Dengue: Cos’è? Sintomi, Cause e Cura

Dengue: Cos’è? Sintomi, Cause e Cura
Ultima modifica 14.02.2024
INDICE
  1. Cos’è
  2. Cause e modalità di trasmissione
  3. Sintomi e complicanze
  4. Diagnosi
  5. Trattamento
  6. Vaccino
  7. Prevenzione

Cos’è

Cos’è la Febbre Dengue?

La dengue, nota anche come "febbre rompiossa", è una malattia virale acuta trasmessa all'uomo dalla puntura di zanzare Aedes infette.

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La dengue è endemica nelle aree del Mondo a clima tropicale (Sud-Est Asiatico, Africa, Oceania, America Centrale e Meridionale).

Il virus dengue è l'agente patogeno responsabile: si tratta di un Arbovirus (termine generico riferito ai virus trasmessi all'uomo da artropodi), appartenente al genere Flavivirus e alla famiglia delle Flaviviridae. Ad oggi, se ne conoscono 4 diversi sierotipi (DEN-1, DEN-2, DEN-3 e DEN-4, di cui il 2 e il 3 sono spesso associati alle forme più gravi di malattia).

La dengue può presentarsi, infatti, in due varianti cliniche distinte:

  • Dengue classica (forma benigna della malattia)
  • Dengue emorragica (forma grave e potenzialmente letale), con o senza stato di shock (SSD, sindrome shock da dengue).

La dengue classica esordisce con un aumento della temperatura corporea, a cui seguono cefalea, dolori attorno e dietro agli occhi, mialgie, artralgie, eruzioni cutanee di tipo maculo-papulose, nausea, vomito e altri disturbi gastro-intestinali.  La dengue emorragica è caratterizzata, invece, da trombocitopenia, manifestazioni emorragiche e perdita di liquidi, che possono causare veri e propri collassi (sindrome da shock dengue o DSS).

Cause e modalità di trasmissione

Cause Febbre Rompiossa: cosa provoca la Dengue?

La dengue è causata dal virus dengue (DEN), un agente patogeno appartenente al genere Flavivirus, famiglia Flaviviridae, responsabile di una malattia febbrile acuta o emorragica, trasmessa all'uomo dalla puntura di zanzare Aedes. Quattro sierotipi strettamente correlati possono provocare l'infezione - DEN-1, DEN-2, DEN-3 e DEN-4 - per ognuno dei quali si possono distinguere diversi genotipi, evidenziando un'ampia variabilità genetica del virus.

Dengue: come si contrae l’infezione?

La trasmissione della dengue avviene attraverso la puntura di una zanzara femmina infetta, appartenente genere Aedes: sia le Aedes aegypti confinate soprattutto in aree tropicali e sub-tropicali, che le Aedes albopictus (comunemente chiamata "zanzara tigre") presenti anche alle nostre latitudini sono implicate nell'insorgenza della malattia. In Africa, diverse altre zanzare sono state indicate come potenziali vettori per il virus dengue.

I soggetti che contraggono l'infezione (sintomatici o asintomatici) fungono temporaneamente da serbatoi del virus dengue e la zanzara che consuma un pasto ematico su un ospite viremico (cioè che si trova nel periodo infettivo, in cui il virus della dengue circola nel sangue) può trasmettere il virus dopo 1-3 settimane. Le zanzare Aedes, a differenza delle Anopheles (che tramettono la malaria), pungono nelle ore diurne, soprattutto dopo l'alba e prima del tramonto.

Come NON si trasmette la Dengue

Il virus dengue non si trasmette direttamente da persona a persona. Le zanzare entrano in contatto con l'agente virale pungendo esseri umani o animali infetti e rimangono portatrici di dengue per tutto il loro ciclo vitale. Le epidemie sono sostenute, quindi, dalla trasmissione uomo-zanzara-uomo.

Sintomi e complicanze

Dal punto di vista sintomatologico, la dengue può presentarsi, in due forme distinte: classica o emorragica.

