Disturbi Transitori del Ritmo Sonno-Veglia
Ultima modifica 15.02.2023
INDICE
  1. Importanza dei Ritmi Circadiani
  2. Cause
  3. Sindrome da rapido cambiamento di fuso orario
  4. Sindrome da cambiamento del turno di lavoro
Precedente: Ipersonnie: cosa sono e come si manifestano

Importanza dei Ritmi Circadiani

Tutte le attività biologiche presentano periodiche variazioni circadiane. Il sonno e la veglia costituiscono un tipico esempio di queste variazioni, ma non bisogna dimenticare che anche altre importanti funzioni biologiche, come la temperatura corporea, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la produzione di ormoni, vanno incontro a ritmiche modificazioni nel corso delle 24 ore. Queste fluttuazioni periodiche sono legate alla funzionalità di strutture nervose specifiche, i cosiddetti oscillatori interni, che vengono abitualmente sincronizzati su ritmi di 24 ore. Tra i fattori ambientali che influenzano gli oscillatori interni vi sono il contatto sociale e il ciclo luce-buio che giocano un ruolo determinante.

Le condizioni di completo isolamento sono in grado di eliminare l'azione dei sincronizzatori ambientali, in queste situazioni gli oscillatori interni tendono ad assumere ritmi diversi da quello di 24 ore (l'uomo free-running tende a sincronizzarsi in modo preferenziale sul ritmo di 25 ore) e possono desincronizzarsi tra loro (Lungaresi E., 2005; G. Coccagna., 2000).

Cause

Nei disturbi del ritmo sonno-veglia sono comprese sindromi cliniche determinate da fattori esterni, come il rapido cambiamento del fuso orario a seguito di voli transmeridiani e i turni di lavoro notturno a rotazione, e altre sindromi che sembrano invece avere una componente endogena, come quella del periodo di sonno ritardato (o avanzato) e quella da ritmo sonno-veglia non di 24 ore.

In tutte queste sindromi, indipendentemente dalle cause che le determinano, si realizza uno sfasamento del ritmo sonno-veglia rispetto agli abituali sincronizzatori ambientali, con conseguente comparsa di una patologia che riguarda il momento in cui il sonno e la veglia compaiono. Il paziente non riesce a dormire quando lo desidera, quando ha necessità o si aspetterebbe di farlo. Va inoltre rilevato che insonnie o ipersonnie di lunga durata possono determinare profonde alterazioni del ritmo sonno-veglia che costituiscono importanti fattori di aggravamento e di mantenimento della sintomatologia (Sudhansu Chokroverty., 2000; Coccagna G.; Smirne S., 1993).

Secondo la classificazione della AASM (Classification Committee., 1979) i disturbi del ritmo sonno-veglia si dividono in: disturbi transitori e disturbi persistenti.

I disturbi transitori sono:

  • Sindrome da rapido cambiamento di fuso orario
  • Sindrome da cambiamento del turno di lavoro.

Sindrome da rapido cambiamento di fuso orario

Questa sindrome, comunemente chiamata jet-lag syndrome, si può verificare quando, a seguito di un rapido cambiamento di parecchi fusi orari, si ha difficoltà a riallinearsi con il ritmo luce/buio e quindi sonno/veglia secondo l'orario della zona di arrivo.

È caratterizzata da sonnolenza, affaticamento e ridotta efficienza mentale durante il giorno, e da insonnia, con difficoltà di addormentamento e risvegli frequenti durante la notte.

In generale, i disturbi si riducono notevolmente dopo un paio di giorni, ma in alcune persone possono durare più a lungo. I voli verso est comportano disturbi di più lunga durata. Il ripristino dello schema sonno-veglia, una volta tornati nel luogo d'origine, è generalmente più rapido.

Per approfondire: Jet lag: cause della sindrome da fuso orario

Sindrome da cambiamento del turno di lavoro

Questa sindrome può realizzarsi quando da un ritmo sonno-veglia abituale e convenzionale si passa ad un turno lavorativo comprendente periodi di lavoro notturno, che obbligano quindi a rimanere svegli la notte e a dormire di giorno.

I sintomi sono costituiti da sonnolenza e diminuzione delle performance mentali e motorie durante il nuovo periodo di lavoro-veglia, cioè la notte, nonché da sonno, durante il giorno, ridotto e frammentato da numerosi risvegli. Questa sintomatologia appare più grave nei soggetti anziani e che sono stati esposti a turni notturni per un numero significativo di anni.

I sintomi possono migliorare durante la seconda o terza settimana di lavoro, ma spesso persistono, almeno parzialmente, soprattutto in soggetti che partono già da un sonno notturno più difficoltoso oppure in soggetti il cui cronotipo (gufo o allodola) è più in controfase rispetto al ritmo imposto dal turno lavorativo.

Durante i week-end e le vacanze viene generalmente recuperato il sonno perduto ed il ritmo fisiologico con una rapida diminuzione della sintomatologia.

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