Emorragia: cos’è? Cause, sintomi e cosa fare subito
Cos’è
Cos’è un’emorragia?
Per emorragia s'intende la fuoriuscita di sangue da uno o più vasi sanguigni danneggiati. Comunemente, il termine si applica ad un perdita di sangue improvvisa e grave.
Le emorragie possono verificarsi quasi ovunque nel corpo e spesso sono associate a traumi o eventi patologici importanti.
La maggior parte delle emorragie sono emergenze mediche, pertanto, non appena si manifestano i primi segnali (emorragia interna) o la perdita ematica appare evidente (emorragia esterna), è assolutamente opportuno rivolgersi tempestivamente al Pronto Soccorso o chiamare i numeri telefonici di emergenza (118-112-113).
Un'emorragia può mettere a rischio la vita?
Un'emorragia può essere pericolosa per la vita, soprattutto quando comporta una significativa perdita di sangue o si verifica in aree critiche come il cervello o i principali vasi sanguigni. Un'emorragia grave e non trattata può portare a shock, insufficienza d'organo o morte.
Quali sono le cause?
Cosa provoca un’emorragia?
Le emorragie si verificano quando il sangue fuoriesce attraverso dai vasi sanguigni. Le cause sono numerose, ma, in base all'evento scatenante, possono essere suddivise in due macrocategorie:
- Emorragie traumatiche: dovute a ferite penetrative, contusioni comportanti rottura di organi profondi, lesioni da schiacciamento, incidenti automobilistici ecc. Possono essere sia interne che esterne (più frequentemente esterne). I tipi comuni di lesioni traumatiche includono:
- Emorragie spontanee o patologiche: insorgono apparentemente senza motivo o in seguito a traumi di modesta entità; la loro comparsa è dovuta ad una condizione patologica pre-esistente che indebolisce o fa rompere un vaso (aneurisma, tumori, vene varicose, aterosclerosi ecc.) o per un difetto della coagulazione (emofilia). Possono essere sia interne che esterne.
Cosa aumenta il rischio di emorragia?
Oltre al trauma, ci sono condizioni di salute che aumentano significativamente il rischio di emorragia grave. La morte per emorragia può verificarsi rapidamente se la perdita di sangue è rapida. Queste condizioni includono:
- Cancro
- Ipertensione (pressione alta)
- Diabete
- Ulcere peptiche (erosioni nella mucosa dello stomaco o della prima parte dell'intestino)
- Danno ai reni o ad un altro organo interno, come nel caso di un'ulcera gastrica
- Anemia
- Abuso cronico di alcol
- Ictus (blocco del flusso sanguigno o emorragia nel cervello)
- Farmaci anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici ("fluidificanti del sangue") e FANS
- Malattie del fegato
- Disturbi della coagulazione del sangue, come la sindrome da anticorpi antifosfolipidi
- Disturbi emorragici come l'emofilia e la malattia di von Willebrand
- Alcune malattie vascolari (dei vasi sanguigni), come gli aneurismi
- Complicazioni derivanti da procedure mediche, come interventi chirurgici
- Lesioni, come tagli, fratture delle ossa lunghe o traumi cranici
- Febbri emorragiche virali (ebola, febbre dengue, Marburg e febbre gialla)
Qual è l’emorragia più grave?
La gravità di un'emorragia spesso dipende da dove si trova nel corpo e da quanto è grande il vaso sanguigno.
Il livello più grave di emorragia è lo shock emorragico, un'emergenza medica che può rapidamente trasformarsi in una fatalità. Lo shock emorragico subentra quando il corpo perde così tanto sangue che il cuore non riesce a tenere il passo nel soddisfare le richieste di ossigeno dei tessuti e i sistemi vitali iniziano a cedere. Si instaura così una insufficienza d'organo e, in assenza della rapidissima esecuzione di interventi salvavita, sopraggiunge il coma e la morte. Lo shock emorragico può iniziare quando si perde circa il 20% del volume sanguigno.
Le emorragie intracraniche (cerebrali) sono considerate le più fatali. Fino al 50% delle persone che subiscono un'emorragia cerebrale muore entro i primi giorni dalla diagnosi.
Tuttavia, un'emorragia grave dovuta a qualsiasi tipo di emorragia può essere fatale se una persona perde il 40% o più del suo volume sanguigno.
Per approfondire: Emorragia Cerebrale: cos'è? Perché e come avviene, sintomi e terapieDifferenze tra emorragia interna ed esterna
Quali tipi di emorragia esistono?
Le emorragie possono essere interne o esterne:
- EMORRAGIA ESTERNA: il sangue esce all'esterno dell'organismo a seguito di un trauma che ha leso la cute (ferita cutanea) e le strutture sottostanti;
- EMORRAGIA INTERNA: il sangue che fuoriesce dai vasi non raggiunge l'esterno, ma rimane all'interno del corpo, raccogliendosi in cavità naturali (emorragie endocavitarie) o nello spessore dei tessuti circostanti la lesione (emorragie interstiziali). Rientrano in questa categoria sia le piccole perdite ematiche sottocutanee di origine traumatica, sia le gravi emorragie dovute alla rottura dei vasi sanguigninel torace, nell'addome (come l'emorragia gastrointestinale) o nel cranio.
Si parla, inoltre, di emorragie interne esteriorizzate, quando il sangue uscito dai vasi raggiunge l'esterno attraverso orifizi naturali del corpo come bocca (ematemesi, se il sangue proviene dall'apparato digerente o emottisi, se il sangue proviene dalle vie aeree), naso (epistassi), orifizio uretrale, condotto uditivo (otorragia), ano (rettoragia) e vagina (menorragia).
Le emorragie sono in genere divise in tre tipi, a seconda della componente interessata:
- Emorragia arteriosa: rappresenta una grave emergenza medica. Il sangue è di colore rosso vivo e fuoriesce sotto forma di un getto più o meno intenso e sincrono con le pulsazionicardiache.
- Emorragia venosa: è grave e pericolosa per la vita. Il sangue, di colore rosso cupo, fuoriesce in modo continuo dai margini della ferita, come acqua da un bicchiere troppo pieno; i bordi e la cute circostante appaiono sporchi di sangue.
- Emorragia capillare: spesso, è meno grave. Il sangue è di colore rosso vivo, esce con flusso lento ma continuo.
Esistono anche le emorragie miste, dove la lesione coinvolge sia i vasi venosi che quelli arteriosi e il sangue esce senza getti, ma in quantità e con rapidità superiore rispetto alle emorragie venose.
Dove iniziano le emorragie?
In base alla localizzazione, le emorragie prendono il nome generalmente dell'organo o dell'area anatomica interessata (emorragia addominale, gastrica, cerebrale, cardiaca, vaginale ecc.); altre volte, assumono denominazioni specifiche, come le seguenti, per fare qualche esempio:
- Epistassi = sangue dal naso;
- Rettorragia = emorragia del retto;
- Ematemesi = emorragia dell'apparato digerente;
- Emottisi = emorragia delle vie aeree;
- Epistassi = emorragia dal naso;
- Menorragia = emorragia dalla vagina;
- Otorragia = emorragia dall'orecchio.
Sintomi emorragia
Quali sono i sintomi di una emorragia?
In un adulto sano, circolano in media 4,5-5,5 litri di sangue. La maggior parte degli adulti può tollerare la perdita fino al 14% (500-600 millilitri) del proprio volume di sangue, senza disturbi o alterazioni dei segni vitali.
In linea generale, i sintomi di una emorragia dipendono da dove questa si verifica e dalla perdita percentuale di volume del sangue che correla alla gravità della condizione.
L'emorragia esterna è solitamente molto facile da individuare e si può identificare rapidamente la fonte del sanguinamento. Di contro, l'emorragia interna può essere difficile da riconoscere, ma può essere sospettata da alcuni campanelli d'allarme, come per esempio:
- Vertigini e nausea
- Vomito con sangue
- Cambiamenti nello stato mentale
- Convulsioni
- Pelle pallida, grigia, umida o sudata
- Fiato corto
- Sete estrema
- Mal di testa a rombo di tuono (mal di testa estremamente forte che raggiunge il picco entro il primo minuto, solitamente dovuto a un'emorragia vicino al cervello o al midollo spinale).
Emorragia: quali sono i primi sintomi?
I primi sintomi di emorragia più comuni includono:
- Nausea
- Affaticamento
- Pallore
- Raffreddamento delle estremità
- Tachicardia (100-120 battiti al minuto)
- Aumenta la frequenza respiratoria (fino a 20-24 respiri al minuto)
Come si capisce di avere un’emorragia interna?
Al contrario delle emorragie esterne, che permettono di valutare l'entità di perdita ematica e la componente anatomica interessata, le emorragie interne sono difficilmente riconoscibili; per questo motivo, la diagnosi si basa soprattutto sull'osservazione dei sintomi dovuti allo stato di anemia acuta.
In generale, l'emorragia interna deve essere sospettata nelle situazioni in cui si osservano:
- Ferite penetranti nel cranio, nel tronco o nell'addome
- Sangue o liquidi contenenti sangue nelle orecchie o nel naso
- Vomitoo tosse con presenza di sangue
- Ematomisul torace, addome, collo e arti
- Sangue nelle urineo emorragia vaginale o rettale
- Frattura delle ossapelviche
- Pallore
- Sudorazione
- Aumento del battito cardiaco
- Alterazione della coscienza.
Quando preoccuparsi
Quando l'emorragia è segno di un'emergenza?
Cercare immediatamente assistenza medica per l'emorragia esterna se:
- L'emorragia non si ferma entro circa 10 minuti dall'applicazione di una pressione costante
- La ferita potrebbe aver bisogno di punti di sutura
- È stato applicato un laccio emostatico
- La ferita contiene detriti che non possono essere facilmente puliti
- L'emorragia è dovuta a gravi lesioni
La "triade letale" dell'emorragia da trauma, che può rapidamente portare alla morte, comprende:
- Acidosi: troppo acido lattico nel sangue
- Ipotermia: bassa temperatura corporea
- Coagulopatia: alterazione della coagulazione del sangue
Rivolgersi al pronto soccorso o chiamare i numeri telefonici di emergenza se si pensa che possa essere in corso un'emorragia interna o se si notano segni di shock emorragico come:
- Tachicardia (aumento della frequenza cardiaca) o bradicardia (quando la situazione è molto compromessa);
- Respiro rapido e frequente
- Mancanza di respiro (dispnea)
- Pallore
- Sudorazione
- Ipotermia
- Confusione
- Ipotensione
- Sete
- Perdita di coscienza
Se il paziente non viene immediatamente soccorso e la pressione subisce un ulteriore abbassamento, la cute assume un colorito bluastro (cianosi) e sopraggiunge la morte.
Primo soccorso
Il trattamento di un'emorragia varia a seconda della sua natura, della sua gravità e della sua posizione.
Cosa fare in caso di emorragia esterna?
Il primo soccorso per emorragie esterne minori include:
- Pulire la zona interessata con acqua e sapone oppure con un panno il più pulito possibile che non si attacchi alla ferita.
- Mantenere una pressione diretta sulla ferita utilizzando una medicazione pulita. Nella maggior parte dei casi, la pressione aiuterà a fermare piccole emorragie.
- Nei casi meno gravi di emorragia esterna, in ospedale potrebbero essere usati punti di sutura o colla chirurgica per chiudere una ferita.
In caso di emorragia esterna grave:
- Liberare la parte lesa dagli indumenti e con una garza sterile o un tessuto pulito applicare sul sito sanguinante una pressione:
- a monte (cioè in una zona scelta lungo il percorso dell'arteria tra il cuore e la ferita) se si tratta di un vaso arterioso
- a valle (cioè dopo la lesione verso le estremità corporee) se si tratta di un'emorragia venosa.
- Quando la perdita ematica è abbondante, fasciare la ferita – è possibile utilizzare qualsiasi materiale disponibile e fare un nodo semplice - con una certa pressione (maggiore in presenza di emorragia arteriosa, minore quando è di origine venosa); se necessario, utilizzare un laccio emostatico per brevi periodi. Una volta applicata, evitare di rimuovere la fasciatura compressiva nelle due ore seguenti (al fine di permettere la naturale chiusura dei vasi ed evitare che il venir meno della pressione esercitata dalla benda faciliti la fuoriuscita di sangue dalla lesione). Il laccio emostatico dovrebbe essere legato 5 cm sopra la ferita (mai sopra un'articolazione) e va allentato ogni 20-30 minuti (se viene mantenuto troppo stretto e/o troppo a lungo, può provocare danni anche irreparabili alle strutture nervose e vascolari).
- Chiamare i numeri telefonici di emergenza (118-112-113) e organizzare il trasporto rapido della persona in ospedale.
- Se l'emorragia è da ferita ed interessa un arto, quando non c'è il sospetto di frattura, sollevarlo più in alto rispetto al corpo. Se l'emorragia è venosa e la compressione della ferita è impossibilitata dalla presenza di corpi estranei (come schegge di vetro o di legno) questo semplice accorgimento permette di ridurre il sanguinamento. Compressione diretta e sollevamento dell'arto sono controindicati in caso di sospetta frattura o lussazione, nella probabile lesione del midollo spinale ed in presenza di corpi estranei (che non devono mai essere rimossi per evitare che questi causino ulteriori danni alle strutture adiacenti). In simili situazioni è possibile tentare la compressione a distanza sui punti in cui l'arteria principale che porta il sangue nel distretto lesionato decorre in superficie e direttamente sopra un osso (sito in cui si percepisce il polso arterioso). In questo modo, l'arteria viene schiacciata contro le formazioni dure sottostanti ed il flusso ematico arterioso diminuisce.
- Se l'emorragia interessa la testa, il paziente andrà mantenuto in posizione distesa.
- Attenzione ai segni di shock che spesso subentrano in caso di emorragie importanti. In questo caso, il soggetto va messo in posizione antishock (supino, con la testa in basso e gli arti sollevati) e coperto con un panno leggero.
Come si cura una emorragia interna?
L'emorragia interna non può essere gestita con il primo soccorso, poiché richiede cure mediche di emergenza tempestive. In attesa dell'intervento medico (da allertare immediatamente), mantenere il paziente a riposo in posizione distesa e non somministrare nulla per via orale.
In ospedale e in situazioni di emergenza, gli operatori sanitari valuteranno la natura, la fonte e la gravità dell'emorragia per determinare il trattamento più appropriato, che può comportare.
- Punti di sutura:potrebbero essere applicati per fermare l'emorragia da ferita aperta e impedire ai batteri e ad altri agenti patogeni nocivi di entrare nel corpo
- Intervento chirurgico:potrebbero essere necessarie procedure chirurgiche per fermare l'emorragia dai principali vasi sanguigni o per riparare organi o tessuti corporei danneggiati
- Trasfusione di sangue:viene fornita tramite una via endovenosa (EV) per sostituire il sangue perso e migliorare l'apporto di ossigeno in tutto il corpo
- Farmaci: aiutano a stabilizzare la pressione sanguigna e possono includere l'acido tranexamico (controlla il sanguinamento), la vitamina K (favorisce la coagulazione del sangue) e la desmopressina (aumenta la coagulazione del sangue).
L'obiettivo di quest'interventi sarà quello di fornire al corpo ossigeno sufficiente, mentre lavorano per controllare l'emorragia e limitare i danni ai tessuti.
Attenzione! In presenza di otorragia conseguente a trauma cranico (perdite ematiche dal condotto uditivo) l'emorragia non dev'essere ostacolata ed il soggetto va messo in posizione di sicurezza sul lato dell'emorragia. Analogo discorso in caso di epistassi conseguente a trauma cranico.
Quanto tempo si può vivere con un'emorragia?
La quantità di tempo che si può vivere con un'emorragia dipende dalla gravità dell'emorragia e dalla sua posizione. Se l'emorragia è grave, le persone potrebbero avere solo pochi minuti per ricevere cure mediche salvavita, mentre altri tipi di emorragia potrebbero consentire più tempo per l'intervento medico.