ENA (Antigeni Nucleari Estraibili) - ENA Screening o Pannello ENA
Generalità
Nell'ambito della medicina di laboratorio, la sigla ENA - acronimo di Extractable Nuclear Antigen (Antigeni Nucleari Estraibili) – identifica una serie di componenti del nucleo cellulare che possono interagire con particolari anticorpi, innescando una risposta immunitaria.
Più nel dettaglio, gli antigeni nucleari estraibili possono essere coinvolti nella patogenesi di malattie autoimmuni, tra le quali il lupus eritematoso sistemico, l'artrite reumatoide e la sclerodermia. Quando vengono riconosciuti e legati da specifici autoanticorpi implicati in queste condizioni patologiche, gli ENA assumono un valore diagnostico in qualità di marcatori molto sensibili e/o specifici.
Gli antigeni nucleari estraibili sono all'incirca un centinaio, ma solo sei sono utilizzati comunemente nelle indagini di laboratorio (screening ENA, pannello ENA): Ro, La, Sm, RNP, Scl-70 e Jo1.
Da ricordare
Gli autoanticorpi vengono prodotti nel caso in cui il sistema immunitario di una persona riconosca erroneamente ed attacchi i tessuti appartenenti al suo stesso organismo. Questa risposta genera infiammazione, danneggiamento tissutale ed altri segni e sintomi associati a patologie autoimmuni.
Cos'è il Pannello ENA
Cosa sono gli ENA?
Gli Antigeni Nucleari Estraibili (ENA) sono un gruppo di antigeni citoplasmatici e nucleari solubili (se ne conoscono oltre 100) che possono legare autoanticorpi, cioè anticorpi prodotti dal sistema immunitario che, a causa di un'alterata attività, non riescono più a riconoscere il "self" (parti dell'organismo di appartenenza) dal "non self" (sostanze estranee al corpo). In pratica, gli autoanticorpi sono diretti contro componenti sane e normali dell'organismo, erroneamente interpretate come pericolose, quindi considerate meritevoli di un attacco immunitario.
Quando sono presenti gli autoanticorpi, l'interazione con gli antigeni nucleari estraibili causa una risposta immunitaria caratteristica, supportando la diagnosi di una specifica malattia autoimmune.
Gli autoanticorpi attaccano erroneamente le cellule sane dell'organismo causando segni e sintomi come: infiammazione di organi e tessuti, affaticamento e dolore articolare e muscolare.
Da sapere
Gli ENA sono "estraibili" dalla cellula grazie all'utilizzo di una soluzione salina.
ENA come biomarcatori
Come anticipato, esistono differenti tipi di anticorpi anti-ENA, cioè autoanticorpi antinucleo (ANA) diretti contro antigeni nucleari estraibili (ENA), classificati in base agli auto-antigeni verso i quali sono diretti.
Nota bene
Il termine "antinucleo" è legato al fatto che i primi anticorpi scoperti erano diretti contro antigeni nucleari. Oggi, la terminologia è obsoleta, poiché diversi autoantigeni-bersaglio degli ANA, clinicamente importanti in alcune malattie autoimmuni sistemiche, sono localizzati anche nel citoplasma.
Ognuno di questi anticorpi presenta particolari specificità per alcune patologie autoimmuni; ciò significa che l'innalzamento dei suoi valori ematici è una spia che segnala la possibile presenza di una malattia ben specifica. Gli ENA possono essere considerati, quindi, un marcatore di un processo autoimmune.
La ricerca degli antigeni nucleari estraibili consente di rilevare la presenza di uno o più autoanticorpi nel sangue, in grado di reagire con proteine presenti al livello del nucleo cellulare. Lo screening ENA è costituito tipicamente da 4 o 6 esami di determinazione: le proteine principali ad essere analizzate sono, infatti, sei (Ro, La, Sm, RNP, Scl-70 e Jo1). Il numero di test eseguiti dipende dal laboratorio e dalle necessità del medico che prescrive l'esame.
Il pannello degli antigeni nucleari estraibili permette di accertare il sospetto diagnostico e/o escludere altre condizioni con segni e sintomi simili. In particolar modo, l'esame degli ENA è usato come test di supporto alla diagnosi di lupus eritematoso sistemico (LES), artrite reumatoide e sclerodermia.
Perché si esegue l'esame
A cosa serve la determinazione degli ENA?
Alcune patologie autoimmuni sono caratteristicamente associate alla presenza di uno o più anticorpi anti-ENA. Quest'associazione può essere utilizzata, quindi, come supporto diagnostico e nella diagnosi differenziale delle malattie autoimmuni, tra cui:
- Malattia mista del tessuto connettivo (MCTD o, più semplicemente, connettivite mista);
- Sindrome di Sjögren;
- Lupus eritematoso sistemico;
- Artrite reumatoide;
- Sclerodermia.
Il pannello ENA può anche essere richiesto nell'ambito del monitoraggio dell'attività di una particolare patologia autoimmune.
Quando viene indicato l’esame?
Il pannello ENA viene prescritto dal medico soltanto di fronte ad un sospetto clinico per malattie autoimmuni sistemiche. Solitamente, quest'esame viene eseguito in presenza di una sintomatologia suggestiva, come follow-up del test degli anticorpi anti-nucleo (ANA) positivo. In pratica, l'analisi degli ANA verifica la presenza o l'assenza di autoanticorpi, mentre il pannello ENA valuta quali proteine nel nucleo cellulare riconoscono e creano legami con gli autoanticorpi. Il pannello ENA aiuta a diagnosticare, distinguere e monitorare la progressione delle malattie autoimmuni e viene eseguito con un semplice prelievo di sangue.