Febbre Dengue (Dengue classica o febbre rompiossa)

Generalmente, la dengue si manifesta, dopo un periodo di incubazione di 3-15 giorni, con l'improvvisa comparsa di febbre elevata (fino a 40°C), brividi, cefalea e sudorazione profusa. All'esordio dell'infezione da virus dengue, si presentano mialgie, lombalgia e dolori di elevata intensità alle gambe e alle articolazioni, sintomi che giustificano la denominazione della malattia come "febbre rompiossa". Si riscontrano, poi, comunemente arrossamento delle congiuntive, dolore retrorbitario e ingrossamento dei linfonodi.

La febbre e gli altri sintomi persistono per 48-96 ore. Segue un periodo di apiressia e apparente benessere della durata di circa 24 ore. In corrispondenza di un secondo rialzo termico, si presenta un'eruzione cutanea di tipo maculo-papulare che diffonde dal tronco alle estremità e al viso (simile a quello del morbillo). Possono verificarsi, inoltre, disturbi gastrointestinali e sintomi respiratori, come tosse, faringodinia e rinorrea. Talvolta, compaiono petecchie e altre lievi manifestazioni emorragiche (sangue dal naso e dalle gengive). Il decesso è raro.

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Dengue emorragica (Dengue grave o febbre emorragica Dengue)

Nella dengue emorragica, in corrispondenza al secondo rialzo termico (indistinguibile dalla variante classica), si sviluppano trombocitopenia, deplezione di liquidi e manifestazioni emorragiche sotto forma di petecchie, ecchimosi, epistassi, perdita di sangue dalle gengive, ematemesi e melena. Se non trattata, la febbre emorragica è potenzialmente fatale: si può arrivare al collasso ed allo stato di shock cardiocircolatorio a seguito della molteplicità e dell'abbondanza delle emorragie.

Diagnosi

Dengue: esami per la diagnosi

La diagnosi della dengue è normalmente formulata sulla base dei sintomi, ma può essere confermata isolando l'agente virale e indentificando gli anticorpi IgM anti-dengue in campioni di sangue. Le indagini diagnostiche impiegate, quindi, comprendono esami sierologici (ELISA) e retro-trascrizione con la reazione a catena della polimerasi (RT-PCR).

La diagnosi differenziale deve essere posta nei confronti di malaria, leptospirosi e febbre tifoide.

Trattamento

Dengue: come si cura?

Non sono disponibili specifici farmaci antivirali per l'infezione da virus dengue. La terapia è di supporto e consiste principalmente nel controllare ed alleviare i sintomi.

La gestione si basa, quindi, sull'idratazione e sul riposo in caso di una forma lieve-moderata di malattia, mentre nei casi più gravi è prevista la somministrazione endovenosa di liquidi e l'emotrasfusione.

Alcuni farmaci antipiretici (acido acetilsalicilico e ibuprofene) devono essere accuratamente evitati, in quanto potrebbero favorire la comparsa di manifestazione emorragiche (petecchie). Per ridurre la febbre ed i dolori articolari, può essere assunto il paracetamolo.

Le persone infette dovrebbero essere protette al chiuso, soggiornando in zone sotto una zanzariera, per evitare un'ulteriore esposizione al vettore durante i primi giorni della malattia, in modo tale da non contribuire al ciclo di trasmissione.

Da sapere: per quanto tempo si è contagiosi?

Il rischio che una persona colpita da dengue risulti infettante e possa trasmettere il virus ad una zanzara è più elevato, quando è viremico, cioè da poco prima della comparsa della febbre per tutta la durata del periodo febbrile (4-5 giorni, fino ad un massimo di 12 giorni). Per impedire l'ulteriore trasmissione da parte delle zanzare, i pazienti infettati dal virus dengue dovrebbero essere isolati con zanzariere, fino alla risoluzione del secondo picco febbrile.

Dopo aver contratto e superato l'infezione, segue un'immunità persistente, ma altamente siero-specifica verso il sierotipo virale infettante; nei confronti degli altri tre sierotipi virali, invece, la difesa immunitaria è solo parziale e temporanea. Ciò significa che un soggetto immune ad un sierotipo rimane comunque suscettibile alle altre forme di dengue (causate dagli altri tre sierotipi). In particolare, la re-infezione da sierotipi eterologhi in soggetti immuni ad un sierotipo (anche in caso di immunità acquisita dalla madre), aumenta il rischio di sviluppare la forma più severa: la dengue emorragica.

