tube di Falloppio.
La ricerca del valore nel siero sanguigno di CA-125 risulta utile ai medici, quando sussiste un dubbio diagnostico tra la presenza di endometriosi e la presenza di un tumore dell'ovaio: nel primo caso (endometriosi) il valore nel siero sanguigno di CA-125 è moderatamente elevato, mentre nel secondo caso (tumore dell'ovaio) è elevatissimo.

La diagnosi di endometriosi è semplice?

Diagnosticare l'endometriosi non è semplice; ciò spiega per quale motivo i medici debbano affidarsi a diversi esami e, perfino, alla chirurgia.
Le difficoltà diagnostiche si devono alla somiglianza sintomatologica tra l'endometriosi e altre condizioni, quali per esempio la malattia infiammatoria pelvica, la sindrome dell'intestino irritabile o le cisti ovariche non endometriosiche.

Terapia

Nelle forme minime di endometriosi (cioè quelle più lievi), i medici preferiscono attendere come evolve la situazione nei 6-12 mesi successivi, in quanto, nei suddetti frangenti, è possibile una guarigione spontanea.
Al contrario, in tutti gli altri casi (quindi, forme moderate, forme gravi o forme minime che non guariscono spontaneamente), optano per la pianificazione di una terapia, che può essere: farmacologica oppure chirurgica. In tali circostanze, la scelta terapeutica dipende da almeno tre fattori, che sono: la gravità della malattia, il desiderio di riproduzione della paziente e l'età di quest'ultima.

Terapia farmacologica

Per approfondire: Farmaci per la Cura dell'Endometriosi


Il trattamento farmacologico per l'endometriosi comprende una terapia specificatamente antidolorifica e una terapia ormonale.

TERAPIA ANTIDOLORIFICA

La terapia farmacologica antidolorifica consiste nella somministrazione di medicinali che allevino il dolore cronico pelvico, il dolore da dismenorrea, la dispareunia ecc.
Tra i medicinali utili, rientrano i FANS (sono sicuramente i più prescritti), il paracetamolo (non è efficace su tutte le pazienti) e la codeina in combinazione col paracetamolo (va usata con cautela per via degli effetti avversi che può avere).

TERAPIA ORMONALE

Gli estrogeni stimolano l'endometrio ectopico, allo stesso modo di come stimolano l'endometrio normale. Ciò è la causa di tutti i disturbi che caratterizzano l'endometriosi.
Alla luce di ciò, i medici hanno pensato a un trattamento ormonale con un'azione anti-estrogenica, in modo che gli estrogeni non stimolino più il tessuto endometriale ectopico e quest'ultimo sia soggetto ad atrofizzazione.
La terapia ormonale per l'endometriosi è indicata per diverse categorie di pazienti:

  • Alle donne con endometriosi minima non guarita spontaneamente. Non conta che abbiano o meno desiderio di prole;
  • Alle donne che si stanno preparando alla riduzione chirurgica delle lesioni endometriosiche e degli endometriomi;
  • Alle donne che sono state sottoposte alla riduzione chirurgica delle lesioni endometriosiche, per completare i benefici terapeutici della suddetta operazione.

I farmaci maggiormente utilizzati per la terapia ormonale dell'endometriosi sono:

  • Progestinici: sono derivati del progesterone. Comportano una progressiva riduzione, con successiva atrofizzazione, di porzioni di tessuto endometriale ectopico;
  • Danazolo e gestrinone: sono derivati degli ormoni androgeni. Inibendo l'ovulazione, riducono il livello circolante di estrogeni e progesterone. Da ciò ne consegue un'intensa atrofizzazione dell'endometrio, il che migliora la sintomatologia dolorosa e incrementa le possibilità avere una gravidanza.
  • Analoghi sintetici dell'LH-RH: sono farmaci che bloccano la secrezione di alcuni ormoni da parte dell'ipofisi. La loro somministrazione porta a un esaurimento della sintesi degli estrogeni da parte dell'ovaio, fenomeno quest'ultimo equiparabile alla castrazione medica.
    Attualmente, gli analoghi sintetici dell'LH-RH rappresentano la terapia farmacologica di prima scelta contro l'endometriosi.

Nota importante: la terapia ormonale in questione non cura specificatamente l'endometriosi, ma si limita a evitare la stimolazione dell'endometrio ectopico, da parte degli estrogeni. Questo vuol dire che l'interruzione della terapia ormonale coincide con la ricomparsa di tutti i sintomi e i disturbi originali, precedenti all'adozione della suddetta terapia. 

Terapia chirurgica

Esistono due modalità di trattamento chirurgico dell'endometriosi: la modalità conservativa e la modalità demolitiva.

TERAPIA CHIRURGICA CONSERVATIVA

La terapia chirurgica conservativa è la soluzione terapeutica indicata per la cura della sterilità, nelle pazienti desiderose di prole.
Eseguibile mediante le tecniche di laparoscopia (maggior parte dei casi) o laparotomia, consiste nella liberazione delle aderenze pelviche, nella distruzione delle lesioni endometriosiche più piccole e nell'asportazione degli endometriomi anche di più grandi dimensioni (alcuni endometriomi raggiungono anche i 10 centimetri di diametro).
Laparoscopia e laparatomia prevedono l'anestesia generale e l'incisione dell'addome, quindi la paziente deve seguire una preparazione particolare nei giorni che precedono l'intervento chirurgico.


La laparoscopia sta diventando sempre più la metodica chirurgica d'elezione, per il trattamento dell'endometriosi.
Del resto, è decisamente meno invasiva della laparotomia e ciò garantisce un recupero e una guarigione molto più veloci.

TERAPIA CHIRURGICA DEMOLITIVA

La terapia chirurgica demolitiva è la soluzione terapeutica indicata alle donne con endometriosi grave, non più desiderose di prole e per nulla rispondenti alla terapia farmacologica (che, comunque, può essere propedeutica all'intervento stesso).
L'intervento di chirurgia demolitiva prevede la rimozione delle lesioni endometriosiche, l'isterectomia totale (cioè rimozione dell'utero, compresa la cervice) e l'ovariectomia (ossia la rimozione delle ovaie).
In situazioni del genere, la mancata asportazione di utero e/od ovaie (quindi la rimozione delle sole lesioni endometriosiche) può comportare la ricomparsa dell'endometriosi.

Prognosi

La prognosi in caso di endometriosi dipende da numerosi fattori, alcuni conosciuti (come per esempio la gravità delle lesioni endometriosiche e l'età della paziente) e altri sconosciuti.
Purtroppo, i trattamenti odierni dell'endometriosi non sono efficaci per tutte le pazienti: per esempio, secondo attendibili fonti mediche, nel 20-40% delle donne sottoposte a terapia chirurgia conservativa l'endometriosi si ripresenterebbe (recidiva) a 5 anni di distanza dall'intervento.
Detto questo, però, se le cure hanno effetto, il quadro sintomatologico dell'endometriosi migliora e le pazienti desiderose di prole sono nuovamente fertili o lo diventano.


Un interessante studio medico ha osservato che il parto vaginale diminuisce il rischio di una recidiva dell'endometriosi, mentre il parto cesareo lo innalza.

Prevenzione

In buona parte perché non se ne conosce il preciso meccanismo scatenante, l'endometriosi è una condizione impossibile da prevenire.



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Autore

Dott. Antonio Griguolo
Laureato in Scienze Biomolecolari e Cellulari, ha conseguito un Master specialistico in Giornalismo e Comunicazione istituzionale della scienza