Esami associati al Pannello ENA
In relazione ai segni e sintomi che il paziente manifesta ed alla patologia sospettata, il test ANA può essere utilizzato insieme ad altre indagini, come:
- Test degli anticorpi anti-nucleo (ANA);
- Dosaggio anticorpi anti-ds DNA (anti DNA a doppio filamento), anti-centromero (regione mediante la quale due cromosomi sono legati tra loro) e/o anti- istone (proteine che consentono l'impacchettamento del DNA);
- Valutazione della velocità di eritrosedimentazione (VES) e/o della proteina C-reattiva (PCR).
ENA Positivo – Cause
Il pannello ENA positivo può indicare presenza delle seguenti patologie autoimmuni:
- Connettivite mista (MCTD);
- Lupus eritematoso sistemico (LES);
- Sindrome di Sjögren;
- Sclerodermia (sclerosi sistemica);
- Polimiosite;
- Dermatomiosite.
Sintomi associati
Le patologie autoimmuni possono comportare varie manifestazioni, vaghe e non specifiche. Spesso, questi disturbi cambiano nel tempo, diventando progressivamente più gravi, o alternando periodi di remissione a periodi in cui i sintomi si acuiscono.
Tra i campanelli d'allarme associati a disordini autoimmunitari sistemici rientrano:
- Febbricola;
- Affaticamento persistente e debolezza;
- Rash cutaneo di colore rosso (nel LES, è tipica una macchia a forma di farfalla tra il naso e le guance);
- Fotosensibilità cutanea;
- Perdita di capelli;
- Dolori articolari e/o muscolari;
- Intorpidimento o formicolio a mani e piedi;
- Infiammazione e lesioni a vari organi e tessuti, inclusi reni, polmoni, cuore, membrane di rivestimento del cuore, sistema nervoso centrale e vasi sanguigni.
ENA Negativo - Cause
Un risultato negativo al test ENA fa pensare che sia improbabile la presenza di un disordine autoimmune. Se i sintomi ricorrono, però, potrebbe essere indicata la reiterazione dell'esame o l'esecuzione di altre indagini.
Nel caso di ENA bassi (non presenti) sarà il medico a stabilire la diagnosi una volta raccolti tutti i dati che servono.
Come si misura
In cosa consiste l'esame?
Per l'analisi degli ENA, il paziente si deve sottoporre ad un prelievo di sangue da una vena del braccio.
Metodi di determinazione
Per la determinazione degli ENA, è possibile ricorrere a due differenti tipi di test:
- Metodo IFA (dosaggio ad immunofluorescenza indiretta): è considerato il metodo "gold standard" (di riferimento) per stabilire una diagnosi. Il campione di sangue del paziente è mescolato con le cellule che sono fissate al vetrino. Gli autoanticorpi che potrebbero essere presenti nel sangue reagiscono con le cellule. Il vetrino è trattato con un reagente contenente anticorpi fluorescenti ed esaminato al microscopio. Ciò che si osserva è la presenza (o l'assenza) della fluorescenza. Nel referto, il risultato è riportato come titolo, a sua volta espresso come un rapporto.
- Test immunometrico (enzyme linked immunosorbent assay-ELISA o test immunoenzimatico-EIA): viene eseguito con strumenti automatizzati, ma risulta meno sensibile del dosaggio ad immunofluorescenza indiretta nella determinazione degli ENA. Pertanto, questa metodica può essere utilizzata per lo screening degli ENA; un risultato positivo o equivoco viene sottoposto, poi, all'IFA. L'esito è solitamente riportato come un numero seguito da un'unità di misura.
Di solito, l'esame inizia con la determinazione mediante metodo immunoenzimatico in fase solida (ENA screening) e, in caso positivo, si procederà alla valutazione delle singole specificità anticorpali.
Preparazione
Prima di sottoporsi all'esame, il paziente deve osservare un digiuno di almeno 8-10 ore, durante le quali è ammessa l'assunzione di una modica quantità di acqua. Inoltre, occorre essere in posizione eretta da almeno 30 minuti.
Interpretazione dei Risultati
Screening ENA: cosa significa?
Nella diagnosi delle malattie autoimmuni, la determinazione degli ENA come è raccomandata solo in caso di:
- Positività del test ANA;
- Negatività, in presenza di segni clinici altamente suggestivi di malattia autoimmune sistemica (specialmente sclerosi sistemica e dermatomiosite/polimiosite).
Per stabilire una diagnosi, il medico deve basarsi sul risultato del pannello ENA e di altre indagini approfondite, sui sintomi e sulla storia clinica del paziente.
Nell'interpretazione del pannello ENA va ricordato che l'intervallo di riferimento dell'esame può variare leggermente in funzione di età, sesso e strumentazione in uso nel laboratorio analisi. Per questo motivo, è preferibile consultare i range riportati direttamente sul referto che viene consegnato. Occorre ricordare, inoltre, che i risultati delle analisi devono essere valutati nell'insieme dal medico di base che conosce il quadro anamnestico del proprio paziente.