Vaccino

Dengue: esiste un vaccino per prevenire l’infezione?

Attualmente, per prevenire l'infezione da virus dengue, sono autorizzati due vaccini:

  • QDENGA, commercializzato in Italia, con possibilità di utilizzo nell'ambito della medicina dei viaggi; si tratta di un vaccino vivo attenuato, in grado di stimolare una efficace risposta immunitaria nei confronti dei quattro sierotipi del virus (DENV-1, DENV-2, DENV-3 e DENV-4). Viene somministrato in due dosi a distanza di 3 mesi, mediante iniezione sottocutanea, a soggetti di età pari o superiore a 4 anni, indipendentemente da una pregressa esposizione al virus della Dengue (non è quindi necessario sottoporsi a test sierologici prima della vaccinazione).
  • DENGVAXIA (nome commerciale del precedente vaccino sperimentale Cyd-Tdv) che può essere utilizzato in persone di 9-45 anni d'età, distribuito in alcuni Paesi dove la malattia è endemica.

Prevenzione

Dengue: come si previene?

La misura preventiva più efficace contro la dengue consiste nell'evitare le punture di zanzara nelle aree endemiche, ricorrendo a repellenti, vestiti adeguati e protettivi.

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Per prevenire la diffusione dell'infezione, inoltre, si dovrebbero applicare le zanzariere sopra i letti, sulle porte e sulle finestre, oltre ad attuare tutte le misure volte a ridurre l'infestazione da zanzare negli ambienti esterni:

  • Ridurre i siti che supportano la riproduzione dei vettori come i contenitori pieni d'acqua naturali e artificiali;
  • Corretto smaltimento delle acque di fogna e rimozione dei rifiuti solidi urbani;
  • Interventi periodici di disinfestazione ed eliminazione delle raccolte d'acqua che possono essere usate per lo sviluppo delle larve.

Consigli per i viaggiatori

Chi intraprende un viaggio in una zona endemica per la febbre dengue corre il potenziale rischio di infettarsi. Da questo punto di vista, le categorie maggiormente a rischio, come le donne in gravide, soggetti con malattie croniche e immunocompromessi, dovrebbero usare la massima cautela.

In generale, i viaggiatori possono proteggersi prevenendo le punture di zanzara:

  • Usare repellenti per insetti sulla pelle esposta. Questi prodotti dovrebbero contenere DEET (N, N-dietil-3-metilbenzamide), IR3535 o picaridina. Seguire sempre le istruzioni riportate sull'etichetta del repellente e considerare che il sudore ne riduce l'effetto. Donne gravide e bambini dovrebbero consultare il proprio medico prima di utilizzare questi prodotti, mentre particolare attenzione va posta ai bambini di età inferiore ai 3 mesi, per i quali l'utilizzo è invece sconsigliato.
  • Indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi, che non lascino scoperte parti del corpo di colore chiaro, perché gli indumenti scuri attraggono le zanzare. È importante ricordare che alcune zanzare portatrici della malattia non sono attive solo nelle ore serali, ma anche durante il giorno.
  • Utilizzare zanzariere su finestre e porte per impedire l'ingresso alle zanzare nelle stanze in cui si soggiorna (meglio se impregnate con sostanze repellenti).
  • Le zanzare Aedes vivono in una vasta gamma di habitat e possono riprodursi in piccoli ristagni d'acqua. Questi possono raccogliersi nei pneumatici, vasi da fiori, lattine, piscine per bambini, tubi di scarico e tutti gli altri contenitori aperti. Prevenire la formazione di acqua stagnante è una misura per impedire alle zanzare di proliferare.
  • Quando è necessario, è possibile ricorrere a prodotti chimici o alla lotta biologica contro il vettore (larve e zanzare adulte).
  • Infine, è molto importante che i pazienti viremici evitino di essere punti dalle zanzare Aedes, per non agevolare l'ulteriore diffusione del virus dengue.

Autore

Giulia Bertelli

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica
Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Ricerca e Sviluppo in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici