Ecografia Morfologica in Gravidanza: Quando si Fa? Cosa si vede?

Ultima modifica 26.05.2020

Generalità

L'ecografia morfologica è un esame diagnostico che consente di valutare lo stato di salute fetale e la regolare evoluzione della gravidanza. L'indagine viene eseguita nel secondo trimestre, posando una sonda ecografica sull'addome della futura mamma.
Ecografia MorfologicaCome suggerisce il termine stesso, l'ecografia morfologica è destinata a studiare la conformazione dei principali distretti anatomici del nascituro, allo scopo di escludere o accertare la presenza di eventuali anomalie e/o malformazioni.
Nel corso dell'esame, il medico specialista controlla l'accrescimento fetale attraverso la misurazione di parametri biometrici (tra cui estremo cefalico, addome e femore), i movimenti del nascituro e la posizione d'impianto della placenta.
L'ecografia morfologica permette di verificare il rapporto esatto tra la quantità di liquido amniotico e le dimensioni del feto, oltre a stabilire il sesso del bambino.

Che cos'è?

L'ecografia morfologica è un esame fondamentale nell'ambito della diagnosi prenatale, in quanto consente di valutare con anticipo se il nascituro presenta anomalie nello sviluppo o possa essere predisposto a specifiche patologie.   
L'esecuzione di quest'indagine viene indicata tra la diciannovesima e la ventiduesima settimana gestazionale, periodo nel quale il rapporto tra le dimensioni del bambino e il quantitativo di liquido amniotico risulta ottimale. In secondo luogo, dopo tale termine temporale, non è più ammissibile per legge il ricorso all'interruzione di gravidanza (aborto), pur in presenza di gravi malformazioni del feto.
Oltre allo studio della morfologia, l'ecografia eseguita nel secondo trimestre di gestazione prevede anche la valutazione della biometria del feto (ossia del suo accrescimento), dell'inserzione placentare e della quantità di liquido amniotico.


Cosa si intende per diagnosi prenatale?

  • La diagnosi prenatale è l'insieme delle indagini strumentali e degli esami di laboratorio che hanno lo scopo di riconoscere le patologie a carico del bambino, prima della nascita.
  • Quest'approccio multidisciplinare permette di verificare o escludere la presenza di eventuali anomalie e/o malformazioni fetali, sindromi genetiche, malattie metaboliche e condizioni secondarie alle infezioni contratte dalla madre durante la gestazione.
  • La diagnosi prenatale consente di fornire le corrette informazioni circa l'andamento della gravidanza e rassicurare i futuri genitori.
  • Per quanto riguarda l'esame ecografico, le finalità dell'indagine cambiano in relazione all'epoca gestazionale: in Italia, solitamente, vengono effettuate tre ecografie nel corso della gravidanza, una in ciascun trimestre.
  • Durante il secondo trimetre, l'ecografia morfologica è finalizzata a valutare l'anatomia fetale (screening delle malformazioni).

A cosa serve?

L'ecografia morfologica è la seconda delle tre ecografie previste dalle linee guida emesse dal Ministero della Salute per controllare la salute del bambino durante la gestazione.
Quest'indagine è importante per valutare la struttura del feto e la sua biometria, monitorandone il normale sviluppo e le proporzioni al fine di escludere o accertare la presenza di malformazioni.
L'ecografia morfologica è utile per verificare la posizione del bambino e permette di individuarne i movimenti e il battito cardiaco. Dal quarto mese di gestazione, l'esame consente la misurazione della testa, dell'addome e del femore del nascituro.
Al contempo, è possibile visualizzare la sede d'impianto della placenta, la quantità di liquido amniotico (normoamnios, oligoidramnios o polidramnios) ed alcuni organi fetali.
Attraverso l'ecografia morfologica, i genitori possono soddisfare anche una curiosità particolare, ossia venire a conoscenza del sesso del nascituro.

Cosa viene valutato?

Durante l'ecografia morfologica, di norma, vengono studiati i seguenti distretti anatomici:

Completano l'esame le valutazioni in merito ad alcuni indicatori di rischio di cromosomopatie (detti “soft markers”), cioè delle malformazioni strutturali a carico dei diversi organi, rilevabili ecograficamente e associabili a disordini nel corredo genetico del feto. Queste anomalie potrebbero essere sintomatiche, infatti, della presenza di specifiche sindromi, come la trisomia 21 (o sindrome di Down).
L'ecografia morfologica può indirizzare, quindi, verso l'esecuzione di esami specifici, indispensabili per stabilire la corretta diagnosi.


Nota. L'ecografia morfologica non ha come obiettivo primario la ricerca degli indicatori di rischio per la valutazione di anomalie cromosomiche o genetiche. Tuttavia, qualora venga identificata l'associazione di due o più malformazioni con tale metodica, verrà effettuata una consulenza in merito. Per approfondire il quadro clinico, quindi, sarà indicata l'esecuzione di indagini più approfondite, quali amniocentesi e villocentesi.


In presenza di un alto rischio di malformazioni fetali, è possibile ricorrere anche a un'ecografia morfologica precoce (o pre-morfologica) tra la sedicesima e la diciottesima settimana di gestazione; quest'approccio è utile per avere in anticipo una diagnosi ed essere in grado di approfondire in tempi minori il quadro con eventuali esami genetici.

Come si esegue?

L'ecografia è una tecnica diagnostica che si esegue per via transaddominale, cioè appoggiando una specifica sonda sull'addome, preventivamente cosparso di gel per migliorare la diffusione degli ultrasuoni (onde sonore ad alta frequenza, rientranti nella fascia non udibile dall'orecchio umano).

La metodica viene eseguita da medici ginecologi, che nel corso della loro formazione professionale hanno acquisito un'esperienza specifica sulla fisiopatologia delle varie malformazioni fetali e sulla loro identificazione ecografica.
L'esame ecografico consente di esplorare gli organi interni del corpo, avvalendosi di ultrasuoni, prodotti dalla vibrazione di cristalli piezoelettrici contenuti nelle sonde. La parete dell'utero, il liquido amniotico e i tessuti fetali riflettono parte di queste onde, generando una serie di echi riflessi. Quest'ultimi sono registrati dalla sonda ecografica e vengono decodificati dall'unità centrale dell'apparato strumentale, che trasforma le informazioni acquisite in immagini bidimensionali visibili in un monitor. Successivamente, i dati raccolti sono confrontati con quelli delle curve di riferimento: è quindi possibile accertare se le dimensioni del feto corrispondano a quelle previste.
Di solito, durante un'ecografia morfologica, la ricerca delle immagini utili richiede 20-30 minuti.

Affidabilità e limiti

All'ecografia morfologica viene attribuita una sensibilità variabile tra il 50% e l'80% nell'identificazione delle malformazioni fetali maggiori, ossia di quei difetti che richiedono un'assistenza medica dopo la nascita.
La possibilità di rilevare un'anomalia maggiore dipende, infatti, da molteplici fattori tra cui:

  • Esperienza dell'operatore che esegue la metodica;
  • Tipo di apparecchiatura impiegata;
  • Epoca gestazionale in cui si esegue l'esame (alcune anomalie fetali si manifestano solo nel terzo trimestre);
  • Quantità di liquido amniotico;
  • Posizione del feto al momento dell'esame;
  • Spessore dei tessuti della parete addominale materna;
  • Entità e localizzazione di eventuali difetti anatomici.

I limiti dell'ecografia morfologica riguardano i difetti di piccole dimensioni (come alcune anomalie del setto interventricolare o interatriale del cuore) e il rallentamento della crescita fetale.
La rilevazione delle anomalie minori non è, infatti, un obiettivo di questo esame ecografico (per le caratteristiche intrinseche della metodica). Per questi motivi, a seconda del caso, il medico può indicare l'esecuzione degli approfondimenti diagnostici più adatti a stabilire la diagnosi differenziale e la gestione della patologia fetale.


Nota. Durante l'ecografia morfologica, lo specialista può riscontrare delle difficoltà a causa del sovrappeso della paziente (lo spessore dell'addome può rendere le immagini poco nitide), dell'eccessiva quantità di liquido amniotico (gli ultrasuoni raggiungono meno facilmente le strutture da esaminare) o della posizione del feto. Per questi motivi, il medico può decidere di procedere con un esame ecografico transvaginale allo scopo di visualizzare meglio le strutture fetali vicine alla sonda.

Quando è indicata?

L'ecografia morfologia viene prescritta dal ginecologo tra la diciannovesima e la ventiduesima settimana di gestazione. Questo periodo è il migliore per valutare tutti i dettagli anatomici e i principali organi vitali del feto, accertando la presenza di eventuali malformazioni.
Le tre ecografie previste dal Ministero della Salute sono completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale, purché vengano effettuate nelle settimane previste.

È necessaria una preparazione?

L'ecografia morfologica non prevede alcuna particolare norma di preparazione. Tuttavia, prima dell'esecuzione dell'esame, è necessario il consenso informato della paziente. Di solito, non occorre essere a digiuno, né si deve bere prima dell'indagine, come richiesto nelle ecografie pelviche.

Esistono controindicazioni?

L'ecografia morfologica non è un esame doloroso per la futura mamma e non produce effetti nocivi sul feto, anche nel lungo termine. Per questo motivo, l'indagine è considerata priva di rischi.

Altri esami associati alla morfologica

In qualche caso, l'ecografia morfologica viene associata ad altri esami, finalizzati a valutare lo stato di salute della mamma e del bambino. Tra questi, rientrano l'ecocardiografia fetale e lo studio della flussimetria doppler materno-fetale. Quest'ultimo esame valuta il passaggio di sangue tra il bambino e la placenta attraverso il cordone, per una precoce individuazione del rischio di gestosi o di ritardo di crescita fetale.
Inoltre, nelle donne che presentano un aumentato rischio di parto pretermine (gravidanze multiple, paziente con anomalie uterine o pregressa chirurgia cervicale) è possibile eseguire un'ecografia transvaginale per misurare la lunghezza del collo dell'utero.


Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici